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Il misterioso libro del nonno sulla pesca
Il misterioso libro del nonno sulla pesca
Il misterioso libro del nonno sulla pesca
E-book110 pagine1 ora

Il misterioso libro del nonno sulla pesca

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Info su questo ebook

Il libro intitolato “Il misterioso libro del nonno sulla pesca” si sviluppa su due livelli narrativi.

Quello della voce narrante Zeno (anagramma del mio nome Enzo), che scopre nella soffitta della nonna una strana agenda.

Il manoscritto si rivelerà un libro scritto da quel nonno che la vita non gli ha dato il piacere di conoscere (il nonno sarei io, Enzo Venturini).

Il secondo livello è proprio il libro del nonno, che partendo dalla scoperta casuale della pesca a spinning (pesca con esche artificiali) ripercorre il suo viaggio, fatto di emozioni e di avventure piscatorie, verso la comprensione e la padronanza di questa tecnica di pesca.

Il libro del nonno è suddiviso in capitoli, ognuno dei quali è dedicato ad un particolare pesce predatore ed è introdotto da un disegno a mano libera del pesce trattato.

Il manoscritto del nonno, attraverso le descrizioni delle caratteristiche dei pesci e il racconto delle sue avventure nel tentativo di catturarli, vuole essere una guida alla pesca a spinning.

Una guida però, a differenza dei libri specialistici e super tecnici, più incentrata sull’emozione che la pesca riserva; che ha lo scopo di distillare, fra le pieghe dei racconti, piccoli suggerimenti nascosti.

Il libro è scritto per chi ama la pesca e vuole avvicinarsi alla tecnica dello spinning o per chi praticandola già possa ritrovarsi nelle avventure del nonno.

Infine il libro, scritto cercando di evitare tecnicismi esasperati, vuol essere accessibile a qualsiasi lettore, anche se privo di conoscenze piscatorie, perché, in fondo, la pesca è trattata come metafora della vita.

Cosi il libro si dipana in un alternanza tra i due livelli narrativi e al percorso di vita e di esperienza di pesca del nonno, seguono le vicende familiari e l’evoluzione interiore del nipote che da pescatore occasionale decide di imparare quella tecnica che tanto amava il nonno.

Il libro diventa un contatto tra due generazioni che purtroppo non hanno potuto incontrarsi.

Il libro si chiude con una nota dolce e commovente che suggella la definitiva evoluzione di Zeno.

LinguaItaliano
Data di uscita14 lug 2016
ISBN9786050480689
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    Il misterioso libro del nonno sulla pesca - Enzo Venturini

    Enzo Venturini

    Il misterioso libro del nonno sulla pesca

    UUID: 3d9c7f8e-9b99-11e6-8ec9-0f7870795abd

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)

    un prodotto di Simplicissimus Book Farm

    Dedicato a

    tutti i miei compagni del Club di pesca,

    lo Spinning Club Italia

    Il misterioso libro del nonno sulla pesca

    Quel mattino di Ottobre avevo accompagnato la mamma a casa della nonna.

    Se ben ricordo, dovevano fare la saba, un prezioso liquido dolce e scuro che si ottiene facendo bollire a lungo il mosto d’uva.

    Io, non essendo indispensabile al lavoro, ben presto avevo sentito il calamitante richiamo della soffitta di casa.

    Sempre più spesso mi rifugiavo lassù, un oscuro sottotetto pieno di cianfrusaglie accumulate nel tempo.

    Non so se sia per uno strano gene di famiglia o a causa di una viscerale usanza romagnola, ma nulla veniva buttato.

    Vestiti, stoviglie, elettrodomestici, soprammobili e naturalmente libri e riviste; tutto veniva conservato a prescindere dall’effettivo stato di conservazione.

    Come se ogni oggetto fosse lì in attesa di chissà quale evento o bizzarra opportunità di dimostrare ancora la sua utilità.

    Vi erano sacchetti di plastica ripieni di vecchie pentole e tegami, peluche, bambole, scatole ricolme di soldatini e giocattoli di plastica e una quantità infinita di vestiti, che il tempo aveva scolorito, liso e reso fuori moda.

    Vi era persino un vibromassaggiatore a fasce fuori uso e chissà se mai utilizzato, vista la corporatura robusta di mia nonna.

    Ma quello che più mi attirava in quel luogo erano i giornalini.

    Vi era una montagna di fumetti, accumulata nel tempo da mio zio, da far invidia al più accanito dei collezionisti.

    Centinaia di Diabolik e Dylan Dog con le loro copertine inquietanti e misteriose, ma anche molti Martin Mystère, Alan Ford, Kriminal; per non parlare dei famosissimi Tex.

    Di Tex Willer c’era persino il ricercato primo numero, La mano rossa.

    Così me ne stavo ore, letteralmente a scavare in questa montagna di fumetti, alla ricerca del più interessante da leggere.

    Fu così che quel giorno, mentre rovistavo nel mucchio di libri e riviste, mi accorsi di qualcosa di insolito.

    In un angolo della catasta, nascosto per gran parte dai fumetti, si intravvedeva qualcosa di estraneo alle variopinte copertine; una macchia omogenea di color marrone scuro.

    Curioso, estrassi l’oggetto dalla prigione di carta e mi accorsi che era una vecchia agenda.

    Il diario, era il classico taccuino che le banche regalano per le feste natalizie e, ad una prima occhiata, non rivelava alcuna particolarità.

    Non appena terminai di sfogliare le prime pagine, che riportavano la carta geografica dell’Italia e il calendario delle festività nazionali, ebbi un tuffo al cuore.

    La prima pagina era completamente bianca con una semplice dedica a mia nonna e nella seconda svettava una scritta che aveva tutta l’aria di un titolo.

    Squame

    di Enzo Venturini

    Pieno di stupore iniziai a sfogliare l’agenda e mi accorsi che era un manoscritto, composto da una breve prefazione e da una serie di racconti.

    Mio nonno aveva scritto un libro!?

    Ancora incredulo scorsi le pagine leggendo i titoli e imbattendomi in alcuni approssimativi disegni di pesci; sembrava un libro sulla pesca!

    Fui assalito dal desiderio di correre giù da mia nonna, per travolgerla di domande su quello strano ed assurdo libro che mi trovavo fra le mani; invece rimasi immobile.

    Un’altra forza cresceva in me alla quale quel desiderio fu piegato, la curiosità.

    La curiosità di scoprire cosa fosse scritto in quel libro e il perché fosse stato nascosto o dimenticato fra la miriade di fumetti dello zio.

    In più, forse, c’era la recondita smania di sapere qualcosa di più su mio nonno, che la vita non mi aveva dato la fortuna di conoscere.

    Tutto ciò mi inchiodò in quella soffitta.

    Il libro mi chiamava a se con un pressante imperativo: leggimi!.

    E così feci.

    Dedicato a Esmira Xibraku

    Squame

    di Enzo Venturini

    Prefazione

    Mi sono sempre chiesto se si nasca o se si diventi… sembra evidente che non sia una cosa per tutti, anzi, per molti non ha proprio alcun senso.

    Ma se, anche tu, ad ogni specchio d’acqua, mare, lago, fiume o fosso che sia, senti un richiamo inspiegabile verso quel liquido verde bluastro; come un bambino verso la luccicante carta di un pacco regalo e l’irresistibile desiderio di svelarne il contenuto segreto… beh, allora anche tu sei un Pescatore!

    Anche tu hai provato o proverai, in parte o tutte, le emozioni che questa raccolta di racconti proverà a narrare.

    Li scriverò per me, per fissare quelle emozioni e quei ricordi; affinché il tempo non se li porti via.

    Ma li racconterò anche a chi, leggendo questo manoscritto, vorrà condividere queste storie con me e trarne esperienza; infine anche per coloro che, senza interesse nella pesca, riescono ad intravvedere gli insegnamenti su ciò di cui che quest’arte è metafora: La Vita.

    Il Persico Reale

    A caccia di pesci

    Fino a quel giorno d’estate in Polonia avevo, come tanti, concepito la pesca come un’attività sostanzialmente statica.

    Si arma la canna con piombo ed amo, al limite un galleggiante, esca naturalmente e via; un bel lancio verso l’ignoto rinchiuso nelle tre dimensioni del se, quando e cosa abboccherà.

    Il resto è solo attesa, quella materia fatta di tempo la cui capacità di maneggiarla fa di te o meno un pescatore.

    E’ infatti noto ai più che è la noia, il tedio e l’irritazione che questa fase induce a gonfiare le fila di chi non comprende quest’arte.

    A dire il vero, personalmente, raramente ho vissuto fasi d’attesa completamente statiche e rilassanti.

    Non so se per qualche propensione naturale all’insicurezza o al perfezionismo oppure semplicemente per la mancanza di abilità ancora da affinare con l’esperienza ma, nel mio caso, l’attesa finiva sempre per essere troppo attiva e stressante.

    La mia attesa era costellata di affinamenti nel

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