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Tenacia Sarda
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E-book154 pagine2 ore

Tenacia Sarda

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Info su questo ebook

Ho avuto il privilegio di leggere il libro autobiografico di Luigi prima della sua pubblicazione. Praticamente l'ho divorato. Un libro piacevole da leggere, dall'inizio alla fine, mai noioso, mai banale. Un libro che insegna anche qualcosa di molto importante: se hai un'idea, vivila, credici, realizzala.

Dal libro emerge la semplicità di Luigi, una semplicità accompagnata, però, sempre dalla tenacia, la tenacia sarda e chi conosce i sardi, sa di cosa parlo.

Una lezione di vita da prendere come esempio in ogni situazione. Uno stile di vita sempre allegro e sereno.

È un continuo esempio che dimostra come da una curiosità, quasi passeggera, possa nascere una vera passione, ma ci vuole anche dedizione e sacrificio, è necessario credere in se stessi e, alla fine si potranno raggiungere traguardi ragguardevoli, pur in mezzo a mille difficoltà.

Sembra quasi che nel libro, Luigi riesca a trasmetterti la sua passione per lo sport, che non è mai solo sport, ma anche vita sociale, rapporti personali, condivisione di idee, ricerca di qualcosa di nuovo che possa comunque dare un senso di appagamento alla propria vita.

Per questi motivi consiglio la lettura del libro a tutti, adulti e giovani, uomini e donne, sportivi ai non sportivi in quanto il suo esempio non può che essere un arricchimento interiore per ognuno di noi.

Antonio Caboni

LinguaItaliano
Data di uscita6 nov 2016
ISBN9788899685317
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    Anteprima del libro

    Tenacia Sarda - Luigi Tola

    2016

    Prefazione

    Ho conosciuto personalmente Luigi Tola quando è diventato, nel 2010, assessore del Comune di Villa San Pietro, suo paese natale, ubicato in provincia di Cagliari. Sino ad allora ne avevo sentito solo parlare. Avevo visto qualche poster quando, negli anni ‘90, frequentavo una palestra a Sarroch, Comune a pochi chilometri da Villa San Pietro. Non ho avuto mai la fortuna di incontrarlo nemmeno quando lui si allenava lì, nei periodi estivi.

    Ricordo che molti ragazzi che frequentavano la palestra cercavano una sorta di lontano confronto con la foto del poster, dove si poteva apprezzare l’ottima forma fisica di Luigi, in piena attività agonistica.

    Chi l’avrebbe detto che poi ci saremmo incontrati stringendo una vera amicizia.

    Dal 2005 a oggi ho sempre frequentato Luigi, prima solo per questioni di lavoro, essendo un dipendente del comune di Villa San Pietro, poi perché è diventato il mio istruttore.

    Luigi, infatti, ha un centro fitness bellissimo, ubicato nella periferia di Capoterra. Anche lì notai subito la mano di una persona esperta. Il centro, ampio e sempre ben pulito, con un ambiente amichevole, confortevole e piacevole; e soprattutto ho trovato molta professionalità, una merce rara di questi tempi.

    Già dai primi rapporti tra assessore e ufficio allo sport riuscii a cogliere la sua professionalità, la sua capacità manageriale. Mi impressionò il suo saper organizzare con facilità, riusciva a realizzare qualsiasi evento partendo dal nulla, solo da un’idea. Portò nel Comune una ventata nuova, dando un’impronta di rinnovamento nella gestione e promozione dello sport; d’altronde l’esperienza ultraventennale nel campo sportivo, fatta nel nord Italia, si sentiva tantissimo.

    Ancora oggi, nel comune di Villa San Pietro si ripetono annualmente alcune iniziative ideate proprio da Luigi e questo significa una sola cosa: erano sicuramente idee valide.

    Ho avuto il privilegio di leggere il libro autobiografico di Luigi prima della sua pubblicazione. Praticamente l’ho divorato. Un libro piacevole da leggere, dall’inizio alla fine, mai noioso, mai banale. Un libro che insegna anche qualcosa di molto importante: se hai un’idea, vivila, credici, realizzala.

    Durante la lettura mi sono posto subito una domanda: Se avessi letto questo libro, tanti anni fa, forse nella mia vita avrei osato di più, forse avrei creduto di più in me stesso? Ma, come dice il proverbio, Non è mai troppo tardi. Tuttavia questa sensazione non deve portare a credere che sia facile realizzare i propri desideri: senza sacrificio e duro lavoro non si ottiene nulla. E questo, Luigi, lo ribadisce più volte nel suo racconto autobiografico.

    Dal libro emerge la semplicità di Luigi, una semplicità accompagnata, però, sempre dalla tenacia, la tenacia sarda e chi conosce i sardi, sa di cosa parlo.

    Una lezione di vita da prendere come esempio in ogni situazione. Uno stile di vita sempre allegro e sereno. Pensandoci bene, non ho mai visto Luigi adirato, nemmeno quando la situazione poteva giustificarlo. Lui da ogni situazione riesce a prendere sempre la parte buona e nel libro questo modo di vivere si ripete in continuazione, è quasi il filo conduttore. È un continuo esempio che dimostra come da una curiosità, quasi passeggera, possa nascere una vera passione, ma ci vuole anche dedizione e sacrificio, è necessario credere in se stessi e, alla fine si potranno raggiungere traguardi ragguardevoli, pur in mezzo a mille difficoltà.

    Sembra quasi che nel libro, Luigi riesca a trasmetterti la sua passione per lo sport, che non è mai solo sport, ma anche vita sociale, rapporti personali, condivisione di idee, ricerca di qualcosa di nuovo che possa comunque dare un senso di appagamento alla propria vita.

    Per questi motivi consiglio la lettura del libro a tutti, adulti e giovani, uomini e donne, sportivi e non sportivi, in quanto il suo esempio non può che essere un arricchimento interiore per ognuno di noi.

    Antonio Caboni

    Funzionario del Comune di Villa San Pietro

    Atleta (non agonistico) del centro fitness

    Tower Gym Club

    Tutto ebbe inizio…

    Tutto ebbe inizio il 17 aprile 1961, il giorno della mia nascita. Terzo di otto fratelli con un carattere introverso, sereno ma ribelle, seguivo il mio istinto come fosse un mantra. Nel mio ideale immaginavo una vita di esperienze, conoscenza e viaggi, lontano dal mio paesino che, seppur grazioso, sentivo come una scarpa stretta per un piede troppo grande.

    Ero dinamico e con il pensiero continuo di compiere diciotto anni, quelli che mi avrebbero permesso di viaggiare alla ricerca di nuove esperienze.

    Sono nato a Villa San Pietro, un piccolo centro abitato adagiato tra collina e mare, da cui dista appena dieci minuti, nella provincia di Cagliari. Il mio percorso da viaggiatore iniziò al mio diciottesimo compleanno, fuori dalla Sardegna per i più svariati motivi di lavoro.

    Rientrato in Sardegna per un paio d’anni, conobbi Graziella che divenne mia moglie in un battibaleno: eravamo molto giovani e innamorati. Subito dopo il matrimonio decidemmo di trasferirci nella bella e florida cittadina di Varese. Mi entusiasmai in brevissimo tempo di questa splendida cittadina, conosciuta anche come Città giardino, proprio per l’attenta cura e la presenza estensiva di questi straordinari giardini: Villa Ponti, il Campo dei Fiori, i Giardini Estensi del Palazzo comunale sono i più meritevoli di nota.

    Dal parco naturale di Campo dei Fiori si può ammirare un incantevole scorcio del Sacro Monte con le sue quattordici cappelle che si snodano lungo un percorso ciottolato di circa due chilometri, indubbiamente il più affascinante itinerario mariano al mondo; uno spettacolo naturale degno di essere considerato il miglior biglietto da visita della città.

    La prima volta in palestra

    Al periodo, ero appena ventitreenne, spigliato, dinamico, intraprendente e armato di una grintosa voglia di conoscenza per ritagliarmi un futuro tutto mio, riuscii a ottenere un’occupazione presso una fabbrica che produceva ricambi per automobili nel Solbiatese, paesino alle porte di Varese.

    Nel periodo tra il 1986 e il 1987, nell’ambito di un corso di formazione, conobbi un ragazzo di origine siciliana che mi parlava con insistenza della sua passione per il body building, pretesto da lui utilizzato per vantarsi con tutti noi colleghi della sua straordinaria forza.

    In realtà ai miei occhi si mostrava l’immagine di un ragazzotto estroverso, che assomigliava a un diavoletto e, inoltre, talmente secco che sembrava uno spaghetto lungo e sottile! Una sera, per mostrarmi accondiscendente nei suoi confronti, dopo ripetuti inviti ad assistere a un suo allenamento, lo accompagnai per vedere di persona questa sua forza straordinaria. Entrando in quella palestra, piena di strane attrezzature, ricordo che fui impressionato a primo impatto da quell’odore penetrante di linoleum, il pavimento tipico delle palestre, e poi dall’odore caratteristico di uno sciame di persone in movimento e grondanti di sudore.

    Erano tutti concentrati a tal punto da sembrare dei robot impegnati in qualche esperimento scientifico. Parevano dei drogati, invasi da produzioni ormonali endogene abnormi di endorfine e adrenalina; rimasi a osservarli stupefatto. Insomma, ne restai affascinato, stavo provando ammirazione!

    Inizialmente fui preso da una certa perplessità, ma poi si destò in me la curiosità, sentimento che mi spinse a iscrivermi, non per un’esigenza fisica visto che ero una persona disinteressata e indifferente a qualsiasi pratica sportiva. Fu proprio la curiosità di capire più da vicino cosa faceva scaturire in quei giovani ragazzi tutto quell’entusiasmo e quella voglia di spingersi in allenamenti estenuanti.

    Il primo giorno di allenamento lo affrontai senza la supervisione di alcun istruttore, non perché non ci fosse, ma perché quello presente in sala attrezzi dimostrava scarsa inclinazione all’insegnamento senza speranza di voler rimediare a tale sua lacuna. E fu così che decisi di arrangiarmi da solo, usando gli attrezzi e procedendo, più o meno, per imitazione dei gesti che vedevo compiere a quei ragazzi che in quel momento si allenavano.

    Già solo quella prima giornata, nonostante fossi autodidatta, mi bastò per sperimentare una portata esplosiva di sensazioni. Feci delle scoperte incredibili. Fu una valvola di sfogo pazzesca, evidentemente c’era un forte stimolo sul lobo limbico, l’area del cervello responsabile dell’origine e della gestione delle emozioni. Il mio sistema ormonale andò in visibilio! Provai sensazioni fino a quel momento a me sconosciute, mi sentivo affaticato ma gratificato dall’allenamento e carico di energie, fu un’esperienza senza precedenti.

    Dopo qualche settimana di frequentazione, mi venne spontanea una riflessione: mi chiedevo se fosse normale ricevere una tale energia da stravolgere tutte le percezioni sensoriali corporee, emotive e psichiche. Ma solo successivamente, dopo aver intrapreso l’esperienza agonistica, riuscii a darmi la risposta e conclusi che proprio lo stravolgimento sensoriale in questione è determinante per trovare la strada giusta: purtroppo non tutti riescono ad avere queste sensazioni che ho avuto io in quell’esperienza. Quelli che ci riescono, in genere, si spingono oltre, cercando l’agonismo. Questo, credo accada in tutti gli sport e forse rappresenta la chiave di volta che porta alcuni atleti a eccellere su altri.

    In ogni caso la mia aspirazione non era di certo emulare Big Jim ma, ribadisco, fu semplice curiosità. Nel mio secondo giorno di frequentazione, reduce dall’esperienza multifattoriale, davvero divertente, mi ripresentai all’appuntamento con l’istruttore. Una volta entrato in sala pesi, lo intercettai con lo sguardo tra la folla di atleti in azione, perché ero assolutamente inconsapevole di quello che sarebbe dovuto essere il mio step successivo. Lui mi guardò e, con nonchalance, volse lo sguardo da un’altra parte, quindi mi arrangiai da solo copiando gli esercizi di altri ragazzi che si destreggiavano tra gli attrezzi.

    In quel momento capii che quell’istruttore non sarebbe mai potuto essere il mio maestro. Era evidente che gli mancava la passione e la dote dell’insegnamento. Nonostante la mancanza di un programma ben strutturato, riuscivo a eseguire delle ottime performance, senza alcun rischio di farmi male. In pochi mesi notai dei risultati eccezionali, non tanto nell’aspetto estetico ma quanto nell’aspetto psichico - emotivo e nel benessere generale; in brevissimo tempo smisi di fumare, evidentemente l’addestramento con i pesi faceva scaturire in me un rifiuto di quella sostanza tossica insita nella sigaretta. Inoltre, l’emicrania che mi perseguitava dall’infanzia, svanì come neve al sole.

    Era una palestra molto economica, pertanto frequentata non proprio dalla parte nobile della cittadina lombarda. L’ambiente offriva di tutto, era un club multietnico frequentato da brave persone, ma anche da personaggi poco raccomandabili e non a caso, dopo qualche mese, una mattina particolarmente sfortunata mi rubarono dallo spogliatoio il marsupio con patente, carta d’identità, codice fiscale e cinquantamila lire. Dopo inutili ricerche e tentativi vani di riavere indietro il maltolto, rinunciai e mi precipitai dai Carabinieri per la denuncia del furto. Mi presentai allo sportello della caserma della cittadina e mi si avvicinò un carabiniere, un ragazzo giovane e di bell’aspetto, con un impeccabile accento campano, che gentilmente mi chiese come poteva essermi utile, ma qualcosa mi faceva presagire che da lì a poco mi sarei fatto qualche bella risata, con tutto il rispetto per l’Arma!

    Speranzoso come sono di carattere, spiegai al carabiniere che frequentavo la palestra da qualche mese e raccontai l’avvenimento che mi aveva portato a presentarmi al loro

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