Racconti per pesci del mare d’aria
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Anteprima del libro
Racconti per pesci del mare d’aria - Michele K.Menghinez
633/1941.
BUONGIORNO SONO
MENGHINI MICHELE.
Mi chiamo Michele Menghini, sono nato nel 1978 ho abitato 3 anni a Milano poi nel 1981, mi sono trasferito a Sermide in provincia di Mantova perchè il tetto della palazzina dove abitavo è crollato. A Sermide ho imparato a suonare la chitarra grazie alla mamma e al babbo, anche se io volevo suonare la batteria (che per un natale, dopo anni passati a picchiare i fustini rotondi del dixan, mi è stata pure regalata, ma poi ho dovuto venderla perché i vicini avevano problemi). A 12 anni ho avuto il primo complesso, poi mai più smesso di suonare. Dal ‘94 al ‘98 ho suonato con un tributo ai Nomadi (i Segnali caotici), poi sono riuscito a smettere; dal ‘98 al 2000 ho suonato con Eddi mnemonic. nel 2000 sono diventato perito fisico, nel 2006 mi sono laureato in scienze naturali, poi ho preso la seconda laurea in scienze della formazione e sono diventato maestro di scuola elementare anzi primaria (si dice così ora). Durante gli studi prendevo un po’ di soldi insegnando chitarra a bambini e meno bambini. Si pensa che sia un lavoro. Ho pubblicato due album con la band Bianconiglio: il primo Lo scatolino sporco
nel 2007 per C.N.I. music di Roma (etichetta di Almamegretta, Sud sound system , Ennio Morricone etc) e il secondo nel 2010 Qualsiasi ovunque sia
sempre con il Bianconiglio per cpsr/new model label records. Comunque ce l’abbiamo fatta a non scoppiare mai.
E poi faccio il giocatore di polo, no questo non è vero.
Durante i 10 anni passati col Bianconiglio creo una newsletter con dentro amici, parenti e tanti contatti mail di gente sconosciuta che rubavo da mail che a mia volta mi arrivavano con i contatti scoperti: è in questo periodo appunto che per invitare la gente ai nostri concertini e sottolineo concertini, oltre a scrivere data e luogo del concertino scrivo tutte le volte un raccontino, quasi mai inventato. Per me è difficile scrivere cose che non mi sono successe davvero. Terminata l’esperienza con il Bianconiglio (sono riuscito a smettere anche quella volta) ho inziato con Fede Furini, Massimo Porta e Jack Bondi un tributo ai Rage against the machine (People of the sun). Dopo la terribile scomparsa dell’amico Fede, ha continuato l’esperienza Alex Faini, batterista sermidese con cui suono dal ‘94, dal periodo coi Segnali caotici. Parallelamente nel 2011 inizio una collaborazione con Isacco Pavanelli di musica elettronica, il progetto si chiama Frank Sinutre: nel 2012 scriviamo la colonna sonora per lo spettacolo teatrale La colpa della leonessa
che viene inserito nel festival de teatro social di Valencia in Spagna; dopo questa esperienza i Frank Sinutre mettono insieme una trentina di live di musica elettronica performata anche attraverso gli strumenti inventati e costruiti dal collaboratore Isacco (e dalla sua morosa Anna Trida): il reactabox (un controller midi) e una drum machine acustica. Nel frattempo con i Frank Sinutre sta uscendo un secondo album che uscirà presto nelle migliori ferramenta d’Italia. Durante l’attività live, sia coi People of the sun che con i Frank Sinutre, ho continuato la modalità scrivi il raccontino e invita al live
. E così ho messo insieme un po’ di storie che mi son capitate e le sto raccogliendo in questo diario di bravo chitarrista fallito; per farci cosa?
MA I TUOI LO FANNO ANCORA?
Una sera stavamo parlando di una di quelle cose che ogni tanto tornano come grandi dilemmi mai risolti... E il dilemma era: ma i tuoi lo fanno ancora? Trovandosi a parlare con gente di una trentina d’anni, si scopre che i genitori ne hanno tipo una sessantina... Questo dilemma dei genitori che fanno l’amore o no a sessanta anni è una cosa che molto spesso porta ad un altro argomento strettamente correlato che è: ma i tuoi li hai mai sentiti scopare? P. mi dice che li ha sentiti una volta in roulotte e che c’era un cuscino fra loro che insonorizzava perfettamente l’azione… Perfettamente… In roulotte, (ma soprattutto poi la roulotte non si muoveva neanche un po’? Era tipo cementata nella piazzola del campeggio?). EN. invece, mi dice che contava sempre i goldoni che usava il babbo, per vedere se ne mancavano e in questo modo scopriva il numero di coiti del padre..ha detto che gli sarebbe piaciuto bucargliene uno con uno spillo… Così per ridere… Gran scherzo però se ci si pensa. E pensare che io che volevo da una vita un fratello che glielo chiedevo sempre al mio papà che mi diceva: Ne abbiamo già parlato e abbiamo convenuto io e la mamma che ne abbiamo già abbastanza di te
..cos’ero doppio? Valevo come due o tre figli? Mi ero forse già riprodotto per mitosi? Cazzo vuol dire abbastanza di te
per uno di 7 anni? Comunque era davvero semplice se volevo tanto questo frate/sorellino bastava bucargli il sacchetto… Altro che Carletto (quello che l’ha fatta nel letto, l’ha fatta nel letto, che bello scherzetto per mamma e papà) che cantava Corrado… Quello sì che era un bello scherzetto… Forse Corrado avrebbe dovuto cantarla così la canzone: Gli ho bucato il sacchetto che bello scherzetto per mamma e papà
. Sarebbe diventata una hit, avrebbe scalato la top ten italiana e in questo modo avrebbe anche risolto il problema del calo demografico. Comunque io, i miei, giuro, non li ho mai sentiti trombare. Mai, neanche un lamentino sottovoce..niente, muti. Forse i miei intanto che lo fanno non respirano, vanno in apnea come i 100 metri di Carl Lewis..e neanche si muovono…forse lo fanno col pensiero, forse i miei sono Siddharta. Sì, Darthagnan. Anzi forse mia mamma fa come i pesci depone le sue belle uova e mio papà si fa una sgangiona sopra e le feconda, magari mia mamma le conserva in frigo e mio papà fa sesso da solo lì dentro..Il fatto che lo facciano come i pesci rafforza poi la teoria che sono silenziosi e quindi per definizione muti (come i pesci) lo dice anche Lucio Dalla. Concludendo: io non li ho più sentiti, il fratellino non è arrivato, forse dopo di me viste le conseguenze (tipo a casa ancora con i tuoi a 32 anni che urli Maaaammmmaaa dove sono le mutande???
e Ma io il minestrone non lo voglio
) hanno convenuto di smetterla con il sesso, troppe conseguenze..per lui meglio il tornio e l’alesatrice elettrica e le rivista Far da sé
(che se non si fa all’amore è comunque un bel titolo da dare ad una rivista, Far da sé
, inerente diciamo; immagino una copertina con tipo Geppetto con una sega in mano che costruisce il suo bel pinocchio), che io in casa trovo puntualmente sul mobiletto del cesso (infatti.. è il luogo giusto per far da sé). E per lei il giardinaggio, il cane da portare in giro e il culto della santa chiesa cattolica apostolica (che la riempie tanto di gioia…parole sue…riempie). Ogni tanto li guardo dalla finestra che fanno le loro cose a volte anche insieme e forse per loro fare l’amore è diventato questo. Va bene, è già bello così..e se ci penso comunque, non so perché, ma mi viene da