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Contrappunto per un futuro remoto
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E-book89 pagine1 ora

Contrappunto per un futuro remoto

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Info su questo ebook

Contrappunto: l’origine di questo termine risale al XIII secolo, allorchè per punctus s’intendeva nota. Punctus contra punctum. Ossia combinazione di suoni simultanei di differente altezza. Il nome fu scambiato spesso, per designare la forma polifonica, con il termine armonia. E’ di questa che si tenta la ricerca…..
LinguaItaliano
Data di uscita29 set 2012
ISBN9788862596855
Contrappunto per un futuro remoto

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    Contrappunto per un futuro remoto - Massimo Scalabrino

    Massimo Scalabrino

    Contrappunto per un futuro remoto

    EDIZIONI SIMPLE

    Via Weiden, 27

    62100 Macerata

    info@edizionisimple.it | www.edizionisimple.it

    Tutti i diritti sui testi presentati sono e restano dell’autore.

    Ogni riproduzione anche parziale non preventivamente autorizzata costituisce violazione del diritto d’autore.

    Copyright © Massimo Scalabrino

    Diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo riservati per tutti i paesi.

    L’immagine di copertina è tratta da una grafica di Saul Steinberg, esposta alla Galerie Maeght- Saint Paul de Vence.

    Edizione Digitale: settembre 2012

    ISBN: 978-88-6259-685-5


    Il seguente E-BOOK è stato realizzato con T-Page


    Contrappunto: l’origine di questo termine risale al XIII secolo, allorché per punctus s’intendeva nota.

    Punctus contra punctum. Ossia combinazione di suoni simultanei di differente altezza. Il nome fu scambiato spesso, per designare la forma polifonica, con il termine armonia.

    È di questa che si tenta la ricerca.....

    Verità

    "E se verrà il sole

    ..............................

    È dolce, è dolce

    Dormire, nella frescura

    Della placida ignoranza

    .................................."

    Gwendolyn Brooks

    L’anima del superfluo

    Per sovrastruttura si intende ció che si trova nella parte piú alta di una costruzione. Oppure, ma non tanto, forse sarebbe meglio dire, tutto quello che è superfluo. Sarà banale, anzi più che banale, ma un qualsiasi pioppo, un qualsiasi olmo, un qualsiasi filo di erba viva, in alcuni casi vive assai a lungo, tanto per dare una misura che farebbe impazzire ogni umano, vive senza bisogno di qualcosa di superfluo. Non hanno bisogno, loro, i vegetali del superfluo. Appunto perché sono vegetali e quindi non hanno anima. Come si diceva vivono senza alcunché di superfluo. E poi chi l’ha detto che non hanno un’anima. Qualcuno di noi s’è dato la pena di chiederglielo? E possibile pensare ad una grande foresta piena e ricca di vita, ad una margherita dagli splendidi petali e ritenere che non siano animati da singole anime? E un ciottolo di mare, levigato da miliardi di rotolii sulla battigia, strappato dal fondo del mare dopo un lunghissimo viaggio e finito nelle mani di un bimbetto che lo incastra nella torre del suo castello di sabbia, anche questo ciottolo è senza anima? Concludendo una enorme quantità di indispensabili presenze di questa nostra terra vive, esiste, si consuma, si trasforma, pur non essendo dotata di anima. Ad un sasso che abbia mille anni di vita, ad un pino, al mare, al ciottolo, a queste grandi quantità di cose che riempiono e vivono questa terra non verrà mai in mente di vendere la propria anima al diavolo in cambio di uno spazio di tempo o di un tempo di spazio diverso. Povero diavolo, un così straordinario mercato gli è precluso, non ha niente da barattare. Ci sta tutto, ma pensare che un ciottolo invochi il diavolo e cerchi di barattare la propria anima per farsi trasformare in un pesce o in un pino, è quasi incredibile. Il diavolo potrebbe farci un pensierino, e cercare di ingannare il ciottolo e convincerlo di avere un’anima...già e poi cosa raccoglierebbe se non fumo, il suo stesso fumo.

    Battaglia persa

    E una gatta? Recentemente, non ricordo quale chiesa e quale religione, ha decretato che anche gli animali, gatti, anatre, dinosauri e vermi abbiano un’anima. Deve essere quella stessa religione che circa cinquecento anni orsono durante una famosa riunione stabilì che tra gli umani non solo gli uomini ma anche le donne, quindi le femmine oltre ai maschi, fossero dotate di anima. Questo dopo che per oltre mille anni ne avessero discusso e negato questa possibilità. Certo che da allora le femmine furono più felici, più libere ed i maschi poterono dire loro che, oltre ai loro giovani corpi, amavano anche le loro belle anime. Torniamo ai gatti. Ai fini della loro vitalità, interrogati da noi, stabilirono, se era vero come era vero che fossero dotati di anima, essa risiedeva esattamente tra la punta dei loro baffi, che non si chiamano baffi, ma vibrisse, ed il loro naso. Infatti è solo in cambio della punta delle vibrisse e del naso che sono disposti a trattare col diavolo. Per cambiare cosa non lo sappiamo, anche se non crediamo che si acconterebbero di qualche topolino.

    Nessuno di noi, così è stato stabilito, neppure una zanzara, vive di solo pane. O di solo pane e companatico. Occore qualcosa che vigili, dall’alto o dal dentro, tutta la struttura, che la sovrasti, le stia sopra. In poche parole la animi, come una sovrastruttura. Se ne potrebbe scrivere molto, molto di più, ma sarebbe un bel rompimento d’anima. Le sovrastrutture servono a definire, decorare le costruzioni, per esempio. Che come sappiamo sono cose costruite, assemblaggi di oggetti che presi uno per uno non sono l’oggetto che nell’insieme andiamo a definire. Nell’insieme e nell’ordine prestabilito, un mattone o dieci milioni di mattoni non sono una casa. Ma dieci milioni di mattoni disposti secondo un certo ordine possono definire una casa. Bella o brutta, comoda o no, viene dopo. Abbiamo costruito una casa. Così lo sono, oggetti assemblati, tutte le cose che ci circondano, che ci compongono. Belle o brutte etc etc, viene dopo. Così anche le costruzioni della mente, i castelli in aria della fantasia. A cosa siano utili non si sa. Non abbiamo capito a cosa servono. Effetti di causa o causa di effetti. Però ci sforziamo di capire e per farlo, costruiamo intere città, fantasiose e fantastiche, strutture di pensiero con le relative sovrastrutture. Alle quali attribuiamo virtù magiche per perpetuare all’infinto la nostra vita, dando loro abiti che ne fanno premio o punizione ai nostri comportamenti. Quasi

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