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B-MOVIES
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E-book80 pagine56 minuti

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Info su questo ebook

Rapidissimi e folgoranti flash di umanità Una raccolta di racconti brevi o brevissimi, cinematografici nel senso che fotografano la realtà in rapidi flash, o propongono vicende rapide a manifestarsi e rapide a estinguersi, concentrati di realtà che cercano stilisticamente di mantenere l’intensità di un cortometraggio o di un’apparizione. Concentrati di realtà con un occhio interessato al retrobottega dell’esperienza umana, il b-side dell’esistenza, più interessante e fragoroso della facciata. O – semmai - interessato ai momenti in cui la facciata si rompe e rivela uno sfondo comico o surreale.
LinguaItaliano
Data di uscita13 mar 2015
ISBN9788869630194
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    Anteprima del libro

    B-MOVIES - Francesco Mancini

    FRANCESCO MANCINI

    B-Movies

    Elison Publishing

    Proprietà letteraria riservata

    © 2015 Elison Publishing

    Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno o didattico.

    Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:

    Elison Publishing

    Via Milano 44

    73051 Novoli (LE)

    ISBN 9788869630194

    1

    ZONA DESERTA

    La zona è deserta.

    La fortuna è come un lampione di luce maldestra che non si sa se aiuti o appesti. Qualcuno si attacca ai ganci del cielo: si possono sentire le loro urla inumane di gioia quando vengono fiondati su, o i rovinosi latrati quando crollano giù. C’è molta musica.

    Ballerine e nani volteggiano. I clown clowneggiano.

    I più guardano lo spettacolo e battono le mani, ridendo dall’interno dei recinti domestici.

    Quelli venuti un po’ peggio, stanno attaccati alle loro compulsioni interne che li martellano, e piangono la loro passione straziante. Farmacologicamente contenuta. Teleripresa.

    Dei micenei – millenni prima – avevano fatto partir la rumba, e ora la rumba girava da sola come una ruota in discesa.

    Un giorno precipita qualcosa dal cielo, enorme, ali brucianti di fuoco. Biondo.

    Precipita con un tonfo sordo che fa tremar la terra.

    Tutti fanno: oooohhh.

    Il biondo sembra proprio un dandy d’altri tempi, sfoggia il ciuffo e gli occhiali da sole come Marylin sfoggiava il proprio nudo.

    Il popolo commenta: – È fascinoso… Sembra Brad Pitt quando fa Troy, ma molto più grande!

    Gli ufologi esclamano: – eccoli! Ecco i nostri fratelli!

    – Un angelo! Un angelo! – Dichiarano frusciando nel tulle domestico appena montato le massaie, si accalcano alle finestre, fresche di letture New-age.

    – Sarà mica Superman ossigenato? – pensa un benzinaio, da solo in una valle di benzinai.

    Tutti soffocano un muto clamore; poi gioiscono, esultano, cantano. Qualcuno entra in un bunker antiatomico.

    Più musica.

    Si scattano delle foto con i telefonini: saranno al più presto catapultate in rete.

    Mentre il biondo si sta riprendendo, tutti gli si fanno intorno.

    Già i comuni circostanti stanno istruendo i bambini su comitati benvenuto pieni di canti, poesie, filastrocche.

    Il biondo si stira il corpo, il collo, si pettina.

    Vengono istituiti – con le ragazzine più carine dei suddetti comuni che già ridacchiano sfoggiando radiosi apparecchi dentistici che il sole fa brillare – piccoli gruppi di cheerleaders.

    Tutte le televisioni, regionali e nazionali e internazionali, si stanno febbrilmente recando in loco, tutte le annunciatrici si sono impasticcate per stare sveglie e bruciare la concorrenza.

    Musica ora, un casino di musica.

    Il biondo adesso guarda incuriosito la folla che gli si sta radunando intorno.

    Si pulisce con un fazzoletto di seta le scarpe di vernice.

    Un comitato di alpini lo avvicina per primo, offrendo un carnet di grappe.

    Il biondo da un segno evidente d’impazienza, d’un lampo fa una risata gutturale. Digrignando i denti si toglie gli occhiali da sole guarda tutti con due occhi verdi smeraldo dalla pupilla spillata. Sibila, saetta la lingua di serpe. Tutti restano di sasso. Con le mani artigliate ne macella qualche decina, sugli altri vomita un liquido bianco incandescente facendone creme-caramel.

    2

    CASA DOLCE CASA

    La casa di Luca è una villetta a due piani circondata da un piccolo rettangolo di giardino. Nuova di pacca. Bella come in una fiaba. Costata quanto 7 delitti su commissione, ma davvero bella. Piove. Piove come Dio la manda, quindi Luca corre con il cappotto tirato sulla testa fino alla porta, ciabattando sull’acqua che sta facendo già un velo sul selciato. Casa dolce casa, si dice, liberandosi la testa e soffiandosi il naso. Si pulisce il più possibile le scarpe sullo stoino davanti alla porta d’ingresso con su scritto: welcome. Chissà perché non benvenuto, si chiede distrattamente spingendo il portone e facendosi prendere le narici dal profumo di buona cucina: Clara, sua moglie, lascia sempre il portone accostato, il Sabato, di modo che il profumo della cena si senta anche da fuori. La giornata al lavoro è sempre più pesante, pensa Luca, ma il Sabato è proprio un’altra cosa tornare a casa… l’immagine di Clara con solo un grembiulino addosso gli fa venire l’acquolina in bocca più del profumo del cibo. Il sabato Clara dà il giorno libero alla colf e fa finta di essere una casalinga. Il loro bambino, Marco, sta dal cuginetto per tutta la serata, per cui Clara può cucinare dei manicaretti speciali espressamente per Luca dedicandosi all’opera fin dal pomeriggio, servendosi dei più svariati manuali di cucina, dall’Artusi al viaggio temerario tra le spezie orientali. Casa

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