Il Pesciolino Nero: di Samad Behranghi
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Info su questo ebook
“Il piccolo pesciolino nero” viene pubblicato nel 1968, giusto un mese prima che Samad Behranghi perdesse la vita.
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Anteprima del libro
Il Pesciolino Nero - Jamshid Shahpouri
Isbn 9788190983662
Presentazione
Mi hanno ridotto lo stipendio di 240 Touman (una forte penalità remunerativa per l’epoca) e mi hanno trasferito da Azarshahr a Gowgan (da una cittadina a una piccola frazione rurale); perché avevo fatto un intervento sul da farsi scolastico, ridicola burocrazia. Una volta a Gowgan, ho cominciato subito a lavorare. A insegnare. Proprio come un caparbio bue. Molti si sono meravigliati di tanta perseveranza nonostante tale ingiustizia esercitata nei miei confronti. Questi non riuscivano a guardare oltre la punta del proprio naso, nemmeno un passo più avanti. Mi sono da subito adattato all’ambiente di Gowgan e ho lavorato senza farci caso … Cerca di non prendertela! Ma non che ti fai nullafacente e non lavori più. Ecco! L’obiettivo è
partire e non
arrivare. La vita è una matassa troppo imbrogliata. Non porta da nessuna parte. Ma noi non dobbiamo fermarci, seppur consapevoli di non arrivare a niente: non bisogna fermarsi e quando ci sarà da morire, moriamo. Al diavolo, chi se ne frega!
Non credo che ci sia un modo migliore o più veritiero per presentare Samad Behranghi, se non le sue stesse parole.
Coraggio, dedizione, cultura, tattica, consapevolezza, sono solo alcune prerogative della Lotta e Samad le aveva tutte, abbondanti. La morte è una costante nelle sue riflessioni e nei suoi racconti. Una sorta di profezia, di presagio del proprio destino.
Una delle più rinomate riflessioni di Samad, che ancora oggi è saldamente radicata nelle menti di tutte le generazioni successive degli iraniani, e non solo, è senza dubbio il pensiero fatto dal piccolo pesciolino nero
pochi istanti prima di affrontare le peripezie più insostenibili di una vita colma di energia, di ambizioni, di coraggio. Direi il messaggio definitivo di un intellettuale inquieto e implacabile venuto dalle viscere di una società inclemente e tradizionalista e pertanto fortemente conservatrice, appunto quella iraniana degli anni cinquanta e sessanta:
"La morte potrebbe incombere su di me in ogni