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E-book636 pagine6 ore
Un altro sguardo – e “un altro ascolto” – sulla sordità
Di Chiara Morlini , Rita Po , Monia Raimondi e Cecilia Muzzi
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Un altro sguardo – e un “altro ascolto” sulla sordità è il titolo scelto per la pubblicazione della documentazione dello studio, della ricerca e delle esperienze professionali delle Assistenti alla comunicazione di “Insieme per l’integrazione e il bilinguismo-Onlus”, unica cooperativa della regione Emilia Romagna specializzata nel campo della sordità, sordocecità e delle difficoltà linguistiche e comunicative.
Chiara Morlini affronta le biografie dei giovani sordi stranieri, spesso in Italia in seguito al trasferimento dal Paese d’origine per ricongiungimento familiare, che ha affiancato fin dai propri esordi lavorativi con il ruolo di Assistente alla comunicazione, consapevole che la conoscenza della storia della persona e delle sue esperienze umane costituisce un sostrato ineliminabile al riconoscimento dell’identità della persona e dei suoi bisogni specifici.
Rita Po rende merito alla complessità linguistica e alla potenza comunicativa della lingua dei segni e, insieme, rende conto efficacemente delle più solide evidenze delle ricerche, condotte in ambito internazionale e italiano sia attraverso studi teorici sia attraverso la ricerca in collaborazione tra sordi e udenti, sulla lingua dei segni italiana.
Monia Raimondi ricostruisce il complicato e contraddittorio filo conduttore della storia dell’educazione e dell’istruzione dei sordi in Europa e in Italia, con la fiducia che la pubblicizzazione della storia e delle condizioni culturali delle persone sorde possa innescare nel mondo degli operatori scolastici e nelle famiglie un cambiamento urgente, in direzione di una pedagogia e di una didattica della sordità più adatta ai bisogni specifici dei sordi.
Cecilia Muzzi formula le tappe della ricerca di una metodologia efficace per favorire l’educazione linguistica e l’apprendimento di una migliore competenza comunicativa dei bambini sordi nella scuola pubblica degli udenti e con ciò stesso “implica” la scuola ad occuparsi e a preoccuparsi di alunni e studenti quasi mai considerati come potenziali lettori e scrittori, dunque come alunni e studenti con pari opportunità.
In tutte emerge l’intenzione di promuovere una migliore conoscenza del mondo dei sordi fondata non solo sulle personali esperienze umane e professionali, ma anche attraverso lo studio, l’approfondimento e la formazione continua.
Chiara Morlini affronta le biografie dei giovani sordi stranieri, spesso in Italia in seguito al trasferimento dal Paese d’origine per ricongiungimento familiare, che ha affiancato fin dai propri esordi lavorativi con il ruolo di Assistente alla comunicazione, consapevole che la conoscenza della storia della persona e delle sue esperienze umane costituisce un sostrato ineliminabile al riconoscimento dell’identità della persona e dei suoi bisogni specifici.
Rita Po rende merito alla complessità linguistica e alla potenza comunicativa della lingua dei segni e, insieme, rende conto efficacemente delle più solide evidenze delle ricerche, condotte in ambito internazionale e italiano sia attraverso studi teorici sia attraverso la ricerca in collaborazione tra sordi e udenti, sulla lingua dei segni italiana.
Monia Raimondi ricostruisce il complicato e contraddittorio filo conduttore della storia dell’educazione e dell’istruzione dei sordi in Europa e in Italia, con la fiducia che la pubblicizzazione della storia e delle condizioni culturali delle persone sorde possa innescare nel mondo degli operatori scolastici e nelle famiglie un cambiamento urgente, in direzione di una pedagogia e di una didattica della sordità più adatta ai bisogni specifici dei sordi.
Cecilia Muzzi formula le tappe della ricerca di una metodologia efficace per favorire l’educazione linguistica e l’apprendimento di una migliore competenza comunicativa dei bambini sordi nella scuola pubblica degli udenti e con ciò stesso “implica” la scuola ad occuparsi e a preoccuparsi di alunni e studenti quasi mai considerati come potenziali lettori e scrittori, dunque come alunni e studenti con pari opportunità.
In tutte emerge l’intenzione di promuovere una migliore conoscenza del mondo dei sordi fondata non solo sulle personali esperienze umane e professionali, ma anche attraverso lo studio, l’approfondimento e la formazione continua.
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