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Mille... e un segreto per vincere la gelosia
Mille... e un segreto per vincere la gelosia
Mille... e un segreto per vincere la gelosia
E-book135 pagine1 ora

Mille... e un segreto per vincere la gelosia

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Cos'è la gelosia? Quali sono le origini di questo sentimento? Qual è il ritratto di una persona gelosa? Quando la gelosia diventa patologica? Quando rischia di minare un rapporto? La gelosia maschile e quella femminile sono uguali? Che sia un mostro che attanaglia l’anima e che offusca il cervello è indubbio: il suo veleno può insinuarsi in ogni atto conducendo a gesti folli e accecanti, fino al delitto. “Mille… e un segreto per vincere la gelosia” è un vademecum che permette di sopravvivere alla propria e all’altrui gelosia. Narra di un sentimento intenso e paradossale, delle molteplici cause che lo provocano, di tutti i suoi volti, come scoprirlo, come comportarsi con un partner geloso, come gestirlo
LinguaItaliano
EditoreSEM
Data di uscita15 mar 2011
ISBN9788897093039
Mille... e un segreto per vincere la gelosia

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    Anteprima del libro

    Mille... e un segreto per vincere la gelosia - Liza McKinsley

    Casanova

    01. Un sentimento intenso e paradossale

    Temete, signor, la gelosia! È un’idra fosca, livida, cieca, col suo veleno se stessa attosca, vivida piaga le squarcia il seno. Nulla di meglio delle parole di Jago nell’Otello per descrivere la forza di questo sentimento intenso e paradossale.

    Che la gelosia sia un mostro che attanaglia l’anima e che offusca il cervello è indubbio: il suo veleno può insinuarsi in ogni atto conducendo a gesti folli e accecanti, fino al delitto.

    È legata all’amore ma può portare alla morte. Per gelosia si ama, di gelosia si muore.

    Da tenera premura amorosa per la persona alla quale si tiene può trasformarsi in mania, ossessiva e subdola, divoratrice, scandalosa. La realtà lo conferma: i drammi della gelosia non si cantano solo nelle grandi opere, non si ergono semplicemente a eroiche e memorabili gesta letterarie. Segnano la vita di tutti i giorni, danneggiando irreparabilmente la quotidianità di persone ritenute normali.

    Eppure socialmente è un’emozione nascosta, associata a un segno di debolezza di cui quasi vergognarsi. Poiché la gelosia nasconde il timore di non essere il centro dell’universo per il lui o la lei che abbiamo scelto, non merita di essere confessata agli altri. E forse, proprio questo sforzo di occultamento di una sensazione di per sé umana, è la prima causa della sua trasformazione in patologia.

    Perché finché il sentimento è gestibile, accomuna un po’ tutti, mogli, mariti, amanti, ma anche amici, genitori, figli. E non comporta particolari fastidi. Ma è quando sfocia in eccesso, quando allontana dalla lucidità e induce a non essere più obiettivi che diventa un problema.

    È allora che la realtà viene distorta dal dubbio, il sospetto uccide la fiducia, il desiderio di avere l’altro tutto per sé diventa pretesa, esclusivismo. Nell’universo dei gelosi entra chiunque, non è solo il caso degli innamorati. Così come è di tutti la potenziale capacità di rendere impossibile la vita agli altri in virtù di una gelosia fuori controllo. In realtà, fare esperienza di gelosia può anche gratificare. Difficile trovare qualcuno che non abbia mai dovuto rispondere a un interrogatorio da parte dell’amato o dell’amata, interrogatorio nato dalla convinzione, quasi sempre errata, che le uscite del partner nascondano incontri amorosi o tradimenti vari.

    Sorridere di fronte a tante domande - Chi eri? Dove eri? Per quanto tempo? Chi c’era con te? - viene spontaneo, se si capisce che queste domande nascono dal vero amore.

    La gelosia, gestita in questi termini, contribuisce a ravvivare il rapporto, anzi a volte ne rappresenta il sale. O le bollicine, per usare un’altra metafora. C’è chi pensa che senza gelosia non possano esistere le storie d’amore.

    L’importante, come già detto, è collocarla nella giusta dimensione. Capirla, per vivere meglio. Imparare a dominarla, se non si è stati capaci di frenarla. Dosarla con furbizia, se si sente che il partner tende a sfuggire.

    02. La scintilla di un grande incendio

    Basta poco per essere gelosi. Un sorriso in più a una ex, un silenzio di troppo, una decisione presa senza esser stati consultati, una gita nella quale non si è coinvolti. La vita presenta infinite occasioni per provare sulla propria pelle i crampi della gelosia: il nervosismo monta alle stelle, lo stomaco si ribalta, l’immaginazione prende il posto della verità, portando a inutili scenate o a vere e proprie crisi di panico. Può capitare a tutti, qualunque situazione sentimentale si stia vivendo. Oggetto della gelosia possono essere cose o persone, vittime di un desiderio di possesso che passerebbe per mio ogni realtà che inonda. Persino gli animali mostrano gelosia nei confronti del loro padrone.

    Le origini di questo sentimento sono arcaiche, radicate nell’animo umano fin dall’epoca preistorica. Ma cosa significa essere gelosi? Esclusivismo è la parola chiave: tutto di te deve essere mio, e io devo essere unico per te.

    Anche in caso di un’amicizia, non solo in presenza di un amore, la condivisione con altri non è contemplata, e nemmeno l’indipendenza dell’altro. Eccedere con la gelosia rende incapaci di accettare che il partner possa avere una vita propria, nonostante lo stretto legame, e di capire che essere indipendenti non vuol necessariamente dire essere infedeli.

    A motivare simili sensazioni intervengono fondamentalmente due fattori: la paura dell’abbandono e la scarsa considerazione di sé. La sensibilità alla gelosia è un fatto soggettivo. Non tutti reagiscono alla stessa maniera di fronte al rischio che il proprio partner possa sentirsi attratto da qualcuno di più interessante, per esempio. Non tutti avvertono il timore di essere lasciati come una vera e propria fobia: molto spesso queste sensazioni restano a un livello inconscio, e sono più che gestibili. Chi invece tende a farsi del male oltre ragione è soprattutto chi ha una bassa stima di sé e degli altri. La svalutazione personale, la mancanza di fiducia e di ottimismo, il senso di inferiorità: sono tutti presupposti che alimentano convinzioni infondate e pensieri insani, e inducono a dimenticare il motivo per cui si è stati scelti fra tante altre persone.

    In simili condizioni ciò che prevale sono le sensazioni negative, tradotte spesso in disagio fisico, frustrazione, rabbia. Fino al caso limite: la furia omicida. Quando individui particolarmente deboli si ammalano di gelosia, quando di tale sentimento non si può più parlare perché è già diventato follia. In queste pagine saranno raccontati episodi drammatici e definitivi, nel tentativo di illustrare fino a che punto possa arrivare la mente umana quando è affetta da gelosia eccessiva.

    E la stessa gelosia, in quanto sentimento umano, sarà analizzata nelle sue molteplici sfumature, dai casi che rientrano nella normalità a quelli estremi che la travalicano. E ciò servirà a far riflettere, e magari a sopportare con tenerezza, al posto dell’insofferenza, l’insistenza del partner a domandare, controllare, indagare. L’importante è comprendere il limite: capire quando la gelosia arriva a devastare la vita, quando vincola la libertà sia di chi la subisce sia di chi ne è affetto, così da iniziare in tempo un percorso di riabilitazione che aiuti a riequilibrare il rapporto.

    Donne o uomini non fa differenza: questo sentimento appartiene a chiunque. E per entrambi può anche essere usato come terapia. Riscoprirsi improvvisamente gelosi di un collega o di un’amica di vecchia data può infatti risvegliare una coppia da quel torpore che molte volte spegne il desiderio di avvicinarsi, di rivalutarsi, o semplicemente di stare insieme. Può succedere in qualsiasi momento, indipendentemente dall’età, e l’effetto è miracoloso. Basta non eccedere in questo senso. C’è chi provoca volutamente la gelosia del partner, punzecchiandolo con gesti e attenzioni da parte di amanti inesistenti, come l’auto spedizione di un mazzo di fiori con dedica. O chi utilizza in modo terapeutico un altro aspetto della gelosia: la capacità di provocare il conflitto, di suscitare la discussione e il confronto.

    Dato che i dubbi e i sospetti agiscono dentro la coscienza tormentando la quotidianità, prima o poi arriva un momento in cui tutto scoppia e si riversa con aggressività sull’altro, che diventa vittima di accuse il più delle volte infondate.

    Finché il confronto rimane entro certi termini, la situazione può essere tollerata, nonostante i fastidi che provoca. Anzi, in certi casi un pizzico di gelosia è motivato dalla presenza minacciosa di altri, che fanno di tutto per far invaghire il proprio partner di sé. E questo pizzico di gelosia può servire a metterlo in guardia.

    Ma quando le manie di gelosia e le scenate diventano abitudine, ecco che diventa impossibile sopportare e andare avanti. E solitamente, uno dei due, ossessionato fino ai limiti della sopportazione, decide di rompere la relazione. Se amare significa comprendere e accettare la libertà dell’altro, accettare che egli possa avere una vita al di fuori di noi, un simile atteggiamento ossessivo non permette certo che il rapporto funzioni.

    Spesso non è facile capire la distinzione tra immaginazione e realtà: le accuse mosse all’altro sono infondate o c’è qualcosa di vero sotto? E assolutamente non è facile reprimere quello che è un sentimento naturale, che può appartenere a tutti, anche se in misura diversa. Cancellare la gelosia è un’illusione, ma imparare a gestirla è possibile. Basta allenarsi a riflettere, a calmare l’impulsività, a placare quel mostro divoratore che vive dentro di noi.

    Qualche numero. In un recente sondaggio mondiale sulla gelosia, commissionato da una consociata della Mondadori, il 77 % degli intervistati ha risposto di non raccontare mai al proprio partner gli amori passati. La motivazione? Evitare di provocare scenate di gelosia, la prevalente.

    Perché essendo relazioni esaurite non avevano alcun’influenza sulla realtà contingente, la secondaria.

    Un altro studio ha dimostrato il crescente utilizzo dei socialnetwork al servizio della gelosia. I ricercatori dell'Università dell’Ontario (Usa) hanno analizzato il mondo di Facebook e le implicazioni psicologiche dell'uso del socialnetwork nei rapporti di coppia. Ne è emerso un quadro che forse vale la pena approfondire.

    Su Facebook, per esempio, la privacy di ciascuno ha ormai raggiunto livelli così bassi da essere quasi nulla. La causa principale va individuata nella volontà delle stesse persone che aderiscono al socialnetwork. Molte sono talmente narcisiste che sono pronte a mettersi a nudo, fisicamente e mentalmente, pur di ritrovare un vecchio amico/a del passato. Il bello è che tutte sono convinte d'essere immuni dagli sguardi indiscreti degli altri. Non è così. Pubblicare dati sensibili su Facebook non mette al riparo da sguardi indiscreti, nemmeno da quelli del proprio partner. Che, moglie o

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