Senza speranza
Di Arturo Fabra
()
Info su questo ebook
Correlato a Senza speranza
Ebook correlati
Omicidio in Piazza Grande Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGiovane carina molla tutto e cambia vita Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Luna diventa di miele Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniChi è Jo Spatacchia? - Albo 07 - Tempo: Albo 07 - Tempo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBorgo Lenin Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUnico indizio un anello di giada Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniChi è Jo Spatacchia? - Albo 07 con musica - Tempo: Albo 07 con musica - Tempo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStorie, Storiacce e Incubi da dopo sbronza II edizione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl demone dei miei peccati Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDue risini e un caffè Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMemorie di una prof Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn'indagine piovuta dal cielo: Caramagna & Giovenale 1 Valutazione: 5 su 5 stelle5/5L'Y10 bordeaux Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMorte al circo: Giallo nero per Lupiero #1 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRicette di vita Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl mostro del Lodigiano: Il cerchio si chiude per l'ispettrice Luce Frambelli Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniOltre ai suoi occhi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRe minore Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa musicista: Pentagramma mortale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl diritto di uccidere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSporchi delitti: La nuova indagine del commissario Cataldo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl banchiere assassinato: Un capolavoro del giallo e thriller: romanzo classico (Illustrato) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn successo all'italiana Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Cammino dell'Universo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDietro la porta nera Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBologna imperfetta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTrentasei colori del buio: Il segreto di Sara Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'amore verrà Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUNA SOLA RAGIONE PER VIVERE e cento per uccidere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniOverdose Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Noir per voi
Il passato non muore: Un nuovo caso per il magistrato Elena Macchi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl giallo di Varese: Una nuova indagine del magistrato Elena Macchi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa ragazza del Club 27: Milano, Porta Venezia: un'indagine della magliaia Delia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMariani allo specchio Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Mariani e le ferite del passato Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Nessun ricordo muore: La prima indagine di Teresa Maritano e Marco Ardini Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGiallo in Versilia: Un'indagine di Pompilio Nardini Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Il bacio della mantide: Rose e veleni per il maresciallo Bonanno Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I signori delle ombre - Anteprima Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNero ferrarese: Malatesta, indagini di uno sbirro anarchico Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Youthless. Fiori di strada Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGente sbagliata: La prima indagine di Jacopo Ravecca Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Il Mio Cadavere: Testo originale con annotazioni e glossario dei termini obsoleti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSangue sul Chianti: Un nuovo caso per il commissario Ferrara Valutazione: 3 su 5 stelle3/5La mia vendetta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe conseguenze della Mole: Il ritorno del commissario Giorgio Paludi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI delitti di Varese: La prima indagine del magistrato Elena Macchi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTorino la chiusura del cerchio: Una nuova indagine di Vivaldi e Meucci Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Appuntamento mortale: Un'indagine di Teresa Maritano Valutazione: 4 su 5 stelle4/5
Recensioni su Senza speranza
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Senza speranza - Arturo Fabra
scrittura
1
Vivere in un posto di mare significa lasciare che esso detti le tue stagioni. Se poi il luogo vive di turismo, come la mia Poliarco, sai anche che il ciclo dell’anno è legato all’estate. Per noi, infatti, il vero capodanno è la festa del patrono, a metà luglio, e ogni estate segna l’anno con una sua specifica caratteristica. Abbiamo avuto quello delle Alghe (tutti ci ricordiamo le viscide montagnole puzzolenti sul bagnasciuga), quello Che-Non-Finiva-Mai (quando abbiamo fatto l’ultimo bagno per il ponte dei Morti), quello Freddo (che a mettere un giubbotto di pelle a luglio non era mai capitato fino ad allora) e, quest’anno, quello della Luna Rossa, che ha riempito giornali, notiziari e social. Stasera ci sarà l’eclissi.
Il paese è tutto un viavai di feste, cene ed escursioni per far spendere qualche euro in più ai turisti. Non sopporto i rituali di massa, quindi ho scelto di starmene a casa da solo. Prima, però, devo concludere un lavoro e per questo sono venuto al porto.
Percorro il molo e arrivo all’attracco dell’imbarcazione. È un Riva 100 modello Corsaro di colore nero, tirato a lucido. Qui mi accoglie un tizio pelato e massiccio, vestito con pantaloni blu scuro, scarpe da barca della stessa tonalità e t-shirt a righe orizzontali blu scuro e bianche, con le maniche tese allo spasimo sui bicipiti. Sembra un gondoliere pompato di anabolizzanti.
«Cerchi qualcuno?» parla un italiano incerto.
«Consegna per il signor Radu» mostro l’oggetto che ho tra le mani: un cofanetto intarsiato di classica fattura locale «portasigari».
Mi soppesa con un’occhiata, si convince che sono innocuo e fa segno di aspettare mentre borbotta qualche frase in rumeno nell’auricolare. Un attimo dopo mi fa salire.
«Prego».
Obbedisco in silenzio, arrivando fino al ponte superiore dove il tipo si ferma e mi invita a proseguire. Costel Radu si alza dalla chaise longue, così ne posso apprezzare il fisico scattante e l’abbigliamento in colori neutri, completato da gioielli d’acciaio e tatuaggi che sbucano dalla maglietta. Si toglie gli occhiali da sole, mostrando occhi neri e sguardo aggressivo.
«Non aspettavo nessuno».
Gli consegno il cofanetto. «Infatti è una sorpresa».
Lui sospetta una brutta sorpresa ma non vuole dimostrarlo, quindi prende il portasigari, lo apre e appare sollevato quando non gli scoppia in faccia.
«Sediamoci».
Si sposta verso un tavolino, dove appoggia il portasigari ancora aperto.
«Il cohiba è molto delicato, le dispiace controllarlo?» il mio tono è insinuante e gentile.
Lui, sempre più perplesso, prende l’astuccio di latta, svita il tappo e fa cadere con un colpetto il contenuto.
Nel cellophane è avvolto un mignolo mozzato ornato da un anello in acciaio. Radu stringe il bordo del tavolino sporgendosi verso di me.
«Sei un uomo morto».
«Sono un soldato sacrificabile. L’importante è far passare il messaggio. Avete provato a fotterci e questo non si fa. Comunque, il proprietario del dito sta bene e possiamo rimandarlo indietro stasera prima di cena. Poi possiamo organizzare un nuovo incontro».
Mi ascolta con interesse.
«Oppure?»
«Io muoio ma né tu né i tuoi tornate vivi in Romania».
«Tu non sei nessuno».
«Esatto, e questo è il mio vantaggio. Invece tu sei qualcuno e hai legami che possiamo raggiungere per farti del male. Se muoio io nessuno piangerà».
«Intanto tu muori» nei suoi occhi c’è voglia di sangue.
Mi sporgo verso di lui e pronuncio solo un nome: «Constantin» faccio scivolare in avanti lo smartphone, sul quale scorre il filmato di un ragazzino che gioca a calcio «sarà il primo».
Finalmente ha paura.
«Voglio il mio uomo stasera».
Il bordo del tavolo scricchiola nella sua stretta.
Mi alzo.
«Sarà fatto».
Nel percorso di ritorno vengo scortato sempre dall’energumeno di prima che, in un paio di occasioni, mi si avvicina tanto da farmi sentire il suo alito pesante. Non cado nella provocazione e raggiungo il molo sano e salvo.
Monto sullo scooter, avvio il motore e il tizio mi fa un cenno minaccioso. Ho l’impressione che lo scontro sia solo rimandato. Provo a non pensarci.
2
Contrada Matino, dove si trova casa mia, è uno dei posti più ventilati del paese. La vicinanza delle gole montuose incanala fin dal tramonto un vento così fresco da rendere superflui ventilatori e aria condizionata. Ho osservato l’eclissi dalla sdraio in giardino per poi appisolarmi.
I cani del vicinato si agitano all’improvviso. Apro gli occhi sul cielo stellato: la luna è tornata visibile, ma ha ancora una sfumatura sanguigna.
Sento la frenata di un’automobile e mi alzo a vedere. È mio fratello Bastiano, sindaco di Poliarco. Guardo stupito l’orologio mentre gli vado incontro.
«Che fai qui? Sono quasi le due» dico.
«Fammi entrare».
«Che succede?»
«Guai grossi. Mi serve il tuo aiuto» taglia corto.
«Ti faccio un caffè».
Lui non discute. Mi segue in cucina e si mette seduto mentre carico la moka.
«Allora?»
«Barbara Donati, la figlia dell’onorevole, è morta di overdose».
Lascio salire il caffè in silenzio. Gli passo la tazzina, lui beve un sorso.
«Io che devo fare?» chiedo.
«È successo al Geo, Franco Tezzi ha chiesto di te».
Finiamo i nostri caffè.
«Andiamo, ti seguo con lo scooter» dico.
«Posso riaccompagnarti io».
«Lascia stare, tu sei il sindaco e io devo essere indipendente. Forza, andiamo».
Appena imbocchiamo il bivio tra la strada che scende dalle colline e la statale lungomare, ci troviamo imbottigliati. Il classico fiume di automobili che, da maggio a ottobre, percorre la statale costiera, sembra del tutto bloccato. Intravedo i lampeggianti gialli del soccorso stradale: un tamponamento a catena contribuisce a peggiorare questa lunga notte.
Affianco l’auto di Bastiano, gli faccio un gesto di saluto e inizio la gimcana con lo scooter producendo non poche crisi d’ansia e qualche imprecazione da parte di chi, nel serpentone, sfoggia automobili costose, pulite e profumate, tra le quali svicolo veloce.
Arrivato al promontorio svolto per la serpentina che porta al Geo. Il locale è ricavato dall’insieme di tre grotte naturali ed è conosciuto tra gli addetti ai lavori come esempio di architettura ecocompatibile. Nel parcheggio esterno sono accesi solo i lampioncini di sicurezza, l’insegna è spenta e dell’ampio ingresso è stata lasciata aperta soltanto una porticina di servizio. Posteggio accanto alla volante dei carabinieri, salgo la scalinata e spingo la porta.
Dall’interno mi arriva un odore misto di cannabis, fumogeni aromatizzati, corpi sudati e profumi costosi. La prima sala è illuminata dai neon di sicurezza, gli impianti audio e luci sono spenti e l’unico rumore che si sente è quello delle ventole dell’aria condizionata.
Il boato della porta che si chiude è assordante.
«Ah, salve» faccio.
Pia Basile, direttore del Geo, mi viene incontro in un completo di lino bianco e inserti dorati. Sfoggia il solito chignon che, insieme agli occhi verdi obliqui su un naso dritto e due labbra morbide ora tirate dalla tensione, la fa somigliare a Eva Kant.
«Venga, Franco la aspetta».
La seguo lungo i passaggi arredati di divanetti e paraventi, attraversando le altre due sale fino a raggiungere il privé. È la prima volta che entro nel locale e, devo ammetterlo, è spettacolare: un geode di vetro affacciato sul mare il cui costoso arredamento Frau è sparso disordinatamente qua e là. Al centro del caos stanno Franco Tezzi e due carabinieri. Il più anziano alza gli occhi e mi saluta.
«Salve, Aronne».
«Maresciallo» ricambio. Il più giovane mi ignora.
Franco Tezzi mi stringe la mano.
«Aronne, grazie per essere venuto. Bastiano?»
«Bloccato nel traffico, io sono in scooter».
Lui borbotta qualcosa passandosi le mani nei capelli, scuri come la barbetta che gli incornicia il mento, poi dice: «È una faccenda delicata».
«La ragazza dov’è?»
Alla mia domanda il giovane carabiniere ritrova le parole.
«Il corpo…»
Il maresciallo lo mette a tacere con uno spintone.
«La ragazza è stata portata