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La collina della vergogna
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E-book83 pagine55 minuti

La collina della vergogna

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Info su questo ebook

Torrida estate infestata di zanzare. A casa si crepa di caldo, mamma non ne può più: da quant’è che invoca un ventilatore, reti alle finestre per frenare l’assalto? Ma se arrivare a fine mese è ormai un miracolo! Il denaro per un condizionatore, un ragazzino come me dove lo trova? Non certo sepolto nel Campo dei miracoli. Far soldi da una discarica, non l’avrei trovato una vergogna, l’avevo proposto io agli amici: riciclare il superfluo degli spreconi, restaurarlo e portarlo al mercatino dell’usato. Avventure e sventure in un mondo lunare impestato di tanfo. Un testimone scomodo giustiziato: ecco un cadavere impacchettato in un tappeto. Rischieremo noi di denunciare i loschi figuri che abbiamo visto? Retroscena di malaffare che il commissario Lupiero saprebbe forse come gestire. Se poi in questo caldo, il colpevole finirà lui al fresco, un buon refrigerio… è assicurato per tutti.
LinguaItaliano
Data di uscita12 set 2015
ISBN9788868170141
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    Anteprima del libro

    La collina della vergogna - Liana Fadda

    Cococcia"

    Insonnia di maggio

    Me ne sto disteso sul mio letto; nonostante le tenebre siano calate da ore, non riesco a prendere sonno. Teo e Luna, invece, dormono come angioletti… beati loro! Mi giro e mi rigiro, senza trovare una posizione comoda. È il mese di maggio più caldo che io ricordi, indosso solo un paio di boxer. La finestra è spalancata e le zanzare banchettano con i nostri corpi; mi gratto e le maledico. In casa nostra non ci sono soldi, né per un condizionatore, né per un ventilatore e neppure per delle banali zanzariere: è già un miracolo che si riesca a mangiare tutti i giorni. Papà lavora al porto di Ravenna come facchino e la mamma si cura di noi e della casa, ma i soldi scarseggiano sempre e arrivare a fine mese è drammatico. Penso che in qualche modo dovrei contribuire anch’io all’economia domestica: a tredici anni compiuti sono il più grande dei fratelli, ma la scuola, benché io non eccella, mi porta via parecchio tempo.

    Per necessità, cerco di arrabattarmi, firmando giustificazioni false ai compagni che marinano le lezioni: sono bravissimo a imitare qualunque tipo di grafia e i gabinetti della scuola Carducci, già da parecchio tempo, sono diventati per me una sorta di ufficio; arrivo un’ora prima degli altri e chi ha bisogno di me, sa dove trovarmi. Racimolo, in questo modo, circa due euro al giorno, che fanno fino a cinquanta al mese, quando non ci sono feste di mezzo.

    Al pomeriggio, invece, insieme a Ciro e Cristiana, qualche volta faccio la posta ai carrelli che per pigrizia qualcuno abbandona fuori dal supermercato: piombando come falchetti dell’ordine, lo riponiamo subito in corsia, beneficiando dell’euro che ci siamo guadagnati.

    Fra un mese esatto si festeggerà la chiusura delle scuole e, per quell’occasione, nelle vie del paese ci sarà il mercatino dei ragazzi, dove ognuno di noi potrà esporre e vendere merce usata; molti dei miei compagni si sono già organizzati e specializzati, ma le loro case sono ricche e non è difficile per loro raccattare fumetti, carte collezionabili, figurine, vecchi videogiochi, giocattoli usati e tante altre cose da rivendere. In casa mia, invece, di superfluo non vi è nulla; forse è per questo che non riesco a dormire!

    Vorrei partecipare anch’io alla Fiera di Calisese, devo assolutamente trovare un sistema per farlo!

    Mi affaccio alla finestra, sperando in un po' di refrigerio e resto affascinato da un micetto nero, probabilmente affamato, che rovista fra i sacchi dell’immondizia; continuo a osservarlo: sta facendo un macello, ma mi diverte guardarlo, fino a quando, trionfante, si allontana con una lisca di pesce in bocca. Un’idea mi balena nel cervello e mi illumina tutto:

    – Grazie, micio, – gli urlo ad alta voce. – Avevo la soluzione sotto al naso e non la vedevo!

    Torno a letto e, finalmente, mi addormento raggiante.

    Il segreto di David

    Quando mia madre mi chiama sono ancora assonnato, ma mi alzo di ottimo umore e le schiocco un bacio sulla guancia.

    – Di’ un po', – mi domanda lei, divertita. – Hai vinto alla lotteria proprio stanotte?

    – Può darsi, – le rispondo io ridendo. – Ma no, ho semplicemente fatto un bellissimo sogno!

    – Ah, bene. Il caffelatte è pronto, dai vestiti o farai tardi!

    Non me lo faccio ripetere due volte, non vedo l’ora di arrivare a scuola per allietare anche Ciro e Cristiana, che come me non godono di una buona situazione economica in famiglia. Li trovo imbronciati e assonnati e deduco che non devono aver trascorso una notte serena.

    – Ragazzi, ho la soluzione ai nostri problemi: parteciperemo al mercatino e avremo la nostra bancarella.

    – E che cosa ci vendiamo, – mi risponde Ciro sghignazzando. – Le mutande?

    – Spero non le tue, – lo incalza Cristiana, stringendosi le narici con le dita. – Chissà che puzza!

    La nostra conversazione viene interrotta dallo squillo della campanella che annuncia l’inizio delle lezioni e dal bidello, che come un vigile comincia a sbracciarsi, facendo segno a tutti di sgomberare il corridoio e di entrare in aula. Non c’è più modo di parlare, perché il professore di scienze naturali, puntuale come un orologio svizzero, è già in aula.

    Quest’oggi, le sue formule chimiche proprio non m'interessano: devo elaborare la soluzione al nostro problema. Fingo di ascoltarlo e di prendere appunti, ma anziché annotare noiosi simboli, la mia mano traccia una sola parola: ‘discarica’: se quel micio ieri notte, nell’immondizia, ha trovato la soluzione al suo problema, perché noi non potremmo fare altrettanto?

    Il fatto, però, al mercatino dovrà assolutamente restare un segreto: chi acquisterebbe oggetti che provengono dall’immondezzaio?

    Sento chiamare il mio nome, ma mi sembra un suono lontano, immerso come

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