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Ettore Loizzo Confessioni di un Gran Maestro
Ettore Loizzo Confessioni di un Gran Maestro
Ettore Loizzo Confessioni di un Gran Maestro
E-book179 pagine1 ora

Ettore Loizzo Confessioni di un Gran Maestro

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Info su questo ebook

Ettore Loizzo è stato Gran Maestro aggiunto del GOI, durante la seconda Gran Maestranza di Armando Corona. “Un massone a tutto tondo”, lo definisce Stefano Bisi, attuale Gran Maestro della più importante e numerosa Comunione massonica italiana, presentando il libro-intervista che Loizzo ha scritto con il giornalista Francesco Kostner. Una testimonianza che mette in luce “le mille sfaccettature di un pensiero per tanti aspetti più attuale e fresco che mai”: il lascito di un massone che ha scritto “una delle pagine belle della storia del Grande Oriente d’Italia”.
L’esperienza di Loizzo è intrisa di amore per l’Istituzione in cui ha militato sessantasei anni, ma anche di coraggio e determinazione. Qualità che dimostrò in molte circostanze, in modo particolare agli inizi degli anni ’90, dopo le dimissioni del Gran Maestro Giuliano Di Bernardo e l’inchiesta del procuratore di Palmi Agostino Cordova, guidando il GOI fuori dalla tempesta che l’aveva travolto.
Un libro ricco di aneddoti e rivelazioni dal quale traspare lo spessore culturale di un indiscusso protagonista della Massoneria italiana.
LinguaItaliano
Data di uscita27 nov 2020
ISBN9788868229658
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    Anteprima del libro

    Ettore Loizzo Confessioni di un Gran Maestro - Francesco Kostner

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    FRANCESCO KOSTNER

    ETTORE

    LOIZZO

    Confessioni di un

    Gran Maestro

    Presentazione di

    Stefano Bisi

    L’utilizzo delle fotografie relative ai Gran Maestri è stato gentilmente autorizzato dal Grande Oriente d’Italia, al cui sito (www.grandeoriente.it) si rimanda per informazioni e approfondimenti relativi all’Istituzione. Il sito www.ritoscozzese.it, invece, è utile per conoscere gli elementi distintivi del Rito Scozzese Antico e Accettato.

    Proprietà letteraria riservata

    © by Pellegrini Editore – Cosenza – Italy

    Stampato in Italia nel mese di dicembre 2020 per conto di Pellegrini Editore

    Via Camposano, 41 (ex via De Rada) – 87100 Cosenza

    Tel. (0984) 795065 – Fax (0984) 792672

    Sito internet: www.pellegrinieditore.it

    E-mail: info@pellegrinieditore.it

    I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.

    A mio padre,

    che mi ha educato ai valori

    della libertà, dell’uguaglianza

    e del progresso civile

    Ringraziamenti

    Desidero esprimere la mia gratitudine ai figli e al nipote di Ettore Loizzo, Gianni, Fiorella ed Ettore Loizzo j, che hanno sostenuto convintamente la realizzazione del volume.

    Un ringraziamento sincero va anche a Pietro Mocciaro e Giuseppe Chiappetta, che hanno consentito il recupero dei documenti relativi alla costituzione della Loggia Ettore Loizzo; ad Antonio Salituro e Luigi Greco per il contributo assicurato alla ricostruzione dell’esperienza massonica di Loizzo.

    Particolare gratitudine esprimo al Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, Stefano Bisi, per l’incoraggiamento a pubblicare il libro.

    Grazie, infine, a Marta Pellegrini, prezioso riferimento in tutte le fasi del lavoro.

    f.k.

    Presentazione

    Sono trascorsi 19 anni da quando il libro-intervista del compianto fratello Ettore Loizzo vide la luce per la prima volta con una apprezzata ed ormai quasi introvabile pubblicazione.

    Adesso la scelta di ristamparlo da parte dell’autore, Francesco Kostner, per la Pellegrini Editore non può che avere il mio più ampio plauso vista l’altezza del personaggio, e il suo straordinario contributo fornito da cittadino e da massone al Bene della Comunità.

    Ettore Loizzo è stato Gran Maestro aggiunto del Grande Oriente d’Italia, soprattutto è stato reggente insieme a Eraldo Ghinoi quando l’allora Gran Maestro in carica, agli inizi degli anni Novanta, lasciò improvvisamente la guida della nostra Comunione.

    Ho conosciuto il fratello Loizzo, e per tanti anni ne ho ammirato la sua schiettezza, la sua sincerità, il suo spirito di fratellanza: quello di un uomo e di un massone stimato in tutta Italia e ricordato nella sua Calabria ed a Cosenza dove è stato una figura di spicco nel ruolo di docente, d’imprenditore e in quello di politico ed amministratore pubblico.

    Il suo fecondo impegno pedagogico nella scuola, volto alla costante e necessaria crescita degli studenti, è meritoriamente ricordato ogni anno con un convegno e alcune borse di studio, senza dimenticare il Laboratorio di elettronica dell’Istituto Tecnico Industriale A. Monaco che gli è stato dedicato.

    Quello di amministratore gli è stato riconosciuto con una via che porta il suo nome nel capoluogo bruzio, infine quello massonico continua ad essere portato avanti con il prezioso lavoro dei fratelli che gli hanno intitolato una loggia cosentina.

    L’ingegnere Ettore Loizzo per la sua infaticabile opera, per la sua strenua difesa dei valori massonici e dell’immagine dell’Istituzione in un momento delicato, rimarrà per tutti i fratelli una delle pagine belle della storia del Grande Oriente d’Italia.

    L’intervista contenuta in questo libro, fra le mille sfaccettature del pensiero di Loizzo, per tanti aspetti più attuale e fresco che mai, fa trasparire tutta la bellezza e l’amore di Ettore per la Massoneria e il Grande Oriente d’Italia. E ci ricorda la grande carica vitale, l’entusiasmo e anche lo spirito critico costruttivo che hanno sempre accompagnato e contraddistinto per 66 anni il suo percorso iniziatico nell’Ordine, quello di un massone a tutto tondo.

    Il Gran Maestro

    del Grande Oriente d’Italia

    di Palazzo Giustiniani

    Stefano Bisi

    Introduzione

    Confessioni di un Gran Maestro è una lunga intervista con Ettore Loizzo: massone d’alto rango, Gran Maestro aggiunto del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani (GOI), la più grande e importante obbedienza massonica italiana, durante la Gran Maestranza di Armando Corona. Pubblicata la prima volta nel 2000, l’intervista si prefiggeva di mettere a fuoco, per quanto possibile a un profano (a chi cioè non fa parte della Massoneria), ma, soprattutto, senza pregiudizi, l’universo del GOI, alle prese con uno dei momenti più difficili della sua storia. Quello, iniziato nel 1993, dopo le dimissioni del Gran Maestro Giuliano Di Bernardo a causa dell’inchiesta del procuratore della Repubblica di Palmi, Agostino Cordova, secondo il quale, in buona sostanza, ’ndrangheta e grembiulini" di mezza Italia andavano a braccetto. Un gesto clamoroso, cui aveva fatto seguito la decisione della Gran Loggia d’Inghilterra, supremo riferimento della Massoneria internazionale, di privare il Grande Oriente d’Italia del suo riconoscimento. Espulso Di Bernardo, fu Ettore Loizzo, insieme con Eraldo Ghinoi, a traghettare il GOI, nel pieno di una crisi senza precedenti, fino all’elezione del nuovo Gran Maestro, Virgilio Gaito, avvenuta nel dicembre 1993. Il carattere e la determinazione mostrati in quel difficilissimo momento, uniti alla sua lunghissima militanza nell’Istituzione, fecero di Loizzo un punto di riferimento certo del Grande Oriente d’Italia. Un ruolo di prestigio svolto anche negli anni successivi, fino alla sua scomparsa, nel 2011.

    Per tornare all’intervista (che, a parere di chi scrive, conserva, anche a distanza di tanto tempo, una freschezza culturale sorprendente, anche se alcune valutazioni, come nel caso delle responsabilità di Licio Gelli in alcune gravissime vicende che hanno segnato la storia del Paese, non hanno trovato riscontro nella realtà), non fu facile convincere Loizzo a raccontarsi. Superò ogni diffidenza solo quando, ormai esausto e finanche mortificato, gli dissi chiaro e tondo che non avrei accettato altri rinvii, dopo i numerosi appuntamenti puntualmente cancellati all’ultimo minuto. Ebbi il sospetto (poi confermato dallo stesso Loizzo) che quello snervante tira e molla non fosse casuale, né che fosse effettivamente collegato a imprevisti, inderogabili impegni massonici, come incaricava il fidato segretario di riferirmi, ma una sorta di verifica della mia tenuta nervosa. Quasi che la mia pazienza, secondo non meglio precisati parametri quali-quantitativi, fosse una sorta di viatico, un imprescindibile banco di prova propedeutico alla realizzazione della nostra intervista.

    Finalmente, dopo un’estenuante attesa durata mesi riuscii a incontrare il Gran Maestro. Il giorno convenuto lo raggiunsi nel suo studio. La scrivania era letteralmente invasa di fogli, riviste, giornali, anche stranieri, e da un numero impressionante di contenitori e cartelline di varie dimensioni e colori, disordinatamente accatastati uno sull’altro. Notai anche una manciata di vecchie matite e alcune gomme da cancellare, usurate al pari delle prime, che scoprii presto quanto fossero importanti nell’organizzazione del Gran Maestro. Loizzo, infatti, utilizzava una sorta di planning sgangherato (che sembrava somigliare più a ciò che rimaneva di un diario di bordo, miracolosamente scampato a un naufragio, che a uno strumento di lavoro), annotando ogni cosa con una scrittura a tal punto microscopica da essere costretto lui stesso, talvolta, a utilizzare una piccola lente d’ingrandimento per decifrare quelle specie di geroglifici. Mi resi conto, man mano che l’intervista andava avanti, che il Gran Maestro non scriveva mai una parola o un appunto per intero, ma sigle, trattini, punti, virgole, che cancellava e modificava, anche a distanza di pochi secondi dalla stesura iniziale. Un misterioso alfabeto personale, attraverso il quale annotava minuziosamente ogni istante della sua giornata, compresi, devo supporre, i risultati dei rigorosi vagli analitico-investigativi cui sottoponeva i suoi interlocutori.

    Loizzo mi fece accomodare sulla sedia posta a sinistra rispetto al suo angolo di visuale. Così riesco a guardarti meglio, disse, per me è molto importante incontrare lo sguardo della persona con cui parlo. Poi intimò al suo fidato collaboratore di abbassare la suoneria del telefono e di rispondere a chiunque lo cercasse che sarebbe stato impegnato a lungo in un’importante riunione. È un gesto di riguardo nei tuoi confronti, sottolineò mentre continuava a osservarmi con attenzione, ma lasciandosi andare finalmente a un rassicurante sorriso. Ricordò di aver apprezzato la serietà e la vocazione imprenditoriale di mio nonno Francesco, qualità che aveva ritrovato anche in mio padre Giovanni. Come a significare che lo avrei deluso non poco se, in qualche modo, avessi interrotto una continuità relazionale e un riscontro di affidabilità che datavano ormai più di mezzo secolo. Aggiunse anche che il mio ultimatum: Basta rinvii, altrimenti rinuncio!,

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