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Ricordi di gioventù
Ricordi di gioventù
Ricordi di gioventù
E-book87 pagine55 minuti

Ricordi di gioventù

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Info su questo ebook

"Ricordi di gioventù" di Antonio Buonomo, è un piccolo tesoro di memorie personali, importanti per tutti noi, che abbiamo bisogno di memoria, e di memorie. I ricordi del passato, tra oceani, navi, porti, e paesi lontani, diventano indelibili tracce di una esistenza che ci richiamano al rispetto verso un mondo che, pur distante da noi, è quello da cui proveniamo: le nostre radici, che ci sorreggono saldamente e che permettono alle giovani generazioni di crescere sicure. 

Antonio Buonomo nasce a Gaeta nel 1947. Dopo aver conseguito il Diploma Nautico, imbarcò come ufficiale di macchina su navi della Marina Mercantile. Dopo qualche anno lasciò il mare per lavorare in fabbrica. Già in pensione, ha deciso di scrivere i ricordi di gioventù da bambino, da ragazzo ed infine in giro per il mondo. Oggi vive nel paese natale con la moglie .
 
LinguaItaliano
EditorePasserino
Data di uscita25 apr 2017
ISBN9788893455312
Ricordi di gioventù

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    Anteprima del libro

    Ricordi di gioventù - Antonio Buonomo

    Antonio Buonomo

    Ricordi di gioventù

    The Sky is the limit

    ISBN: 9788893455312

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Marinai a Capua

    Monte Cristo

    I pescatori di rane

    Il grillo

    L'insegnante carabiniere

    La morte del signor Giuseppo

    La bomba

    Il buon padre

    Il canale di Panama

    Neve all'equatore

    El terremoto

    I mondiali di calcio del '70

    Il rimorso

    Il tipo buffo

    Miseria e sazietà

    Venezuela

    Il momento drammatico

    Fatti inspiegabili

    In viaggio per Point Tupper

    Misteri a bordo

    Il vasetto di marmellata

    Il fantasma

    La cernia

    Il prestigiatore

    Siviglia caliente

    Il tipo beat

    La pesca grossa di Polifemo

    La piscina abusiva

    Il sole del Messico

    La gioia dopo la paura

    La maledizione

    Stessa faccia, stessa razza

    I due pistoleri

    Taipei

    La nave pirata

    Incidenti del mestiere

    Il triangolo delle Bermude

    Il geyser

    Antonio Buonomo

    Antonio Buonomo da giovane

    In Marina

    Ringraziamenti

    Antonio Buonomo

    Ricordi di gioventù

    Passerino Editore

    2017

    Marinai a Capua

    Questo è un racconto che mio padre fece quando, ancora bambino, sedevamo vicino al braciere nelle sere d'inverno.

    Allora non c'era ancora la televisione e i genitori raccontavano i loro ricordi della guerra appena passata mentre i piccoli ascoltavano affascinati le storie a volte tristi ed altre volte allegre che sembravano tanto lontane.

    Quando l'otto settembre del 1943 giunse la notizia dell'Armistizio, mio padre era a Cagliari richiamato alle armi in Marina come tanti altri.

    Solo a dicembre gli venne concesso il concedo per tornare a casa, visto che il fronte fermo sul Garigliano ad un passo da Gaeta, sarebbe presto avanzato.

    Sbarcato a Napoli con altri compaesani, si aggregarono agli Alleati (Forze Armate Scozzesi) nei pressi di Teano con i quali presero a lavorare per il ripristino dei binari ferroviari che i tedeschi avevano distrutto.

    Il Comando Alleato aveva dato loro un lasciapassare (scritto in inglese) poiché indossavano ancora la divisa italiana di marinai.

    Un giorno che erano in libera uscita, mentre passeggiavano ridendo e scherzando (non erano giovani di leva ma richiamati sulla trentina, e la loro allegria era dovuta al fatto d'aver vinto la guerra, poiché riportavano la pelle a casa dopo una guerra spaventosa) s'imbatterono in due signori che, qualificandosi poliziotti, chiesero loro i documenti.

    Uno dei marinai allora diede loro il lasciapassare degli Alleati, e riconoscendo nei modi di fare altezzosi del poliziotto quelli che avevano al tempo del fascismo, gli chiese: -- Ci hai capito? --

    L'altro, interdetto: -- No. -- E il marinaio, strappandogli il foglio di mano:

    -- E non capiscerai mai niente!! Ammucenn' Uagliù !! --

    E se ne andarono lasciando i due con un palmo di naso!!

    Monte Cristo

    Un altro racconto che ho sentito da mia madre quando da piccolo eravamo seduti attorno al braciere nelle lunghe serate d'inverno.

    Dopo l'otto settembre del 1943 anche Gaeta fu occupata dai tedeschi, i quali, temendo uno sbarco nemico lungo la riva del golfo, cominciarono ad abbattere le case con la dinamite per creare uno sbarramento.

    Fu così che gli abitanti rimasti (donne, vecchi e bambini) fuggirono nelle campagne.

    Anche mio nonno Gioacchino con le figlie Anna e Antonietta, mia madre, si rifugiarono in una camera a monte Cristo. La figlia Anna, incinta, prossima a partorire, aveva anche una bambina di un anno, Antonietta che era sempre in braccio a mia madre.

    Nel mese di ottobre Anna partorì una bella bambina alla quale venne dato il nome di Cristina in omaggio al monte che li ospitava.

    Con loro c'era anche il marito di Anna, Vincenzo, che era riuscito a sfuggire ai rastrellamenti che avevano condotto molti uomini nei campi di concentramento. Vincenzo insieme con altri uomini fuggiaschi e a mio nonno, scavarono un incavo nella parete terrosa del monte che, ricoperta con numerosi fasci di canne, costituiva per loro un ottimo nascondiglio al passaggio dei tedeschi.

    E i tedeschi passavano spesso, una volta portarono via la capretta che forniva latte per le bambine, un'altra volta si portarono l'asino.

    Un giovane tedesco che notò mia madre, tornò qualche giorno dopo , da solo, portando una pagnotta di pane in regalo e chiedendo mia madre in sposa. Mia madre era nubile , ma aveva un terrore smisurato per i tedeschi, tuttavia ebbe la presenza di spirito di dire: -- Ma io sono già sposata! -- Poi mostrando la piccola Antonietta: -- E questa è mia figlia! --

    Poi in un attimo di distrazione del tedesco si fece passare la fede dalla sorella e gliela mostrò.

    Il tedesco, convinto, andò via, ma più tardi, sospettando l'inganno, tornò e si fece restituire la pagnotta che tanto generosamente aveva donato.

    I pescatori

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