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Infedeltà: Cause e rimedi
Infedeltà: Cause e rimedi
Infedeltà: Cause e rimedi
E-book130 pagine1 ora

Infedeltà: Cause e rimedi

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Info su questo ebook

La lettura di questo libro è un valido aiuto a comprendere le dinamiche che portano al tradimento e quali sono i tratti delle personalità più predisposte a venire meno ai patti. L’autrice offre la sua consolidata esperienza sul tema della vita di coppia, fornendo strumenti utili per uscire dal buio tunnel del tradimento e, altresì, consolidare il rapporto, attraverso la conoscenza delle dinamiche di relazione e guidando le persone a imparare dai propri errori, ritrovando speranza e motivazioni esistenziali.

L’autrice, psicologa e psicoterapeuta di lunga e comprovata esperienza, si occupa del tradimento. In più passaggi, il testo offre una fotografia delle relazioni, delle personalità attratte dalla clandestinità dei rapporti e fuorviate nella loro idea di

rapporto di coppia. L’analisi si apre sul tema della comunicazione efficace, strumento indispensabile per il buon mantenimento dei legami e relazioni.

Alcuni racconti sono stati inseriti per aiutare il lettore ad inoltrarsi in varie situazioni possibili e diverse, che però rilevano congiuntamente quanto il tradimento possa essere causa di sofferenze, spesso evitabili, e talvolta con esiti devastanti. Con il suo realismo professionale e la grande carica umana che la contraddistinguono, aiuta i lettori ad analizzare meglio e prevenire, dove possibile, comportamenti e dinamiche nocive ai rapporti, fornendo al tempo stesso validi supporti pratici e comprensibili, frutto di lunghi studi e attività.
LinguaItaliano
Data di uscita1 mag 2015
ISBN9788863653106
Infedeltà: Cause e rimedi

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    Anteprima del libro

    Infedeltà - Maria Cristina Strocchi

    Mellito

    PARTE PRIMA

    CAUSE E RIMEDI

    L’INFEDELTÀ È GENETICA O ACQUISITA?

    Da alcune ricerche emerge che l’essere umano è biologicamente infedele per questioni di sopravvivenza della specie. Da ciò deriva che la fedeltà è una scelta che va operata con coscienza nel momento in cui si decide di condividere un rapporto d’amore. Inoltre è alquanto interessante risalire all’origine etimologica della parola infedele.

    Essa proviene dal latino, precisamente dal termine foedus che significa patto. Aggiungendo il privativo in, al termine fedele, ne deriva questo contenuto; INFEDELE = colui che viene meno ai patti. Potremmo quindi stabilire che un rapporto è fondato su patti e che, nello specifico del rapporto di coppia, l’intimità di relazione è garantita dal patto di fedeltà. Negare la necessità inviolabile di intimità della coppia significa sconfinare oltre questo tipo di relazione e stravolgerne la natura, peggio ancora se l’iniziativa di violare l’esclusività del rapporto viene arbitrariamente assunta da una sola delle parti, trasgredendo ai patti in modo unilaterale.

    Il Patto garante dell’intimità di relazione e della complicità positiva è la FEDELTÀ.

    L’essere umano sarebbe portato istintivamente all’infedeltà e al tradimento come a tanti altri cedimenti ed è proprio su questo punto che ci si deve soffermare per capire come usando l’istinto in modo inconsapevole o a briglie sciolte, si possono causare danni a se stessi e agli altri, con reazioni a catena, spesso irreversibili, mentre, imparando a riconoscere i nostri istinti e pulsioni e a dirigerli correttamente, aumentiamo il benessere dei nostri rapporti, la soddisfazione esistenziale e ci garantiamo il titolo di veri uomini e vere donne.

    È proprio nei momenti di crisi di una relazione che l’istinto incontrollato orienta la persona a scegliere rapporti trasgressivi e clandestini che sfociano nella lesione del rapporto a due, della persona tradita e del traditore senza risparmiare neppure il vicinato familiare.

    Probabilmente ognuno di noi è stato tradito almeno una volta nella vita, per questa ragione è importantissimo conoscere e divulgare la prevenzione di questa vera e propria ferita sociale.

    Prevenire si può, attraverso la conoscenza dei meccanismi che muovono l’istinto e l’opportunismo incontrollato. Ognuno di noi ha il dovere di rispettare i patti e di scioglierli, se consapevole di non poterli mantenere, in modo corretto e reciproco. La fedeltà sembra un duro mestiere in realtà è una scelta per vivere in modo adulto sereno e responsabile.

    Si tenga inoltre presente che, fin dall’antichità, l’infedeltà causa di tradimento è stata considerata come un atto lesivo della dignità del partner o coniuge e dell’unità familiare e sociale.

    L’INFEDELTÀ E LA LEGGE

    Nel nostro paese, il matrimonio è inteso come rapporto stabile e legalmente sottoscritto. Di fatto, i coniugi, alla fine delle cerimonie di unione, sia civile sia religiosa, sottoscrivono le clausole del legame, apponendo le loro firme in un apposito registro, unitamente a quelle di due o più altri soggetti, amici o funzionari, che vengono definiti i testimoni. Vale a dire che non solo gli sposi come diretti interessati, ma anche i loro testimoni si fanno garanti degli impegni assunti con l’unione.

    I coniugi aderiscono a un rapporto ufficialmente riconosciuto, detto vincolo di matrimonio, e si assumono precisi diritti e obblighi reciproci, che incidono in modo rilevante sulla libertà dei due soggetti. Secondo la legge, il marito e la moglie sono tenuti a contribuire al benessere del nucleo, inteso poi come famiglia, sia sul piano materiale sia su quello relazionale. Sono tenuti all’obbligo reciproco di fedeltà, intesa come dedizione fisica e spirituale e costanza di matrimonio (di unione) e alla astensione da rapporti personali privilegiati con persone diverse dal coniuge.

    Stando ai disastrosi dati attuali sull’infedeltà all’interno della coppia, soprattutto in quella stabile, come causa del conseguente sfascio dell’identità familiare e morale dei rapporti, si direbbe che molti individui siano a sottoscrivere il loro vincolo matrimoniale come si firma una cartolina spedita dal luogo di vacanza. Sarebbe buona e proficua usanza che, anche nelle scuole d’obbligo, si potessero informare i ragazzi più grandi sul contenuto dei diritti e doveri del matrimonio così come previsti, favorendo la formazione dell’individuo alla consapevolezza delle responsabilità della vita e magari prevenendo scelte improvvisate e inconsapevoli per future unioni.

    I vecchi art. 559 e 560 del Codice Penale, rientranti nei delitti contro la famiglia e delitti contro il matrimonio, definivano l’infedeltà come Adulterio nel caso della donna e Concubinato nel caso dell’uomo. La moglie adultera o il marito che avesse tenuto una concubina in casa o altrove erano puniti da uno a due anni con la reclusione se querelati dal coniuge e, addirittura, il correo (il complice della donna) e la concubina (convivente dell’uomo senza titolo di matrimonio) venivano puniti con la medesima reclusione.

    Alla fine degli anni sessanta, la Corte costituzionale dichiarava l’illegittimità costituzionale dei punti contenuti negli articoli citati.

    Ma oggi, anno 2015, come si pone la legge in materia di infedeltà? L’attuale articolo 151 del c.c. stabilisce che la separazione legale giudiziale possa essere pronunciata nel caso in cui si verifichino fatti tali da rendere intollerabile il proseguimento della convivenza tra i due coniugi.

    Il diritto che regola la separazione prevede che l’infedeltà coniugale di uno dei coniugi (o moglie o marito) rappresenti una causa di intollerabilità della convivenza. L’infedeltà coniugale, manifestata nel tradimento fisico e relazionale, è una delle cause che potrebbero avvalorare la separazione giudiziale tra i coniugi.

    La moderna giurisprudenza tende a considerare l’infedeltà, a seguito di approfondite valutazioni sviluppate sulla presenza di prove certe del tradimento, come una delle violazioni dell’obbligo di fedeltà coniugale (in quanto offende l’onorabilità e il decoro del coniuge che viene tradito). È considerata una causa sufficiente per giustificare l’addebitamento della separazione all’altro coniuge, se la sua condotta è causa della crisi e del fallimento della coppia. Oggi l’art. 143 del Codice Civile, Diritti e Doveri reciproci dei coniugi, stabilisce che con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia. L’art. 29 della Costituzione stabilisce che l’ordinamento italiano riconosce la famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio.

    Da questo si evince che tutto il contenuto che regola i rapporti all’interno del matrimonio è di basilare importanza per il buon andamento dell’intera società italiana, diversamente la Costituzione non gli darebbe un peso così rilevante.

    Questa scelta legislativa, se da un lato lascia libere le coppie di fatto dai doveri come espressi nel matrimonio, dall’altro le vede in condizione di inferiorità rispetto ai diritti di cui invece godono i coniugi uniti da matrimonio.

    Oggi, molti appartenenti alle coppie di fatto invocherebbero leggi su misura per le loro unioni, ricevendo i diritti del matrimonio ed eludendo alcuni fondamentali doveri dello stesso. A questo proposito si possono visionare i contenuti dei contratti di convivenza oggi maggiormente utilizzati dalle coppie di fatto prima della coabitazione o della vita comune. Essi hanno quasi totalmente il carattere di tipo patrimoniale e finanziario. Senza nulla togliere a nessun tipo di rapporto legalmente sottoscritto o di fatto, una riflessione importante per qualsivoglia tipo di rapporto affettivo e familiare è quella basata sul senso della coerenza agli impegni presi, come stile comportamentale e valoriale di fondamentale importanza per la credibilità personale e verso i figli. I genitori sono e rimarranno sempre, se lo desiderano fermamente, il miglior esempio e modello educativo per i loro giovani ragazzi, dispensatori di fiducia e forza interiore, necessari per affrontare l’esistenza umana.

    LE RELAZIONI EXTRACONIUGALI IN ITALIA

    Secondo un’indagine condotta dal Centro Studi dell’Associazione Matrimonialisti Italiani, in collaborazione con il prof. Vincenzo Mastronardi, in Italia in un matrimonio su due vi è un infedele.

    • Nel 60% dei casi le infedeltà avvengono con i propri colleghi di lavoro.

    • Nel 40% avvengono grazie alla chat o mediante incontri occasionali.

    • Le donne stanno raggiungendo gli uomini (45% donne – 55% uomini).

    Da una ricerca più recente del 2013, pubblicata da Redazione, emerge che la città dove si tradisce di più è Milano, seguita da Roma e aumenta la percentuale dei cosiddetti traditori seriali, ossia di coloro che danno libero sfogo ai loro istinti attraverso i social network, in particolare Facebook.

    Negli ultimi anni sta emergendo un altro fenomeno: quello delle infedeltà omosessuali nel 7% dei maschi e nel 4% delle femmine. Nella nostra cultura omofobica non sono poche le persone omosessuali o bisessuali prevalentemente orientate verso il proprio sesso che, alla ricerca di

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