Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

La mosca oltre la corrente
La mosca oltre la corrente
La mosca oltre la corrente
E-book282 pagine4 ore

La mosca oltre la corrente

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Un’analisi approfondita di come pescare con la mosca secca in acque mosse. Chi finora pensava che era impossibile presentare un artificiale oltre un correntone oppure capire quale è il percorso del cibo o non immaginare l’importanza delle pietre e molto altro ancora, troverà in questo libro tutte le risposte che gli faranno capire che anche nelle acque cosiddette mosse, si può tranquillamente pescare a secca. L’estrema disinvoltura con cui Massimo Magliocco, uno dei più famosi pescatori a mosca italiani ed europei, si muove tra le spiegazioni delle correnti e la tecnica di lancio, la scelta della giusta mosca e l’attrezzatura migliore, fa di questo libro un vero e proprio caposaldo della tecnica “secca” e che ogni amante del Dry Fly Fishing deve assolutamente avere. Coloro che amano pescare a secca sempre e dovunque

non dovranno più restare seduti sul fiume ad aspettare che le trote bollino, perché, come dice Massimo, “le trote le dobbiamo far bollare noi”
LinguaItaliano
Data di uscita22 ott 2020
ISBN9788831696784
La mosca oltre la corrente

Correlato a La mosca oltre la corrente

Ebook correlati

Attività all'aperto per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su La mosca oltre la corrente

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    La mosca oltre la corrente - Massimo Magliocco

    lavoro.

    La storia della canna da mosca, al contrario di quanto si pensi, inizia molti secoli prima dell’avvento di Cristo. Infatti manoscritti molto antichi scoperti in Cina, già spiegavano come si doveva operare per incollare bene il bambù. Per avere dati più precisi sulla canna da mosca si deve però arrivare al 19 secolo e precisamente nel 1805 ove appaiono in Inghilterra le prime canne in bambù incollato, e ove, qualche decennio più tardi apparve nel 1836 il primo libro inglese in cui si parla in dettaglio delle canne in bambù. Ma sarà il 1844 l’anno in cui in America Samuel Philippe sperimenta la costruzione delle canne in bambù e sancisce definitivamente la nascita dell’era di questo materiale che si protrarrà, passando per nomi noti e meno noti come Norris, Marphi, Green, ecc., per anni fino ad arrivare al 1871 anno in cui Hiram Lewis Leonard costruisce la sua prima canna ed inizia una produzione vera e propria. Oggi Leonard è giustamente considerato uno dei miti della mosca e padre della canna in bambù. Ma anche nel resto d’Europa la produzione di canne non mancava. Infatti in quell’anno, in Inghilterra un altro grande della mosca iniziava la produzione di canne in legno, Hardy. Nel 1947 apparve la fibra di vetro e subito dopo pochi anni divenne molto frequente sul mercato americano. Fu l’inizio di un periodo di febbrile lavoro di tutte le fabbriche sul tipo di lavorazione di questo nuovo materiale che avrebbe dato i risultati migliori. Si sperimentarono diverse varianti tra resine e fibra di vetro in rapporto alla densità del composto che doveva dare poi la giusta elasticità del materiale. Il risultato era quello di una canna più leggera di quella costruita in bambù ma con un rapporto di elasticità minore e questo comportava una maggiore sezione cava all’interno. Ma questo materiale possedeva un grosso limite e cioè che tendeva ad ovalizzarsi quando si aumentava la distanza di lancio e aumentava il carico il che limitava di molto il suo raggio di azione. Passarono altri anni finché, finalmente, si iniziò a sperimentare un nuovo, straordinario materiale, la grafite. Qui, con la produzione di questo materiale, possiamo entrare più in dettaglio ed andare a valutare al meglio le varie componenti tecniche che una moderna canna da mosca deve avere per considerarsi all’altezza.

    La grafite

    La grafite, fibra sintetica chiamata polyacrylonitrile o più semplicemente PAN, è senza dubbio il materiale con il quale sino ad oggi si è riusciti a costruire le migliori canne da mosca.

    E’ chiaro che l’aspetto tradizionale legato al mondo tutto particolare del bambù non è sicuramente venuto meno, ma con questo materiale si è acquistato enormemente sotto l’aspetto tecnico vero e proprio. E’ risaputo che con la grafite si è in grado di costruire qualsiasi canna con le caratteristiche desiderate sia in lunghezza che potenza che in rapidità dal momento che leggerezza e robustezza sono gli elementi fondamentali di questo materiale. Frutto di una altissima tecnologia, la grafite passa attraverso complessi processi lavorativi e tra questi l’alta temperatura è quella che viene più volte utilizzata. Infatti come prima operazione il materiale viene ossidato e poi cotto a elevate temperature ed infine, con la grafitazione, viene lavorato ulteriormente. A questo punto i cristalli ricavati vengono stirati in senso longitudinale andando a formare le fibre di grafite estremamente sottili da risultare invisibili ad occhio nudo. Quando si allungano tempi e temperature, si ottiene il cosiddetto alto modulo molto più rigido ma anche molto più fragile, ne riprenderemo comunque la trattazione più avanti. La grafite è un materiale straordinario che a parità di peso per esempio con la fibra di vetro, è tre volte più robusta e più veloce fino a quattro volte. Le fibre di grafite cosi come sono non possono però essere utilizzate da sole e quindi vanno incluse in resine come il polyester, il fenolico, o l’epoxite. Non si può parlare di grafite se insieme ad essa non si accenna al modulo. Cosa è o meglio, quale è il significato di questa parola ? In effetti spesso si sente parlare di basso, medio ed alto modulo ma altrettanto spesso si ignora cosa veramente sia. Il modulo non è altro che la resistenza del materiale riferito alla presso-flessione, quindi molto legato ad un rapporto di elasticità. In generale, più il modulo è alto e più quel tipo di grafite è duro, ma non è detto che una canna che abbia un modulo più basso sia peggiore di una in alto modulo, entrambi hanno vantaggi e svantaggi. Con una canna costruita in alto modulo, si otterrà un prodotto finito, a parità di lunghezza, più leggero e molto più rapido. Però non bisogna dimenticare che una canna cosi possiede anche aspetti negativi, in primis ha più probabilità di rompersi a causa della minore quantità di materiale impiegato in relazione alla corona che forma l’anima della canna che in quella in alto modulo sarà più sottile. Dicevamo della rigidezza della grafite. Se analizziamo una canna in vetro sotto sforzo, ne verificheremo gli allungamenti che sono dell’ordine del 3-4%, una in bambù si stira fino al 7-8%, mentre una in grafite solamente dell’1% circa. Tirando le somme e verificandone la sua maggior rigidezza, si può immediatamente immaginare che questo materiale ha delle peculiarità infinite. In fase di costruzione di una canna in grafite per ragioni tecniche si utilizza la fibra di vetro per rendere la canna meno dura e nello stesso tempo irrobustirla. Si tratta di uno strato molto sottile di materiale che si avvolge sul mandrino e che viene chiamato in termine tecnico scrim. In generale, comunque, va sempre tenuto presente che una buona canna in grafite deve possedere almeno il 90% di pura grafite. Partendo da queste basi si possono produrre ottime canne con peculiarità che servono a renderle estremamente valide come la leggerezza e la robustezza, elementi che in qualsiasi campo non è facile

    trovare contemporaneamente. Che una canna deve possedere almeno il 90% di grafite è testimoniato dal fatto che se questo valore diminuisce solamente di poche unità la differenza tra una buona canna ed una meno buona è evidentissima. Una delle prerogative della grafite è come si diceva la leggerezza. Un grezzo costruito con questo materiale, che è poi l'anima della canna cioè la componente più importante dell’attrezzo finito, va da una ventina di grammi per le canne fino alla 7’,6’’ fino ad un ottantina per quelle più lunghe 9'/10', quindi un peso estremamente basso che nessun altro materiale può dare. In effetti però quando si montano i grezzi per i componenti si dovrebbe fare attenzione a scegliere quelli che, oltre ad essere belli esteticamente e funzionali, non siano eccessivamente pesanti e di norma il loro peso totale non dovrebbe superare il peso proprio del grezzo. Entrando nel dettaglio tecnico di una canna, si deve parlare delle tre componenti che ne delineano il carattere ovvero la personalità e cioè l'azione la potenza e la rapidità che sono gli aspetti tecnici più importanti per esaminare ed analizzare una canna. Penso che un buon pescatore a mosca debba essere in possesso di un minimo di quel bagaglio tecnico che serve a verificare le varie attrezzature finalizzando il tutto a poter scegliere un prodotto idoneo piuttosto che un altro per praticare un certo tipo di pesca. I tre elementi hanno una loro importanza prioritaria in relazione ai vari tipi di canne. In altre parole l'importanza della rapidità ad esempio, non sarà certo uguale in una canna da 7',6'' e una da 9' progettata per lanciare pesanti WF. Partendo da quest'ultimo elemento che è forse quello più facile da spiegare, va detto che dona alla canna quella che si può definire la sua vitalità ovvero i ritmi di movimento che ogni singolo modello possiede. In termini più elementari la rapidità di una canna è la capacità che questa ha di ritornare nelle posizione di partenza fermandosi più o meno immediatamente dopo che gli è stato impresso un impulso. Una canna sarà più rapida di un altra se questo tempo sarà minore. Nel lancio moderno utilizzando canne che non superino gli 8' e code leggere 2/3, la rapidità assume una grande importanza poiché proprio il tipo di lancio prevede appunto delle manovre molto veloci. Da qui un attrezzo che si adegui al meglio alle manovre del lanciatore ed inoltre,

    particolare questo molto importante, sia in grado di velocizzare molto la coda di topo. E’ chiaro che la sola rapidità accentuata non basta a far essere una canna idonea a lanciare in un certo modo e cioè in velocità, dal momento che deve essere sommata all’altra componente che è l’azione anche se viaggiano quasi forzatamente insieme concetto che vedremo più avanti. Per canne più lunghe e progettate per poter lanciare code di topo più pesanti, la rapidità della canna sarà meno accentuata dal momento che si dovrà dare la precedenza all'altra componente che è la potenza. In effetti una lunga canna di 9' o 10'' tarata per lanciare pesanti code della 9 in su, dovrà avere necessariamente tempi molto diversi da una più corta oltre ad essere più potente. La potenza di una canna è quell'elemento che ne caratterizza, per così dire, la forza. In parole povere si può definire potenza l'energia che una canna può accumulare e poi restituire in fase di lancio. Così più una canna è potente e più carico, (peso della coda in volteggio), può lanciare. La terza componente e cioè l'azione, assume in una canna una grande importanza poiché questa, essendo quella che si identifica con la curvatura sotto sforzo, diventa inevitabilmente quella che in un verso o nell'altro influisce anche sulle altre. In effetti una canna ha la sua rapidità e la sua potenza, ma entrambe sono soggette all'azione poiché una canna non sarà rapida se questa possiede una azione di pancia o parabolica, o potrebbe non essere potente se ha un'azione di punta. Quindi l'azione è l'elemento primario sul quale si deve costruire la canna. Prendiamo ad esempio le vecchie canne in bambù. La loro caratteristica era quella di avere la cosiddetta azione di pancia o inglese fondamentale per poter lanciare nel vecchio sistema. Oggi che la tecnica è sensibilmente cambiata basandosi sulla velocità, ha inevitabilmente prodotto una evoluzione delle attrezzature e in primo luogo dell'azione. Quest'ultima per rendere veloce una canna deve in generale, oltre che essere costruita con del materiale che facilita questa peculiarità, essere tendenzialmente di punta ma che contemporaneamente sia progressiva e cioè prenda forma proporzionalmente al carico. Questo determina un certo adattamento dell'attrezzo al carico e non solo, poiché una canna con simile azione, riesce a dare il massimo in tutti quei tipi di lancio in cui non ci si limita ad andare solamente avanti e indietro con la stessa ma la si utilizzi, come si dice, a 360° cioè facendola lavorare anche in quelle parti che generalmente vengono utilizzate poco come il pedone o la sua parte centrale. La canna che possiede questa azione, in generale avrà una conicità, cioè la diversità di spessori tra vettino e pedone, discretamente accentuata ma non troppo. Oggi con i nuovi materiali, si riesce a progettare canne rapide e progressive con una sezione molto meno conica. Quindi riassumendo canne corte fino al massimo 8' azione di punta che tende ad essere progressiva e cioè a curvarsi verso il pedone quando aumenta il carico, per quelle canne più lunghe, dagli 8' in su progettate per lanciare code più pesanti, un azione tendenzialmente parabolica in cui si privilegia la potenza. Un altro elemento di cui si deve sempre tenere presente sono le vibrazioni che una canna produce e che vengono rilevate in fase di lancio nella coda di topo sotto forma di onde più o meno accentuate. Il tutto ruota sempre intorno alle componenti che fin qui abbiamo trattato, ma in particolar modo questo elemento è legato alla bassa qualità del materiale oltre che ad una errata conicità. Comunque le vibrazioni si vengono inevitabilmente a creare in fase di lancio e le canne migliori sono quelle nelle quali non vengono rilevate sotto forma di onde più o meno accentuate. Le vibrazioni peggiori che fanno di una canna un attrezzo poco valido, sono quelle che si vengono a generare nel pedone della canna che inevitabilmente andranno ad interferire, anche pesantemente, nella azione ma ancor di più nella

    rapidità. Progettare una canna da mosca non è facile ed è necessario convincersi che la canna sia un attrezzo vivo, cioè che possiede per così dire una sua anima e che questa specie di vita che l'attrezzo nasconde in se, venga studiata e progettata a tavolino con tanto di calcolatrice e diagrammi delle curve e delle sezioni. Come per tutti gli attrezzi soggetti a reagire a determinate sollecitazioni o meglio dire a carichi, anche la canna da mosca deve, per poter avere i giusti equilibri e per poter opporsi con le giuste forze reattive, avere le giuste proporzioni e sezioni per tutta la sua lunghezza. Senza scendere in particolari che sicuramente potrebbero essere fonte di confusione, diciamo che il progettista deve presentare al costruttore una serie di dettagliati schemi anche molto particolareggiati come il diagramma delle sezioni, quello delle curve sotto carico nonché il profilo delle conicità. Non sempre, anzi quasi mai, al primo prototipo prodotto si ha quello che si voleva, un pò perchè il progettista non ha tenuto conto di qualche particolare che non gli ha prodotto il risultato voluto, un pò per colpa del produttore che a sua volta non ha seguito al meglio le direttive. Dopo ulteriori modifiche e conseguenti prove, (almeno tre prototipi sono necessari per avere il prodotto finale) si arriva alla canna pensata che verrà poi messo in produzione.

    La scelta della canna

    Acquistare una canna da mosca può essere un impresa. Non penso di dire un eresia nell'affermare ciò, poichè anche i vecchi pescatori a mosca a volte si trovano terribilmente confusi se acquistare questa o quella canna. Come dicevamo all'inizio, la difficoltà nello scrivere di canne da mosca non è in relazione ai dati tecnici che più o meno abbiamo enunciato, ma nel personalissimo giudizio che ognuno ha di un attrezzo. Le famose sensazioni

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1