L'Avvocato Telematico - Verso il 2015
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Info su questo ebook
Un linguaggio semplice, informale e chiaro è la nota distintiva di questo indispensabile Vademecum che spiega i concetti e le funzionalità degli strumenti telematici a disposizione dell’avvocato. Posta elettronica certificata (PEC), firma digitale, ricezione delle comunicazioni di cancelleria, utilizzo degli strumenti di consultazione dei dati processuali via web, tablet o smartphone, notifiche in proprio telematiche e software utili: questi e altri gli argomenti di questo ebook, illustrati passo dopo passo, anche attraverso soluzioni open source o comunque gratuite, per sfatare la convinzione che per essere avvocati telematici sia necessario spendere un capitale...
Consigliato a tutti gli avvocati, è un utile strumento per approcciarsi o approfondire le proprie abilità in materia, anche in considerazione dell’obbligatorietà del processo telematico entrato in vigore il 30 giugno 2014.
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Anteprima del libro
L'Avvocato Telematico - Verso il 2015 - Valentina Carollo
Disclaimer
Prefazione alla seconda edizione (anche cartacea)
Roma-Rovereto, 30 giugno 2014
Negli ultimi anni si sono moltiplicate esponenzialmente le occasioni in cui il giurista, interprete della realtà che lo circonda con differenti ruoli (magistrato, avvocato, giurista di impresa, ...), viene in contatto con l’ambiente tecnologico, le situazioni in cui si trova ad interagire con i nuovi strumenti: per obbligo giuridico più o meno rispettato (ad esempio l’adozione della posta elettronica certificata), come necessario passaggio per il proprio lavoro (la fatturazione elettronica nel caso di pagamenti della P.A.), per semplice moda o passione (si pensi agli smartphone di ultima generazione, ai tablet, ... strumenti anche belli
che iniziano a rientrare in quell’oggettistica che piace
, come per le penne stilografiche o le borse di pelle). E quindi, al di là della specifica motivazione, dell’approccio più o meno convinto, più o meno subito, oggi il giurista non può più prescindere da conoscere tale ambiente, tali strumenti. Conoscerli innanzitutto quale loro utilizzatore, ma anche a livello ... culturale
: cioè non acquisendo capacità informatiche di natura tecnica, ma riuscendo a capire il fenomeno innovativo nei suoi differenti aspetti e nelle sue correlazioni, in modo da essere in grado di comprenderne le possibili conseguenze e risolvere le eventuali difficoltà, chiaramente di natura giuridica.
Ma è proprio sulla valenza culturale nell’uso dei nuovi strumenti che sorgono i problemi: infatti in genere l’operatore del diritto ha una posizione di netto rifiuto nei confronti della tecnologia, il che lo porta a delegare l’acquisizione della conoscenza e dell’uso consapevole della stessa a qualcun altro (i giovani praticanti di studio, oppure la segretaria, o ...). Posizione che si ritrova anche nella programmazione della formazione del giurista ai più diversi livelli, dalle università alle scuole di specializzazione per le professioni legali: dove, seppur presenti corsi o moduli sull’informatica giuridica o sul diritto dell’informatica (oggi in verità compresi nell’ordinamento degli studi di quasi la totalità dell’offerta formativa delle Facoltà di Giurisprudenza nel nostro Paese), la loro importanza è sempre residuale e la loro considerazione da parte dell’Accademia è in genere marginale.
Tranne poi, come si è detto, oramai sempre più frequentemente, doversi confrontare con situazioni, accadimenti, circostanze in cui anche l’operatore del diritto più disinteressato nei confronti delle nuove tecnologie è costretto a doversene occupare: nello studiare la nuova legge in materia, nel doverla applicare, nel fornire una consulenza ai propri clienti, nel risolvere la controversia sottoposta al proprio giudizio, nel dover utilizzare la tecnologia per attività che fino a poco tempo prima erano svolte con rassicuranti modalità tradizionali. E dunque accorgersi di vivere in un mondo oramai cambiato, che non si riesce quasi più ad interpretare, nel quale risulta quindi sempre più difficile essere giurista: probabilmente la sensazione più diffusa che in questi giorni specialmente gli avvocati (ma anche i magistrati) si trovano a provare con l’avvicinarsi del termine in cui il processo civile telematico sarà obbligatorio per gli operatori del diritto.
Il lavoro di Valentina Carollo, in tale contesto, realizza un’opera meritoria ed utile sotto diversi punti di vista. Innanzitutto perché in maniera molto chiara, con diversi esempi pratici, prende per mano
il lettore per accompagnarlo a superare, in maniera indolore, anche questo passaggio della propria vita professionale: facendogli alla fine scoprire che è molto meno traumatico di quanto ci si poteva aspettare.
Ma poi perché la scelta dell’autrice, appassionata collega componente del gruppo di lavoro della Fondazione Italiana per l’Innovazione Forense (F.I.I.F.), di pubblicare una prima versione del presente lavoro in formato e-book (che tra l’altro ha riscosso un notevole successo) ha rappresentato, da una parte, una testimonianza fattiva di quello che si può fare per modernizzare anche il mondo della professione forense, e dunque un esempio da seguire; dall’altra, la prova concreta che non è vero che tecnologia e avvocato siano due realtà parallele che non si incontreranno mai. Questo in particolare se non ci si dimentica di rimanere curiosi e aperti al mondo che cambia: esattamente come è riuscita a fare Valentina.
Buona lettura !
Gianluigi Ciacci¹
Prefazione alla prima edizione ebook
Rovereto, 26 ottobre 2013
Caro Collega,
sì, proprio tu che hai deciso di comprare questo libro... Grazie!
E non solo perché mi hai fruttato un piccolo guadagno extra (su cui ti ricordo che pagherò contributi e tasse) ma perché che tu sia giovane o non più giovane, che tu non ne capisca nulla o invece ritenga di appartenere alla generazione touch, se hai acquistato questo e-book (che non so ancora se e quando diverrà anche un libro di carta per raggiungere chi ancora è legato a questa forma di lettura) significa che ritieni la materia degna di approfondimento e contribuisci così ad aiutare tutta la nostra categoria a evolvere, nonché a formare un nuovo concetto di giustizia che, anche se ti sembra assurdo, può essere davvero efficiente, rapida e incisiva se integrata con le nuove tecnologie.
Immaginati un mondo giudiziario libero dalle code allo sportello, dai tempi delle Poste italiane, dal dipendere da un cancelliere per sapere se è stato fatto un deposito o no... Utopia? No. Cose già possibili e provate! E se seguirai i consigli che ti darò, potrai verificare tu stesso in brevissimo tempo!
Manca meno di un anno alla fatidica data prevista dalla Legge di Stabilità 2013 per l’obbligatorietà del processo telematico del 30 giugno 2014 (tutto può cambiare?!) e questo libro ha lo scopo primario di aiutare gli avvocati a diventare telematici, una sorta di vademecum delle cose che si possono fare anche con quel piccolo strumento che tieni in mano ora, che sia un Android, BlackBerry, Symbian Belle, Windows Phone o un iOS... Anche se devo confessarti una particolare predilezione per quest’ultimo.
Non è un libro accademico, l’ho scritto con un linguaggio semplice e informale per raggiungere proprio tutti, anche i giovanissimi Colleghi, provando anche a consigliare una strada fuori dal normale, magari open source o comunque gratuita, per sfatare la convinzione che per essere avvocati telematici occorre spendere un capitale...
Mi auguro di aver raggiunto lo scopo e farò tesoro di tutte le critiche. Buona lettura!
1. Normativa
La norma cardine del Processo Telematico, la Bibbia
dell’innovazione nel campo della pubblica amministrazione, non può che essere, oggi, il Decreto Legislativo n. 82 del 7 marzo 2005, ossia il Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) che ha riordinato e in parte riscritto tutte le norme che regolano e prediligono l’utilizzo dell’informatica nei rapporti fra la pubblica amministrazione e i cittadini.
In particolare, per il nostro scopo, sono fondamentali, oltre ai principi generali, le norme che si riferiscono ai documenti informatici e all’utilizzo della firma digitale (Capo II) e alla trasmissione informatica dei documenti (Capo IV) e le regole tecniche che regolano questi aspetti.
Le regole tecniche relative alla firma digitale sono state recentemente riscritte con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 febbraio 2013 (Regole tecniche in materia di generazione, apposizione e verifica delle firme elettroniche avanzate, qualificate e digitali, ai sensi degli articoli 20, comma 3, 24 comma 4, 28 comma 3, 32 comma 3, lett. b), 35 comma 2, 36 comma 2 e 71 CAD) e sono integrate da diverse circolari reperibili sul sito internet dell’Agenzia per l’Italia Digitale.
Pochi giorni prima del CAD, era stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Presidente della Repubblica n. 68 dell’11 febbraio 2005 che riguarda le disposizioni per l’utilizzo della posta elettronica certificata (a norma dell’articolo 27 della legge 16 gennaio 2003, n. 3) di cui in seguito è stata disposta l’obbligatorietà per le imprese e per i professionisti con l’art. 16 del Decreto Legge 29 novembre 2008, n. 185. Questa normativa è integrata dalle regole tecniche in materia che sono state emanate con Decreto Ministeriale del 2 novembre 2005 (regole tecniche per la formazione, la trasmissione e validazione, anche temporale, della PEC) e dall’allegato a queste regole tecniche, pubblicati entrambi in G.U. del 14 novembre 2005, n. 265.
Entrando nella più specifica normativa del Processo Telematico il fondamento lo ritroviamo oggi nell’art. 4 del Decreto Legge del 29 dicembre 2009 n. 193 (convertito nella Legge n. 24 del 22 febbraio 2010) che ridisegna completamente, semplificandolo, l’assetto normativo del Processo Telematico. In particolare la nuova normativa demanda a decreti ministeriali l’adozione delle regole tecniche per l’attuazione nel processo civile e nel processo penale delle nuove tecnologie, introduce la posta