Ho fatto spazio. Strappi di vita quotidiana di una donna
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Info su questo ebook
Silvia Canuti è nata nel 1970 al Asola in provincia di Mantova. Si è laureata in Educatore e ha terminato gli studi con un master in “Analisi transazionale, gli stati dell’io, dell’Es e del super-io”. Da sempre desiderosa di dedicarsi ai disagi sociali, ha lavorato per molti anni nell’ambito della tossicodipendenza, sia nel rapporto diretto con i ragazzi e preparando schede personalizzate per ciascun caso, sia con colloqui con i genitori. Le richieste sono sempre più numerose e l’autrice ha poi scelto la libera professione per sentirsi libera di rispondere come le varie situazioni richiedevano e poi ha aperto, per conto di un Ente ecclesiastico, una comunità per minori formando tutto il personale necessario e mettendosi in contatto con i Tribunali di sorveglianza minorile.
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Anteprima del libro
Ho fatto spazio. Strappi di vita quotidiana di una donna - Silvia Canuti
Silvia Canuti
Ho fatto spazio
Strappi di vita quotidiana
di una donna
© 2023 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-8441-6
I edizione settembre 2023
Finito di stampare nel mese di settembre 2023
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
Ho fatto spazio
Strappi di vita quotidiana di una donna
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
Capitolo 1 - La vergogna, la rabbia, le lacrime
Tutte le volte che pensiamo alla rabbia o che reagiamo o che incassiamo una reazione di rabbia, noi facciamo i conti con una violenza interna o esterna a noi. Molte, moltissime volte la rabbia è il culmine negativo di un processo di comunicazione o di risoluzione di una questione che non abbiamo saputo gestire bene, e che chi era con noi non ha saputo gestire meglio di noi.
Ci sono situazioni, momenti, immagini
istantanee nella vita in cui la rabbia è buona
è la giusta reazione per buttare fuori qualcosa che rifulgiamo, qualcosa che ci fa male e che le lacrime stringono per mano. Sono quelle volte dove la rabbia non arriva subito, non arriva spontanea perchè prima sono arrivate la paura, e la vergogna,… e la rabbia non ci viene proprio se non dentro a un gesto estremo, dopo che tutto è già accaduto ed è molto importante saperla conoscere e riconoscere, arrivare a chiamarla per nome le darà l’identità, il volto, la conosceremo e non ci porterà a gesti estremi. Si tratta di fare posto e di mettere accanto alla rabbia, ad esempio, lo stupore, accanto alla paura un sentimento solido. Perché fare posto
è come fare il tiramisù: è un lavoro di strati