Formentera non esiste
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Anteprima del libro
Formentera non esiste - Stefania Campanella
633/1941.
Frumentaria
L’essenziale è invisibile.
Roma, 15 settembre 2009, piove.
Salvami dai sogni che io non ti ho detto mai e raccontami le favole che mi svegliano - Portami nei tuoi silenzi e menti come sai… Tu sei bellissima. Tu sei un’isola - Quante strade si aprono per correre da te, e lasciare qui le cose che non mi servono…¹
Sogno, amore e un’isola. Sono le parole di una canzone scritta a Formentera, località famosa soprattutto per le sue spiagge e per movimentati tramonti alcolici. O, perlomeno, questa è l’immagine che se ne ha in Italia. Invece, in questo luogo solo apparentemente piccolo, si intrecciano storie e leggende inedite, mondi diversi e affascinanti identità, indissolubili amori e inevitabili illusioni, che quasi sempre sfuggono al visitatore fugace.
Questo libro invita a sedersi su uno scoglio di fronte al mare, per cominciare un viaggio immaginario nella Formentera meno nota, spiaggia dopo spiaggia, alla ricerca della voce del vento, che da queste parti ha molto da raccontare.
Magicamente la superficie dell’isola si espanderà, disegnando una nuova mappa - magari incompleta e probabilmente illeggibile - di questi 83 km² di reali irrealtà.
Dai pirati alle streghe, da Giulio Verne ai Pink Floyd, dalle saline alle vigne, la prima sorpresa sarà scoprire che Frumentaria - l’isola del grano - esiste solo in quelle persone che, guardando oltre le dune, hanno compiuto un viaggio in se stesse, comprendendo qualcosa che è impossibile spiegare a parole.
Per rispettare la scoperta che ognuno ha fatto, o farà, vengono proposti tre inizi differenti.
Mentre, chi è solito abbandonare i mozziconi di sigaretta sulla spiaggia è pregato di fermarsi qui. Perché il libro è dedicato a tutti quelli che Formentera la amano, o la ameranno, davvero.
21.537 sono le stelle che ho contato stanotte sdraiata accanto al faro di Cap de Barbaria e 20.190 le parole che ho trovato per raccontare il sogno che ho appena fatto…
Un filo di panni stesi. Iniziando da destra, dei mutandoni dell’anteguerra, poi al loro fianco degli slip un po’ più ridotti, poi degli slip normali, poi ancora delle mutande da donna modello brasiliano fino ad arrivare a un perizoma, all’estrema sinistra.
L’evoluzione di Formentera è stata spiritosamente illustrata così, in un manifesto pubblicitario. Ma qualcuno ha parlato. E pare ci sia dell’altro…
Se non accadesse nulla, se nulla cambiasse, il tempo si fermerebbe.
Perché il tempo non è altro che cambiamento, ed è appunto il cambiamento ciò che noi percepiamo, non il tempo. Di fatto il tempo non esiste.² Come un’isola delle Baleari…
¹ La canzone è di Neffa e si intitola Bellissima
² Julian Barbout - La fine del tempo
Sete blu
Se quest’isola ti ha fatto solo sognare,
forse, non l’hai ancora scoperta.
La isla que no cansa. L’isola che non stanca. Si potrebbero passare giorni, anni, una vita a fissare il colore del mare che la circonda, contemplando orizzonti dove il turchese è talmente intenso da non poter essere riprodotto dall’immaginazione: un vero e proprio arcobaleno di azzurri, che si affiancano, a partire dall’indaco, passando per il celeste, fino ad arrivare al trasparente assoluto, al bianco, al nulla.
Io sono un buono a nulla - scrisse il filosofo Andrea Emo - ciò posso anche confessarlo: ma appunto, un buono a nulla, capace del nulla, capace di affrontare, guardare e sopportare il nulla
.
Le sue spiagge attirano ogni anno migliaia di turisti e tra loro c’è sempre qualcuno che riparte con qualcosa in più: un inspiegabile bisogno di sapere quando potrà ritornare. Sono le persone che si sono sintonizzate con il respiro dell’isola a sentire di non potersene più distaccare completamente.
Ma perché? Cosa possiede Formentera in più rispetto ad altre isole altrettanto belle del Mediterraneo? Oltre alle sue acque caraibiche, cos’è che la rende unica e insostituibile?
Per tentare di scoprirlo, questa passeggiata immaginaria inizia dall’immensità del mare. Dalla sua purezza e dalla sua lucentezza. Caratteristiche dovute non solo al fondale di sabbia bianca, ma anche alla presenza di una pianta (non è un’alga), che favorendo l’ossigenazione delle acque ne amplifica la trasparenza: è la Posidonia oceanica, dichiarata Patrimonio Marino dell’Umanità dall’UNESCO. Una prateria di 8 km, il più esteso essere vivente conosciuto al mondo, nonché il più longevo con i suoi 100.000 anni di vita, a cui è dedicato ogni anno un importante eco-evento, il Posidonia Festival.³ La manifestazione è nata nel 2002 ad opera di alcuni artisti e professionisti dell’isola e si svolge con iniziative e spettacoli improntati all’ecologia, al turismo e al mondo dell’arte.
Questo polmone del mare è stato omaggiato dall’arte di Robert Hawkins, un pittore americano che pur avendo uno studio a Parigi, vive qui per la maggior parte dell’anno. Alcune delle sue tele raffigurano vivissimi fondali dove crescono variopinte Posidonie.⁴ Robert ha dipinto intensi tramonti contemplati dai chioschi di Migjorn, angoli segreti, scorci irripetibili e corpi di bagnanti abbandonati sulla sabbia ad assimilare la salsedine, con pennellate che ricordano vagamente le linee marcate e vivaci di Paul Gauguin o l’energico tratto di Van Gogh. L’artista si lascia evidentemente ispirare dalla parte gioiosa e positiva dell’isola, come si nota dalla vitalità e dalla solarità presenti nei suoi quadri.
La luce. E poi la notte. È proprio nel momento in cui si pensa di essere in paradiso che qui qualcosa può cambiare (nell’anima? nei chakra? nel pensiero?). Un mood abbastanza comune per chi ha scelto di tornare o di venire a vivere qui è rappresentato da una propensione al sogno, ma con la certezza di risvegliarsi, da una sensazione di essere nel posto giusto, ma senza soluzioni definitive. Una sorta di spleen mediterraneo votato all’utopia, più che alla malinconia fine a se stessa. È in questi momenti che i rumori dell’isola diventano assordanti, dal vento che piega i rami degli alberi, trasfigurandoli in braccia che chiedono aiuto, alle onde che sfondano le porte di roccia, senza bussare. Ma presto tutto si calmerà e tornerà l’azzurro.
In questo mare vivono moltissimi pesci, un po’ disturbati forse dal turismo intenso degli ultimi anni. Non mancano neanche i delfini,