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Chiaroveggenza
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E-book146 pagine2 ore

Chiaroveggenza

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Info su questo ebook

Come per tutto il lavoro di Leadbeater, la chiaroveggenza è, in questo libro, eccezionalmente ben spiegata. Interpreta e ne analizza i vari tipi con le loro sfumature e il lettore può facilmente sviluppare una comprensione per i diversi tipi anche grazie ai numerosi esempi che utilizza.
 
Leadbeater spiega perché è necessario un approccio cauto quando si prendono in considerazione le esperienze chiaroveggenti - quanto sono credibili e perché potrebbero non   essere credibili.
 
Il libro termina con una chiara spiegazione di come (e come non) sviluppare la chiaroveggenza e come per tutte le questioni relative allo sviluppo spirituale lungo il Sentiero, non ci  siano scorciatoie magiche, ma solo un'applicazione diligente costruita su una comprensione in espansione.
 
 
Il testo è un concentrato di meravigliose intuizioni sulle abilità psichiche e sui diversi "livelli" di chiaroveggenza: e pensare che queste intuizioni risalgono alla fine del 1880! Probabilmente non si è mai vista un'osservazione così approfondita e imparziale in questo campo!
 
LinguaItaliano
Data di uscita28 ago 2019
ISBN9788869374692
Chiaroveggenza

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    Anteprima del libro

    Chiaroveggenza - Charles W. Leadbeater

    Sviluppo

    ​Che cos' è la Chiaroveggenza

    Chiaroveggenza significa letteralmente «vederchiaro», ed è una parola di cui si è disgraziatamente abusato degradandola al punto di impiegarla per descrivere gli inganni di un ciarlatano di piazza.

    Anche nel suo senso più ristretto essa comprende una grande quantità di feno­meni, i quali differiscono tanto nel loro carattere, che non è facile dare una defi­nizione della parola che sia allo stesso tempo succinta ed accurata. È stata chia­mata « visione spirituale » , ma nulla è più erroneo di questo, poiché nella mag­gior parte dei casi, nessuna facoltà che ad essa si connetta può pretendere, anche lon­tanamente, all’onore di un nome così ele­vato.

    Per gli scopi di questo trattato, noi possiamo forse definirla come il potere di vedere ciò che è nascosto alla vista ordi­naria. Sarà bene premettere che la chiaro- veggenza è molto spesso (quantunque non sempre) accompagnata da ciò che si chia­ma chiaroaudizione, ossia il potere di udire quello che ordinariamente non è avvertito dall’ orecchio fisico ; e noi abbiamo scelto a bella posta questo titolo di Chiaroveg­genza che copre anche l’altra qualità, allo scopo di evitare l’uso incomodo di due parole così lunghe, mentre una sola può bastare.

    Innanzi d’incominciare mi è necessario chiarire due punti. Il primo è che io non scrivo per coloro i quali non credono che esista un qualche cosa che si dice chiaroveggenza , né cerco di convincere quelli che hanno dei dubbi su tale questione. In un lavoro così piccolo come questo non ho spazio per far ciò, quindi essi dovrebbero studiare i molti libri che contengono rac­colte di casi di chiaroveggenza, ovvero fare da se stessi degli esperimenti nel campo del mesmerismo. Io mi rivolgo alla classe delle persone meglio istruite in proposito, le quali sanno che la chiaroveggenza esiste e s’ interessano abbastanza a tale soggetto da gradire delle istruzioni circa i suoi metodi e le sue possibilità, assicurando­le in pari tempo che quanto scrivo è il risultato dello studio e dell’ esperimento i più accurati e che , sebbene alcuni dei poteri che dovrò descrivere possano sem­brar loro nuovi e meravigliosi, io non fo menzione di alcuno del quale non abbia visto io stesso degli esempi.

    Il secondo punto è che, quantunque io mi proponga di evitare per quanto è pos­sibile l’uso dei termini tecnici, pure , sic­come scrivo principalmente per studiosi di Teosofia, mi ritengo libero di servirmi, per ragioni di brevità e senza particola­reggiate spiegazioni, dei termini teosofici ordinari, che posso credere con sicurezza essere loro famigliari.

    E se questo libro dovesse capitare nelle mani di qualcuno per il quale l’uso occa­sionale di tali termini costituisse una dif­ficoltà, io non posso fare altro che scusar­mi con lui e rimandarlo per quelle spie­gazioni preliminari ad un qualche lavoro teosofico elementare quali Ancient Wisdom (Sapienza Antica) e Man and His Bodies (L’ uomo e i suoi Corpi) di Mrs. Besant.

    La verità è che l’insieme del sistema teosofico è cosi stréttamente collegato , e le sue varie parti sono tanto dipendenti l’una dall’ altra , che per dare una piena spiegazione di ogni termine usato , occor­rerebbe un trattato completo sulla Teoso­fia , quale prefazione, sia pure di un così piccolo libro.

    Però, prima di tentare con profitto una spiegazione particolareggiata della chiaro­veggenza, sarà utile dedicare un po' di tempo a qualche considerazione preliminare, affinché possiamo avere ben chiari nella mente alcuni fatti generali circa i differenti piani nei quali si può esercitare la vista chiaroveggente e le condizioni che rendono tale esercizio possibile.

    Nella letteratura teosofica troviamo co­stantemente l’assicurazione che tutte que­ste alte facoltà saranno il retaggio dell’umanità in generale, — che la capacità della chiaroveggenza, per esempio, sta la­tente in ognuno , e che coloro nei quali essa già si manifesta, sono semplicemente da questo lato un po’ più avanti degli altri. Ora quest' affermazione è vera , ep­pure sembra affatto vaga ed illusoria ai più, perché essi considerano una tale fa­coltà come qualche cosa di assolutamente differente da tutto ciò che hanno speri­mentato finora, e sentono in maniera pro­fonda che almeno per parte loro, sono an­cora incommensu- rabilmente lontani dal suo sviluppo.

    Per dissipare questa idea falsa sarà forse utile il comprendere che la chiaroveggenza, come tante altre cose in natura , è princi­palmente una questione di vibrazioni , e non consiste che in un allargamento dei poteri che usiamo giornalmente nella nostra vita. Noi viviamo circondati da un vasto mare d’aria e di etere, quest’ultimo inter­penetrando l’aria come interpenetra tutta la materia fisica; ed è principalmente per mezzo di vibrazioni in quel grande mare di materia che le impressioni arrivano a noi dall' esterno.

    A molti è noto ciò, ma quello che non tutti sanno è che il numero di vibrazioni cui siamo capaci di rispondere è in realtà proprio infinitesimale.

    Di tutte le vibrazioni straordinariamente rapide che toccano l’etere, solo a una pic­cola parte, molto piccola invero , l’occhio umano è capace di rispondere, e queste vibrazioni particolari producono in. noi la sensazione che chiamiamo luce; ciò che vuol dire che noi possiamo vedere solamente quegli oggetti dai quali proviene od è ri­flessa una luce di quel genere particolare.

    Allo stesso modo il timpano dell'orec­chio umano non risponde che ad un ristretto ordine di vibrazioni relativamente basse , abbastanza basse da toccare l’aria che ci cir­conda; cosicché i soli suoni percettibili per noi sono quelli prodotti da oggetti che vibrano nei limiti di quella serie particolare di vibrazioni.

    La scienza sa perfettamente che in am­bedue i casi vi è un grande numero di vibra­zioni al disopra e al disotto di queste due sezioni, e che per conseguenza vi è molta luce che noi non possiamo vedere e molti suoni pei quali il nostro orecchio è sordo. L’ azione di quelle vibrazioni più alte o più basse, nel caso della luce, è facilmente percettibile negli effetti prodotti dai raggi attinici da una parte dello spettro e da quelli calorifici dall’ altra.

    Certo è che esistono vibrazioni di ogni grado immaginabile di rapidità le quali riem­piono lo spazio che si trova fra le lente onde sonore e le rapide onde luminose; né questo è tutto, poiché vi sono in­dubbiamente vibrazioni più lente di quelle del suono ed un’ infinità di vibrazioni più rapide di quelle che noi conosciamo come luce. Da questo si comprende che le vibrazio­ni per le quali vediamo e udiamo non sono che due piccoli gruppi di poche corde scelte fra quelle di un’ arpa di infinita estensione, e se pensiamo quanto abbiamo potuto imparare e indurre dall’uso di quei minuti frammenti , potremo vedere vaga­mente quali possibilità ci starebbero innanzi se fossimo capaci di utilizzare tutto l’im­menso e meraviglioso insieme.

    Un’altra cosa di cui va tenuto conto a questo proposito è il fatto che differenti esseri umani variano considerevolmente, benché dentro limiti relativa- mente ristretti, nella loro capacità di rispondere anche alle pochissime vibrazioni che sono nel dominio dei sensi fisici. Non intendo par­lare con ciò di quella delicatezza di vista o di udito che fa distinguere un oggetto di forma più vaga o percepire un suono più leggero, di quello che non possa fare un altro; in questo caso non è questione di forza di visione ma soltanto di esten­sione di suscettibilità.

    Per esempio, se si prende un prisma di bisolfato di carbonio e si proietta per mezzo di esso uno spettro solare ben di­stinto su di un foglio di carta bianca, in­vitando un certo numero di persone a se­gnare gli estremi limiti dello spettro tali quali appaiono a ognuna di esse , si può essere quasi sicuri di trovare che i loro poteri visivi differiscono notevolmente. Al­cuni vedranno il violetto estendersi molto più di quello che gli altri non vedano; altri vedranno meno violetto guadagnando invece l’estensione corrispondente dalla parte del rosso; vi saranno forse anche alcuni che vedranno più dell’ ordinario da ambedue le parti, e di questi si potrà dire, quasi con certezza, che sono persone sen­sitive, suscettibili cioè d’ un ordine di vi­brazioni più grande di quello di cui sono suscettibili la maggioranza degli uomini al giorno d’oggi.

    Per l’udito si può verificare la stessa differenza prendendo un suono che non sia tanto alto da essere udibile per la por­tata comune e scoprendo così quanti , fra un dato numero di persone, lo perce­piscono. Il grido di una nottola è un esempio facile di un tal suono, e l’esperi­mento mostrerebbe che nelle serate d’e- state, quando l’aria è piena di quei gridi sottili, una grande quantità di persone sarebbe assolutamente inconscia di essi, ed incapace di udire nulla.

    Ora questi esperimenti provano indub­biamente che non vi è un limite rigorosa­mente fisso per il potere che l’uomo ha di ri­spondere alle vibrazioni eteree o aeree, e che alcuni di noi posseggono già quel potere a un grado maggiore degli altri; si può dire di più che le capacità di uno stesso uomo varia­no in differenti occasioni. Non sarà perciò difficile immaginare che sarebbe possibile a ciascuno di sviluppare questo potere, e im­parare col tempo a vedere e udire cose che i suoi simili- non vedono né odono , poiché noi sappiamo benissimo che esiste un numero enorme di queste vibrazioni addizionali, che aspettano soltanto, per così dire, di essere riconosciute.

    Gli esperimenti fatti coi raggi Rontgen ci danno un esempio dei sorprendenti ri­sultati che si possono ottenere quando, un numero anche ristretto di queste vibra­zioni addizionali, sia messo alla portata della vista umana, e la trasparenza a questi raggi di molte sostanze considerate finora opache, ci indica subito almeno un modo con cui spiegare alcuni fenomeni elemen­tari di chiaroveggenza, come il leggere una lettera in una scatola chiusa, o il de­scrivere persone che si trovano in un ap­partamento attiguo. Imparare a vedere per mezzo dei raggi Rontgen in unione coi raggi impiegati abitualmente, sarebbe già sufficiente per dare ad ognuno la capacità di compiere atti di magia dell’ ordine ac­cennato.

    Tenendo presente quel che abbiamo detto, che cioè questi poteri consistono in una estensione di quelli inerenti ai nostri sensi fisici, e rammentando che nel corpo etereo dell’ uomo (il quale non è altro che la parte più sottile della sua forma di carne), tutti gli organi dei sensi contengono una grande quantità di materia eterea di vari gradi di densità, le cui capacità stanno tuttora latenti in noi, ci sarà facile com­prendere che, anche limitandoci a questa sola linea di sviluppo, enormi sono le pos­sibilità di ogni genere che ci si aprono dinanzi.

    Ma noi sappiamo che oltre a ciò l’uo­mo possiede un corpo astrale ed un corpo mentale, ognuno dei quali può, in processo di tempo, essere reso attivo , rispondendo a sua volta alle vibrazioni del rispettivo piano, e schiudendo cosi avanti all’ Ego, a misura che esso impara a funzionare in quei veicoli, due campi immensi e affatto nuovi di conoscenza e di potere. Ora, benché questi nuovi: mondi ci circondino è s’interpenetrino liberamente uno con l’altro, pure non devono considerarsi in sostanza come distinti e senza nesso fra loro ; ma piut­tosto come una fusione di uno nell’ altro, perché la parte più, bassa del mondo astrale forma una serie continuata con quella più alta del mondo fisico, così come la parte più bassa del piano mentale forma una serie continuata con quella più alta del piano astrale. Pensando a ciò, non dob­biamo però credere di trovarci di fronte a un nuovo e strano genere di materia , ma immaginare solo la materia fisica tanto più rarefatta e vibrante con tanta più ve­locità da presentarci condizioni e qualità che sono per noi affatto nuove.

    Non è perciò difficile farci un’ idea della possibilità di una estensione costante e progressiva dei nostri sensi, che ci ponga in grado di percepire, tanto per mezzo della vista che dell’ udito, vibrazioni molto più basse e molto più alte di quelle che

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