Analogpunk
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Info su questo ebook
Nel 2011, lo scrittore Albino Galuppini ha coniato il neologismo “Analogpunk” in risposta a tali interrogativi. Oltre alla caratterizzazione dei personaggi, uno scrittore ha bisogno di definire in dettaglio il mondo in cui i protagonisti si muovono. Se siete autori di racconti di fantasia e fantascienza, è un filone che fa per voi.
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Anteprima del libro
Analogpunk - Albino Galuppini
PROLOGO
Un conoscente mi rivelò di avere cercato per mesi nelle aste in rete un aggeggio che convertisse il segnale proveniente dal decoder della televisione digitale terrestre, attraverso la presa SCART, in analogico RF. L’intento era di guardare la TV tramite un vecchio televisore a colori di prima generazione persino privo di telecomando. Però, con il vantaggio, stavolta, del telecomando, quello del decoder DTT.
Inseguendo questa nostalgia dello stupore, che anch’io avevo da bambino nel chiedermi come fosse possibile che una matrice di fosfori a tre colori in un televisore potesse riprodurre tutti
i colori, mi è venuto in mente di mettere insieme questo piccolo trattato.
Grazie alla collaborazione dell’amico ingegnere Gianluca Giuffrida, ho iniziato a fantasticare, a supporre come potrebbe essere la nostra società, presente e futura, se la tecnologia del mondo sviluppato fosse unicamente basata sull’analogico
.
Perciò, nel 2011, ho coniato il termine Analogpunk (AnalogPunk)
© per descrivere tale ambientazione letteraria. Non intende essere pornografia per ingegneri
(affermazione attribuita a Bill Gates nel film I pirati di Silicon Valley
) bensì fornire materia di riflessione e una piattaforma stuzzicante per scrittori del genere fantasia.
Ho usufruito anche della consulenza dell’amico e collega naturalista Alberto Bertell.
Il mondo dello Analogpunk, che vado a descrivere, è piano e stazionario, non ci sono imprese spaziali o viaggi sulla Luna, un mondo nuovo in cui lo stile di vita è compassato.
INTRODUZIONE
È possibile esistere senza la tecnologia digitale?
Fino alla fine dello scorso millennio, si viveva benissimo senza un cellulare. Oggigiorno, uscire di casa senza di esso ci da un senso di insicurezza simile a quella descritta nel fumetto Linus, della saga di Charlie Brown, con la sua notoria e inseparabile coperta.
Dovremmo rimpiangere i tempi andati in cui il primo istinto del mattino non era vedere a che ora ci stavamo svegliando ma piuttosto di avviare il computer e controllare se sono arrivate delle e-mail?
Come sarebbe il mondo d’oggi e il futuro se l’era informatica non fosse mai cominciata? Se il mondo fosse del tutto analogico? Cioè elettronico, meccanico, elettrico, idraulico ma non digitale? La nostra vita quotidiana sarebbe migliore o peggiore senza l’infinita successione di zero e diuno?
Sarebbe immaginabile una tecnologia avanzata priva della manipolazione digitale dell’informazione? E ancora, il villaggio globale
postulato dal sociologo canadese Marshall McLuhan sarebbe lo stesso senza la rete internet? Oppure sarebbe il medesimo, solo con una tecnologia analogica
?
Ma soprattutto, il nostro mondo iper-digitalizzato è davvero migliore e lo sarà sempre più rispetto agli anni ‘70 in cui già vi erano tutte le comodità attuali? Mi riferisco a radio stereo, televisione a colori, telefono, frigorifero, abitazioni con bagno e riscaldamento in ogni stanza, ascensore e anche a jet supersonici militari e di linea.
Ho cercato di dare qualche risposta provando a immaginare quell’universo. La costruzione del mondo di fantasia è un processo di creazione di un universo immaginario pieno di personaggi principali, trame sovrapposte, ambientazioni dettagliate ed elementi fantastici che distinguono tal mondo dal nostro.
Un mondo di fantasia chiaro e dettagliato aiuterà i lettori a investire nei personaggi che lo abitano.
Tramite questo foglio di lavoro, intendo fornire agli scrittori e autori di fantasia, mi si voglia perdonare l’immodestia, uno schema tecnico/scientifico per l’ambientazione di un nuovo genere letterario che intendo istituire: il predigital future
o, italianamente parlando, il futuro pre-digitale ossia il 21° secolo e oltre in cui la civiltà umana sia avanzata senza l’ausilio del computer così come lo abbiamo oggi. Intende stabilire una cornice di base per studiare quale sarebbe un futuro a-digitale e come sarebbe possibile migliorare il mondo uscendo dalla digitalizzazione.
PARTE PRIMA
LA CONVERGENZA DIGITALE
Come avviene probabilmente per ogni sollevazione, culturale e non, la rivoluzione digitale è fatta di risvolti che all’inizio sono misconosciuti e inimmaginabili ai più. Tutti sono abbacinati e attratti come zanzare verso la luce accecante delle novità costituite dal nuovo medium
la qual cosa distoglie l’attenzione e