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Pedagogia, Relazione d'aiuto e persona anziana: L’accompagnamento personalizzato nelle residenze
Pedagogia, Relazione d'aiuto e persona anziana: L’accompagnamento personalizzato nelle residenze
Pedagogia, Relazione d'aiuto e persona anziana: L’accompagnamento personalizzato nelle residenze
E-book235 pagine2 ore

Pedagogia, Relazione d'aiuto e persona anziana: L’accompagnamento personalizzato nelle residenze

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Info su questo ebook

Vittore Mariani - Marisa Musaio (edd.). Prefazione di Giuseppe Vico

Il volume propone una riflessione pedagogica e metodologica finalizzata al miglioramento degli interventi all’interno delle residenze per anziani, alla luce di uno sguardo antropologico, etico e teleologico che ispiri modalità operative vissute con senso di cura, entusiasmo, passione e intelligenza. In una prospettiva di speranza non ingenua, espressa in una progettualità concreta, gli autori si propongono di valorizzare l’apporto educativo a favore delle persone anziane, non come intervento settoriale né come mera animazione, ma come intervento che si rivolge alla centralità di persone e relazioni, che attua un coordinamento multidimensionale e interprofessionale, per ricercare sempre una sinergia a favore della persona e la promozione del benessere integrale di tutti i soggetti coinvolti nella relazione d’aiuto: gli anziani, i loro familiari e gli operatori. Il volume si rivolge in particolare a educatori, animatori, pedagogisti, responsabili e operatori di residenze e altri servizi per anziani, a familiari, volontari, studenti universitari dei corsi pedagogico-educativi, a responsabili e docenti di corsi per professioni e servizi a favore degli anziani, a decisori politici e tecnici impegnati nell’attuazione delle normative sociosanitarie e della loro implementazione, ma anche a tutti coloro che hanno a cuore l’essere umano in quella delicata fase dell’esistenza che è l’anzianità.
                           


Vittore Mariani, pedagogista, docente a contratto presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore dove insegna Metodologia della gestione integrata del gruppo e Metodologia delle attività formative e speciali. 

Marisa Musaio, pedagogista, professore associata di Pedagogia generale e sociale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore dove insegna Teoria della Relazione d’aiuto, Pedagogia delle relazioni educative e Pedagogia degli adulti. 
LinguaItaliano
Data di uscita20 mag 2019
ISBN9788838248177
Pedagogia, Relazione d'aiuto e persona anziana: L’accompagnamento personalizzato nelle residenze

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    Pedagogia, Relazione d'aiuto e persona anziana - Giuseppe Vico

    Vittore Mariani - Marisa Musaio (edd.)

    PEDAGOGIA, RELAZIONE D’AIUTO E PERSONA ANZIANA

    L’accompagnamento personalizzato nelle residenze

    Tutti i volumi pubblicati nelle collane dell’editrice Studium Cultura ed Universale sono sottoposti a doppio referaggio cieco. La documentazione resta agli atti. Per consulenze specifiche, ci si avvale anche di professori esterni al Comitato scientifico, consultabile all’indirizzo web http://www. edizionistudium.it/content/comitato-scientifico-0.

    Copyright © 2019 by Edizioni Studium - Roma

    ISBN 9788838248177

    www.edizionistudium.it

    ISBN: 9788838248177

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    INDICE

    Prefazione di Giuseppe Vico

    Introduzione

    I. La relazione di aiuto con le persone anziane, di Marisa Musaio

    1. Reinterpretare la categoria dell’anzianità

    2. L’anzianità e le età della vita

    3. Vecchiaie e non solo vecchiaia

    4. In aiuto della persona anziana

    5. La relazione d’aiuto in un’ottica di nuove attenzioni all’umano

    II. Personalizzazione con sguardo pedagogico e tonalità educativa in residenza per anziani, di Maria Marchini

    1. Fragilità e demenze

    2. Identità della RSA e rischio di istituzionalizzazione

    3. Il passaggio dalla casa alla residenza per anziani

    4. La personalizzazione dell’accompagnamento

    5. Gli strumenti

    6. Il lavoro d’equipe per l’unitarietà dell’accompagnamento e il rapporto con i familiari

    7. Il ruolo dell’educatore, il coordinamento del servizio educativo e le proposte di animazione

    III. Un soffio di speranza. Attività di cura per la terza età in una dimensione relazionale e integrale della persona, di Valeria Alessandra Bonfanti

    1. Premessa

    2. Progettualità e relazione nella condizione anziana

    3. Dalla spirale della solitudine al senso profondo della relazione

    4. L’agire della cura come rispetto e risposta ai bisogni dell’altro

    5. Progetto operativo. Anzianolandia

    6. Progetto operativo. Un soffio di speranza

    7. Progetto operativo. Gruppo E.S.S.E. Educazione al Sostegno, Solidarietà ed Empatia

    8. Costruire relazioni interdisciplinari progettuali per la promozione integrale della persona nella prospettiva pedagogica

    9. Come affrontare pedagogicamente le molteplici patologie correlate all’invecchiamento della persona

    10. Considerazioni finali

    IV. Anziani e bambini insieme: spazi condivisi come luoghi di cura reciproca. Esperienze internazionali a confronto, di Monica Crotti

    1. Solidarietà intergenerazionale e apprendimento

    2. Esperienze di condivisione e prove di comunità

    3. Benefici dell’apprendimento intergenerazionale

    4. Progettare incontri intergenerazionali e inter-generativi

    5. Progettazioni ri-esistenti

    V. Nuovi paradigmi nelle residenze per persone anziane: verso l’umanizzazione, di Vittore Mariani

    1. Dall’assistenza alla promozione integrale della persona

    2. L’organizzazione nelle residenze per anziani

    3. Lo strumento della progettazione personalizzata e l’equipe: dal PAI al PEP

    4. L’integrazione sociosanitaria e la questione politica

    VI. L’accompagnamento spirituale della persona anziana nella RSA, di Stefano Biancotto

    1. Accompagnare pedagogicamente e spiritualmente tutta la vita

    2. La persona anziana e la promozione integrale nella visione cristiana

    3. Per una pedagogia religiosa dell’anziano

    4. Una proposta di animazione e di catechesi per l’anziano

    5. Catechesi di introduzione alla Quaresima

    6. Il grande passaggio: accompagnare spiritualmente alla malattia e alla morte

    7. Considerazioni conclusive

    Indice dei nomi

    Gli autori

    CULTURA

    Studium

    165.

    Scienze dell’educazione, pedagogia

    e storia della pedagogia

    Vittore Mariani - Marisa Musaio (edd.)

    Pedagogia, relazione d’aiuto e persona anziana

    L’accompagnamento personalizzato nelle residenze

    Prefazione di Giuseppe Vico

    Ancora una volta, in modo riflesso, scientifico e alla luce di una forte e articolata intenzionalità educativa, l’età anziana con i suoi vissuti alla luce degli orizzonti della cura e della relazione d’aiuto viene accostata da studiosi che riescono a coglierne e a discernerne aspetti formali e sostanziali in virtù di una riflessione attenta alle specificità dei bisogni e dei desideri dell’anzianità e di ogni anziano collocato in residenze che in questi ultimi decenni hanno fatto registrare miglioramenti sostanziali.

    Il volume, a cura di Vittore Mariani e Marisa Musaio, apre fin dall’inizio quel discorso diretto e indiretto sulla relazione d’aiuto e su quell’orizzonte imprescindibile del rispetto della persona da riconoscersi sempre portatrice di diritti e di doveri, di libertà e di responsabilità e percepita nella sua capacità di promuovere ancora i propri talenti e di mantenersi fedele a quell’impegno educativo, etico e religioso che ogni persona porta con sé fin dalla nascita e che consiste nel perseverare a radicarsi e a trascendersi negli spazi, nei tempi e nelle relazioni che la vita riserva a ciascuno di noi.

    Riflessione alta, senza retorica, avulsa da idealizzazioni e da pietismi. L’educativo è colto nell’orizzonte generale di una visione della persona in sé, delle relazioni d’aiuto e della cultura del servizio in famiglia e nelle Istituzioni e la cui essenza peculiare di attenzione e di promozione della vita anziana sta proprio nell’operare per aprire narrazioni sull’esistenza e sul valore di affermarne la ricchezza spirituale. E proprio nelle interazioni generazionali e negli snodi della vita e quando quest’ultima, impegnata con mente e cuore a proiettarsi al recupero della memoria e alla preziosa testimonianza di ciò che una vita vissuta può ancora donare alle persone vicine e ai contesti di vita dove anch’essa è stata protagonista e ne conserva un diario particolare.

    Proprio con gli anziani il dialogo, le narrazioni, le nostalgie, la richiesta di vicinanze affettive e culturali non possono prescindere da un’attenzione particolare alla mente e al cuore zone, quadrivi, passaggi obbligati di vite che hanno tanto da insegnare e da proporre all’ascolto soprattutto delle giovani generazioni. Anche la persona anziana nei suoi vissuti nelle residenze deve parlare, deve ascoltare, deve apprendere soprattutto attraverso quel gioco delle parti in virtù del quale la nostalgia si incontra con la speranza, la meditazione sui vissuti con la fretta di crescere, l’amore per chi essenzializza i suoi sogni e le sue preoccupazioni per chi sa ascoltare e per chi ne apprezza la testimonianza su quella realtà sempre più spasmodica che incombe con le sue frette e con le sue rapide trasformazioni anche sulla serenità, a volte purtroppo solo sognata, della persona anziana così come sulle frenesie del vivere dei figli e dei nipoti.

    Oggi, essere nonni è forse ancora più di un tempo...! Perché l’anziano, pur nelle sue esigenze spesso deluse e nelle sue condizioni di solitudine spesso non colte o ignorate, costituisce ancora consapevolmente quel punto di riferimento nei progetti vita che si rivelano più che mai formativi per le giovani generazioni.

    Per costruire un mondo migliore anche per gli anziani e anche per quelli che vivono alla giornata e come e dove possono trovare un piatto di minestra o un sacco a pelo per dormire o costretti a permanere in quello che si suole indicare come «barbonismo casalingo», occorre pensare e lavorare ancora ai vari livelli della vita assistenziale, economica, educativa, interattiva. Garantire la dignità e la speranza porta con sé, sempre e comunque, un risveglio di coscienze e una crescita umana, sociale e civile.

    Un problema così bello, complesso e dai risvolti e dalle prospettive insperate richiama l’attenzione sulle parole di Papa Francesco: «Non lasciatevi rubare la speranza! (...) Operate per costruire un mondo migliore!» nel quale non stancarsi di elaborare teorie, prassi, realtà istituzionali per garantire alle persone anziane e alle loro famiglie un’esistenza «affermatrice di vita autentica» e lontana educativamente e culturalmente dall’abbandono e dall’indifferenza. L’esistenza anziana non demorde dall’educare proprio in virtù di ciò che la vita ha insegnato e di ciò che ogni anziano ha donato passando il testimone anche in termini di coerente e finale contemplazione sull’ultimo incontro con il Dio misericordioso.

    Giuseppe Vico

    Già Professore Ordinario di Pedagogia Generale e Sociale

    Università Cattolica del Sacro Cuore

    Introduzione

    Se si considerano le aumentate aspettative di vita alle quali oggi è possibile accedere, si deve convenire sulla necessità di formulare prospettive di lettura e di intervento in termini di relazione e di aiuto al fine di consentire alle persone anziane di rintracciare risorse e relazioni per meglio adattarsi ai cambiamenti e al mutare degli eventi.

    Aspettativa di vita, invecchiamento attivo, legame tra promozione della salute, della sicurezza e della cura personale, sono soltanto alcune delle principali coordinate che concorrono a delineare i termini di una questione non riassumibile soltanto con l’impiego e il riferimento al termine anziani.

    Il riferimento di fondo è piuttosto alla persona anziana, che implica richiamare e tenere attivo il rimando alla vecchiaia come topos filosofico, focus delle narrazioni e delle esperienze di tutti i tempi, dei miti, delle favole [1] , delle riflessioni che hanno condotto l’uomo a vedere in questa stagione della vita e condizione del vivente, sia un’opportunità sia un rimando alla debolezza intrinseca che ci caratterizza come esseri umani, al nostro essere «esseri mancanti, in continuo stato di bisogno» [2] .

    Nella considerazione della persona anziana c’è in gioco la promozione di una cultura e di una strategia globale di attenzione al ciclo della vita, per poter guardare alle ultime fasi oltre i consueti stereotipi e le immagini stigmatizzanti che ci hanno abituato a parlare dell’anziano come di un soggetto relegato fuori dall’ordine sociale, considerato come peso inutile, proiettato irrimediabilmente verso il decadimento biologico e trascurato nelle possibilità di attenzione e di cura.

    Lo stato attuale delle conoscenze e degli studi sugli anziani induce a riconoscere come essi non siano soltanto soggetti di indagine utili per la rilevazione di dati. Gli anziani sono da riconoscere in una loro centralità crescente non solo per via della gravosità e delle questioni economiche poste dall’assistenza richiesta, ma perché al centro di una riflessione sul significato dell’ intera esperienza umana e formativa di ognuno [3] , sul senso della cura non come espressione puramente funzionale di un rapporto tecnico-terapeutico, né come evento transitorio, ma come «forma costitutiva della relazione tra persone, entro una storia che appare come il teatro di un’umanità insuperabilmente ferita e bisognosa di rapporti umani più autentici» [4] . Inoltre, non meno importanti sono i motivi di una centralità delle persone anziane in rapporto con le dimensioni di solidarietà intergenerazionale [5] .

    Se innegabili sono di fatto i cambiamenti sul piano del decadimento biologico, fisico e cognitivo, pensiamo al calare delle energie e delle forze fisiche, alla crescente stanchezza, alla vicinanza con la malattia o con la solitudine, tali dimensioni non esauriscono la condizione complessa vissuta dalle persone anziane in un’epoca che non è affatto per vecchi, se si pensa al giovanilismo diffuso, all’amore per la giovinezza riconosciuta come età della vita per eccellenza, che ci restituisce di contro un ritratto paradossale della vecchiaia di oggi: se da un lato è l’età dalla quale rifuggire, dall’altro chiama in causa le generazioni per riflettere su temi ed esperienze fondanti per la vita stessa, dalla salute al significato dell’identità della persona, al prendersi cura dell’altro.

    Le teorie e le prospettive sulla Long life education ci hanno inoltre da tempo attivati su approcci e metodi di cura e di risposta ai bisogni nell’ottica di un’educazione che continua anche in età anziana, in un intreccio relazionale tra soggetti adulti e soggetti anziani, nella prospettiva di una promozione della salute come stato di benessere integrale della persona.

    E se è pur vero che l’anziano si trova a confrontarsi con una ‘stagione’ connotata da fragilità, tale fase della vita non è da intendersi come stato da prevenire o da eliminare, ma con cui convivere in vista di attivare strategie di cura e di empowerment della persona.

    In relazione a tali motivi risulta comprensibile la scelta di porre al centro di tale volume una ricognizione, seppur parziale e non esaustiva, della persona anziana nella condizione di fragilità vissuta mentre conduce la propria esistenza all’interno delle residenze.

    In relazione a tali ambiti di intervento, oggetto di ricerca non solo sociologica, socioassistenziale e dei servizi, gli autori sviluppano, ognuno con le proprie competenze e sensibilità, una riflessione pedagogica che si propone di far crescere il ruolo di cerniera dell’intervento educativo posto tra invecchiamento e promozione di spazi e momenti per una cura dell’anziano che non risulti viziata da stereotipi e idee preconcette, ma sia sempre più orientata all’anziano come persona protagonista di una sempre rinnovata considerazione, nonostante le difficoltà di vivere all’interno di una struttura altra dal proprio ambiente di vita. In tale direzione il compito e servizio assolto dalle residenze si identifica nell’accompagnamento e nell’assistenza alla persona in termini di attenzione e promozione delle sue potenzialità residue, in considerazione del momento di vita, della storia e dell’esperienza personale vissuta.

    All’interno dei contesti residenziali la relazione si pone come il fondamento dell’attività di aiuto e di cura, che sostanzia il significato delle attività svolte dagli educatori, il significato della loro professionalità educativa e pedagogica e del rapporto di fiducia che ogni operatore viene intessendo con l’anziano bisognoso di cura. In tal senso il lavoro di relazione richiede un impegno costante sia per essere avviato sia per potersi estendere nel corso del tempo, anche grazie ad interventi e progetti pedagogici che consentano alle persone anziane di poter rintracciare quotidianamente le proprie risorse e condividere con gli educatori le loro difficoltà e sofferenze.

    Il lavoro all’interno delle residenze manifesta numerosi rimandi pedagogici se si considera non solo l’importanza della presenza e della vicinanza fisica, emotiva e psicologica, ma anche dell’accompagnamento dall’interno di percorsi per rintracciare serenità e senso del benessere, così come poter consentire alla persona di continuare a leggersi, ridefinirsi, comprendersi e riconoscersi in se stessa, pur nel confronto con immagini dolorose e complesse di sé e del proprio presente.

    La relazione d’aiuto assume una valenza centrale in relazione alle pratiche sia di cura e di assistenza, sia in relazione all’accompagnamento dall’interno di un percorso spirituale, in una fase delicata della vita della persona in rapporto al tempo e in rapporto al suo approssimarsi al compimento finale della propria esistenza.

    Aiuto nei momenti più complessi di sofferenza, vicinanza dal punto di vista affettivo, ascolto e lasciar essere, sono alcune delle competenze principali dell’educatore che opera accanto e con la persona anziana.

    Dall’interno della relazione d’aiuto si cercano e si offrono non solo risposte a bisogni ed esigenze, ma anche la possibilità di sperimentare risposte ogni volta nuove per affrontare situazioni dolorose, toccanti, destabilizzanti, per le quali il compito dell’educatore risiede nel cercare di tenere unito il filo rosso della vita delle persone, accompagnandole in un percorso di tessitura tra passato, presente e futuro, tra progressiva decostruzione di sé e il tentativo di ricomporre ogni volta sempre daccapo i significati individuali della propria esistenza.

    L’operare educativo si intreccia con una considerazione non soltanto assistenziale, necessaria per continuare a guardare all’arricchimento personale dell’anziano il quale, dovendo affrontare le mutate condizioni di vita, si trova costretto a misurarsi con gli eventi connessi al processo di invecchiamento, e per quanto la medicina e le scienze tendano a proporre

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