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Angelo con gli zoccoli
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E-book55 pagine49 minuti

Angelo con gli zoccoli

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Info su questo ebook

C’è chi crede nel destino e chi no, chi è convinto che tutto ciò che capita nelle nostre vite dipenda da un disegno preordinato e chi invece pensa che l’esistenza sia una mescolanza caotica di casualità incontrollate. Io, a causa di quanto è avvenuto di recente nella mia vita, ho capito che a volte accadono eventi molto strani, che difficilmente è possibile spiegare razionalmente, ma che proprio per questo lasciano un segno indelebile in noi. Per questo ho sentito l’esigenza di raccontare un episodio straordinario che la sorte mi ha riservato di recente.
LinguaItaliano
Data di uscita2 ago 2013
ISBN9788862598880
Angelo con gli zoccoli

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    Angelo con gli zoccoli - Franco De Pietri

    Angelo con gli zoccoli

    Franco De Pietri

    EDIZIONI SIMPLE

    Via Weiden, 27

    62100, Macerata

    info@edizionisimple.it / www.edizionisimple.it

    ISBN edizione digitale: 978-88-6259-888-0

    ISBN edizione cartacea: 978-88-6259-447-9

    Stampato da: WWW.STAMPALIBRI.IT - Book on Demand

    Via Weiden, 27 - 62100 Macerata

    Tutti i diritti sui testi presentati sono e restano dell’autore.

    Ogni riproduzione anche parziale non preventivamente autorizzata costituisce violazione del diritto d’autore.

    Prima edizione cartacea novembre 2011

    Prima edizione digitale luglio2013

    Copyright © Franco De Pietri

    Diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale

    o parziale e con qualsiasi mezzo, riservati per tutti i paesi.

    C’è chi crede nel destino e chi no, chi è convinto che tutto ciò che capita nelle nostre vite dipenda da un disegno preordinato e chi invece pensa che l’esistenza sia una mescolanza caotica di casualità incontrollate. Io,a causa di quanto è avvenuto di recente nella mia vita, ho capito che a volte accadono eventi molto strani, che difficilmente è possibile spiegare razionalmente,ma che proprio per questo lasciano un segno indelebile in noi. Per questo ho sentito l’esigenza di raccontare un episodio straordinario che la sorte mi ha riservato di recente.

    Fin da giovane ho coltivato la passione dell’equitazione, ma ho sempre cercato di tenere lontani i miei figli da questo ambiente. Non per poter vanamente vantarmi in famiglia di aver praticato uno sport solitamente riservato ad una ristretta elite di privilegiati o per mania di protagonismo, ma perché consapevole delle problematiche croniche insite in tale sport, che rischiano di bloccare la crescita sportiva dei praticanti. Mi sarebbe cioè dispiaciuto trovarmi costretto a limitare le aspettative di crescita come cavallerizzi dei miei figli, nel caso se ne fosse presentata la possibilità, così come capitò a me tanti anni fa. Intendo dire che l’ambiente equestre è da sempre molto sensibile alle possibilità economiche di chi affronta questo genere di attività sportiva, ma, al contrario, poco incline a riconoscere e valorizzare l’impegno e l’abilità di un atleta non necessariamente molto abbiente. Cavallari e istruttori hanno sempre anteposto l’aspetto commerciale ed economico a quello prettamente sportivo, con la conseguenza di una inesorabile deludente esperienza per coloro che, pur non potendo far fronte ad investimenti sempre maggiori necessari per affrontare competizioni più impegnative, acquisiscono ciononostante, con fatica e costanza, una maggiore esperienza e abilità tecnica: così anche abili e motivati cavallerizzi si trovano a dover abbandonare i loro sogni di gloria perché l’impegno economico richiesto alla famiglia si rivela troppo elevato. Questo è quanto capitò a me da ragazzo e non volevo far rivivere ai miei figli la mia stessa, cocente delusione.

    Ma come sempre la vita segue strade che quasi mai collimano con i nostri desideri o le nostre aspettative. E’ capitata così qualche tempo fa ad Alessandro, invitato da un amico che alleva cavalli sulle nostre colline, l’occasione di passare una giornata a cavallo.

    Tornato a casa, entusiasta della giornata appena trascorsa, mio figlio mi dice: Papà, si capisce proprio che sono tuo figlio. Il mio amico mi ha chiesto se ero già stato a cavallo, perché fin da subito ho saputo battere la sella.

    Io cerco di smorzare l’entusiasmo di Alessandro nella speranza, vana, che dimentichi facilmente questa esperienza. Infatti sin dal giorno seguente Alessandro non perde momento per chiedermi di portarlo in un maneggio per provare ancora a montare.

    Ormai fuori dal giro da oltre 35 anni, rintraccio i numeri di telefono di due miei ex amici rimasti nell’ambiente equestre per motivi professionali, allo scopo di chiedere loro un consiglio su quale maneggio scegliere per fare praticare equitazione ad Alessandro. Tra i pochi centri proposti, il più comodo pareva essere il Centro Ippico Manfredini.Perciò il sabato successivo Io e Alessandro siamo andati a visitare questo posto, che ai miei tempi nemmeno esisteva, e abbiamo cercato qualcuno con cui parlare: deserto. Tutti fuori per un concorso. Il posto però mi è sembrato molto bello e così ho suggerito ad Alle di tornare la settimana successiva nella speranza di trovare qualcuno con cui parlare.

    Ma l’entusiasmo di un ragazzo di quasi 18 anni non conosce freni e alla giovinezza da sempre non appartiene la capacità di aspettare e pazientare.

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