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Come siamo stati
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E-book39 pagine27 minuti

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Info su questo ebook

Ognuno ha nella sua storia qualcosa che la rende unica ed eccezionale, basta che cerchi dentro di se, non è nel possesso materiale o nel semplice avere che s'insinuano le emozioni, è nel saperle vivere. Questa è la storia da cui vengo, un tributo alla mia famiglia cui devo gran parte delle cose eccezionali che ho vissuto.
LinguaItaliano
Data di uscita31 gen 2023
ISBN9791221458404
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    Anteprima del libro

    Come siamo stati - Fulvio Lacagnina

    Gli inizi

    Quel che ho saputo dai miei genitori sulla loro vita non è moltissimo, forse non c’era molto da ricordare di una vita che li ha visti attraversare la guerra poco più che adolescenti una vita non facile che quasi tutti condividevano a quei tempi.

    Mia madre figlia di un ferroviere è nata ad Aosta nel 1928 e per il mestiere del padre ha vissuto anche a Sampierdarena e poi si è trasferita a Milano, credo durante la guerra sia sfollata a Fossano. Diploma di segretaria ha lavorato in Rinascente.

    Mio padre figlio di un poliziotto è nato a Milano nel 1927 sfollato durante la guerra a Vittorio Veneto. Diploma di ragioniere ha iniziato anche lui a lavorare in Rinascente.

    Un totale di cinque zii di cui Tea sorella di mia madre che aveva un debole per me ed Arnaldo fratello di mio padre perdutamente invaghito di mi sorella.

    I miei nonni erano morti tutti tranne la mamma di mia madre, Anna.

    La Rinascente è stata per loro galeotta si sono conosciuti, fidanzati e poi sposati; Aniasi e Longodente erano colleghi con mio padre, anche loro avevano sposato due segretarie che lavoravano con mia madre. Mentre per gli uomini il lavoro è stato il collante che li ha uniti per decenni, le donne che da poco dopo che si sono sposate avevano smesso di lavorare si frequentavano poco, a volte si incontravano in aeroporto quando i mariti viaggiavano o nelle feste che la Rinascente offriva ai sui dipendenti per le festività. Aniasi e Longodente erano nomi che sentivo spesso nominare ammantati di un aurea di rispetto, per me da ragazzino erano figure eteree senza cui la Rinascente non sarebbe esistita, Borletti e Brustio per come li nominavamo parlando stavano invece nell’Olimpo. Ero ragazzino quando non distratto da altro ero spettatore muto nelle conversazioni in

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