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Cinema: tra finzione e realtà: Analisi e riflessioni di fatti e coincidenze misteriose
Cinema: tra finzione e realtà: Analisi e riflessioni di fatti e coincidenze misteriose
Cinema: tra finzione e realtà: Analisi e riflessioni di fatti e coincidenze misteriose
E-book436 pagine4 ore

Cinema: tra finzione e realtà: Analisi e riflessioni di fatti e coincidenze misteriose

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Info su questo ebook

Dai messaggi subliminali nei film e nei cartoni animati alle sconcertanti profezie di eventi drammatici, dall’11 Settembre alla “pandemia”, puntualmente poi verificatisi e preannunciati con anni di anticipo in pellicole cinematografiche, pubblicità, spettacoli e serie televisive, fino ai contenuti distopici che da anni internet e la televisione incessantemente ci propinano, quasi a volerci annunciare l’ineluttabile edificazione di un Nuovo Ordine Mondiale. Questa opera monumentale e documentatissima di Federico Marenghi scava dietro la maschera dei media e dello show business, portando a nudo una realtà sconcertante e dimostrando che il mondo non è affatto come lo abbiamo sempre visto o immaginato. Ci sono mille e più sfaccettature della medesima realtà che vanno osservate, studiate e comprese, poiché una società che non si informa, non si fa domande, non approfondisce e rifiuta categoricamente qualsiasi altra spiegazione diversa da quella imposta dal “sistema” non potrà mai spezzare le proprie catene ed avviarsi all’emancipazione, al progresso, alla libertà e alla consapevolezza. Dopo la lettura di questo libro, non guarderete più il mondo e la vostra vita con gli stessi occhi.
LinguaItaliano
Data di uscita8 ott 2023
ISBN9791255044260
Cinema: tra finzione e realtà: Analisi e riflessioni di fatti e coincidenze misteriose

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    Anteprima del libro

    Cinema - Federico Marenghi

    SIMBOLI & MITI

    FEDERICO MARENGHI

    CINEMA

    TRA FINZIONE E REALTÀ

    ANALISI E RIFLESSIONI DI FATTI

    E COINCIDENZE MISTERIOSE

    LOGO EDIZIONI AURORA BOREALE

    Edizioni Aurora Boreale

    Titolo: Cinema: tra finzione e realtà

    Autore: Federico Marenghi

    Collana: Simboli & Miti

    Editing a cura di Nicola Bizzi

    ISBN versione e-book: 979-12-5504-426-0

    Immagine di copertina Immagine a cura di Stefano Soi

    LOGO EDIZIONI AURORA BOREALE

    Edizioni Aurora Boreale

    © 2023 Edizioni Aurora Boreale

    Via del Fiordaliso 14 - 59100 Prato - Italia

    edizioniauroraboreale@gmail.com

    www.auroraboreale-edizioni.com

    PREFAZIONE

    Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, guardando un film o un episodio di una serie televisiva, ha pensato che la scena rappresentasse situazioni ed eventi che potrebbero accadere nell’esperienza del reale, o che mostrassero verità più o meno volutamente celate.

    Sono proprio questi quesiti che hanno scaturito in me la voglia di iniziare una lunga ed approfondita ricerca nel mondo del cinema, per scovare ogni singola traccia apparentemente partorita dalla fantasia di sceneggiatori e produttori cinematografici, con l’unico intento di guadagnare una montagna di soldi al botteghino e ottenere notorietà in un mondo in cui la strada verso il successo è sempre più ardua.

    Se invece una ristrettissima nicchia di questi sceneggiatori e attori avessero deciso di introdurre dei messaggi nascosi o cifrati? Se avessero voluto aprirci gli occhi spacciando la realtà dei fatti per finzione? Siamo nel 2022, e ritengo che ormai nulla possa essere più dato per scontato e che non si possa escludere niente. Con questa ricerca, quindi, intendo dimostrare come cartoni animati e serie televisive siano impregnati di messaggi subliminali disturbanti e dannosi. Voglio, altresì, evidenziare come diversi film abbiano anticipato con precisione certi avvenimenti, e di come questi ultimi possano mostrarci possibili scenari futuri.

    LE ORIGINI

    Si dice che il cinema sia nato la notte del 28 Dicembre 1895 quando, a Parigi, i fratelli Lumière organizzarono la prima proiezione pubblica a pagamento. I Lumière non furono i soli inventori del cinema nel senso moderno del termine: i pionieri della cosiddetta settima arte furono numerosi e ciascuno contribuì a suo modo alla nascita e allo sviluppo di questo straordinario mezzo.

    Bisogna, però, tener conto che l’idea della cinematografia ha origini decisamente più antiche dell’ultimo decennio del XIX secolo. A testimonianza di ciò potremmo citare le scene di caccia dipinte nelle Grotte di Altamira, oppure il famoso mito della caverna di Platone, o anche i bassorilievi che avvolgono il fusto della Colonna Traiana, disposti in sequenza come dei fotogrammi su una pellicola. Questo significa che l’intento dell’uomo di rappresentare graficamente le scene della propria immaginazione hanno radici profonde nel nostro istinto: si tratta una vera e propria necessità primordiale come lo era la ricerca di cibo, il riposo e la procreazione. Affinché l’idea del cinema potesse manifestarsi in questo mondo, erano però necessari dei progressi scientifici e tecnologici.

    Nel giardino di Villa Lumière a Lione, sede dell’Institut Lumière, c’è un breve sentiero lungo il quale si possono trovare delle targhe in pietra che riassumono al visitatore le principali tappe del periodo del cosiddetto pre-cinema. Con questo termine si indica la lunga serie di esperimenti, strumenti ed intrattenimento legati alla proiezione di immagini e alla riproduzione del loro movimento che l’uomo andò realizzando fin dall’antichità. La storia del pre-cinema, infatti, si realizza con l’invenzione del cinematografo.

    La prima targa che si incontra lungo il sentiero è quella dedicata ad uno dei personaggi più geniali ed enigmatici della storia, ovvero Leonardo Da Vinci, con la sua camera oscura. Una camera oscura è un dispositivo ottico composto da una scatola oscurata sulla cui parete frontale si trova un foro dotato di lente. La luce, attraversandolo, proietta sulla parete opposta l’immagine capovolta di ciò che si trova all’esterno. In realtà Leonardo non fu l’inventore di questo strumento, ma lo perfezionò in maniera tale che potesse servire per disegnare edifici e paesaggi, copiandoli dal vero. Nel 1515 ne descrisse il procedimento nel suo Codice Atlantico. Si può dire, quindi, che la camera oscura di Leonardo non è altro che la forma primordiale della macchina fotografica e, quindi, del cinema.

    Un altro personaggio di rilievo il cui nome compare nel sentiero di Villa Lumière è Athanasius Kircher, che fu la prima persona ad illustrare il funzionamento della lanterna magica, già nota in Europa, nel suo libro Ars Magna Lucis et Umbrae (1646). Questa macchina è, con molta probabilità, derivata dall’antico teatro d’ombre cinese. Il suo meccanismo è sostanzialmente l’opposto di quello della camera oscura. Anch’essa si componeva di una scatola chiusa, al cui interno veniva posta una candela, o una fonte luminosa, in modo che la luce filtrasse verso l’esterno attraverso un foro a cui era applicata una lente. Ponendo un’immagine dipinta su una lastra di vetro, tra la sorgente luminosa e il foro, si poteva vedere la stessa proiettata su uno schermo telato o una parete. Può, dunque, essere considerato il primo proiettore della storia.

    Un altro passo avanti nel tentativo di animare delle immagini fu l’invenzione dello zootropio, ideato da William George Horner nel 1834. Questo apparecchio si compone di un cilindro rotante dotato di feritoie poste ad intervalli regolari. Lungo la superficie cilindrica interna venivano poste delle strisce di carta sulle quali era disegnata una successione di figure. Facendo roteare il cilindro e guardando attraverso le feritoie, lo spettatore poteva assistere alla loro animazione.

    Le enormi potenzialità del mezzo come intrattenimento di massa non tardarono ad essere meglio sfruttate: i primi a intuire le sue reali capacità furono Georges Mèlies in Francia, a buon diritto il padre del cinema fantastico, e l'americano David Griffith del quale La nascita di una nazione del 1915 è il primo vero film in senso moderno e rappresenta il culmine del cosiddetto cinema delle origini. Con i primi grandi successi del cinema muto, fu presto chiaro che la produzione di film poteva essere un affare favoloso, tale da giustificare anche l'investimento di forti somme di denaro: un film che ha successo ripaga di molte volte i costi per crearlo e distribuirlo. D'altra parte, se non incontra i gusti del pubblico, non si guadagna.

    Quando fu chiaro ai produttori che la gente si affezionava agli attori che vedeva sullo schermo, da una parte favorirono questo attaccamento promuovendo pubblicamente gli artisti che avevano dimostrato di piacere agli spettatori, per renderli ancora più popolari, e dall'altra iniziarono a pagare loro una parte consistente di questi profitti pur di ingaggiarli anche per i film successivi: gli attori cinematografici di successo iniziarono a guadagnare cifre inaudite e nacquero così i primi divi, le prime star.

    Fu questo il caso di Rodolfo Valentino, che rese il mestiere di attore del cinema un sogno, un miraggio che catturò la fantasia delle masse. Tutti volevano diventare attori da idolatrare. Un altro nome importante nell’ambiente è sicuramente quello di Buster Keaton. Egli nacque il 4 Ottobre 1895, primo di tre figli, in una famiglia di teatranti. I genitori, Joseph e Myra Keaton, collaborarono a lungo con Bessie e Harry Houdini, e fu proprio l'illusionista a soprannominare Buster il vivace e precoce ragazzo, dopo che questi era scivolato dalle scale senza farsi nulla. Si narra che sia stato portato in scena ancora in fasce o che, a nove mesi, sia entrato casualmente in scena. Ma si tratta, verosimilmente, di leggende, mentre lo stesso Keaton fece risalire il suo esordio al 1899, quando aveva solo tre anni.

    Sul finire del 1919, Joseph Schenck, che aveva sposato Norma Talmadge e che nel 1916 aveva creato la Comique Films per cui lavorava Arbuckle, propose a Keaton di creare una compagnia autonoma, la Buster Keaton Comedies. Il primo cortometraggio di questa seconda fase della sua carriera cinematografica è The High Sign, anche se per molti anni si è pensato che fosse One Week. L'equivoco si spiega con il fatto che il neoregista estremamente esigente non rimase soddisfatto della sua prima prova e il film fu distribuito oltre un anno dopo essere stato girato (la prima è dell'aprile 1921), quando Keaton era stato costretto all'inattività a causa di un incidente occorsogli sul set. Tra il 1920 e 1923 Keaton fu attore in ventitré cortometraggi di cui curò anche la regia (sempre insieme a Eddie Cline, tranne per un paio in cui lo affiancò Mal St. Clair e uno diretto dal solo Keaton).

    La visione di queste pellicole, anche di quelle meno riuscite, mostra una netta discontinuità con quelle interpretate e dirette da Arbuckle. I film diretti da Keaton hanno una trama e una loro precisa riconoscibilità. L'attore-regista mostra una grandissima padronanza tecnica, il suo processo di maturazione artistica è rapidissimo ma ben visibile. Le singole pellicole, pur molto diverse tra loro, evidenziano l'eclettismo di Keaton, ma anche alcuni temi cari al regista e ricorrenti anche negli anni successivi, primo tra tutti il rapporto tra opposti e soprattutto quelli tra veglia e sogno, tra realtà e finzione, tra il normale e l'imprevisto – e l’imprevedibile. Un rapporto i cui margini sono spesso sfumati e inafferrabili. E questo gli consentì di fare ciò che riuscì a pochissimi (e tra questi Chaplin con Il monello): passare senza alcun problema a ideare, dirigere ed interpretare pellicole di durata decisamente maggiore.

    Sebbene non necessiti di presentazioni, Charlie Chaplin nacque a Londra nel 1889 da madre attrice in una famiglia molto povera. A soli venticinque anni creò il personaggio di Charlot, che in pochissimo tempo conquistò il mondo. Iniziò a calcare le scene a cinque anni, cantando una canzone al posto della madre malata, mentre il padre era nel frattempo morto per alcolismo. L'infanzia difficile lo lega al mondo dello spettacolo, e a diciassette anni lavora stabilmente nella compagnia di F. Karno, con cui nel 1910 salpa per gli Stati Uniti (insieme a S. Laurel, suo compagno di stanza a New York). Notato da M. Senett nella pantomima dell'ubriaco, un suo cavallo di battaglia, viene messo sotto contratto alla Keystone e nel 1914 debutta nella slapstick comedy con Making a Living. Nello stesso anno appare in altri trentaquattro two reels, fra cui Kid Auto Races at Venice, in cui indossa per la prima volta il costume da tramp (barbone), abito nero con bombetta sfondata e sottile bastone da passeggio, che lo renderà celebre. Ma il suo primo e grande successo fu senza dubbio Il monello del 1921. Fra i suoi film più ricordati troviamo: La febbre dell'oro (1925), Luci della città (1931), Tempi moderni (1936) e infine Il grande dittatore (1940). Chaplin morì dopo una lunga e nominata carriera a Corsier-sur-Vevey, in Svizzera, la notte di Natale del 1977.

    Da allora, le tecnologie e gli strumenti impiegati nel mondo del cinema hanno permesso un progresso sempre più rapido e con risultati incredibili, tanto da permettere a persone inesistenti o non più in vita di tornare a prestare la loro immagine e la loro voce per intrattenerci. Tutto questo ha portato l’industria cinematografica a degli incassi sempre più alti col passare degli anni: infatti, solo Hollywood fattura circa 10 miliardi di dollari all’anno toccando gli 11,9 miliardi nel 2018 e, a livello globale, ha raggiunto la strabiliante cifra di 42,2 miliardi di dollari. Tuttavia, questa ricchezza si è ridotta notevolmente a partire da fine 2019 per colpa della pandemia globale: ciò ha portato ad un calo del 58% del fatturato annuo.

    La questione delle montagne di soldi che il cinema fa girare non è affatto un tema trascurabile, tutt'altro. La macchina da presa ha, fin da subito, permesso a molte persone di arricchirsi e di entrare in club e cerchie esclusive di persone già ricche ed influenti che, a loro volta, hanno dato la possibilità ad altri sotto di loro di ottenere il prestigio che tutti (o la maggior parte delle persone) bramano.

    Tra i tanti esempi che si possono fare in merito al potere e al denaro che il mondo del cinema ha generato vi è il recente caso delle mazzette da parte di volti noti di Hollywood per far ottenere ai rispettivi figli delle lauree in prestigiose università. C’è anche l’allenatore personale della famiglia Obama tra i nomi eccellenti coinvolti nello scandalo lauree facili. Secondo il New York Post, Gordon Ernst, che in passato aveva dato lezioni di tennis a Michelle Obama e alle figlie Malia e Sasha, è accusato di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di denaro, reato che risale ai tempi in cui era insegnante di tennis alla Georgetown University. Tra il 2012 e il 2018, Ernst, 52 anni, avrebbe incassato due milioni e 700 mila dollari in mazzette in cambio dell’ammissione di almeno dodici studenti alla squadra di tennis dell’ateneo, tra questi anche ragazzi che non giocavano a livello agonistico.

    Ernst è stato licenziato dalla Georgetown nel 2018 e successivamente assunto dall’Università del Rhode Island. Dopo essere stato arrestato, un giudice ha stabilito una cauzione di 200 mila dollari per il suo rilascio, mentre l’ateneo del Rhode Island lo ha messo in congedo. Così come una cauzione da 250 mila dollari è stata fissata per l’attrice Felicity Huffman, altro nome illustre coinvolto nello scandalo delle mazzette passate di mano per favorire l’ammissione ai college più prestigiosi degli Stati Uniti dei rampolli dei vip. L’attrice è accusata di aver pagato una tangente da 15.000 dollari per agevolare l’ingresso della figlia in un’università. L’inchiesta ha portato in carcere una cinquantina di persone, tra genitori di studenti alla ricerca dell’iscrizione a tutti i costi in atenei elitari, ma anche professori, allenatori e dirigenti universitari.

    È la più grande indagine del genere mai portata a compimento dalla magistratura USA e vede travolti nel vortice della corruzione istituzioni accademiche d’eccellenza come Yale, Standford, Georgetown, University of California (Ucla), University of Southern California (Usc), University of San Diego, University of Texas, Wake Forest University. A levare i veli sulle lauree facili è stata la procura di Boston, città considerata come la Mecca della formazione universitaria con i suoi tanti atenei. Famiglie ambiziose e facoltose sborsavano mazzette da 100 mila a 6,5 milioni di dollari per far entrare i figli in alcune delle più blasonate università a stelle e strisce. Incriminati trentatré genitori, tredici tra allenatori e dirigenti e un imprenditore californiano che avrebbe fatto da tramite, incassando 25 milioni di dollari dal 2011.

    In molti casi, si trattava di rampolli di vip che non erano in grado con le proprie forze di poter accedere agli atenei, o che non avevano nemmeno mai provato. Tra gli arresti ci sono alcuni nomi illustri, tra cui quelli di due star di Hollywood, come, appunto, la pluripremiata Felicity Huffman, 57 anni, resa famosa dalla serie tv Casalinghe disperate, dove interpretava Lynette Scavo, e Lori Loughlin, 55 anni, che ha recitato nella nota serie tv Full House (Gli amici di papà) ed è stata la protagonista di Summerland, telefilm statunitense arrivato anche in Italia nell’estate del 2005. Nella retata è finito anche il marito della Loughlin, Massimo Giannulli, celebre designer di moda e il presidente di uno studio legale internazionale. Il giro di corruzione è proseguito per otto anni: i genitori pagavano le tangenti sotto forma di donazioni (fiscalmente detraibili) ad una fondazione di beneficenza non profit del businessman californiano William Rick Singer, che aveva anche una società di consulenza per l’ammissione ai college. I soldi venivano usati per corrompere i coach e indurli a reclutare i rampolli di famiglie ricche anche se non avevano particolari attitudini sportive, così aumentavano i crediti per l’ingresso al college. Le mazzette venivano usate anche per manipolare i risultati dei test o per farli fare a esperti che sostituivano i candidati: il costo variava da 15 mila a 75 mila dollari.

    Ancor più recente è il caso di corruzione alla cerimonia dei Golden Globes 2021. Un nuovo rapporto del Los Angeles Times rivela che la Hollywood Foreign Press Association (HFPA), l'organizzazione di giornalisti professionisti che annualmente votano per i Golden Globe Awards, sia in subbuglio. Tutto ha avuto inizio in seguito alla causa antitrust portata avanti dalla reporter norvegese Kjersti Flaa, la quale ha accusato l'intera organizzazione di sostenere una cultura della corruzione ed ha affermato che "l'organizzazione ha operato come una sorta di cartello illegale, escludendo candidati qualificati (compresa lei stessa, ndr) e monopolizzando l'accesso alla stampa, continuando invece a sovvenzionare in modo improprio il reddito dei suoi membri". La causa di Flaa ha messo in luce potenziali conflitti etici tra i membri dell'organizzazione.

    Un attuale membro dell'HFPA, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha dichiarato: Ho pensato che tutto questo avrebbe scosso le cose. Penso ancora che l'HFPA abbia bisogno di pressioni esterne per cambiare. Secondo il Los Angeles Times, ad oggi persistono domande sulla legittimità dell'associazione, le qualifiche dei suoi membri e la sua etica. Il rapporto del Los Angeles Times include interviste a più di cinquanta persone, tra cui dirigenti nell'ambito dell'intrattenimento e membri attuali e precedenti dell'associazione. I giornalisti del Times rivelano che l'HFPA, sebbene non abbia scopo di lucro, emette regolarmente pagamenti ai suoi membri in modi che, secondo alcuni esperti, potrebbero entrare in conflitto con le linee guida dell'Internal Revenue Service. La cerimonia dei Golden Globes continua ad essere un'impresa redditizia per l'HFPA, che ha raccolto 27,4 milioni di dollari solo lo scorso anno. È una bella idea prendere i soldi dalla NBC e metterli a disposizione per buone cause, come lezioni e restauri di film, ha dichiarato un membro al Times, aggiungendo: Ma ora c'è uno spirito per mungere l'organizzazione e prendere i soldi. È oltraggioso. Secondo i dati finanziari studiati dal Los Angeles Times, nell'anno fiscale conclusosi a Giugno 2020, l'HFPA ha sborsato 1,929 milioni di dollari per i suoi membri nei comitati e per svolgere altri compiti per l'organizzazione.

    L'importo dovrebbe inoltre aumentare a 2,15 milioni di dollari nell'anno fiscale che si concluderà a Giugno 2021. Le accuse di corruzione dell'HFPA riguardano anche la sua recente lista di candidati, che include due nomination per Emily in Paris e neanche una per l'acclamato I May Destroy You. Secondo quanto riportato, trenta membri dell'HFPA sono stati portati in aereo in Francia per un sontuoso viaggio durante la realizzazione della serie con Lily Collins. C'è stato un vero e proprio contraccolpo, poiché quello spettacolo non appare in nessuna lista dei migliori show del 2020, ha dichiarato un membro. È un esempio del motivo per cui molti di noi dicono che abbiamo bisogno di un cambiamento. Se continuiamo a fare così, alimentiamo critiche e derisione.

    Hollywood è da sempre uno dei più importanti centri della cinematografia mondiale. Per lungo tempo, il noto distretto della fortunata città di Los Angeles, in California, ha rappresentato il centro della produzione cinematografica americana. La fortuna di Hollywood inizia poco prima del primo conflitto mondiale; durante gli anni Dieci del secolo scorso, le troupes provenienti da New York, che all'inizio del secolo scorso era il centro della cinematografia americana, trovano nel sobborgo di Los Angeles un luogo ideale per girare gli esterni dei film, grazie alle favorevoli condizioni climatiche e ad un ambiente non lontano dal mare, dalla montagna e dal deserto. La vicinanza con la frontiera messicana e la lontananza da New York hanno rappresentato un vantaggio enorme per i nuovi registi indipendenti che, a causa della cosiddetta guerra dei brevetti e della violenta lotta ingaggiata dalla Motion Pictures (nel 1909 la compagnia raggruppava le sette maggiori case di produzione americane, ossia Edison, Vitagraph, Biograph, Seling, Lubin, Essanav e Kalem): Hollywood venne scelto come il luogo ideale per un'industria cinematografica libera. Nel corso degli anni Venti, Holly-wood diventa un vero e proprio sistema dello spettacolo, in cui produttori, attori, registi, operatori e mestieranti di ogni tipo contribuiscono a dar vita ad un’industria dalle proporzioni titaniche. A tempo stesso, gli eccessi, le stravaganze, la ricchezza, il lusso, le feste, a volte anche i crimini, gli scandali che coinvolgono attori e registi riempiono i giornali e animano i dibattiti. Attraverso un sapiente uso dei nuovi mezzi di comunicazione, nasce quel mito della Hollywood B, come è stato definito dal regista Kenneth Anger: l'arte cinematografica e la vita privata dei professionisti del cinema si fondono in una sola dimensione in cui spesso risulta difficile distinguere tra realtà e finzione, storie reali e storie inventate. Il pubblico assiste alla nascita del nuovo divismo hollywoodiano, dove non soltanto i singoli, ma il cinema tutto diventa un modello mitico. In poco tempo, le nuove case di produzione danno vita ad un cinema di generi che ha come tratto comune qualità e cura dei prodotti. La libertà e l'eclettismo dei temi trattati ed il gran numero di sceneggiatori, registi e attori permettono di dar vita ad un'industria dello spettacolo che non ha pari in nessun luogo del mondo. Il risultato sono opere che si lasciano guardare ed ammirare come opere di intrattenimento ed evasione.

    Nel corso degli anni Trenta, l'avvento del sonoro porta ad una nuova stagione del cinema americano: grazie alla brillante intuizione della Warner Bros, il cinema musicato e parlato diventa la nuova strada della cinematografia mondiale. L'industria americana cresce secondo le regole di una rigida organizzazione: il film diventa un prodotto confezionato secondo regole precise, con poche varianti e capaci di provocare negli spettatori determinate reazioni, prevedibili e previste. I generi classici americani, dal western al musical, dal melodramma alla commedia, trovano in Capra, Cupor, Lubitsh, Vidor e molti altri ancora eccezionali rifinitori di film.

    Proprio in questo genere di lavoro prestabilito, in cui il produttore può essere considerato il vero organizzatore dell'industria cinematografica e dell'evento singolo in questione, molti registi riescono a tracciare una rappresentazione articolata della nuova società americana. Superato il difficile periodo del maccartismo e la conseguente crisi culturale ed artistica, nonché la caccia alle streghe che ha portato all'allontanamento di molti nomi noti della cinematografia hollywoodiana, il cinema degli anni Sessanta, così come altre arti, vede la ripresa di una produzione incentrata su contestazione critica e provocazione; nello stesso periodo prende forma un nuovo gusto, capace di giungere più tardi ai risultati del cinema underground. La contestazione al sistema hollywoodiano arriva da circoli culturali sparsi nella Costa Orientale e in quella Occidentale, dove i nuovi autori indipendenti animano una protesta contro esso e le sue strutture.

    Ma nel momento stesso in cui queste opere e questi autori emergono, entrano in un sistema che trova nella spettacolarizzazione della visione il momento ultimo di un lungo processo. Se a questi nuovi eventi si aggiunge anche la massiccia diffusione della televisione, nonché il profondo mutamento dei gusti popolari, si arriva nel corso degli anni Settanta ad un nuovo cinema, più attento ai cambiamenti, ai processi tecnologici, alle nuove cinematografie mondiali, capace di modificare i propri schemi senza però alterarne la struttura: un sistema, in definitiva, con regole proprie, che

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