Raptus

Di Domenico Totaro

Thriller - racconto lungo (42 pagine) - Perché lo avevano portato lì? Adriano si chiede se sta davvero impazzendo, ma è sicuro di non essere uscito di senno, anche se… No, non è pazzo e lo sa. Ma deve convincere il medico.

Amadi Arendse è un extracomunitario irregolare accolto dal vecchio prete di un piccolo paese di origini medievali sperduto tra boschi e vallate, Calcinate. Adriano lo aveva cercato in rete, ma non esisteva neanche per il GPS, era come se il mondo lo avesse cancellato. Quando vi arrivò Adriano si trovò di fronte a una comunità chiusa, una comunità sconvolta da un omicidio, una comunità avvelenata da una vena di razzismo.

Nato a San Giovanni Rotondo (FG) il 4 maggio 1997, Domenico Totaro cresce a Monte Sant’Angelo (FG) a pane, libri e fumetti, rivelando da subito una grande passione per il genere crime in ogni sua declinazione. Diplomatosi al liceo scientifico si trasferisce a Modena, cuore della Motor Valley, per studiare ingegneria meccanica. Dopo un breve periodo come redattore de Il diario montanaro, testata online del suo paese, comincia a dedicarsi alla narrativa. Nel febbraio 2017 vince il concorso letterario Giallo in Provincia a Pistoia con il racconto Raptus, riuscendo a portare in finale nella medesima edizione anche un altro racconto, Baia Solleone.

• Lingua: Italiano
• Editore: Delos Digital
• Data di uscita: 10 lug 2018
• ISBN: 9788825406528

Anteprima del libro

a cura di Vincenzo Vizzini

Domenico Totaro

Raptus

RACCONTO LUNGO

Racconto vincitore della seconda edizione di Giallo in Provincia

ISBN 9788825406528

© 2018 Domenico Totaro

Edizione ebook © 2018 Delos Digital srl

Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano

Versione: 1.0

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Indice

Il libro

L'autore

Raptus

Capitolo 1

Capitolo 2

Capitolo 3

Capitolo 4

Capitolo 5

In questa collana

Tutti gli ebook Bus Stop

Il libro

Perché lo avevano portato lì? Adriano si chiede se sta davvero impazzendo, ma è sicuro di non essere uscito di senno, anche se… No, non è pazzo e lo sa. Ma deve convincere il medico.

Amadi Arendse è un extracomunitario irregolare accolto dal vecchio prete di un piccolo paese di origini medievali sperduto tra boschi e vallate, Calcinate. Adriano lo aveva cercato in rete, ma non esisteva neanche per il GPS, era come se il mondo lo avesse cancellato. Quando vi arrivò Adriano si trovò di fronte a una comunità chiusa, una comunità sconvolta da un omicidio, una comunità avvelenata da una vena di razzismo.

L'autore

Nato a San Giovanni Rotondo (FG) il 4 maggio 1997, Domenico Totaro cresce a Monte Sant’Angelo (FG) a pane, libri e fumetti, rivelando da subito una grande passione per il genere crime in ogni sua declinazione. Diplomatosi al liceo scientifico si trasferisce a Modena, cuore della Motor Valley, per studiare ingegneria meccanica. Dopo un breve periodo come redattore de Il diario montanaro, testata online del suo paese, comincia a dedicarsi alla narrativa. Nel febbraio 2017 vince il concorso letterario Giallo in Provincia a Pistoia con il racconto Raptus, riuscendo a portare in finale nella medesima edizione anche un altro racconto, Baia Solleone.

1

Una macchia di muffa trionfa sul bianco del soffitto. La fissa senza nemmeno capirne il perché. Per il resto lo studio gli sembra pulito, a parte l’odore di chiuso. Ogni cosa è in ordine, ma quella macchia gli sembra assurda, come tutta la storia, del resto.

Il dottore si schiarisce la voce. Se n’era quasi dimenticato. Da quando si è sdraiato sul lettino psichiatra, non ha fatto altro che fissare quella macchia.

Seduto vicino al lettino, il medico lo sta fissando con un taccuino e una penna in mano, come in attesa di una risposta. Si era presentato, ma non ricordava come si chiamasse. Prova a sbirciare sulla laurea incorniciata alla parete, ma è troppo distante per leggere il nome. Sugli altri muri, foto di paesaggi: una montagna circondata da nubi, un fiume…

Perché lo avevano portato lì? Si chiede se sta davvero impazzendo, ma è sicuro di non essere uscito di senno, anche se… No, non è pazzo e lo sa. Ma deve convincere il medico.

– Mi scusi, dottor…

– Chiamami Livio, preferisco evitare le formalità, se ti sta bene, creano un distacco che vorrei superare. – La voce del dottore è calma, ma qualcosa continua a farlo sentire a disagio.

– Certo, sì. Adriano, ma tanto lo sai.

– Bene, Adriano, sai anche perché sei qui?

– Immagino che sia per il massacro di Calciate: devi stabilire se sono davvero pazzo.

– Secondo l’avvocato d’ufficio si è trattato di un raptus.

– Già. L’infermità mentale. L’unica opzione che mi rimane. Solo che io non sono pazzo e non è stato un raptus, ma nessuno sembra volermi credere.

– È per questo che sono qui. Per fare chiarezza. Per sentire la tua verità, senza alcun pregiudizio. Perché non mi racconti tutto dall’inizio? Calciate è un minuscolo paesino di provincia. Perché eri lì?

Tutto è cominciato un mese fa, quando un certo Emeka Arendse si presentò nel mio ufficio e mi trascinò in questa merda.

Emeka vive alla giornata, bazzica mense e dormitori per senzatetto, ma anche ambienti poco raccomandabili. Ci conoscevamo già: lavora per me e in un paio di casi mi ha passato delle dritte molto utili. Un buon informatore, insomma, e per chi fa l’investigatore privato, come me, un uomo così fa sempre comodo.