NO al sostegno, SI all'autoapprendimento educativo
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E’ un invito ad una profonda rivoluzione culturale che, lontana da ogni tentazione antropocentrica e dalle certezze legate al potere o alle leggi o al primato della scienza e della tecnologia, ridia il giusto valore all’atto educativo. Una prassi profondamente umana centrata su maestri di vita che con amore altruistico sanno fungere da esempio e stimolo alla materializzazione del processo autoformativo. Un processo fondato sulla mitezza, sulla capacità dello stupirsi, sull’importanza del dubbio e sulla relatività del sapere che umilmente attualizza quanto affermato da Albert Einstein: “Non insegno mai nulla ai miei allievi. Cerco solo di metterli nelle condizioni di poter imparare.”. Cedere alla lusinga di sentirsi onnipotenti, ergendosi a giudici o maestri del prossimo, in nome della conoscenza asservita ai poteri dell’organizzazione sociale, è indice di miopia e dabbenaggine, soprattutto nei confronti dei piccoli o dei più svantaggiati.
Dobbiamo essere consapevoli che tutti siamo portatori di handicaps più o meno gravi, nel contesto di una condizione di estrema precarietà, ciò associato al fardello dell’ignoranza e della supponenza, induce, spesso, a fare fatica perfino a conoscere se stessi. I naturali limiti individuali, fisici o intellettivi, vanno accettati e gestiti, non con le certificazioni o con le disposizioni organizzative e fintamente razionali, supportate da una falsa e strumentale istruzione, ma con momenti di intelligente affiancamento che stimolino le innate potenzialità soggettive dei discenti attraverso una gratificante, amorevole e libera educazione come sempre suggerito dai grandi pedagogisti.
L’abbaglio di credere che una persona sia stimolata a crescere solo se imbottita di nozioni od imposizioni, magari tramite un momento scolastico con un rapporto 1 a 1, ossia un docente per ogni alunno, sminuiscono la centralità del libero autoapprendimento e delle relazioni che si attivano nel gruppo classe o dei coetanei, ed ingenera l’illusione che l’insegnare sia sinonimo di educare.
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Anteprima del libro
NO al sostegno, SI all'autoapprendimento educativo - Cesarino Marchioro
Cesarino Marchioro
No al Sostegno
Si all''autoapprendimento educativo
La conoscenza aiuta ad essere responsabili, sereni e liberi
Cesarino Marchioro
NO AL SOSTEGNO
SI
ALL’AUTOAPPRENDIMENTO EDUCATIVO
Centro Studi Sociali don Luigi Sturzo
- Goito
UUID: 2ef7cc0c-a182-431e-a4c6-65c4bcffad95
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
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Indice dei contenuti
DEDICA
Ringraziamenti
PREMESSA
PARTE I - L’ESSERE UMANO E L’APPRENDIMENTO
L’APPRENDIMENTO EVOLUTIVO
MADRE NATURA COME MAESTRA …
MADRE NATURA SI ESPRIME …
LA FORMAZIONE TRA ALLEVAMENTO E INSEGNAMENTO
SIAMO TUTTI LIMITATI E HANDICAPPATI
LA PROGRESSIVITA’ DELL’APPRENDIMENTO
APPRENDERE NON È UNA GARA
BUON EDUCATORE EQUIVALE A BUONA SCUOLA
PARTE II -L’EVOLUZIONE NEL TEMPO DEI CONCETTI DI FORMAZIONE E DI SCUOLA
DALLA PREISTORIA ALLE CIVILTA’
CINA
I SUMERI
L’EGITTO
FENICI, MICENEI ED EBREI
I GRECI
I ROMANI
IL MEDIO EVO
DAL RINASCIMENTO ALL’ILLUMINISMO
LA SCUOLA IN ITALIA: dal 1861 AI NOSTRI GIORNI
PARTE III - L’EVOLUZIONE PEDAGOGICA
L’IMPORTANZA DEI GRANDI MAESTRI
PLATONE
QUINTILIANO
DANTE ALIGHIERI
VITTORINO DA FELTRE
GIOVANNI AMOS COMENIO
GIOVANNI BOSCO
MARIA MONTESSORI
MARIA SILVIA RAPIZZA
LORENZO MILANI
PARTE IV- DALL’HANDICAP AI B.E.S
LA SCUOLA DOPO LE RIFORME DEGLI ANNI 1974 -1980
PER EDUCARE NON BASTANO LE LEGGI
IL SOSTEGNO OVVERO LA FALSA INDIVIDUALIZZAZIONE
CONOSCERSI E CONOSCERE PRIMA DI FARE
AUTOFORMAZIONE o SOSTEGNO
CONCLUSIONI
E’ POSSIBILE UN MODELLO INCLUSIVO DI SCUOLA MODERNA SENZA INSEGNANTI DI SOSTEGNO?
LA CARTA DI MILANO (EXPO 2015) COME BASE DI UNA NUOVA SCUOLA
COSTRUIAMO ASSIEME LA NOSTRA LIBERA SCUOLA E PERSONALITA’
APPENDICE - LE QUALITÀ DEL BUON MAESTRO
E LE STRATEGIE EDUCATIVE …
BIBLIOGRAFIA
DEDICA
A mia moglie Chiara,
ai miei figli Roberta e Nicola,
ai miei cari nipotini Giulia e Francesco,
agli amici e ai compaesani
della mia comunità di Solarolo
Ad ogni uomo che sa convivere con i propri handicaps, che sa stupirsi ed apprezzare i suoi limiti e che da questi, con umiltà, parte per intraprendere il percorso di conoscenza del creato in modo da dare un senso pieno alla propria esistenza.
Ringraziamenti
A tutti i docenti e genitori delle scuole da me dirette, preziosi collaboratori nell’individuare e nell’approfondire le tematiche educative ed esistenziali.
Ad Adriana Rosa, Mariangela Cerini, Roberta Marchioro, Mara Cavaglieri, Claudio Zago per la collaborazione nella revisione del lavoro.
A Maria Domenica Polisano e Alfio Milazzo per la realizzazione della copertina e delle immagini.
PREMESSA
L’emergenza educativa unitamente a quella ambientale è, tra le problematiche planetarie, quella più urgente da affrontare da parte del genere umano se vorrà continuare sulla strada della conoscenza e del progresso, e darsi, di conseguenza, una prospettiva intelligente che ne giustifichi la presenza sulla navicella spaziale Terra
.
Il tema è d’attualità anche nella decadente Italia dove serve un urgente e deciso riacculturamento, in grado di avviare ogni individuo sulla strada della conquista del libero pensiero, della sobrietà e della felicità vissuta, affrancandolo dalle certezze giustizialiste e del potere. Solo con tali atteggiamenti potremo sottrarci all’affabulazione economicista derivante da una profonda e supponente ignoranza che, rafforzata dall’egoismo antropocentrico, induce al fare e al sentenziare, senza prima valutare adeguatamente le conseguenze delle proprie azioni. Occorre che si affermi la cultura della libera e gratuita conoscenza e della relatività tollerante, centrata sull’autoformazione e connotata da una forte coerenza morale e valoriale, oltre che di un approccio rispettoso ed empatico per tutte le fragilità e limitazioni umane nel contesto dell’economia del Creato.
Un tale auspicio diventa, necessariamente, un appello a quanti vogliono essere educatori responsabili, partendo da una profonda conoscenza di se stessi in quanto animali umani. Serve partire dai genitori e dagli insegnanti, per arrivare ai manipolatori dell’informazione e all’arrogante supponenza dei capi, politici, burocrati e imprenditori, che devono urgentemente fermarsi per riflettere sul loro ruolo sociale. Necessita che tutte queste categorie di persone mettano al bando la certezza supponente di essere depositari di saperi e conoscenze esclusive che, nelle loro menti, si fanno verità e certezze assolute con la conseguenza di sentirsi legittimati o in dovere di imporre, a tutti, la loro miope visione del mondo.
Una concezione antropocentrica ed egoistica, che negando i diritti e le libertà connaturate alla dimensione umana nel quadro degli equilibri della Natura, ostacolano in ogni modo, con il potere e le leggi, l’affermarsi della cultura della libera autoeducazione formativa.
Necessita essere coscienti che prima di potersi offrire quali maestri
, per formare le menti ed i cuori, specie delle future generazioni, si deve essere in grado di bandire dal proprio cuore e dalla mente qualsiasi tentazione impositiva, sapendo che, per poter educare gli altri, bisogna, prima di tutto, essere educatori di se stessi. Solo essendo esseri miti ed umili ed in grado di conoscere e padroneggiare le proprie potenzialità, unitamente ai molteplici limiti ed handicap, si potrà comprendere il senso profondo della massima di Socrate: Più so, più so di non sapere
. Il comprendere la relatività e la limitatezza del proprio io
, dovrebbe indurre alla mitezza tollerante, creando un clima interpersonale, empatico e condividente, che rappresenta il presupposto per rendere possibile l’avvio della più grande rivoluzione culturale mai perseguita dal genere umano. Un cambiamento che si concretizzerà non solo grazie alle conoscenze e alle conquiste tecnologiche, compresa la cibernetica, l’informatica e l’intelligenza artificiale, ma soprattutto con un radicale cambio del modello educativo attraverso una scuola, libera ed autoformante, in cui il maestro non insegni, ma si affianchi e, con pazienza, diventi un credibile modello di vita da imitare. Una socialità nuova dove genitori, maestri, professori o potenti non vadano in cattedra e si sentano autorizzati, ognuno nei propri campi d’azione, a sentenziare, a giudicare od etichettare, intervenendo con indicazioni, norme, valutazioni, certificazioni mediche o psicologiche, o con sentenze dei tribunali, circa le modalità più consone per avvicinare le persone alla libera conoscenza dello scibile umano, a partire dai più piccoli e dai più svantaggiati. Nessuno e nessuna scuola ha il diritto di stabilire a priori quali siano i bisogni educativi di qualsiasi altro essere umano, specie di quelli in difficoltà!
Un tale clima esistenziale si realizzerà solo bandendo ogni coercizione sociale organizzata, ponendo fine alla manipolazione dell’informazione e all’uso strumentale della scuola in chiave di allevamento di individui intercambiabili funzionali al progresso socio-economico e ad un etereo bene comune. Non avremo più bisogno di presuntuosi insegnanti, in particolare di sostegno o di cosiddetti specialisti
, dirigenti e burocrati di ogni apparato dello Stato o di imprenditori arraffoni nei settori: produttivo, economico e culturale, ma solo di miti maestri. Generose persone che, sulla scia degli insegnamenti dei grandi pedagogisti del passato, ci spronano a non applicare la regola del divide et impera
e di discriminare gli individui, specie i più svantaggiati, differenziandoli ed etichettandoli per poterli guidare, ma solo di essere capaci di comprenderli affiancandosi amorevolmente. Lo stimolare l’innato istinto all’apprendimento evolutivo deve indurre a diventare individui che, mentre colmano il loro bagaglio di ignoranza, sono in grado di essere ispiratori del desiderio di scoprire la realtà avviandosi alla piena conoscenza delle leggi del creato e della socialità, le sole in grado di aprire la via alla piena realizzazione personale attraverso un costante impegno e lavorio autoeducativo che riporti l’armonia tra il genere umano e la Natura.
Cesarino Marchioro
PARTE I - L’ESSERE UMANO E L’APPRENDIMENTO
L’APPRENDIMENTO EVOLUTIVO
Siamo consapevoli che ogni tipologia di apprendimento umano, succedutosi nei millenni, a partire da quello parentale, domestico o del gruppo sociale, nelle sue varie forme scolastiche, private, pubbliche o religiose, abbia sempre assolto ad una mera, specifica funzione bio-sociale, preimpostata nelle sequenze genetiche, che è finalizzata alla trasmissione dei comportamenti più consoni alla sopravvivenza degli individui e della specie.
Imparare ad apprendere, sembra essere stato lo snodo intelligente dell’impulso universale
primordiale verso la ricerca della conoscenza consapevole, aspetto che è funzionale ed indirizzato al miglioramento delle condizioni di vita. Un atteggiamento congenito, innato ed istintivo, che è volto alla conservazione degli impulsi vitali primitivi, indispensabili alla corretta percezione ed autonomia individuale e che mirano a rendere stimolante ed operativa l’avventura dell’esistenza attraverso la realizzazione di sé, come individui e membri del gruppo sociale, e nel contesto dei cicli della natura.
Si tratta di un processo che, attraverso un lento e progressivo padroneggiamento dei propri sensi e delle capacità psico-intellettive, permette di connettersi con la forma di acculturamento primordiale, quello che avviene sotto la regia della Mente empatica planetaria, quella che ha stimolato, codificato e conservato nel creatole combinazioni, più stabili e funzionali di aggregazioni, nel delicato rapporto tra energia e materia.
Siamo al cospetto di una strategia comune universale dove gli elementi chimici si combinano e si dividono secondo regole predeterminate a seconda delle diverse condizioni chimico fisiche dell’Universo. Gli innumerevoli tentavi di unione degli atomi, nei vari contesti chimico-fisici, hanno dato origine ai composti materiali inorganici ed organici in equilibrio con le diverse forme di energia. La stretta interdipendenza tra questi elementi, come espressioni del rapporto tra materia ed energia, secondo la legge di Einstein, si sublima in una gradualità progressiva, come se la materia volesse esprimersi attraverso una parte sé, prendendo vita nelle sue molteplici forme, fino ad arrivare nell’uomo alla capacità del pensiero astratto e razionale. Una condizione funzionale a migliorare la percezione e consapevolezza di sé, rinforzando, contestualmente, l’impulso di autoconservazione individuale e della specie attraverso l’esistere, il riprodursi e la creazione di comunità.
Si assiste, accanto alla centralità dell’istinto esistenziale, all’emergere prepotente della necessità di ricerca di consapevolezza che, associata all’esigenza di capire e comprendere la motivazione dell’esistenza, sfocia nella necessità di porre interrogativi circa il destino oltre la vita terrena fino ad indagare sul principio dell’essere supremo, il Creatore dell’Universo. Si intuisce la presenza di quell’ammagliante forza unificante di materia ed energia che, rappresentata dall’Amore universale, quello che opera attraverso la sua magnanimità onnisciente, inducendo l’essere umano a vibrare all’unisono con la sua frequenza estasiante.
Queste