Uso clinico del test dello specchio nell'attività diagnostica e prognostica
()
Info su questo ebook
Correlato a Uso clinico del test dello specchio nell'attività diagnostica e prognostica
Ebook correlati
Rompere le catene: Per abbattere il muro della timidezza, delle insicurezze e dei tabù che ci impediscono di vivere liberamente Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSuggestione e Autosuggestione: per relazioni felici Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBambini indaco: Un dono sconosciuto Sembrano "bambini difficili", ma hanno una marcia in più. Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSocial cognition e aggressività. Disamina del modello socio-cognitivo di Kenneth A. Dodge Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa profezia che si autoavvera: Come usare le aspettative per ottenere tutto quello che vuoi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'iniziazione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI bambini e la fotografia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniII disegno dei bambini: Un viaggio nel mondo delle emozioni del bambino Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniProgrammi d'intervento precoce basati sulle evidenze scientifiche nei disturbi dello spettro autistico Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl successo nella tua vita Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe 7 Leggi Mistiche dell'Abbondanza Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniManuale breve di Counseling Sociolistico Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa PNL come antipasto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSulla Strada dell'Io Sono Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTarocchi per Principianti: Tarocchi, #1 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa rivoluzionaria teoria delle Intelligenze Multiple: Alcune valutazioni critiche Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTecniche di Libertà Emotiva e Bambini Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMETRAMODIS Il cuore, la mente e la spada Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDiversità: Una ricchezza per i genitori, la scuola e una nuova società Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa favola congiunta Valutazione: 5 su 5 stelle5/5La Legge dei Fenomeni Psichici (Tradotto): Per lo studio sistematico dell'Ipnotismo, Spiritismo, Terapeutica mentale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniEntanglement quantistico e inconscio collettivo. Fisica e metafisica dell'universo. Nuove interpretazioni. Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa: "Morphogenetics Touch": Tutto ciò che non si esprime si imprime. La memoria emozionale nel corpo!!! Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGuida alla sopravvivenza degli illuminati empatici Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl potere della mente subconscia: Come mettere a frutto i nostri potenziali nascosti per raggiungere gli obiettivi e vivere una vita felice ed appagante Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFumare & Consapevolezza: Liberati dalla paura della morte e da ogni condizionamento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGuida ai fenomeni medianici - metapsichica moderna Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa mia Pranoterapia: Un cammino verso la luce Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Psicologia per voi
Memorizzo: Tecniche di memoria potenti e veloci per ricordare qualsiasi informazione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni35 Tecniche e Curiosità Mentali Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Il Libricino della Felicità: come liberarsi dalle zavorre e raggiungere i propri obiettivi Valutazione: 5 su 5 stelle5/510 Induzioni ipnotiche per professionisti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTrucchi psicologici: Tecniche di comunicazione e programmazione neurolinguistica applicate al mentalismo moderno Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Confessioni di uno psicopatico Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Ipnosi rapida: Come ottenere uno stato ipnotico in brevissimo tempo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa musicoterapia tra pedagogia e didattica Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNuovo manuale di auto-ipnosi Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La coscienza di Zeno: Edizione Integrale Valutazione: 5 su 5 stelle5/5L'arte di rinascere. Jung tra alchimie e gnosticismi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome Essere Sicuri di Sé Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Memoria illimitata: Impara più velocemente e ricorda tutto con tecniche di memoria pratiche e potenti Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Creatività - Istruzioni per l'uso Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Il linguaggio della vita Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniJung - L'anima e il matrimonio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'Io e l'Es. Inibizione, sintomo e angoscia Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Simboli, tra conoscenza e destino Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Come essere felici in un mondo di merda: Manuale di sopravvivenza spirituale nel mondo moderno Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDeterminazione: Come andare avanti quando vorreste rinunciare Valutazione: 5 su 5 stelle5/5I segreti della lettura a freddo Vol.1: Tecniche, segreti e predizioni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI Disturbi della Personalità' Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Ipnotizza adesso!: Manuale pratico di ipnosi istantanea Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIdentità Sistemiche Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome liberarsi dalle ripetizioni familiari negative: I segreti della psicogenealogia. Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Il Segreto dei Frame Ipnotici: Schemi Segreti per Convincere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl metodo di studio: Quando, quanto, cosa, come e perchè studiare Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLacan e la musicoterapia Valutazione: 1 su 5 stelle1/5
Recensioni su Uso clinico del test dello specchio nell'attività diagnostica e prognostica
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Uso clinico del test dello specchio nell'attività diagnostica e prognostica - Graziella Fava Vizziello
dell’individuo.
CAPITOLO 1
LA RELAZIONE CON LA MADRE E CON LO SPECCHIO-MADRE
1.1 Il bambino allo specchio e il riconoscimento della propria immagine
Gallup (1970)⁴ postula che per gli scimpanzé l’autoriconoscimento può avvenire probabimente solo perché hanno un concetto di sé ed estende all’uomo questa sua concezione . La capacità di riconoscersi allo specchio potrebbe quindi diventare un criterio per individuare la presenza del concetto di sé. Gallup ha scoperto, infatti, che alcuni scimpanzé marcati con una tinta rossa (test della macchia) sembravano essere capaci di riconoscersi nello specchio; essi utilizzavano l’immagine allo specchio per esplorare la marcatura rossa, cosa che le scimmie non erano in grado di fare, per quanto fossero state esposte a lungo allo specchio. Poiché le identità dell’osservatore e del riflesso sono le stesse, ne deriverebbe che l’abilità nell’inferire correttamente l’identità dell’immagine nello specchio, potrebbe essere basata su un già preesistente senso d’identità.
Secondo Gallup la mancanza di questa abilità rappresenta un deficit cognitivo. Senza almeno un rudimentale concetto d’identità, l’autoriconoscimento sarebbe impossibile. Ciò potrebbe spiegare perché alcuni autori (Amsterdam, 1972; Zazzo 1975; Bretenthal and Fischer, 1978; Lewis e Brooks-Gunn 1978), che hanno svolto studi per descrivere le tappe fondamentali dei comportamenti del bambino davanti allo specchio, hanno trovato, con un generale accordo, che il riconoscimento della propria immagine avviene solo verso i due anni e mezzo di età.
Beulah Amsterdam⁵ (1972) individua una sequenza di tappe che il bambino compie, tra i 6 e i 24 mesi di vita, per giungere all’autoriconoscimento allo specchio. Secondo l’autore inizialmente non vi è interesse da parte del bambino nei confronti dello specchio, non lo guarda oppure gli rivolge sguardi rapidi e sfuggenti, preferendo focalizzare l’attenzione sulla madre o su altre cose. Solo a partire dal terzo mese di vita il bambino inizia a mostrare interesse per i movimenti dell’immagine nello specchio.
In seguito, tra i 5 e gli 8 mesi, il bambino passa a quello che Amsterdam definisce un comportamento sociale
nei confronti dello specchio: sorride, ride, bacia o tocca la propria immagine, vocalizzando proprio come fosse un compagno di giochi, un bambino reale.
Nello stadio successivo, compreso tra i 12 e i 18 mesi, il comportamento prevalente del bambino è quello di confronto tra sé e la propria immagine o tra un oggetto e la relativa immagine, alternano quindi la propria attenzione tra realtà e immagine virtuale. Successivamente il bambino inizia una fase di sperimentazione in cui manipola l’immagine, soffermandosi ad osservare cosa succede se si muove. In questo comportamento auto-comparativo, il bambino guarda nuovamente alternativamente al proprio corpo e all’immagine riflessa nello specchio. Già a partire dai 12 mesi compare una fase caratterizzata da comportamenti di ricerca con i quali il bambino tenta di entrare nello specchio, lo tocca, vi guarda dietro mostrando, in generale, curiosità e perplessità.
Successivamente, tra i 17 e i 24 mesi, subentra una reazione di evitamento davanti allo specchio; il bambino piange, si nasconde o comunque sfugge dall’immagine. Ciò è dovuto, secondo Amsterdam, al fatto che il bambino ora si rende conto, grazie alle nuove capacità cognitive acquisite, che questa esperienza d’interazione non coincide con quelle vissute con altri esseri viventi. Il bambino nello specchio non è come lui: è freddo al tatto e bidimensionale. Solo al termine di questa fase il bambino giunge ai comportamenti di autoconsapevolezza: egli si ammira con fierezza o al contrario lancia timide occhiate arrossendo, si agghinda e fa il pagliaccio o sembra invece imbarazzato. A questo punto, indicativamente verso i due anni di età, compare un chiaro riconoscimento, che si manifesta quando il bambino dice il proprio nome o indica se stesso e/o il riflesso.
Tra il 1972 e il 1980, Renè Zazzo⁶, compie diversi esperimenti per rispondere ad alcune domande sullo sviluppo del comportamento del bambino davanti allo specchio, arrivando infine ad individuare una serie di tappe che si susseguono nel corso dei primi anni di vita del bambino. Anche secondo Zazzo il bambino non si identifica con l’immagine allo specchio prima dei due anni d’età. In questo lungo periodo le sue reazioni davanti allo specchio sono in continua evoluzione permettendo di individuare delle tappe di sviluppo tipiche. Nelle prime settimane di vita il neonato guarda davanti a se, ma in modo intermittente e non sembra interessato a ciò che vede. Nel periodo che va dai 3 ai 4 mesi compaiono le prime reazioni sociali: sorrisi e vocalizzazioni. Verso i 10-12 mesi, il bambino mette in atto scambi sociali come se l’immagine allo specchio fosse un bambino reale. Successivamente compaiono i primi contatti: il bambino batte sulla superficie e gioca con le mani attraverso una sperimentazione continua e si confronta con l’immagine allo specchio. Questi giochi con le mani scompaiono poi bruscamente verso i 18 mesi per lasciare spazio ad un atteggiamento di perplessità ed immobilità: la reazione di evitamento.
Come precedentemente accennato, un metodo, utilizzato per la prima volta da Gallup⁷ sulle scimmie, per verificare quando il bambino si riconosce allo specchio, consiste nel test della macchia.
Il viso dei bambini viene macchiato di rosso in una parte che non sia accessibile visivamente, come il naso o la fronte, in modo che essi non se ne accorgano, con una sostanza inodore e non percepibile al contatto con la pelle. Successivamente i bambini vengono portati di fronte allo specchio e si osserva se essi portano la mano sulla propria faccia o se, invece, la avvicinano all’immagine riflessa. Se i bambini sono indotti a toccare la macchia sul proprio viso o a cercare di pulirsi, vi è allora una precisa evidenza della loro capacità di riferire l’immagine esterna al proprio corpo, e quindi di riconoscersi. Mentre l’avvicinare la mano allo specchio è tipico delle fasi precedenti al riconoscimento della propria immagine.
Tra i bambini che furono coinvolti negli studi di Zazzo, il più precoce a superare il test della macchia aveva 17 mesi mentre il più tardivo aveva 27 mesi. La prova della macchia è un criterio attendibile per verificare l’autoriconoscimento, infatti permette di verificare l’autoriconoscimento con una sola prova e di tipo non verbale, consentendo quindi di superare le difficoltà relative all’interferenza dello sviluppo linguistico.
Un ulteriore modo per verificare l’autoriconoscimento del bambino è quello di chiedere Chi è?
riferendosi all’immagine nello specchio. Con questa metodologia il riconoscimento avviene in modo sistematico solo verso i 36 mesi, quando tutti i bambini rispondono alla domanda dicendo il proprio nome o sono io
.
Il divario fra la riuscita al test della macchia e la risposta verbale, non sembra avere rapporto con il quoziente di sviluppo, ma secondo gli autori attesta la fragilità della conoscenza visiva di sé. La conoscenza visiva di sé, inizia quindi non prima dei 16-18 mesi; ma in media è presente verso i 2 anni e si sviluppa seguendo una sequenza tipica. In un primo tempo, infatti, il bambino, anche se si è già riconosciuto, continua ad andare a cercarsi dietro lo specchio. Questo comportamento si estingue solo quando compare la comprensione dello spazio virtuale.
Inizialmente Zazzo aveva ipotizzato che il meccanismo, che consente al bambino di mettere in relazione l’immagine allo specchio con se stesso, fosse il sincronismo dell’esperienza allo specchio; il bambino si rendeva conto di essere lui nello specchio nel momento in cui diveniva conscio dell’uguaglianza dei propri gesti, con i gesti dell’immagine riflessa. Con il procedere dei suoi esperimenti l’autore abbandona però l’idea che il sincronismo sia all’origine della conoscenza visiva di Sé, avendo constatato che le reazioni di perplessità ed evitamento, in cui era evidentemente coinvolta la percezione del sincronismo, precedevano di molto la conoscenza visiva di Sé.
Zazzo ammette quindi di aver individuato quelli che lui definisce i paletti
, cioè le tappe fondamentali dello sviluppo, senza però aver individuato il come avvenga il passaggio tra una fase e l’altra e quale sia la relazione tra esse. Vediamo quindi che le successioni descritte dai due autori non si discostano di molto l’una dall’altra. Inoltre sia Amsterdam che Zazzo concordano sul fatto che il bambino riconosce prima gli oggetti inanimati, poi le altre persone, quindi i cambiamenti o gli accessori della sua immagine corporea e, solo alla fine, se stesso.
1.2 Winnicott e la funzione specchio della madre
Donald W. Winnicott viene influenzato, nell’elaborare la