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Trappola Mortale
Trappola Mortale
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E-book91 pagine59 minuti

Trappola Mortale

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Info su questo ebook

Strattona come un dannato, il collare del mio Zar. Trascinato via, io non posso fare altro che sbandierargli appresso. Mamma non sa che il suo Lorenzo ha passato la notte fuori: Cesenatico by night, con brivido di sangue all’alba, ai piedi del faro.
Chiamata anonima in commissariato: "Sconosciuto accoltellato, agonizzante al Porto. Stop". Se a casa scoprissero che io e Miki eravamo lì… ma il commissario Lupiero prima deve capire il moribondo chi è: non parla, anzi vaneggia, non è italiano e per giunta balbetta. Telefonata anonima alla questura: rintracciata. E noi beccati! Meglio così: saremo d’aiuto a svelare l’intrigo di miseria, clandestini e sangue. Non pretendete che vi dica proprio tutto adesso… se mi torturate straparlo anch’io: 'Moia mala Anka', Stop! Quel Cucciolone di Zar sarà di nuovo in calore: è ancora lì che tira, trascina verso la spiaggia, e io sempre dietro… tenuto al guinzaglio.
LinguaItaliano
Data di uscita28 nov 2015
ISBN9788868170165
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    Anteprima del libro

    Trappola Mortale - Liana Fadda

    Cococcia"

    Sangue sulla spiaggia

    Il commissario Lupiero giunge di corsa alla centrale di Cesena; erano le cinque del mattino quando il telefono di casa Lupiero aveva squillato insistentemente per lui: il suono metallico l'aveva costretto a buttarsi giù dal letto… neanche di domenica si può più riposare!

    Alla stazione di polizia sono tutti agitati; il commissario trova l'ispettore Cococcia sta seduto alla scrivania del suo ufficio… come avrà fatto ad arrivare così in fretta?

    – Buongiorno, che levataccia stamattina! Sono qui da dieci minuti e sto già raccogliendo i dati disponibili sul caso. Questa proprio non ci voleva: ci aspetta un fine-settimana di duro lavoro!

    Il commissario non risponde, fa solamente un cenno con la testa e va diritto verso la macchina del caffè. Tutti sanno che ci vorrà ancora qualche minuto prima che Lupiero rivolga la parola ai colleghi.

    All'alba, esattamente alle quattro e trenta, è stato ritrovato il corpo di un uomo gravemente ferito da un'arma da taglio; è ancora vivo: in condizioni disperate, ma respira. Una telefonata anonima ha indicato il posto, la pattuglia di servizio è accorsa e lo ha individuato sul molo, ai piedi del faro. Adesso si trova all'ospedale. L'identità resta sconosciuta: indosso non ha documenti.

    – Cococcia, ha una vaga idea su come si sono svolti i fatti? Che cosa dicono i colleghi? Notizie sulla telefonata?

    – Calma, calma, commissario. Prima non rivolge la parola a nessuno e poi ci bombarda di domande… vedo che si è ripreso in fretta!

    – Scusatemi. Purtroppo non è stato uno dei miei risvegli migliori e, come se non bastasse, sento anche un gran mal di gola, spero di non avere la febbre.

    – Con questa stagione? Nulla di più facile, commissario.

    Fuori albeggia appena, ma i due poliziotti sono già all'opera.

    Notte brava

    Pedaliamo veloci, le nostre biciclette ci sembrano pesantissime. Dobbiamo arrivare a casa mia al più presto possibile: non voglio che si svegli qualcuno e non ci trovi nel letto!

    Ieri sera ho insistito tanto che Michele rimanesse a dormire da me, raramente ci è concessa la possibilità di restare insieme anche la notte.

    – Forza, un ultimo sforzo e ci siamo! Dopo la salita c'è la curva e, a cinque metri, il cancello. Resisti, non rallentare proprio adesso!

    – Non ti preoccupare, Lorenzo. Ti sto a ruota. Speriamo solo di non svegliare nessuno!

    Parliamo ansimando per lo sforzo della salita. Eravamo usciti di nascosto dopo la mezzanotte per fare qualcosa d'insolito; siamo partiti all'avventura senza sapere quello che ci aspettava.

    Finalmente siamo arrivati; scosto il cancello, appena quanto basta per far passare le biciclette.

    – Attento, Michele! Non far rumore, appoggia la bici e seguimi…

    Il vecchio susino piantato accanto alla casa ci invita a salire. L'arrampicata è veloce, in pochi minuti siamo davanti alla finestra che è rimasta socchiusa: ci basta un piccolo balzo per entrare.

    – Ora cerchiamo di dormire, domani analizzeremo l'accaduto!

    – Ok, Lorenzo. Agli ordini, come se bastasse un comando per cancellare quello che abbiamo visto…

    – Dobbiamo imporcelo! Stiamo in silenzio e chiudiamo gli occhi, vedrai che il sonno arriverà.

    Parlo con voce decisa, cerco di convincere me stesso che sarà facile. Stanotte siamo sgattaiolati fuori di casa e siamo andati a zonzo per il paese. Cesenatico è stupenda, by night. Per la prima volta, in notturna abbiamo passeggiato sulla spiaggia deserta: ho avuto paura delle ombre delle dune; mi ha fatto rabbrividire persino il rumore del mare. Siamo ritornati sulla strada della passeggiata e ci siamo arrampicati sui giochi di legno; molti giovani stavano rientrando dalla serata passata in discoteca. Ci siamo recati sul Porto Canale e abbiamo camminato fino al molo. È lì che l'abbiamo visto: sembrava che stesse seduto con la schiena appoggiata al faro; Michele ha notato un liquido scuro scorrere verso di noi. L'ho chiamato, mi sono avvicinato e ho capito che era in fin di vita. Ci siamo spaventati e siamo fuggiti via.

    Riprendendo le biciclette ci è venuto in mente di fare una telefonata anonima alla polizia. Ora siamo finalmente a casa, ma il cuore mi batte ancora molto forte. Ho veramente paura.

    Visita all'ospedale

    Il ferito è ricoverato a Cesena in terapia intensiva; la polizia indaga, ma la sua identità è ancora sconosciuta.

    – Cococcia. Andiamo all'ospedale, forse scopriremo chi è il malcapitato.

    – Proviamo. Secondo me sarà tempo perso: se non ha ripreso conoscenza faremo un viaggio inutile.

    Alla centrale gli agenti stanno vagliando tutte le foto segnaletiche, nella speranza di identificare la vittima; il commissario e l'ispettore si avviano verso l'ospedale. Il medico di guardia del pronto soccorso li sta aspettando: guarda impaziente l'orologio, deve smontare dal turno di lavoro; la notte appena trascorsa è stata dura: ci sono stati due brutti incidenti stradali, i soliti malori di stagione e poi il tizio del faro…

    – Buongiorno, dottor Anselmi, grazie per essere rimasto. Questo è l'ispettore Cococcia, forse vi siete già incontrati.

    – Sì, mi sembra di conoscerla; prego, seguitemi nel mio ufficio.

    Dal colloquio con il medico, i due

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