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La Cina cambia. Piccola antropologia culturale dei grandi mutamenti a Pechino
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E-book81 pagine1 ora

La Cina cambia. Piccola antropologia culturale dei grandi mutamenti a Pechino

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In che modo i cinesi vedono loro stessi, il mondo e le sfide del futuro? Dove va e che cosa è la Cina oggi? Dove sono finite le tradizionali treccine degli antichi mandarini, le biciclette e gli abiti di Mao? Dove sono le famiglie numerose e le tante concubine? Tutto ciò che ha fatto la Cina per secoli è andato perduto. La Cina oggi è grattacieli, limousine, treni veloci, aeroporti fantascientifici; alla sera, esplodono i colori delle luci al neon, non più i fuochi d’artificio.

I cinesi stanno cambiando, sono oramai irriconoscibili. In realtà, questo cambiamento è avvenuto così velocemente che nemmeno loro riescono a percepirlo, proprio come un essere che si sta trasformando. Siamo nel bel mezzo di questa enorme trasformazione e non sappiamo che cosa diventerà questa entità, quale forma prenderà e quale impatto avrà sulla coscienza dei cinesi e di noi tutti che guardiamo stupiti alla Cina.

Questo saggio vi condurrà attraverso la più grande rivoluzione mondiale dai tempi dell’Impero romano.
LinguaItaliano
EditoregoWare
Data di uscita26 ott 2015
ISBN9788867974337
La Cina cambia. Piccola antropologia culturale dei grandi mutamenti a Pechino

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    Anteprima del libro

    La Cina cambia. Piccola antropologia culturale dei grandi mutamenti a Pechino - Francesco Sisci

    © goWare 2015, Firenze, prima edizione digitale italiana

    ISBN 978-88-6797-433-7

    Con la collaborazione di Enrico Lanfranchi e Paola Guazzotti

    Redazione: Paola Guazzotti

    Copertina: Lorenzo Puliti

    Sviluppo ePub: Elisa Baglioni

    goWare è una startup fiorentina specializzata in digital publishing

    Fateci avere i vostri commenti a: info@goware-apps.it

    Blogger e giornalisti possono richiedere una copia saggio a Maria Ranieri: mari@goware-apps.com

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    Presentazione

    In che modo i cinesi vedono loro stessi, il mondo e le sfide del futuro? Dove va e che cosa è la Cina oggi? Dove sono finite le tradizionali treccine degli antichi mandarini, le biciclette e gli abiti di Mao? Dove sono le famiglie numerose e le tante concubine? Tutto ciò che ha fatto la Cina per secoli è andato perduto. La Cina oggi è grattacieli, limousine, treni veloci, aeroporti fantascientifici; alla sera, esplodono i colori delle luci al neon, non più i fuochi d’artificio.

    I cinesi stanno cambiando, sono oramai irriconoscibili. In realtà, questo cambiamento è avvenuto così velocemente che nemmeno loro riescono a percepirlo, proprio come un essere che si sta trasformando. Siamo nel bel mezzo di questa enorme trasformazione e non sappiamo che cosa diventerà questa entità, quale forma prenderà e quale impatto avrà sulla coscienza dei cinesi e di noi tutti che guardiamo stupiti alla Cina.

    Questo saggio vi condurrà attraverso la più grande rivoluzione mondiale dai tempi dell’Impero romano.

    * * *

    Francesco Sisci vive e lavora a Pechino. È ricercatore senior presso il Centro per gli studi europei della China Renmin University. È editorialista dell’Asia Times e cura la rubrica Sinograph. È opinionista di affari internazionali per la tvcc e la Phoenix tv. Per più di vent’anni ha lavorato come giornalista in Cina acquisendo una conoscenza sempre più vasta in campo economico, politico e sociale. È autore di numerosi libri e saggi. È anche stato il primo straniero ammesso alla Graduate School dell’Accademia cinese delle Scienze sociali (cass, massimo organo di ricerca in Cina).

    La metamorfosi della Cina

    La Repubblica Popolare Cinese non è più la vecchia Cina, ma si sta trasformando in qualcosa di completamente nuovo e il risultato della sua evoluzione sarà legato in particolar modo all’America.

    Le biblioteche universitarie sono ovunque piene di libri che spiegano la difficile transizione dalla società agricola a quella industrializzata, dalla vita rurale a quella urbana, da un mondo segnato da enormi differenze di tempo e di spazio a una realtà in cui i contatti e le telecomunicazioni accorciano incredibilmente le distanze. I cambiamenti a cui abbiamo assistito negli ultimi due secoli ci lasciano perplessi e sembrano in gran parte inspiegabili, eppure non sono niente in confronto a ciò che è accaduto in Cina negli ultimi trent’anni.

    È successo tutto nell’arco di una generazione o poco più, ma è stato solo l’apice di un fenomeno molto più ampio, che negli ultimi 150 anni ha sottoposto il complesso sistema di valori della Cina a un attacco sistematico e ad una revisione forzata. In sostanza, non solo la Cina ha dovuto mettersi al passo con l’Occidente in poco tempo, ma la sua cultura ne è uscita profondamente trasformata. L’unico esperimento di questo tipo è avvenuto in Giappone alla fine del XIX secolo, ma in quel caso la cultura nipponica era ancora in una fase iniziale di sviluppo, perciò l’impatto dei cambiamenti strutturali non fu poi così traumatico. Alla società giapponese era già capitato di assorbire e assimilare una cultura straniera, quella cinese, circa un millennio prima, perciò il contatto con l’Occidente avvenne in modo pressoché naturale. Inoltre, a dare ulteriore sicurezza al Giappone furono le vittorie militari, risalenti alle prime fasi della riforma, sull’altra superpotenza asiatica, la Cina, nel 1894, e su una potenza occidentale, la Russia, 1905.

    La Cina, invece, arrivò abbastanza tardi alla prima fase di modernizzazione, trovandosi a colmare differenze enormi in poco tempo. Per di più era già stata sconfitta da potenze straniere, invasa e conquistata quasi interamente dal Giappone e aveva vinto solo una guerra minore contro l’India. Era riuscita a ottenere un certo vantaggio sugli americani in Corea negli anni ’50 (con l’aiuto della Russia) e sul Vietnam nel 1979 (aiutata in parte dagli Stati Uniti), ma non vantava una tradizione affermata di rielaborazione della cultura straniera, al contrario, era riuscita più volte a sinizzare gli altri, nel corso della storia. L’ultima volta fu con l’invasione dei manciù, che si conformarono quasi completamente alla cultura cinese. Si potrebbe obiettare che anche il Buddhismo ha avuto un notevole impatto culturale, ma è altrettanto vero che la Cina stessa ha trasformato a sua volta il Buddhismo. Adesso la situazione è cambiata e la Cina sta cercando di adattarsi a una realtà dominata da valori occidentali.

    Il Paese che a metà del XIX secolo ha affrontato i diavoli stranieri (yang guizi), venuti dall’oceano è cambiato radicalmente nel secolo e mezzo successivo, al punto che la Cina contemporanea può essere assimilata solo superficialmente a quella delle Guerre dell’Oppio: l’intero contesto sociale e individuale, che influenza e determina lo sviluppo delle idee, delle ambizioni e delle possibili visioni del mondo, ha subito una vera e propria metamorfosi.

    1. La nuova famiglia

    Il cambiamento è partito dalla famiglia, la base della società e dello Stato. Nel XIX secolo, la struttura della famiglia cinese ideale era immutata dai tempi di Confucio, cioè da circa 2000 anni. Tre generazioni vivevano sotto lo stesso tetto: il patriarca aveva molte mogli e altrettanti figli, anche gli eredi maschi avevano più mogli e figli e tutti loro convivevano

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