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Come vivere senza essere in tre capitolazioni - aforismi
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E-book97 pagine1 ora

Come vivere senza essere in tre capitolazioni - aforismi

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Testi polverizzati, asistematici, che possono anche essere scanditi, s-logati come slogan (“Né stato, né mercato”) o masticati al di là dei luoghi in cui si riproduce la cultura (dal "cŏlĕre" latino derivano, con analoghe funzioni e finzioni: la "colonizzazione", i "culti" o, con una simpatica paretimologia, la "scuola", ecc...).

Si disegna un processo di disgregazione del "sog-getto" contemporaneo (a favore dell’insieme dei viventi) attraverso tre "capitolazioni":

- Nella prima si prendono le distanze dalla riduzione binaria di ognuno di noi in “I/O” (il nuovo modello di coscienza input/output… inteso come interruttore fibrillante, velocissimo, processore di circuiti integrati, interfaccia quasi meccanica del dispositivo digitale…).

- Nella seconda, “La crisi”, si affronta il processo di trasformazione sistemica in atto, nel senso dei percorsi di radicalizzazione e di progettazione del nuovo, senza "ressentiment" e in senso anti-capitalista, a partire dalla crisi della forma-stato, fino ad ora sospinta proprio dalla globalizzazione (e dalla centralizzazione e monopolizzazione "meta-statale") del mercato capitalista.

- Nella terza, “-getti” si tenta di uscire fuori di sé, s-logando i sog-getti in -getti… privando i viventi del prefisso che li assoggetta ad esseri inesistenti, puramente funzionali al sistema… pensato fin dalle sue finzioni metafisiche "a dismisura d’uomo". Si pone cioè la questione del "dividuo"… denominatore di finzioni tattiche, -gettato nel cosmo, portatore di spore e ife fungine disgregatrici, ibridate e ricombinabili.
LinguaItaliano
Data di uscita18 apr 2014
ISBN9786050301281
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    Anteprima del libro

    Come vivere senza essere in tre capitolazioni - aforismi - Valerio Mele

    Mele

    COME VIVERE SENZA ESSERE

    in tre capitolazioni

    aforismi

    Introduzione

    Gli Aforismi di questo ebook provengono per lo più dalla mia bacheca di Facebook... sono un po' come profughi da quella piattaforma... testi polverizzati, asistematici, ridotti a memi dal tritacarne del personalismo forzato, delle semplificazioni statistiche, computabili, dell'attuale capitalismo cibernetico...

    ...ma che possono anche essere scanditi, s-logati come slogan (Né stato, né mercato) o masticati al di là dei luoghi in cui si riproduce la cultura (dal cŏlĕre latino derivano, con analoghe funzioni e finzioni: la colonizzazione, i culti o, con una simpatica paretimologia, la scuola, ecc...).

    Si disegna un processo di disgregazione del sog-getto contemporaneo (a favore dell'insieme dei viventi) attraverso tre capitolazioni:

    Nella prima si prendono le distanze dalla riduzione binaria di ognuno di noi in I/O (il nuovo modello di coscienza input/output... inteso come interruttore fibrillante, velocissimo, processore di circuiti integrati, interfaccia quasi meccanica del dispositivo digitale...).

    Nella seconda, La crisi, si affronta il processo di trasformazione sistemica in atto, nel senso dei percorsi di radicalizzazione e di progettazione del nuovo, senza ressentiment e in senso anti-capitalista, a partire dalla crisi della forma-stato, fino ad ora sospinta proprio dalla globalizzazione (dalla centralizzazione e monopolizzazione meta-statale) del mercato capitalista.

    Nella terza, -getti si tenta di uscire fuori di sé, s-logando i sog-getti in -getti... privando i viventi del prefisso che li assoggetta ad esseri inesistenti, puramente funzionali al sistema... pensato fin dalle sue finzioni metafisiche a dismisura d'uomo. Si pone cioè la questione del /dividuo... denominatore di finzioni tattiche, -gettato nel cosmo, portatore di spore e ife fungine disgregatrici, ibridate e ricombinabili.

    PRIMA CAPITOLAZIONE

    I/O

    Facebook. È come se i morti potessero aggiornare periodicamente la foto della lapide e l'epitaffio...

    Facebook, maledetta company scippatrice di segni e vite virtuali, io non sono io, la mia faccia, i miei gusti, le mie merci preferite, i miei stati, le mie foto, i miei link, i miei video, il mio social network, e non lo sarò mai!...

    Facebook... la gente che (si) conta... le monete viventi.

    Prenotafacce o Librodifacce?... Secondo me più la prima, si prenota la propria faccia. Noi non ce l'abbiamo in realtà. Chi se l'è mai vista direttamente, senza mediazioni altrui o specchi? Il punto è... è davvero gratis prenotare una faccia (to book a face)? O si paga in termini di una gran perdita di tempo, che non sarà mai soddisfatta, dal momento che la mappa non è il territorio (e le foto, i video, ciò che si scrive, gli amici non corrispondono mai a ciò che muta e corrompe la rappresentazione di sé)?

    Chi ha molti amici di solito è un po' stronzo.

    La voglia di stupidità è la voglia più irresistibile...e anche quella più socializzabile.

    Ecco a che servono i social network: a diventare stupidi (sviluppando un comportamento ossessivo-compulsivo) e a permanere in questa vacanza il più a lungo possibile.

    Pensieri ridotti a icona.

    Ico(glio)nizzàti.

    Il metodo dell'interpretazione dei sogni applicato alla realtà sarà sempre più à la page man mano che la realtà tenderà a virtualizzarsi, a ridursi a icona.

    Si difendono (e si desiderano) a morte dei segni grafici… delle icone… $ € £

    È come se si fosse tutti puttane in vetrina ad Amsterdam.

    Facebook, con i suoi meccanismi e giochini che si fanno paradigma prima che il nostro immaginario possa opporre resistenza... una sorta di stupro infantile.

    Internet è un luogo di produzione collettiva gratuita (...nel migliore dei casi). Chiudiamo questa fabbrica. Sciopero generale. Distruzione dei database dei server... nessuna centralizzazione informatica... Fine della dialettica server/client.

    (Ove il server è servo automatizzato del padrone che raccoglie dati e indicazioni preziose per le tecnologie di controllo e di marketing e il client è la macchina a disposizione del consumatore, dello user che lavora - o viene lavorato, misurato nelle sue performance, spiato - a pagamento, quasi senza accorgersene, per sua passione o passività, anche nel suo tempo libero).

    Facebook: metodo di comunicazione dei prigionieri (client), tramite i secondini (server).

    Disallineati (offline) e senza servitori (server), anche locali, ci si relaziona meglio... altro che trasparenza... qui ci vuole l'opacità di un corpo nero.

    Loro hanno l'hardware su cui proliferano i fantasmi dei nostri de-sideri. Tutto qui. D'altro canto non siamo che fantasmi. Man mano che passa il tempo questa sembra essere sempre più la consistenza di quanto si è vissuto (ci riflettevo a proposito di un ricordo ripreso da un'angolazione impossibile rispetto alla mia percezione di quel momento). Esistenza spettrale che ben si adatta ai fantasmi elettronici che (si) agitano sugli schermi (dunque, per analogia, dentro ognuno di noi).

    Su Facebook i fantasmi sembrano ben sistemati in piccoli riquadri e link... indicativi come mi piace, imperativi come condividi, pubblica, voci un po' sbiadite che sussurrano Ciao Valerio, come va?... il profilo... ogni voce un possibile teatrino di spettri (giudice-attore-pubblico). Sembra che ogni esperienza di vita sia riducibile ad un oggetto informatico... un teatro così minimalista da diventare un pulsante... nello spazio tra un click e quello che esce fuori (filmato, finestra che si apre o altro) un fiorire infinito di esistenze immaginarie...

    Tra il digitato e il digitale... c'è di mezzo il social network, la rete del dominio sociale pienamente dispiegato. Dunque non sono io a digitare qualcosa contro il sistema, ma è il sistema stesso che attribuisce questi caratteri al mio carattere. Se il sistema si rivolta a se stesso alle sue stesse condizioni sistemiche, la cosa francamente non mi riguarda.

    Ci saranno altre reti, meno controllate... non c'è solo internet... Occorre ripensare questa infrastruttura... modularne altre... ripartire da zero. I miei dati stanno nella mia testa, nei miei hard disk e tra le persone con cui mi relaziono. Siamo noi che dovremmo censurare loro... impedendo loro di scrutare e sfruttare le nostre risorse cognitive, i nostri affetti, i nostri bisogni e desideri.

    Ci hanno dato il loro giochino. Beh... forse è venuto il momento di romperlo e inventarsi altro.

    Il denaro è il medium dei media... lo stupratore principale. L'equivalente generale delle inclinazioni sessuali...

    Il consumatore è la merce

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