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E-book115 pagine1 ora

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Info su questo ebook

Serenità e profondità di spirito, capacità di vivere e razionalità, spesso viaggiano su binari paralleli.

L'incredibile storia di una persona comune che, pur dotata di un’intelligenza e una sensibilità fuori dall’ordinario, si scopre totalmente incapace di vivere in un contesto sociale.

Sempre in bilico tra il mondo reale ed un mondo immaginario creato ad arte dal suo alter ego…
LinguaItaliano
Data di uscita12 set 2015
ISBN9786050415636
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    Anteprima del libro

    Viaggi - Andrea Maffiolini

    Farm

    Prefazione

    Serenità e profondità di spirito, capacità di vivere e razionalità, spesso viaggiano su binari paralleli. 

    L'incredibile storia di una persona comune che, pur dotata di un’intelligenza e una sensibilità fuori dall’ordinario, si scopre totalmente incapace di vivere in un contesto sociale. 

    Sempre in bilico tra il mondo reale ed un mondo immaginario creato ad arte dal suo alter ego… 

    Andrea Maffiolini

    L'Autore

    L'autore di questo libro, Andrea Maffiolini, e' uno scrittore per passione.

    Consulente informatico, laureato in Ingegneria Nucleare, appassionato di musica, di montagna, di arte bianca e di cucina, sviluppa negli anni anche l'amore per la letteratura e trova nella scrittura il naturale approdo della sua ricca e poliedrica personalità. 

    Sperimenta con grandi apprezzamenti il genere del racconto e del romanzo psicologico e introspettivo. 

    Lo stile, pulito e ricercato, alterna momenti di narrazione a minuziose descrizioni e pause riflessive conducendo magistralmente il lettore tra realtà e subconscio, e fornendo innumerevoli spunti di riflessione su vita ed etica. 

    Le pagine scorrono piacevolmente e, grazie alla suspense che l'autore riesce a creare, la curiosità viene costantemente alimentata rendendo la lettura sempre più interessante ed avvincente. 

    L'autore fa della sostenibilità ragione e stile di vita, impegnandosi quotidianamente nella lotta agli sprechi in ambito alimentare e del rispetto dell'ambiente. 

    Oltre a questo romanzo ha pubblicato due raccolte di racconti, e' autore di blog, sta attualmente lavorando alla stesura di un nuovo romanzo e ad una raccolta di racconti per bambini. 

    Racconti 

    Disordinarie Esistenze - Parte Prima 

    Disordinarie Esistenze - Parte Seconda 

    Romanzi 

    Viaggi 

    Blog 

    http://elogiodelpane.blogspot.it/

    … e, affacciandosi dal finestrino, vide un uomo che, con passo lento e stanco, si incamminava verso l’uscita della stazione. Poco dopo, la sua figura era già scomparsa.

    Era una bellissima mattina di inizio estate. Il cielo, ormai sgombro di nubi, si presentava di un azzurro vivo, lucente e una lieve brezza, che sembrava spirare da ogni direzione, animava di un moto caotico ma nel contempo armonico e seducente i verdi alberi della pianura. C’era un qualcosa di strano, indefinibile nell’aere: in fondo era lo stesso paesaggio dei giorni precedenti, erano sempre le stesse montagne che, superbe e grandiose, si perdevano nell’orizzonte, era lo stesso cielo che da sempre racchiudeva tutto quanto sotto il suo forte e caldo abbraccio, ma quella mattina c’era quel non so che di edenica memoria che rendeva tutto diverso, nuovo, inimitabile, promettente.

    Il silenzio, di fatto sovrapposto al continuo canto, sgraziato ma piacevole degli uccelli, venne improvvisamente rotto: dodici rintocchi, secchi, precisi, poderosi indicavano che era mezzogiorno. Nessuno poteva ignorare il vecchio campanile, la cui precisione poteva sfidare i migliori orologi svizzeri. Era da sempre, lì, in mezzo alla piazza, a ricordare a tutti quanti i momenti salienti della giornata; la gente del paese quasi lo venerava e ne era tanto gelosa che mal sopportava gli sguardi superficiali e critici degli occasionali visitatori, attirati di tanto in tanto dal monumento medioevale. I più anziani, freddi e disillusi rispetto al mondo reale e per questo aperti e disponibili rispetto ad ogni espressione fantastica del pensiero, si prendevano gioco della bonomia dei più piccoli raccontando loro che anche il sole, nel suo moto quotidiano nel cielo, era guidato dai rintocchi del campanile. Sapete quando il sole è un po’ rosso…, è la vergogna: succede quando, forse per pigrizia o vezzosità, è un po’ in ritardo sul suo cammino …

    Il grande momento stava quindi per arrivare. Alle dodici e diciassette in punto il suo treno doveva partire, destinazione… non nota. Non era stato annunciato alcun ritardo, tutto andava per il meglio.

    Quella mattina egli[1] si era svegliato molto presto, come d'altronde era sua abitudine. In realtà, non era riuscito a prendere sonno: l’eccitazione, o forse, più precisamente, la preoccupazione, per l’evento era troppo forte. Nulla era stato lasciato al caso: una persona puntigliosa come lui mai avrebbe potuto sopportare un fluire libero, quasi casuale, delle cose. La sera prima aveva puntato la sveglia, semplicemente seguendo un’abitudine consolidata da anni: non serviva a svegliarlo, serviva solo a non turbare quell’ordine perfetto ed immutabile secondo cui egli si immaginava la realtà. Pur essendo un aspetto maniacale della sua personalità, non poteva certo ritenersi patologico, essendone egli perfettamente consapevole. Appena alzato, dopo aver indossato il suo accappatoio firmato, passò circa dieci minuti sul balcone, aprendo i propri polmoni con ampi respiri. L’alba era semplicemente straordinaria. Probabilmente era la medesima alba che segna l’inizio di ogni giornata, ma quella mattina sembrava possedere qualcosa di particolare, capace di renderla unica ed irripetibile ai suoi occhi. Il sole, appena accennato all’orizzonte, velava di un rosso tenue il lontano oriente, lasciando posto ad un azzurro, timido e opaco, via via che ci si spostava verso occidente. Le montagne, solitarie ed imperiose, cingevano lo spazio da un lato, impedendo al suo sguardo di perdersi nell’infinito, mentre dalla parte opposta, piccole nubi stratificate giocavano a rincorrersi, mosse da un impercettibile vento d’alta quota. Egli era un tipo molto meditativo: non c’era occasione dalla quale non traesse spunto per qualche profonda meditazione, che però, procedendo solitaria e non guidata, lo conduceva spesso in una realtà parallela, inconscia, dove avevano cittadinanza solo lui e la sua immaginazione.

    Se fossi pittore, pensò, potrei catturare questo impagabile momento e consegnarlo all’eternità. Certo non sarebbe facile rendere fedelmente quell’accostamento di colori, dal rosso, al bianco, all’azzurro, che sembra progettato dal miglior impressionista. D’altronde, esistono imprese semplici e memorabili, alla portata di tutti? Ma anche come poeta potrei dire la mia: un astuto susseguirsi di versi e rime, e porterei su carta quel che al momento è cibo solo per i miei occhi.

    Ma egli non era né pittore né poeta: aveva la profondità d’animo per cogliere il bello nella sua essenza intrinseca, possedeva quel considerevole livello di cultura necessario per muoversi senza fallo nel platonico mondo delle Idee, ma niente di più. Mancavano inventiva, fantasia creatrice, spinta emotiva verso l’inesistente. E come spesso gli accadeva, anche questa volta, ad una piacevole sensazione iniziale, scatenata da un evento reale esterno, seguiva subito uno scoramento interiore, frutto delle sue riflessioni. Ogni volta che intraprendeva il viaggio in quel mondo parallelo, creato automaticamente, senza volontà alcuna, dal suo io conscio, tornava abbattuto, scorato, preoccupato. Sì, era soprattutto preoccupato per se stesso. E lo scoramento si mutava presto in un forte sentimento depressivo.

    Perché, perché deve andare sempre così? Se solo potessi impedirmi di pensare. Se solo fossi un po’ più stupido!

    Sapeva che tutte quelle riflessioni, ancorché giuste e logicamente ineccepibili, gli erano in fondo dannose; servivano solo a sbaragliare il campo da tutti i sentimenti positivi con cui egli si atteggiava inizialmente nei confronti della vita per riempirlo con negatività di ogni sorta. Ma era più forte di lui: la necessità di riflettere profondamente su ogni questione, anche quelle insignificanti come può essere l’alba di un qualsiasi giorno sereno, scattava inconsciamente, ed era inevitabile. Questa era una delle ragioni per cui in fondo, egli odiava se stesso. La sua incapacità di succhiare il nettare della vita, così, semplicemente come gli veniva offerto, gli rimaneva insopportabile. Ma quel che lo amareggiava più di ogni altra cosa era questo suo essere un ‘uomo medio’, per usare le sue stesse parole: non mediocre, egli non era affatto mediocre, ma proprio così, medio. Troppo poco talento per diventare qualcuno, sufficientemente intelligente per distinguersi dalla massa. Intuiva le enormi potenzialità che un uomo può avere, sapeva assaporare il gusto di modellare il mondo a proprio piacimento, conosceva i meccanismi che permettevano ai Grandi della storia di primeggiare, ma gli mancava qualcosa per diventare veramente qualcuno, per essere una persona diversa. Si sentiva come un bambino cui viene offerta per la prima volta una caramella, una dolce e succulenta caramella di zucchero, e a cui si vieta poi di mangiare caramelle in quanto dannose per la salute. Ebbene, egli diceva, sarebbe stato molto meglio se quel bambino non avesse mai assaggiato caramelle: nella sua ignoranza avrebbe vissuto ben più serenamente.

    Fermati, smetti di pensare. Non è proprio il caso di rovinarsi anche questa giornata. L’alba è un affascinante spettacolo naturale a cui hai avuto la fortuna di assistere. Punto e basta.

    E con uno sforzo non indifferente, saltò fuori dal suo mondo parallelo per rimettere piede in quello reale. L’aria fresca del mattino, unita a quella particolare atmosfera propiziatoria che il sorgere del sole porta magicamente con sé, lo resero subito attivo, sveglio, brillante. Doveva dare il meglio di sé, e ora si sentiva assolutamente pronto per farlo. Prima di rientrare in casa per consumare la colazione, notò, sulla strada che passava proprio sotto il suo balcone, una bicicletta appoggiata ad un albero. La sera prima non c’era, ne era sicuro: un dettaglio del genere non sarebbe certo sfuggito al suo spirito di osservazione. Incuriosito, scrutò con attenzione i dintorni finché vide un ragazzo uscire di corsa dal portone del palazzo che era stato da poco costruito di fronte alla sua casa. Era un fattorino, che consegnava a domicilio i quotidiani. Per caso, o forse per un misterioso ma preordinato disegno del destino i due si guardarono dritti negli occhi. Lo sguardo

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