Il Piccolo Arcobaleno

Di Stefania Sonzogno

Piccolo Arcobaleno nasce solo, ma nel suo cuore sa che una casa gli appartiene, inizia così una appassionante avventura alla ricerca di "Un luogo da chiamare Casa", e alla fi ne del viaggio Piccolo troverà non soltanto una casa, ma anche dei veri amici, la propria identità....e una bellissima sorpresa!

Appassionante e dolcissima, questa storia insegna che la vera felicità si può raggiungere non solo realizzando i propri obiettivi, ma anche durante il cammino verso i propri sogni...alla scoperta di sè stessi.

Dall’autrice di “I come Ingrid, S come Stefy” e “AAA Cercasi M come MAMMA”, una nuova appassionante avventura.

Dedicato a tutti i bambini del mondo.

• Lingua: Italiano
• Editore: Youcanprint
• Data di uscita: 31 dic 2014
• ISBN: 9788891170026

Anteprima del libro

twitter.com/youcanprintit

Il Piccolo Arcobaleno

Un giorno lontano, in un bosco chiamato Arcobalenolandia, qualcosa di inaspettato stava per accadere…

Ma facciamo un passo alla volta..

Nel cielo azzurro di Cielolandia, una cicogna stava per consegnare, come ogni giorno, un bambino alla sua mamma.

La sig.ra cicogna si era alzata, si era lisciata le piume col gel antibrina per volo, si era lavata i denti con tanto dentifricio alla fragola-menta, e, lavate le piume sotto una calda doccia, le aveva poi asciugate con il phon (programma delicati), e le aveva arricciate in tanti boccoli.

La sig.ra cicogna era in servizio da molti anni, ma le piaceva ancora essere sempre impeccabile al lavoro, era una questione di…stile!

Devono essere perfette-diceva-perché oggi devo consegnare un uovo alla sua mamma, questa mamma abita molto lontano, al di là delle montagne di Cielolandia.

L’uovo , infatti, doveva essere consegnato d’urgenza alla mamma che lo stava aspettando…il rischio di apertura dell’uovo, con il caldo di quell’anno, era alto!

Di solito la Sig.ra cicogna non consegnava così lontano, ma stava sostituendo un collega in malattia, facendo il giro doppio. Quindi, indossato il cappellino blu con targhetta dorata, e la sacca delle consegne, uscì di casa e si diresse verso la stanza delle uova.

La stanza delle uova era il quartier generale da cui partivano tutte le consegne della zona.

Tutte le uova provenienti da paesi vicini e lontani, venivano assegnate alle stanze delle uova di competenza, e da lì le uova venivano smistate e consegnate.

Ogni uovo aveva un codice SDN-ARC di riconoscimento.

La uova erano di tutti i tipi possibili, c’èrano quelle rosa a cuoricini, azzurre a stelline verdi, gialle con pallini rossi e così via.

Le più carine erano quelle con i pois in rilievo pelosetti…decisamente deliziose!

Ogni uovo disponeva di una incubatrice personale, e delle cicogne infermiere diplomate si prendevano cura di loro, assicurando la giusta temperatura e la cromoterapia più adatta ad ognuno.

Ogni uovo veniva gestito con cura, fino all’arrivo della cicogna postino di competenza, che lo ritirava e consegnava all’indirizzo sul cartellino.

Il cartellino e i codici elettronici assicuravano ad ogni uovo il giusto percorso.

Nessun uovo veniva perso, grazie a questo efficientissimo sistema di codificazione.

Le cicogne-ingegnere del posto si riunivano ogni giorno e controllavano il funzionamento di tutti i database, e tutto era sempre perfetto!

La nostra cicogna, quel giorno, arrivò di buon ora nella stanza delle uova.

Consegnò il tesserino personale di riconoscimento e rimase alla reception in attesa che il suo uovo venisse preparato.

L’uovo doveva essere tolto dall’incubatrice, e preparato per il viaggio in cielo, nella sacca della cicogna-postino.

Sarebbe stato lavato con cura…certo…un bel bagnetto per essere bello per la mamma! Poi sarebbe stato asciugato, cambio di patellino, cuffietta e copertina per rimanere al calduccio.

Sulla copertina sarebbe stato ricamato il suo nome, e un bel fiocco sarebbe stato apposto sopra la sua testina, per renderlo più carino.