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L'estetica della comunicazione tra conoscenza e bellezza
L'estetica della comunicazione tra conoscenza e bellezza
L'estetica della comunicazione tra conoscenza e bellezza
E-book74 pagine57 minuti

L'estetica della comunicazione tra conoscenza e bellezza

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Info su questo ebook

Estetica, ovvero la dottrina della conoscenza sensibile ma non solo. È soprattutto la dottrina del bello, dell’esperienza del bello, della produzione e dei prodotti d’arte. Un tuffo straordinariamente narrato nella filosofia dei domini più generali e duraturi del pensiero umano.
LinguaItaliano
EditoreGAEditori
Data di uscita16 gen 2020
ISBN9788835359418
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    L'estetica della comunicazione tra conoscenza e bellezza - Dafne Moro

    Dafne Moro

    (a cura di)

    L’ESTETICA DELLA COMUNICAZIONE

    TRA CONOSCENZA E BELLEZZA

    L’educazione estetica

    Come salvaguardare la specificità e l'unitarietà dell’ educazione estetica in particolare nella Scuola Secondaria Superiore?

    L' educazione estetica deve rivestire, in ogni grado e ordine di scuola, un ruolo sempre più centrale e qualificante. Non va concepita solo una finalità di educazione estetica (alla fruizione), bensì anche di formazione di una coscienza percettiva (che sappia cogliere le modalità diverse del nostro vedere) e di potenziamento della fantasia e dell'immaginazione. Se così è, all'educazione estetica intesa in senso allargato va riconosciuto un ruolo sempre più decisivo nell'iter scolastico della formazione. Ricordando anche che non c'è formazione (dell'uomo) senza un cammino personale con l'esperienza estetica, di cui la scuola deve essere ben consapevole ed imparare a gestire con spirito sperimentale, ma anche con un ricco supporto di lavoro teorico.

    Se il compito principale della scuola è quello di fornire ai giovani saperi e strumenti per interpretare la realtà nella quale essi vivono, consentendo loro di farsi soggetti attivi dello sviluppo sociale, la didattica non può strutturarsi in percorsi lineari, cumulativi, che lasciano nell'ombra la motivazione e il vissuto dei giovani, bensì deve aprirsi alla ricerca, alla sperimentazione, svilupparsi più per problemi che per concetti, accettare anche un procedere che meglio rispecchia il carattere fenomenologico della contemporaneità, ma soprattutto deve confrontarsi con quell'ampio bagaglio di conoscenze che il giovane ricava dalla sua esperienza quotidiana.

    Di fronte ad un così forte condizionamento che sui giovani è esercitato dalla comunicazione mass-mediatica la scuola non può sottrarsi al confronto, ma deve necessariamente offrire agli studenti conoscenze e strumenti adeguati per decodificare e interpretare criticamente i diversi messaggi che a loro provengono.

    A tal fine discipline quali l' educazione artistica , da sempre marginalizzata da una visione della didattica fondata sull'asse: lingua - storia - scienza, viene ad assumere un ruolo rilevante. Infatti questa disciplina, sicuramente più di altre, può favorire nello sviluppo dei saperi, l'integrazione tra le diverse forme dell'esperienza comunicativa, riconoscendo valore e specificità funzionale alla parola, all'immagine, al suono, e meglio di altre discipline interpreta la dimensione poetica dell'agire assumendo anche la qualità della dimensione operativa come fattore proprio della conoscenza.

    E' allora fondamentale che la scuola maturi, per l' educazione artistica , la consapevolezza che un intervento di innovazione didattica, deve necessariamente prevedere una generale ridefinizione della disciplina in senso epistemico e che, all'interno di ogni curriculum scolastico, si deve tenere fisso lo sguardo sia alla funzione formativa dell'arte, sia al suo ruolo di sfida cognitiva .[1]

    A conclusione del ciclo di studi secondari superiori, i giovani, acquisiscono una loro competenza estetica attraverso l’apprendimento, le esperienze operative, il dialogo, la valorizzazione della loro creatività e l’indipendenza intellettuale, e sono in grado di:

    leggere opere d'arte significative (pittoriche, plastiche, grafiche, architettoniche, urbanistiche, musicali) nelle diverse tipologie e collocarle nel loro contesto storico, culturale e tecnico;

    individuare e comprendere le forme moderne della comunicazione, quali messaggi orali, scritti, visivi, digitali, multimediali, nei loro contenuti, nelle loro strategie espressive e negli strumenti tecnici utilizzati;

    avere gli strumenti culturali e metodologici per porsi con atteggiamento razionale e critico di fronte alla realtà, ai suoi fenomeni ed ai problemi.

    I percorsi dei licei e quelli di istruzione e formazione professionale, perseguono il fine comune di promuovere la valorizzazione della persona umana e la crescita educativa, culturale e professionale degli allievi attraverso il sapere, il fare e l’agire , e la riflessione critica su di essi.

    Lo strumento più adeguato per coniugare le dimensioni del " sapere, saper essere, saper fare ", è il Laboratorio , inteso come metodologia dell’operatività, e dunque la creazione di uno spazio privilegiato per allievi e insegnanti in cui condividere da protagonisti della relazione, anche le esperienze personali.

    Laboratorio è dentro la scuola ovunque sia possibile agire e sperimentare; è fuori la scuola ovunque sia possibile interagire con nuovi ambienti.

    Ovunque è possibile creare un contesto particolarmente motivante e coinvolgente, anche per l’insegnante, fatto di ricerca, osservazione, contatto diretto con la realtà e l’ambiente, che coinvolge la percezione, il pensiero, i ricordi, l’immaginazione, l’interpretazione in un unico processo di apprendimento: è lo spazio dell’esperienza estetica .

    Prima di assumere una qualsiasi forma organizzata il laboratorio è un’idea che può diventare progetto agibile. Appartiene dunque alla sfera dei desideri, forse anche dell’immaginazione, e delle conoscenze dell’insegnante che ha il compito di operare le scelte più giuste ed efficaci per i propri allievi. Gli educatori e gli insegnanti possono riflettere sulla possibilità di essere conduttori e progettisti, ma anche osservatori; di creare contesti creativi stimolanti ed accoglienti, rispettosi del modo in cui i ragazzi si rapportano alla conoscenza e all’espressione; tentare di essere facilitatori più che istruttori, rinunciando ad avere fretta, per concedere il tempo dell’esplorazione, accompagnare gli allievi nel loro percorso

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