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Il Prodigio della Memoria
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E-book76 pagine48 minuti

Il Prodigio della Memoria

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La memoria è la capacità di ricreare, nella mente, la esperienza della vita; così, come sosteneva Cicerone, “è un tesoro e custode di tutte le cose”, cioè della realtà. La memoria è una “funzione cognitiva complessa” che, solo artificialmente, può essere separata dalle altre capacità cognitive e dalla affettività. In altri termini, la memoria è un meccanismo adattivo indispensabile per la sopravvivenza proprio perché questa dipende dall’apprendimento e dal ricordo di determinate strategie e tipi di comportamento. L’esperienza e la memorizzazione diventano, quindi, le funzioni che permettono di creare una “storia”, la formazione della sensazione di sentirsi vivi, di creare un senso di sé fondato su una struttura irrepetibile nella sua unicità, ma anche integrata con la persona, gli oggetti e l’ambiente.

LinguaItaliano
Data di uscita21 giu 2012
ISBN9781476144078
Il Prodigio della Memoria

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    Anteprima del libro

    Il Prodigio della Memoria - Martin J. Hoffman

    La memoria è la capacità di conservare e ricordare le precedenti esperienze. È la memoria che permette la continuità della vita interiore, facendo sopravvivere il passato: senza memoria avremmo solo la percezione del presente. La memoria quindi non è solo una funzione specifica da educare con l'esercizio, ma anche una condizione generale di tutta la struttura psichica dell'essere umano. La memoria è il processo attraverso il quale l'esperienza passata lascia una traccia che può tradursi in cambiamenti del comportamento. Solo alla fine del sec. XIX, dopo un lungo periodo di speculazione filosofica, il problema della memorizzazione è stato affrontato scientificamente. La valorizzazione dell’esperienza è valorizzazione della storia che traduce l’uomo in soggetto storico, conferendogli una personalità e una base solida per la costruzione del proprio futuro. La memoria è la capacità di ricreare, nella mente, la esperienza della vita; così, come sosteneva Cicerone, è un tesoro e custode di tutte le cose, cioè della realtà. La memoria è una funzione cognitiva complessa che, solo artificialmente, può essere separata dalle altre capacità cognitive e dalla affettività. In altri termini, la memoria è un meccanismo adattivo indispensabile per la sopravvivenza proprio perché questa dipende dall’apprendimento e dal ricordo di determinate strategie e tipi di comportamento. L’esperienza e la memorizzazione diventano, quindi, le funzioni che permettono di creare una storia, la formazione della sensazione di sentirsi vivi, di creare un senso di sé fondato su una struttura irrepetibile nella sua unicità, ma anche integrata con la persona, gli oggetti e l’ambiente.

    INTRODUZIONE

    Il primo modello di memoria risale al 1890 e si deve al filosofo W. James. Egli divideva la memoria in primaria, in cui sarebbero contenute e facilmente reperibili le informazioni provenienti dalla coscienza, e secondaria, da cui verrebbero recuperate le informazioni che nella coscienza non si trovano più. Il modello di James fu ripreso in seguito da Georg E. Müller e A. Pilzecker, secondo i quali i processi nervosi che sono alla base della memoria perseverano in una forma debole dopo l'esperienza e vengono fissati o consolidati solo più tardi nel tempo. Questa ipotesi, detta della consolidazione, venne proposta inizialmente come spiegazione dell'interferenza retroattiva, cioè del disturbo che un'informazione nuova esercita su un apprendimento precedente. L'esistenza di un periodo di consolidazione della memoria precedente l'immagazzinamento dell'informazione è provata dalle amnesie, le perdite di memoria che si verificano, per esempio, dopo un trauma cranico. Infatti il trauma cranico provoca un'amnesia retrograda, cioè un'incapacità a ricordare gli avvenimenti immediatamente precedenti l'incidente e, pertanto, ancora in fase di consolidamento. Negli anni Cinquanta del sec. XX il fisiologo D. Hebb propose l'ipotesi della doppia traccia. Secondo tale ipotesi un'esperienza attiverebbe circuiti nervosi che, restando attivi per qualche tempo dopo l'esperienza stessa, sosterrebbero la memoria fino a quando si sia verificato l'immagazzinamento permanente; tale meccanismo fornirebbe, quindi, le basi per una memoria a breve termine. Non solo, questa breve traccia determinerebbe anche i cambiamenti nervosi necessari per la consolidazione della memoria e per il costituirsi di una traccia mnestica stabile. In particolare, il periodo di consolidazione comprenderebbe tutti quei cambiamenti fisici e psichici che hanno luogo allorché il cervello organizza e ristruttura l'informazione che può divenire parte della memoria permanente o a lungo termine. Numerose sono le prove comportamentali a sostegno di questa ipotesi dualistica, fra cui i test di richiamo libero, nel corso dei quali vengono sottoposti ai soggetti sequenze di items (voci di un elenco), per esempio sillabe, e si richiede loro di ricordarli in qualunque ordine. Gli esperimenti hanno dimostrato che il ricordo dei primi e degli ultimi items è sempre buono (effetto di primacy e di recency rispettivamente) mentre una prestazione inferiore si registra per quelli che costituiscono la parte centrale della sequenza. Si ottiene cioè una curva a U. Questa curva può essere spiegata proprio sulla base del concetto dell'esistenza di due magazzini mnestici. I soggetti ricorderebbero infatti meglio gli elementi iniziali perché li avrebbero trasferiti, con il meccanismo della ripetizione, nella memoria a lungo termine, che al momento della loro presentazione sarebbe ancora vuota, e disponibile quindi ad accoglierli. Gli items finali, in genere

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