Don Luigi Di Liegro: La vita e l’opera di don Luigi Di Liegro raccontata a un ragazzo immigrato
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Info su questo ebook
Il suo obiettivo è stato l’uomo debole in cerca di giustizia e rispetto e per questo ideale si è prodigato instancabilmente fino a compromettere la propria salute fisica.
Amava ripetere: “Non si può amare senza condividere”.
Le pagine dell’autrice Maria Alba Pezza si lasciano leggere tutte di un fiato e mettono dentro il desiderio di rileggerle più volte non soltanto per lo stile sobrio e scorrevole quanto anche per il contenuto che “cattura” il lettore, immergendolo fortemente nel vissuto di don Luigi, facendolo contagiare da don Luigi stesso a seguire il suo esempio.
La lettura di questo libro sortisce un duplice effetto: il prendere coscienza della grandezza umana di chi non c’è più e il percepire che si è inseriti nel cammino da lui intrapreso che non possiamo fermare.
don Giuseppe Sparagna
Parrocchia di S. Giacomo - Gaeta
Maria Alba Pezza, scrittrice e docente di lettere, vive attualmente a Gaeta, in provincia di Latina.
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Anteprima del libro
Don Luigi Di Liegro - Maria Alba Pezza
Maria Alba Pezza
Don Luigi Di Liegro
The sky is the limit
ISBN: 9788893450669
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)
un prodotto di Simplicissimus Book Farm
Indice
Prefazione
La voce di don Luigi attraverso il fruscio delle foglie secche
L’infanzia di don Luigi raccontata a Eugenio
Un prete scomodo
Irina
Qualche anno dopo
Frammenti di memoria Don Luigi alla Stazione Termini
Un tram che va a ritroso nel tempo
Don Luigi parla del problema dell’immigrazione e della solidarietà agli studenti della mia classe
Cerimonia del Giubileo del 2000 a Gaeta
Il centro ascolto della Caritas della Parrocchia di San Giacomo
Lettera ad una professoressa
Un pomeriggio nell'oratorio Don Luigi Di Liegro
Il sogno di Don Luigi Di Liegro
Villa Glori atto secondo
E il suo amore non avrà mai fine
Ringraziamenti
Prefazione
Fin dalle prime battute del libro della professoressa Maria Alba Pezza Don Luigi Di Liegro, la voce degli ultimi
sulla vita e l’opera di don Luigi Di Liegro, emerge, sia pur a grandi linee la figura di un apostolo che ha fatto della sua vita un dono d’amore per il prossimo, mettendo la sua umile persona a servizio degli ultimi, degli emarginati, dei diseredati. Don Luigi Di Liegro comprese ben presto che non è un distintivo o una tessera a identificare un discepolo di Gesù, ma un amore generoso e disinteressato per gli altri.
Il suo obiettivo è stato l’uomo debole in cerca di giustizia e rispetto e per questo ideale si è prodigato instancabilmente fino a compromettere la propria salute fisica.
Amava ripetere: Non si può amare senza condividere
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Le pagine dell’autrice Maria Alba Pezza si lasciano leggere tutte di un fiato e mettono dentro il desiderio di rileggerle più volte non soltanto per lo stile sobrio e scorrevole quanto anche per il contenuto che cattura
il lettore, immergendolo fortemente nel vissuto di don Luigi, facendolo contagiare da don Luigi stesso a seguire il suo esempio.
La lettura di questo libro sortisce un duplice effetto: il prendere coscienza della grandezza umana di chi non c’è più e il percepire che si è inseriti nel cammino da lui intrapreso che non possiamo fermare.
don Giuseppe Sparagna
Parrocchia di S. Giacomo - Gaeta
A Eugenio e Irina, a me cari come figli
Affinché l’amore e l’esempio di don Luigi non abbiano mai a fine
La voce di don Luigi attraverso il fruscio delle foglie secche
Era un pomeriggio d’autunno molto freddo e il cielo era tanto limpido che si potevano vedere in lontananza persino il Vesuvio e la sagoma dell’isola di Ischia che si stagliava preponderante all’orizzonte.
Percorrevo il lungomare del Golfo di Gaeta e, mentre guardavo estasiata lo spettacolo del mare in burrasca, cercavo di prepararmi all’incontro con alcuni ragazzi immigrati, ai quali avrei insegnato la nostra lingua, per aiutarli a inserirsi nella nostra società.
Giunta all’oratorio don Luigi Di Liegro
, aprii la porta e, per il forte vento, entrarono con me anche delle foglie secche, cadute dai platani del viale antistante. Sembrava che esse volessero accompagnarmi all’incontro con quei ragazzi e il loro fruscio era simile a parole d’incoraggiamento per l’impegno che stavo per assumere.
La vista di quelle foglie secche mi portò indietro nel tempo e alla mia memoria affiorò l’immagine di don Luigi Di Liegro, fondatore della Caritas romana, che da bambino raccoglieva, proprio in quel viale, le foglie secche che sarebbero servite per accendere il fuoco che avrebbe riscaldato la sua modesta casa.
Nella mia mente risuonavano le parole accorate di sua sorella Rosinella, che mi raccontava come ‘Luigino’, così don Luigi veniva affettuosamente chiamato da bambino, nonostante fosse piccolo e gracile, volesse ugualmente lavorare per contribuire al magro bilancio familiare.
Aveva solo sei anni, quando aiutava il fratello maggiore Giacomo nella raccolta di foglie e di rami secchi che, con tanto zelo, riuniva in fascine da portare alla sua mamma.
Nonostante le sue manine e i suoi piedini fossero ricoperti da dolorosi geloni a causa del freddo, trasportava con gioia e solerzia il prezioso carico, troppo ingombrante e pesante per la sua tenera età.
L’immagine di don Luigi bambino mi diede molto coraggio, quello stesso coraggio che aveva avuto lui, piccolo e indifeso, di fronte alle difficoltà della vita affrontandole con letizia e serenità. Un atteggiamento responsabile e maturo che contrastava con la sua giovanissima età, in cui i bambini sono soliti fare i capricci.
Il fruscio di quelle foglie secche, oltre a ricordarmi la figura di don Luigi bambino, aveva dato corpo anche alla sua voce che mi spronava a riprendere l’impegno di volontariato che, da giovane, avevo iniziato con lui nelle borgate romane. Come d’incanto, mi affiorarono ad una ad una le immagini di quegli anni così particolari in cui ho vissuto la mia giovinezza.
Eravamo un gruppo di giovani cattolici universitari, per lo più ventenni, accomunati da un unico intento che era quello di fare apostolato
nelle borgate romane, era così che allora veniva chiamato il volontariato.
Era il 1968. La contestazione imperversava. Fu