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Un quarto regno della natura?
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E-book200 pagine3 ore

Un quarto regno della natura?

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Questo studio idealmente si ricollega ad un altro nostro libro dal titolo Evoluzione e Amore, pubblicato nel 1921.
La ci eravamo posto il problema che affatica l'umanità dal suo nascere, relativo al mistero che involve le origini del mondo e della vita, il suo svolgersi ed il suo fine, partendo dalle conoscenze scientifiche fondamentali per giungere a conclusioni che tracciano per l'uomo una via ineluttabile di progresso morale. Ora vogliamo sulla stessa strada procedere più oltre, affrontando il problema metapsichico.
Entrando in questo campo, desideriamo avvertire i lettori che nostro intendimento non è già il solito di coloro che dei fenomeni metapsichici si occupano, e cioè quello di dimostrarli veri, di classificarli; o magari anche di formulare ipotesi sulla loro natura.
I fatti esistono: le prove della loro esistenza ognuno può cercarle altrove, specie negli aurei libri del Flammarion, del Richet, del Bret e più che mai in quelli del nostro Bozzano. Se ne citiamo alcuni, i più significativi, scelti tra mille e mille, è solo per chiarire il nostro pensiero.
Poiché i fatti esistono, è ora di giovarsene per il nostro ragionamento. Il quale desideriamo proceda rapido, senza soverchia cura dei particolari, senza neppure attardarci nelle citazioni, senza pesantezza di note culturali. Una bibliografia orientatrice, specie per la parte metapsichica, ognuno può trovare nell' aureo libretto del nostro carissimo Emilio Servadio: La ricerca psichica.
E' peraltro necessario per una ricerca seria e soddisfacente di luce sui fenomeni inusitati ed inspiegati che si radunano sotto la denominazione di metapsichici, osservarli sulla direttiva delle leggi eterne ed inviolabili che la scienza riconobbe come regolatrici d'ogni fenomeno del creato.
Solo poggiando su siffatta base granitica, sulla quale si svolgono tutti i fenomeni vitali, è lecito sperare di conseguire un progresso nella via della conoscenza e di giungere a sorprendere qualche altro mistero che, inavvertito, ci circonda. Si realizza in tal modo l'ampliarsi di quell'orizzonte di luce, mercé il quale passo passo l'intelligenza umana osservatrice può sospingere lo sguardo, sempre più guadagnando terreno nel campo fenomenico, come in quello delle leggi che lo governano.
Bisogna innalzarsi ad una visione d'insieme della natura, comprendendo in essa anche i fenomeni metapsichici, ed osservare tutto in base alle leggi eterne fissate dal Creatore (Natura naturans), leggi che riscontriamo in ogni sua opera. E si potrà così abbracciare il passato e il presente ed intravvedere luminoso il futuro.
E' su questo futuro che si è volto anelante il nostro sguardo; e ci è sembrato di scorgere il regno dello spirito che sta per venire, e ci è sembrato nitidamente tracciata la strada da una legge d'amore che è la sola che conduca al progresso ed alla libertà.
L'amore è un raggio di luce che parte da Dio e che indica ed illumina la strada che a Dio ci riconduce.
 
LinguaItaliano
Data di uscita26 feb 2016
ISBN9788892558946
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    Un quarto regno della natura? - Anhelus

    UN QUARTO REGNO DELLA NATURA?

    ANHELUS

    Edizioni l’Albero - Prima edizione digitale 2016 a cura di David De Angelis

    INDICE

    Prefazione

    Conoscenze fondamentali

    La sensibilità

    L'istinto

    Istinti umani

    La telepatia

    Oltre i cinque sensi

    Telepatia con morenti

    Materialità dell'immateriale

    L'Io trascendentale

    Fenomeni sperimentali

    L'ectoplasma

    Fenomeni mentali

    Conclusione

    PREFAZIONE

    Questo studio idealmente si ricollega ad un altro nostro libro dal titolo Evoluzione e Amore, pubblicato nel 1921.

    La ci eravamo posto il problema che affatica l'umanità dal suo nascere, relativo al mistero che involve le origini del mondo e della vita, il suo svolgersi ed il suo fine, partendo dalle conoscenze scientifiche fondamentali per giungere a conclusioni che tracciano per l'uomo una via ineluttabile di progresso morale. Ora vogliamo sulla stessa strada procedere più oltre, affrontando il problema metapsichico.

    Entrando in questo campo, desideriamo avvertire i lettori che nostro intendimento non è già il solito di coloro che dei fenomeni metapsichici si occupano, e cioè quello di dimostrarli veri, di classificarli; o magari anche di formulare ipotesi sulla loro natura.

    I fatti esistono: le prove della loro esistenza ognuno può cercarle altrove, specie negli aurei libri del Flammarion, del Richet, del Bret e più che mai in quelli del nostro Bozzano. Se ne citiamo alcuni, i più significativi, scelti tra mille e mille, è solo per chiarire il nostro pensiero.

    Poiché i fatti esistono, è ora di giovarsene per il nostro ragionamento. Il quale desideriamo proceda rapido, senza soverchia cura dei particolari, senza neppure attardarci nelle citazioni, senza pesantezza di note culturali. Una bibliografia orientatrice, specie per la parte metapsichica, ognuno può trovare nell' aureo libretto del nostro carissimo Emilio Servadio: La ricerca psichica.

    Ed il ragionamento, per il quale son da usare le maggiori cautele d'una rigorosa critica, deve prescindere in maniera assoluta da ogni preconcetto.

    E' peraltro necessario per una ricerca seria e soddisfacente di luce sui fenomeni inusitati ed inspiegati che si radunano sotto la denominazione di metapsichici, osservarli sulla direttiva delle leggi eterne ed inviolabili che la scienza riconobbe come regolatrici d'ogni fenomeno del creato.

    Solo poggiando su siffatta base granitica, sulla quale si svolgono tutti i fenomeni vitali, è lecito sperare di conseguire un progresso nella via della conoscenza e di giungere a sorprendere qualche altro mistero che, inavvertito, ci circonda. Si realizza in tal modo l'ampliarsi di quell'orizzonte di luce, mercé il quale passo passo l'intelligenza umana osservatrice può sospingere lo sguardo, sempre più guadagnando terreno nel campo fenomenico, come in quello delle leggi che lo governano.

    Bisogna innalzarsi ad una visione d'insieme della natura, comprendendo in essa anche i fenomeni metapsichici, ed osservare tutto in base alle leggi eterne fissate dal Creatore (Natura naturans), leggi che riscontriamo in ogni sua opera. E si potrà così abbracciare il passato e il presente ed intravvedere luminoso il futuro.

    E' su questo futuro che si è volto anelante il nostro sguardo; e ci è sembrato di scorgere il regno dello spirito che sta per venire, e ci è sembrato nitidamente tracciata la strada da una legge d'amore che è la sola che conduca al progresso ed alla libertà.

    L'amore è un raggio di luce che parte da Dio e che indica ed illumina la strada che a Dio ci riconduce.

    CONOSCENZE FONDAMENTALI

    Qualunque tipo di materia — è di suprema importanza considerarlo — ebbe origine da agglomerazioni di quell'ignota energia eterna ed universale che, diffusa nell'etere, ci si presenta animatrice di tutto ciò che si suol comprendere nell'imprecisata espressione di Universo.

    E' di comune nozione il fatto che dalla fase iniziale di codesta agglomerazione a quella in cui essa perviene allo stato che la fisica scolastica suol definire come avente la capacità di opporsi ai nostri sforzi, innumerevoli stadi si susseguono, molti dei quali, pur risultando positivi attraverso indubbie constatazioni scientifiche, non appaiono menomamente percepibili ai nostri grossolani sensi. E questo ci fa certi che la realtà naturale è ben superiore alla percezione umana.

    L'acume scientifico poté pur tuttavia farci consci che le innumerevoli trasformazioni della materia in tipi di sostanze diverse, sono in massima regolate da un'unica ed eterna legge da concepirsi ragionevolmente analoga a quella che determinò l'inizio delle prime forme di accentramento energetico; cosicché le differenze delle risultanze materiali non sono .da spiegare se non come la conseguenza regolare di reazioni alle differenti influenze esterne che incidono poi continuamente col loro influsso sulla massa complessiva degli accentramenti, segnandoli man mano della loro impronta. L'atomo stesso è di per sé già di costituzione varia tanto che dei .92 elementi primitivi che formano la complessiva materia, quello di idrogeno presenta un solo elettrone circolante intorno al nucleo, due quello dell'elio, e così via, fino a 92, quello dell'uranio. Ciascuno di essi atomi possiede dunque un carattere speciale per una diversità chimica, da cui deriva una potenzialità specifica nel campo fisico. Ciascuna di queste diversità e potenzialità naturalmente reagisce in un modo particolare alle leggi eterne e stabili che si rivelano in conseguenza di ogni movimento di materia con un aspetto diverso e pur corrispondente nello stesso tempo.

    Appare pertanto chiaro alla logica applicata allo sviluppo delle forme che esse risultino dall'armonizzarsi delle virtù intrinseche della costituzione chimica con quelle fisiche proprie ai vari ambienti eterei, dove le prime forme di materia assumono già caratteri e finalità precise. Questa prima certezza scientifica impone altri conseguenti riconoscimenti, primo dei quali è quello che gli stessi elementi chimici, pur restando tutti di natura elettrica, giungono a possedere gradatamente ciascuno un'espressione propria e differenziata. La prova di codesta verità si desume dalla possibilità di riconoscere, appunto attraverso l'esame delle singole radiazioni particolari, di quali elementi sia composto ogni corpo celeste, unità di associazioni minerali. In seguito a questa scoperta, ora si usa per esaminare metalli uno spettrografo speciale del tipo di quello che ci rivelò appunto la composizione dei corpi celesti, elemento per elemento. La certezza che la radiazione, sempre di natura elettrica, serva a specificare per ciascun elemento originale una radiazione speciale, quasi una propria caratteristica voce, accomuna lo splendido raggio degli astri con l'umile radiazione dei metalli. Tali constatazioni, pur apparendo il fenomeno così diverso al giudizio dei nostri sensi, fecero comprendere che gli astri consistono in ammassi di materia minerale.

    Questo fatto preciso e sicuro condusse logicamente a dedurre inoltre che la causa per cui ogni elemento emette una differente voce dipende dalla differenziazione singola della sua base chimica elementare. In conseguenza pur logico è dedurre che, essendo ogni materia, ed anche l'organica, una variata ma pur costante composizione di elementi, sorta invariabilmente per uguale principio e processo, debba pur sempre ugualmente possedere la facoltà di sprigionare alcunché di imponderabile ai comuni sensi, ossia alcunché di vibratorio tal quale come s'è dimostrato chiaro ed evidente avvenire in quell'agglomerazione di elementi che compongono il regno minerale.

    Siano pur dunque differenziati sotto il complessivo punto di vista delle forme i regni naturali, essi tornano comunque fondamentalmente tutti a presentarsi come fenomeni di un identico valore, riuniti — con la forza della mente — sotto una sola ed universale legge direttiva e creativa.

    Tutto il movimento ascensionale della materia e con essa degli esseri, è interamente coordinato ad un progressivo raffinamento globale, che la rende ognor più sensibile agli influssi vibratori dell'ambiente. Hanno così origine quei mutamenti della sostanza vivente da cui sorgono gli organi dei sensi, ognuno dei quali rappresenta un grado di conquista del creato. Essi testimoniano la costante linea evolutiva che dirige le creature e che risulta in fondo da un nuovo tipo di fusione tra esse stesse e le altre espressioni materiali.

    La vita si considera per solito come un fenomeno esclusivamente proprio della materia organica. L'errore iniziale sta appunto in questa limitazione, poiché se vita è sinonimo di movimento, tale privilegio non è della sola materia biologica, bensì di ogni tipo di materia costituitasi universalmente con elementi di natura elettrica, che pertanto racchiudono in se invariabilmente principii di forza. Il travaglio più appariscente che si manifesta in quella biologica divisa nei regni vegetale ed animale, non dipende che dall'eccezionale tipo di moto ad essa particolare, percepibile ai nostri sensi, ma pur svolgentesi in complesso in modo analogo a quello in cui si svolge tutto lo sconfinato processo della natura che con frase moderna fu detto l'avventura della materia.

    L'uomo che della materia terrena rappresenta il grado più raffinato e terminale, ebbe il privilegio di raggiungere la possibilità non solo di realizzare vari tipi di sensibilità organica, ma anche di comprenderne le cause ed osservarne coscientemente il graduale complessivo sviluppo con ampio sguardo d'insieme, sì da assommare contemporaneamente la sua posizione di passivo attore, con quella di acuto osservatore. La competenza analitica di cui è dotato e che sa comparativamente esercitare, gli ha concesso di precisare le leggi ed i limiti che incombono sullo svolgimento di ogni linea progressiva attraverso le innumerevoli forme della materia organica. Ha anche potuto con codesta dote raggiungere quel grado di conoscenza complessiva che gli consente dì superare in un certo senso le discontinuità di tempo e di luogo che, importantissime per i sensi comuni, sembrano togliere l'unità, che pur esiste effettivamente nei processi della natura. Tutto questo meraviglioso progresso sulle percezioni graduali che cominciano a legare i primi prodotti biologici all'ambiente, fu conseguito mercé la maturazione nell'uomo di un nuovo organo, l'organo cerebrale che già nella sua costruzione attraverso tipi sempre più raffinati rivelatisi in millenni, si presenta come realizzatore di nuova vita.

    Con questo meraviglioso novissimo mezzo di conoscenza l'uomo ha infatti sorpreso molte misteriose, mirabili verità che vibrano nel suo ambiente e che sono del tutto ignorate dai sensi comuni. Codesta elevazione risulta anzi chiaramente determinata dal fatto che l'organismo umano, erede dei costanti sforzi causati dai primi stimoli della sensibilità che tutti man mano in esso si accentrarono, ha potuto realizzare nella sostanza progressivamente più rarefatta tal grado di sviluppo superiore. Il risultato complessivo di tanti infinitesimi aneliti non trasporta solamente la sensibilità in un piano più vasto e sottile, sebbene giunge a costituire un serbatoio di memorie che rappresentano come un prontuario di cause con anticipata cognizione di conseguenti effetti. La fusione perciò con l’esterno diviene più facile, il campo degli stimoli più vasto e differenziato.

    La creatura stessa — e questo anche prima della perfetta assunzione alla forma umana — conquista nel suo intimo un segreto centro di reazioni a ben definite e personali sensibilità che, se pur risultanti dalle particolari strutture di ciascun sistema nervoso variamente sensibile, aprono tutto un orizzonte nuovo. Esso è vivificato non solo dalle combinazioni varie del mondo chimico fisico primiero, ma specialmente, se non interamente, dalle risultanze intime, segrete di ogni creatura che comincia a vivere regolata da sensibilità tutte sue, cioè in sè stessa nate, avvertite, amate.

    Questo è il sorgere d'ogni singola vera personalità e del riflesso tra creatura vivente e creatura vivente. E' il sorgere dunque del mondo psichico che, risultante come tutto dalla suprema forza creativa, sembra alle riposte conclusioni della mente, avvicinare le creature che l'onorano e coltivano. a quella, suprema potenza ragionante, volente, potente che ci si presenta creatrice dell'universo.

    . L'umanità neonata ancora a questo superiore, eccelso ordine di vita, non osserva in sè se non fuggevolmente le nuove voci che attraverso l'organo meraviglioso di cui fu fatta ricca, gli sussurrano di ulteriori orizzonti. Essa è ancora soprattutto dominata dai sensi di primo grado; è ancora nella gran maggioranza al più un animale appena ragionante; il campo delle ultime sensazioni si è allargato appena tanto da renderlo cosciente di quanto ha acquistato con i cinque sensi. Il progredire della potenzialità cerebrale si dirige quasi inconsciamente e sempre gradatamente verso problemi che trascendono le attrattive dei sensi .e ,costruiscono valorizzandolo questo io intimo di ogni singola creatura. Non diversamente procedettero le conoscenze attinenti agli organi di primo ordine stimolati a grado a grado da inconsce brame materiali proprie del periodo in cui non imperava che :l'istinto di conservazione di sè o della specie. Ora il progresso della specie segna un io segreto in sè dalle forme e forze precise tanto impalpabili quanto incoercibili.

    Sebbene ancora ben poco si conosca di assolutamente positivo sulle reazioni di ogni singolo organo cerebrale, pure attraverso i ricordi storici appare manifesto che anche la legge che domina questo ciclo mentale risponde ad una prima, costante linea di evoluzione non altrimenti che in tutti gli altri cicli.

    Come l'essere singolo può esser turbato in tale ascesa per stati patologici, per ingestione di sostanze variamente velenose, per commozioni passionali eccedenti la comune misura, cosi l'umanità intera può, volta a volta, deragliare dalla linea prestabilita per cause a queste equivalenti; ma la somma finale del suo rendimento torna costantemente — e speriamo anche dopo l'orrenda deviazione attuale — a confermare la finalità superiore destinata al suo organo cerebrale. Come avviene nel piano materiale in cui per quanto vengano formate razze ambigue e mescolate, la vera natura di ciascuna riprende ognora il sopravvento, così è da sperare accada per l'umanità solo transitoriamente deviata. Quanto risultò creato dalle forze costanti ed eterne segue regolarmente il suo destino.

    Conviene dunque, anche a proposito di questo nuovo indirizzo energetico, formarsi il convincimento che le cause relative all'ultima espansione organica rispondano a quanto imparammo dal mondo inferiore sia pure applicato a nuovo genere di sostanze ed a diverso tipo di stimoli agenti nel cervello, ossia adatti appunto al nuovo organo.

    Su questa direttiva il recente sviluppo rappresenta una indubbia designazione della finalità alla quale l'essere che lo possiede deve pervenire per destino, anche se esso, come accade agli esseri inferiori, non comprenda come si svolga il progressivo trapasso degli esseri cerebrali odierni in esseri veramente e sostanzialmente superiori.

    Secondo taluni studiosi, fra cui il Danysz (La genèse de l'énergie psychique, Paris, 1921), vi è ragione di credere che lo stesso modificarsi dell'organo cerebrale, nei secoli dei secoli, possa continuare. Questi afferma appunto che l'evoluzione progressiva non si arresta nel suo moto ascensionale non ostante tutti gli ostacoli che possa incontrare nel suo cammino. E si presenta alla mente come ancor viva e attuale la grandiosa profezia del calabrese abate Gioacchino da Fiore, il quale in un secolo in cui rifulsero mirabili bagliori spirituali e prodigiosi spiriti profetici, disse che tre sono le epoche storiche, e che alla prima, quella della lettera del primo Testamento, l'età del Padre, successe la seconda, quella della lettera del secondo Testamento, l'età del Figlio, e che a questa dovrà seguire una terza nella quale, per la maggiore capacità percettiva dell'umanità, si manifesterà la gloria dello Spirito Santo; e sarà l'epoca dell'Evangelium Regni o Spirituale Evangelium, in cui il Vangelo di Cristo si perderà secondo la lettera, ma brillerà lucente lo spirito che da quello promana: Tutto sarà spiritualizzato.

    Comunque, rinserrare il maestoso fenomeno conseguente alla condensazione dell'eterna energia nelle limitate frontiere delle percezioni di primo piano, è voler costringere l'illimitato nel limitatissimo, è far prevalere ciò che sembra dominante alla meschinissima sensibilità animale, su ciò che esiste in verità nello sconfinato lavorio della natura.

    Questa realtà sconfinata, percepita appena appena e nebulosamente dal senso mentale umano in forma intuitiva, prese una relativa consistenza attraverso le ricerche della scienza. Il nuovo senso mentale, valorizzando i lembi degli accordi raggiunti dalle creature primitive con le varie espressioni dell'energia creatrice, penetrò nella massima parte

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