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Il cinema nel pallone - incontri tra calcio e grande schermo
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Il cinema nel pallone - incontri tra calcio e grande schermo
E-book210 pagine2 ore

Il cinema nel pallone - incontri tra calcio e grande schermo

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Info su questo ebook

Il libro analizza una cinquantina di incontri tra calcio e cinema, in un percorso che va da fine Ottocento fino ai giorni nostri. Si comincia dalla

descrizione di alcune pellicole del cinema muto, passando poi ai film legati al mondo del pallone degli anni Trenta. Successivamente, si parla dei film del Dopoguerra e degli anni Cinquanta, fino ad arrivare alle analisi sociologiche e satire di costume degli anni Sessanta e Settanta. Passando al decennio successivo, si rammentano i film italiani che hanno unito calcio e comicità negli anni Ottanta. Non manca poi un capitolo dedicato ai film che hanno tentato una rappresentazione del tifo, fino all'ultima parte, che analizza gli incontri tra calcio e cinema degli anni Duemila.

LinguaItaliano
Data di uscita24 mar 2015
ISBN9786050367553
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    Il cinema nel pallone - incontri tra calcio e grande schermo - Marco Da Pozzo

    2013).

    1. Il calcio nel cinema muto

    La storia del calcio moderno e quella del cinema iniziano nella seconda metà del XIX secolo. Nel 1857, in Inghilterra, viene fondato lo Sheffield Football Club, la società calcistica più antica al mondo; sei anni più tardi, nel 1863, nasce a Londra la Football Association, prima federazione calcistica nazionale. Nel 1871 prende il via la Football Association Cup, primo torneo calcistico ufficiale con la partecipazione di quindici società, mentre la diffusione del calcio si espande in seguito in tutta Europa; nel 1872 viene fondato il Le Havre Athletic Club, prima società calcistica francese, e nel 1888 nasce il Berliner Football Club Germania, prima squadra tedesca. A seguire, il Recreativo Huelva nel 1889 in Spagna e il Genoa, prima squadra di calcio italiana fondata nel 1893.

    Il cinema nasce a fine secolo, grazie all'evoluzione della fotografia e a precedenti invenzioni come il teatro ottico,[1] il kinetoscopio e il kinetografo.[2] Nel 1895, i fratelli August e Louise Lumière inventano il cinematografo, una piccola macchina da presa che utilizza una pellicola da 35 millimetri e che filma alla velocità di 16 fotogrammi al secondo. Il 28 dicembre 1895, si assiste così alla prima proiezione pubblica del cinematografo: presso il Grand Café di Parigi viene proiettato uno spettacolo comprensivo di dieci film, tra cui L'uscita dalle officine Lumière , primo film girato dai Lumière .

    Le prime produzioni cinematografiche relative al mondo del calcio risalgono agli albori del cinema, negli ultimi anni dell'Ottocento. La pellicola più antica sopravvissuta che riprende un campo di calcio è Football , produzione francese risalente all'ultimo 1897, numero 699 del catalogo Lumière.

    Il film, girato a Londra dal regista Alexandre Promio,[3] dura meno di un minuto e riprende una reiterata azione tra due squadre in prossimità dell'area di rigore. Invece di una partita vera e propria pare infatti un allenamento, e una delle due squadre dovrebbe essere il Woolwich Arsenal, l'attuale Arsenal. I giocatori sono ammassati attorno al pallone perchè il regista voleva riprendere quanti più soggetti possibile.[4]

    La scheda di Football :

    Produzione: Francia, 1897

    Regia: Alexandre Promio

    Genere: Documentario

    Durata: 1'

    L'anno successivo, il regista Arthur Cheetman[5] gira una pellicola della durata originale di 5 minuti, che riprende per la prima volta le azioni di una partita ufficiale: l'incontro del campionato inglese tra Blackburn Rovers e West Bromwich Albion. Nel 1899, viene filmata per la prima volta anche la finale di FA Cup (Sheffield United-Derby County 4-1); questo film-documentario rappresenta l'archetipo delle opere cinematografiche dedicate al calcio del decennio successivo, che furono appannaggio di operatori specializzati del nord dell'Inghilterra. Tra le società più famose, la Gaumont, la Warwick e la Mitchell & Kenyon; nei documentari calcistici inglesi girati all'inizio del '900, appaiono interessanti i motivi storico-sociali (comportamento della folla, vestiario, pubblicità) piuttosto che lo sport in se stesso, vista la limitazione delle riprese sul campo (che spesso coinvolgevano un singolo operatore posizionato a meta' campo).

    Intorno al 1910 si diffondono i cinegiornali, che cambiano il modo di filmare il calcio e di esporlo al pubblico. Le ormai diffusissime sale cinematografiche (che avevano sostituito le mostre e fiere itineranti) portano ad una regolarità di produzione e al conseguente allargamento di pubblico.

    Nel 1911 arriva il primo film di finzione sul calcio: Harry the Footballer, prodotto in Inghilterra e diretto da Lewin Fitzhamon. Questa pellicola narra la vicenda di Harry (interpretato da Hay Plumb), calciatore che in vista di una partita viene rapito dalla squadra avversaria. Finale lieto, con la ragazza del calciatore (Gladys Silvani) che riesce a sventare i rapitori, consentendo ad Harry di giocare la partita e segnare la rete decisiva.

    Il regista Lewin Fitzhamon lavorò dal 1904 al 1912 alla Hepworth Manufacturing di Cecil Hepworth, casa di produzione del film. Gladys Silvani, qui ad una delle prime interpretazioni, fu attiva come attrice dal 1911 al 1913, periodò in cui partecipò a trentacinque film, tredici dei quali insieme a Hay Plumb.[6] Nel cast Jack Hulcup, nei panni del rivale, e Claire Pridille.

    Da notare, che il tema del rapimento del giocatore presente in Harry the Footballer ricorrerà in diverse produzioni cinematografiche a sfondo calcistico.

    La scheda di Harry the Footballer:

    Produzione: Inghilterra, 1911

    Regia: Lewin Fitzhamon

    Interpreti: Hay Plumb, Gladys Silvani, Jack Hulcup, Claire Pridille

    Genere: Commedia

    Durata: 10'

    Anche nel primo dopoguerra, continuano le riprese dedicate alla realtà del mondo calcistico, come nel caso delle partite Francia-Irlanda del 1921 e della finale di FA Cup del 1923 tra West Ham e Bolton. Nel 1924, l'importante documentario francese Le Jeux Olympiques Paris 1924 (diretto da Jean de Rovera) riprende la finale di calcio della competizione tra Uruguay e Svizzera, con i sudamericani vincitori della medaglia d'oro.

    Tornando ai film di finzione, nel 1926 viene girato The ball of fortune, diretto da Hugh Croise. Di questo film inglese, di cui è sopravvissuto un trailer, le riprese furono girate sul campo di Elland Road, stadio del Leeds United. La vicenda fu adattata dal romanzo omonimo del 1925 di Sydney Horler. Tra gli interpreti del film ci fu anche il calciatore gallese Billy Meredith,[7] nei panni di se stesso.

    L'interpretazione filmica del calcio si allargò naturalmente anche fuori dall'Inghilterra; ne sono esempio due pellicole tedesche girate nel 1927. Die elf Teufel (Gli undici diavoli), film diretto da Zoltan Korda,[8] narra di una squadra berlinese di estrazione popolare chiamata Linda. Il protagonista della storia è Tommy (interpretato da Gustav Frohlich), punta di diamante della squadra, fidanzato con una ragazza di nome Linda (Eveline Holt), da cui deriva il nome della compagine. Tommy viene notato al campo d'allenamento da Vivian (Lissi Arna), affascinante emissaria dell'Internacional, una squadra altolocata. Una sera, il talentuoso calciatore viene invitato dal dirigente dell'Internacional MacLawrence (Fritz Alberti), che gli offre mille marchi per giocare con la sua squadra; Tommy rifiuta, dicendo di voler giocare con i suoi undici diavoli. La stessa sera, Tommy incontra Vivian: la donna fa di tutto per sedurlo e convincerlo a firmare per l'Internacional. Il ragazzo è in crisi e non sa cosa fare, così come la sua ragazza Linda, che non lo trova più. Alla fine firmerà per lo squadrone, tra grandi rimorsi. Un sorteggio poi, stabilisce le due squadre che si contenderanno la Coppa d'oro: e sono proprio Internacional e Linda. Tommy non sa ancora che deve affrontare i suoi ex compagni, e il giorno della partita, vedendoli di fronte, si rifiuta di giocare e straccia il suo contratto. MacLawrence, vista la sua reazione, gli fa i complimenti per la sua sportività. La partita intanto inizia: il Linda, senza Tommy, è costretto a giocare in dieci uomini. Il calciatore, rimasto negli spogliatoi, viene rimproverato da Pips (Bodo Gerstemberg), giovane mascotte del Linda. Tommy è combattuto, il pubblico lo acclama, mentre in campo l'Internacional domina e va in vantaggio con un calcio di rigore. Il ragazzo, a questo punto, decide di entrare ed aiutare i compagni del Linda a rimontare; il pareggio non fatica ad arrivare, ma poco dopo Tommy è costretto ad uscire dal campo per un brutto scontro di gioco. Il pubblico si scalda, mentre Linda e Vivian, presenti allo stadio, si chiariscono su Tommy; il quale, si riprende e torna in campo in tempo per segnare il 2-1. La Coppa d'oro è del Linda, ed è proprio la ragazza di Tommy ad alzarla in trionfo.

    Prodotto negli anni in cui si stava esaurendo la stagione del cinema espressionista tedesco,[9] questo film utilizza mezzi inusuali e innovativi per il tempo: per la prima volta nella storia del cinema, la macchina da presa entra in campo riprendendo da vicino le gesta dei giocatori. Il regista utilizza riprese in cui esalta le giocate del protagonista e un montaggio ritmico dei primi piani e altri dettagli (come le inquadrature dei tifosi) per intensificare la tensione della partita finale. In questo film, il calcio è promosso come lo sport del secolo e il protagonista ne incarna i valori più sani. Piuttosto marcata è l'appartenenza sociale del protagonista e dei suoi compagni, in contapposizione all'ambiente ricco e benestante dell'altra compagine (mostrata ironicamante nella differenza tra i bagni a disposizione delle due squadre).

    Gustav Frohlich, che in Die elf Teufel è il protagonista, è ricordato per l'interpretazione del personaggio di Freder Fredersen in Metropolis (Fritz Lang, 1927). La giovanissima Eveline Holt è qui ad una delle sue prime interpretazioni cinematografiche, mentre Lissi Arna si affermò nel ruolo della donna fatale in diversi altri film di quegli anni. Nel cast anche Fritz Alberti, che si affacciò pochi anni prima al cinema e noto, tra l'altro, nei panni del conte nel film espressionista Lo studente di Praga (Henrik Galeen, 1926). Walter Reisch firma la sceneggiatura;[10] l'accompagnamento musicale al pianoforte è di Joachim Barenz.

    La scheda di Die elf Teufel:

    Produzione: Germania, 1927

    Regia: Zoltan Korda

    Soggetto e sceneggiatura: Walter Reisch

    Interpreti principali: Gustav Frohlich, Eveline Holt, Lissi Arna, Fritz Alberti

    Genere: Commedia

    Durata: 93'

    Pochi mesi dopo l'uscita di Die elf Teufel, ecco arrivare nelle sale tedesche un'altra pellicola riguardante il mondo del calcio: König der Mittelstürmer (Il re dei centrattacco), film in sette atti per la regia di Fritz Freisler.[11] Si racconta di Tull Harper (Paul Richter), attaccante di una squadra di nome Alemania e figlio di Konsul (Fritz Alberti), un imprenditore non avvezzo al gioco del calcio. Tull s'innamora di Mabel (Aud Egede Nissen), una ricca ragazza che sta concludendo un affare col padre del giovane. La relazione scorre bene finchè il goffo segretario di Mabel (Teddy Bill) comunica alla ragazza che Konsul è sull'orlo del fallimento, destando i suoi sospetti sui veri sentimenti di Tull. Il ragazzo, all'insaputa di tutto, chiede a Mabel di sposarsi: lei chiede se lo faccia per amore o per soldi, scatenando la sua indignazione. La sorella di Tull (Colette Brettl) confida a Mabel che il ragazzo la ama davvero, mentre lui ha abbandonato la squadra di calcio su richiesta del padre; esso e Mabel poi, dopo una lunga trattativa, concludono l'affare. Intanto, il campionato nazionale è alle porte e Tull, al lavoro nell'impresa del padre, subisce l'ostilità di Mabel. Il ragazzo non resiste e va al campo di gioco, dove vede la propria squadra allo sbando; il presidente dell'Alemania (Rudolf Lettinger) impreca così il padre di Tull di permettere al figlio di tornare a giocare. La risposta di Konsul è positiva e il ragazzo torna in campo per la partita tra Alemania e Burgund. Tull porta in vantaggio la propria squadra segnando di testa, poi gli avversari pareggiano con un rigore. Poco dopo, Tull s'infortuna e rientra negli spogliatoi, dove arriva Mabel, che gli presta le cure. Lui le richiede di sposarsi, lei sorride e risponde affermativamente. Nel frattempo, in campo, il Burgund è passato in vantaggio; Tull trova la forza di rientrare e segna le due reti della vittoria, tra la grande esultanza del pubblico in tribuna. L'Alemania è campione nazionale e dopo la partita, Tull e Mabel si baciano tra la gioia dei compagni di squadra.

    Il protagonista del film è interpretato da Paul Richter, molto noto per il personaggio di Sigfrido ne I Nibelunghi (Fritz Lang, 1924). L'attrice norvegese Aud Egede Nissen, che qui è Mabel, fu attiva nel cinema tra il 1913 e il 1942; nella vita reale fu sposata con Paul Richter.[12] Nel cast ritroviamo Fritz Alberti, in un altro ruolo altolocato.

    Grande è la precisione con cui il regista Fritz Freisler si concentra sui momenti in cui vengono segnate le reti. Freisler si avvale anche di immagini documentarie con stadi pieni per rendere al meglio l'atmosfera popolare del tifo calcistico. Le musiche (pianoforte, violino e viola) sono di Gunter A. Buchwald.

    König der Mittelstürmer fu una sorta di celebrazione(ma senza diretti riferimenti) del giocatore dell'epoca Otto Harder, detto Tull. Harder iniziò la sua carriera nell'Eintracht Braunschweig (sua città natale), ma esplose nell'Amburgo, dove giocò dal 1913 al 1930. Calciatore dal carattere difficile, diventò beniamino dei tifosi ed è tutt'oggi considerato uno dei migliori giocatori della storia dell'Amburgo.

    König der Mittelstürmer, come anche Die elf Teufel, ebbe notevole successo al botteghino, facendo registrare buoni incassi; merito delle trame non sofisticate e leggere di questi film, oltre che dell'ormai grande popolarità del calcio.

    La scheda di König der Mittelstürmer :

    Produzione: Germania, 1927

    Regia: Fritz Freisler

    Soggetto e sceneggiatura: Hugo Huxhol, Kurt Lauermann

    Interpreti principali: Paul Richter, Aud Egede Nissen, Fritz Alberti, Teddy Bill, Colette Brettl

    Genere: Commedia

    Durata: 95'

    2. Cinema e calcio negli anni Trenta

    Il cinema italiano, che sarà quello che sfornerà più produzioni ambientate nel mondo del calcio, offre la prima opera di finzione sul tema nel 1932 con 5 a 0, pellicola firmata dal regista Mario Bonnard. [13] Il film racconta la storia del presidente di una squadra di calcio, interpretato da Angelo Musco, alle prese con i capricci della moglie (Tina Lattanzi), refrattaria al gioco del calcio. Come se non bastasse, il capitano della squadra Barenghi (Osvaldo Valenti) è innamorato di una cantante di varietà (Carla Mignone, alias Milly), con cui vive una fuga d'amore. Ma sarà proprio il calciatore a risollevare le sorti della propria squadra, davanti alla consorte e alla moglie del presidente, che si converte al tifo calcistico.

    Il titolo del film è un diretto riferimento alla partita giocata il 15 marzo 1931 a Campo Testaccio tra Roma e Juventus, vinta dai giallorossi per 5-0. Al film prendono parte anche i giocatori della Roma dell'epoca; tra questi, Fulvio Bernardini, Attilio Ferraris, Rodolfo Volk, Arturo Chini Luduena, Bruno Dugoni, Fernando Eusebio, Cesare Augusto Fasanelli, Guido Masetti, Attilio Mattei.

    La scelta dell'attore comico Angelo Musco [14] nella parte del presidente di una squadra di calcio presupponeva già da parte del regista la volontà di raccontare una storia sì sul calcio ma semiseria, una storia per ridere un po', lasciando il vero gioco del calcio sullo sfondo. [15] Musco fa da mattatore tra atleti e giovani attrici: a lungo la scena è rubata da baruffe matrimoniali, corteggiamenti, episodi da caffè-concerto, equivoci che alimentano la gelosia. Già compaiono però alcuni motivi destinati a durare nella rappresentazione cinematografica del calcio e dintorni: la prevalenza dell'ambiente calcistico sul gioco vero e proprio, la presenza di tifosi facili all'esaltazione e persino alla rissa, atleti disturbati da belle donne; tifosi (in questo caso un presidente-tifoso) ostacolati da mogli gelose e ostili al football; persino il ruolo dei media, nella fattispecie la radio, da cui il presidente - costretto a casa per ascoltare la consorte che suona il piano mentre la sua squadra si sta coprendo di gloria – cerca con

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