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Nuda Storia Moderna
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E-book277 pagine3 ore

Nuda Storia Moderna

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Info su questo ebook

Proseguendo nel vedere le vicende umane questo secondo libro spiega la nascita dell'Europa. Come il medioevo matura l’evo moderno nei principali personaggi, azioni, mutamenti sociali e culturali, dalle crociate ai mercanti, Venezia e Firenze, Rinascimento, Papato e Riforma. Come nascono Francia, Inghilterra, Italia e le altre nazioni tra economia, stato, concezioni religiose e laiche, confluendo tutte nell'attuale panorama europeo. Capire origine e effetti del divario socio-culturale in Europa.

LinguaItaliano
Data di uscita20 nov 2014
ISBN9786050337778
Nuda Storia Moderna

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    Anteprima del libro

    Nuda Storia Moderna - Roberto Bani - Niccolò Bani

    Roberto e Niccolò Bani

    Nuda Storia Moderna

    UUID: fe5be174-f337-11e6-8301-0f7870795abd

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

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    Indice dei contenuti

    Introduzione

    Medioevo e Crociate

    Medioevo in Italia

    Venezia

    Firenze

    Papato e Riforma

    Europa

    Inghilterra

    Francia

    Russia

    Portogallo

    Spagna

    Germania

    Italia

    Sunto 6 - Sistema Privatista Moderno

    Bibliografia e Riferimenti

    Introduzione

    Volevo vedere le vite degli uomini. Capire il grandioso fenomeno in cui Homo sapiens si è impegnato e che travolge il pianeta e lui stesso. Guardando ai grandi eventi e personaggi sul piano concreto e sul piano ideale, a strutture sociali e culture fino alla storia come evento globale. Usando il metodo della classificazione proprio delle scienze naturali: analizzare i dati, comparare, sistemare, intravedere le regole e giungere al modello congruente ai dati che ci fa capire cosa e perché accade, quale fenomeno globale sta accadendo e in cui siamo tutti inseriti.

    Nuda Storia perché capire la storia è capire noi stessi.

    Libro 2

    Nuda Storia Moderna

    Il Divario Socio-Culturale in Europa

    Dal medioevo matura l’evo moderno con grandi personaggi e popoli immersi in vasti mutamenti socioculturali: da contadino-nobiliare a mercantile, da assolutismi a democrazie, dal papismo al rinascimento alla riforma alla scienza, producendo le nazioni e l'Europa attuali.

    Abbi il coraggio di usare la tua propria intelligenza

    Immanuel Kant

    In copertina

    Primavera di Sandro Botticelli – Elizabeth I Tudor di George Gower

    Indice

    MENTE idee < > parole < > dialoghi CULTURA

    PSICHE motivazioni < > azioni < > relazioni SOCIETÀ

    5

    Il Divario Socioculturale

    in Europa

    Medioevo e Crociate

    Krak dei Cavalieri in Siria

    Storia

    Si usa dividere il medioevo europeo in tre fasi: barbarica, imperiale e teocratica. Si è detto della fase di devastazioni barbariche e come tra gli invasori emerga il regno franco che coi carolingii si fortifica e Carlo Magno porta a Sacro Romano Impero, titolo e struttura poi rimasti in terra germanica. Si è così consolidato un sistema di potere fondato sulla nobiltà e sulle armi: i barbari selvaggi sono mutati in sovrani quali re, duchi, conti, marchesi; ma necessitano della santa benedizione della chiesa che convalida il loro potere. Le gerarchie nobiliare e ecclesiale si precisano e compattano fino a efficacemente rispondere ai nuovi invasori: 732 gli islamici sono bloccati da Carlo Martello a Poitiers, 962 ungari o magiari sono distrutti da Ottone di Sassonia a Lechfield, normanni sono convertiti e integrati . Europa medioevale può sembrare un sistema statico ma mostra presto un’evidente dinamica favorita da fattori naturali: v erso il 1200 il clima meno freddo per una microfase di riscaldamento facilita l’agricoltura aumentando la popolazione. Si ripristina una buona viabilità su terre e fiumi che favorisce spostamenti e commerci, e navigazione marina verso nuove terre e mercati: tutto facilita l’ emergere del nuovo ceto borghese. Si può dal 700 parlare di sistema e fase imperiale che prima consolida e poi vorrà espandersi: il ceto nobiliare-ecclesiale tenterà l’espansione delle crociate. Solo più tardi la spinta ambiziosa e intraprendente degli europei si attuerà ben più efficacemente nell’economia mercantile, manifatturiera e dopo industriale del ceto borghese, verso l’intero pianeta.

    Nel VII secolo la rapida vittoriosa avanzata aveva portato le verdi bandiere dell’islam in Palestina, Siria, Anatolia, Nord Africa fino in Spagna, minacciando l’intera Europa. Il cristianesimo era cresciuto in quelle terre ma l’evento ne sposta il baricentro da intorno al Mediter-raneo, com’era il dominio di Roma, in Europa dove maturerà quegli eventi che scaturiscono il mondo moderno. Occorreranno molti secoli e guerre per bloccare tale avanzata che sarà in parte pure rintuzzata: a ovest l’armata andalusa è sconfitta a Poitiers poi la Spagna opera la sua reconquista ; a est la secolare minaccia su Bisanzio passa alla conquista turca fin sui Balcani per venire definitivamente fermata solo al secondo assedio di Vienna del 1683. Fattisi marinai i musulmani si gettano sul mare prendendo Cipro, Rodi, Creta, Sicilia, Baleari, ma proprio le città marinare di Barcellona, Pisa, Genova con le loro flotte per prime dimostrando che l’islam può essere vinto e ciò invoglia a più ampie rivincite. Resterà la guerra di corsa coi veloci vascelli da Tunisi, Algeri, Alessandria per tormentare le coste italiane, francesi, spagnole: sul mare sarà loro fatale la battaglia di Lepanto.

    Crociate: serie di guerre svoltesi in medio oriente nel millenario confronto tra due mondi socioculturali, e insieme tardo fallace tentativo di reagire alla conquista islamica per riprendere le terre dove Gesù era vissuto. Da tre secoli i bizantini arretrano davanti agli arabi, la cui relativa tolleranza verso ebrei e cristiani ne consolida la conquista. Giungono i turchi e creano in Anatolia il potente guerriero stato di Rum da cui s’allargano su Gerusalemme nel 1077: razziano monasteri e chiese, devastano i simboli cristiani e un susseguirsi di angherie, rapine e uccisioni si riversa sui pellegrini della Terrasanta. Se i turchi portano un clima di terrore certo le angherie sono ingigantite e moltiplicate dai cronisti al fine di indurre la convinta reazione armata della cristianità, che da tempo sente il bisogno di rispondere all'invadenza islamica. Come spesso accade molti fattori agiscono e si combinano. La chiesa sprona alle crociate per proteggere i pellegrini ma prosaico fine è di avvalorare il proprio ruolo di guida ideale della cristianità e avallare il potere totale introdotto dalla riforma di Gregorio VII; i nobili franchi e normanni tentano di applicare il sistema feudale in medio oriente. Quindi pressione sui bizantini e violenze sui pellegrini, ma certo nelle menti di papi e re c’era la visione della disfatta piena della fede avversa con conquista delle sue terre. Tanti risposero all’appello del papa: fedeli per pregare sul santo sepolcro, nobili privi di feudo in cerca di terre, nullatenenti per il bottino, avventurieri in cerca di fortuna. D'altronde una sola passione fanatica regna dietro le opposte religioni: se gli uni agitano la jihad per assoggettare il mondo alla fede in Maometto, gli altri agitano la crociata per porlo sotto la fede di Cristo. Sul pragma aleggia l’ideale: uomini d’arme ma pure intimamente religiosi che volendo liberare il Santo Sepolcro erano certi di fare quanto vi era di più giusto e santo ci fosse al mondo.

    Quando, pressato dai turchi, il basileo Alessio Comneno chiede aiuto, nel concilio di Clermont del 1095 p apa Urbano II indice il pellegrinaggio armato di massa a Gerusalemme al grido Dio lo vuole . Avevano sul mantello la croce rossa del sangue di Cristo, ma la reli-giosità non fece agire i crociati in modo pio: guerrieri devoti ma pure arroganti e brutali. La massa armata tutt'altro che disciplinata, tenuta coesa solo dai vincoli familiari e feudali mentre quasi onorario è il titolo di comandante, folla di soldati, preti, servi e altri diretti nello stesso posto che una volta partita sarà difficile da controllare.

    Crociata dei Poveri 1095

    Il proclama p apale suscita vasto entusiasmo e immediatamente molti partono, male armati e senza esperienza bellica.

    Crociata dei Poveri o Pezzenti guidata da Pietro Eremita a cui in precedente pellegrinaggio, mentre pregava al Santo Sepolcro, era apparso Dio che gli affidava la missione di predicare la liberazione dei luoghi sacri. Pietro con Gualtieri Senza Averi, nobile squattrinato, condussero una folla di oltre 20000 anime priva di ogni rifornimento e costretta a depredare dove passava, sia in Europa sia in Anatolia dove i Selgiuchidi li massacrano presso Nicea. Altra spedizione percorre il centro Europa, una folla guidata da un nobile e fanatizzata all’idea degli ebrei nella condanna di Gesù passa di città in città a massacrarli e derubarli finché viene sterminata dal re di Ungheria.

    Crociata dei Fanciulli è simile ma accadrà nel 1212 con due eventi paralleli. Nikolaus è un pastore tedesco che guida 7000 anime attraverso le Alpi fino a Genova per poi procedere in parte a Roma e in parte a Marsiglia dove saranno catturati dai mercanti di schiavi: nessuno giunse in Terrasanta. Stefano di Cloyes è il pastorello dodicenne che mentre pascola le pecore vede Gesù che gli suggerisce di parlare col re di Francia per preparare una crociata. Ovunque predica e a Saint Denis dicono abbia pure fatto miracoli, fino a convincere 30.000 persone a cui però Filippo II ordina di tornare a casa. Ma Stefano è convinto della sua visione, insiste a far proseliti con tanti fanciulli a cui promette che il mare Mediterraneo si aprirà davanti a loro come il mar Rosso con Mosè, per farli arrivare a piedi in Terrasanta. A Marsiglia i piccoli crociati si precipitano per vedere il mare aprirsi ma il miracolo non avviene, alcuni si rivoltano contro Stefano accusandolo di averli ingannati e se ne tornano a casa ma molti restano sulla riva guardando il mare in attesa del miracolo. Finché due mercanti marsigliesi, dai nomi allettanti di Ugo il Ferro e Guglielmo il Porco, si commuovono e offrono ai fanciulli gratis il passaggio che Stefano lietamente accetta: su sette navi parte l'intero contingente, due affondarono in una tempesta ma le altre giunsero oltremare in terra musulmana dove i marsigliesi vendettero ai locali mercanti i fanciulli come schiavi. Dato il gran numero d’ingenui ne venne loro un bel bottino.

    Prima crociata o dei Nobili 1097-1101, papa Urbano II

    Dopo le abborracciate improvvisazioni ora l’Europa fa sul serio e più schiere di armati convergono su Bisanzio sotto gli alti feudatari: Ugo di Vermandois, Raimondo di Saint Gilles, Boemondo di Taranto e Gof-fredo di Buglione, capo supremo. Giurano al basileo Alessio Comneno di restituirgli le terre che gli erano appartenute poi muovono in Anatolia e la grossa armata sottovalutata dai Selgiuchidi a più riprese li batte; cadute le città di Nicea, Edessa, Antiochia, tocca alla costa con Sidone, Tiro, Acri. 7 giugno 1099 è davanti a Gerusalemme che assedia ma mancano le macchine da guerra e alcune navi dei crociati di Genova vengono smantellate e dalla costa il legname è trasportato e trasformato in torri d’assedio che il 15 luglio consentono di passare sulle mura: il primo a entrare in città è il pisano Cucco Ricucchi, presto seguito da Goffredo e suo fratello Baldovino. Ma la guerra, il sole cocente, le privazioni hanno indurito i crociati che inferociti e in preda a un fervore fanatico perdono ogni limite dandosi al massacro di tutti gli abitanti: uomini, donne, vecchi, bambini, in bestiali gesta i soldati cristiani scannano musulmani, ebrei e pure ortodossi. Si narra che tanto era il sangue per le vie da coprire le zampe dei cavalli e da passare su mucchi di cadaveri, anche se ciò non si scostava dalle usanze dell'epoca.

    Fu la crociata che fruttò i maggiori successi ma le terre prese non furono restituite a Bisanzio, com’era nei patti: divennero feudi d’oltremare le contee di Edessa e di Tripoli, i principati di Cilicia e di Antiochia, il regno di Gerusalemme. Si può desumere che l’inaspettata potenza dell’armata sorprese e vinse i turchi, cosa che non accadrà in seguito quando saranno guidati da validi condottieri, strateghi cauti e pazienti non meno che coraggiosi.

    Seconda crociata 1145-1149, papa Eugenio III

    San Bernardo di Chiaravalle, gran sostenitore della crociata, in risposta alla difficoltà per il cristiano di conciliare la guerra alla parola di Dio aveva teorizzato il malicidio : chi uccide un uomo intrinsecamente cattivo, qual’è chi si oppone a Cristo, non uccide l’uomo ma il male che è in lui; dunque costui non è omicida ma malicida. Raffinata e logica eloquenza per inviare la gente in guerra e tanti saranno coloro che non torneranno che il teologo verrà soprannominato fabbrica di martiri .

    Imad al-Din Zangi , figlio del governatore d’Aleppo nonché abile e audace comandante dei Selgiuchidi, aveva assediato Damasco sia nel 1135 sia nel 1140 per subito rinunciare perché il reggente della città Mu’in al Din Unur si era alleato con i crociati. Così a loro muove guerra e nel 1144 conquista la contea di Edessa provocando la seconda crociata; se nel 1146 Zangi muore l’opera prosegue col figlio Nur al-Din noto ai cristiani come Norandino. Però la crociata parte male perché l’esercito tedesco guidato dal sacro romano imperatore Corrado è sconfitto in Anatolia. Ad Acri si tiene il convegno dei capi cristiani che invece di volgersi alla riconquista di Edessa re Luigi VII di Francia con superficiale spavalderia indirizza alle decantate ricchezze di Damasco. L'esercito crociato vi giunge passando per i frutteti perché siano per loro sicura fonte di alimenti, ma sono difesi da muri e torri e avanza sparso negli stretti sentieri tra gli orti: dall’alto e con imboscate i musulmani lo tempestano con frecce e lance; solo una carica di Corrado li caccia dentro Damasco. Unur in persona porta un attacco di sorpresa contro il campo dei crociati che sono respinti lontano dalle mura, di nuovo nei frutteti a subire imboscate, per poi finire nella pianura aperta povera di cibo e acqua. Dissensi ci sono in entrambi gli schieramenti: i crociati litigano su chi avrebbe avuto Damasco una volta presa, Unur teme e non si fida di Norandino ma infine chiede il suo aiuto; quando si affaccia con la sua armata l’esercito crociato si ritira e lui si prende la città. Epilogo: smanie guerraiole di Bernardo di Chiaravalle, abate e teologo agitatore, e l'insensato tentativo di prendere Damasco rompono il precario equilibrio tra stati cristiani e musulmani. In soli quattro disastrosi giorni di assedio hanno passato al potente nemico Norandino dopo Edessa pure Damasco e creato le premesse per la prossima disfatta del regno di Gerusalemme. Infatti Norandino punta adesso sull’Egitto dei ribelli Fatimidi dove invia il fedele generale Shirkuh al cui seguito c’è suo nipote Saladino, che a breve diventa sultano d'Egitto e eredita fino in Siria i potentati turchi: una ferrea tenaglia accerchia il dominio crociato.

    Terza crociata o dei Re 1189-1192, papa Gregorio VIII

    Quando un sistema perde di coesione c’è spesso una sua parte, un personaggio scomodo che particolarmente contribuisce a demolirlo, questo personaggio fu allora il principe d’Antiochia Rinaldo di Châtillon che prese a assaltare le carovane transitanti nella regione e soprattutto quelle dei credenti che si recavano alla città santa di Mecca. Da anni a Gerusalemme re Baldovino IV, malato di lebbra, aveva mediato e siglato trattati di pace coi musulmani che ormai accettavano come normale la presenza dei feudi cristiani, ma la malattia s’aggrava. Quando nel 1180 sua sorella Sibilla, madre del designato erede al trono Baldovino V ancora bambino, s’incorona regina e nomina re il nuovo marito Guido di Lusignano, il re lebbroso gli delega il potere. Intanto le gratuite violenze di Rinaldo contro inermi pellegrini suscitano indignazione nel mondo musulmano e quando nell'estate del 1181 aggredisce proditoriamente la carovana partita da Damasco, dove tra gli altri cattura la sorella di Saladino, questi intima di liberarli e di restituire il bottino. Lo stesso re Guido capisce la gravità del fatto e chiede a Rinaldo di lasciare liberi i prigionieri ma non lo fa. Iniziano allora una serie di scontri e incursioni dove Guido mostra la sua insufficienza al punto che Baldovino IV gli toglie il potere e pur malato segue su una lettiga le operazioni militari, sapendo reagire alle forze ayubbide; però nel 1185 a soli 24 anni muore. Tornata la reggenza a Guido di Lusignano il partito oltranzista prende il sopravvento, nel 1187 Saladino assedia la città di Tiberiade e per liberarla l’esercito cristiano muove verso il destino dei Corni di Hattin .

    Battaglia di Hattin si svolge il 4 luglio 1187 vicino Tiberiade presso due colli resti di un vulcano inattivo detti Corni di Hattin. L’esercito di 24000 crociati al comando di re Guido avanza in colonna ma Saladino (figura) con armata di 35000 guerrieri, lo precede e lo fa insistentemente colpire dagli arcieri a cavallo. La retroguardia è costretta a fermarsi per rispondere ai continui attacchi e tutto l’esercito resta bloccato in mezzo alla pianura, passa tutto il giorno senza acqua fresca sotto il sole cocente e chiusi nelle pesanti armature data la continua pioggia di frecce. Oltretutto, valutato il vento favorevole, i musulmani incendiano i cespugli secchi per cui accecano e affumicano i guerrieri crociati; l’intera notte e mattino sono ancora accecati dal fumo e tormentati dalle frecce dei rapidi cavalieri turchi; addirittura alcuni disertano rivelando al nemico le intenzioni dei capi crociati. Per cui quando assetati e demoralizzati abbandonano il luogo e prendono per le fonti di Hattin il tentativo è bloccato dal nemico: non possono andare avanti ne tornare indietro. Conte Raimondo con due cariche di cavalleria tenta di rompere l’accerchiamento e accedere alle fonti però gran parte della fanteria diserta: tenta di fermare la cavalleria musulmana ma i suoi cavalieri tartassati dalle frecce devono battersi a piedi per poi ritirarsi con gli altri verso i corni. Qui i crociati sono circondati e dopo un altro giorno di fumo, frecce, sete e bollore nelle armature vengono attaccati dai musulmani in massa, e travolti.

    Guido e Rinaldo, fatti prigionieri, sono condotti nella tenda del Saladino che a Guido offre un calice d’acqua: ciò significa che è sotto la sua protezione ma Rinaldo, sfinito dalla sete, impulsivamente prende il calice e beve. Saladino reagisce fulmineo, afferra la spada e mozza la testa a Rinaldo. Poi si rivolge a Guido e afferma di avere così esaudito un voto solenne fatto dopo l'assalto del principe, sotto tregua concordata, contro la carovana di pellegrini diretta a Mecca.

    Non ha più ostacoli Saladino e a settembre muove prendendo San Giovanni d'Acri e altre città costiere, poi torna su Gerusalemme che, pur tenacemente difesa da Baliano e dalla regina Sibilla, il 2 ottobre si arrende. Si dice che papa Urbano III sia morto alla notizia di questi eventi. Migliaia di prigionieri sono venduti schiavi, tutti i cavalieri templari e ospedalieri catturati messi in fila di fronte a una fila di guerrieri turchi sono da questi uccisi a colpi di spada, solo Guido e i nobili verranno riscattati. La Vera Croce , ovvero la croce su cui si riteneva fosse morto Gesù e veniva ostentata come reliquia pure nelle battaglie, fu tolta dalle braccia del cadavere del vescovo di Acri e sparì per sempre. Forse perché era stata rivestita d'argento.

    Tanto per rallegrare la situazione il nuovo papa Gregorio VIII disse che la caduta di Gerusalemme era il castigo di Dio per i peccati degli europei che comunque, per colpa o per orgoglio, si misero a tirare su la nuova crociata: questa volta si mossero i re. A maggio 1189 l’imperatore Federico Barbarossa è il primo a partire per la Terrasanta e l’enorme armata tedesca giunta in Anatolia sbaraglia i turchi a Konia. Però mentre guada un fiume scivola da cavallo e annega con la pesante armatura; l’esercito lo tumula a Antiochia per poi venire in gran parte sterminato dalla peste. Nel luglio 1190 re Riccardo I salpa da Marsiglia con l’armata inglese, per il giovane battagliero re inglese la crociata sarà una vera gara ad ostacoli. In Sicilia re Tancredi fa prigioniera Giovanna sorella di Riccardo, che espugna la città di Messina e ne ottiene la liberazione. Lasciata l’isola la flotta subisce una violenta tempesta perdendo molte navi tra cui quella che porta il tesoro;

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