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Alabama Twist
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E-book61 pagine49 minuti

Alabama Twist

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Info su questo ebook

La vita dei minatori che estraggono l'oro dalla miniera della Rock Valley non è per niente facile e la loro unica consolazionie è scommettere all'interno del saloon: l'Alabama Twist.  Solo lo Sceriffo sospetta che dietro queste scommesse si celano i crimini che insanguinano la città.
LinguaItaliano
Data di uscita31 lug 2017
ISBN9788822805324
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    Anteprima del libro

    Alabama Twist - Chiara Lambardi

    Chiara Lambardi

    Alabama Twist

    UUID: a275c212-672c-11e7-b0b3-49fbd00dc2aa

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Tutti i personaggi e i fatti narrati, a eccezione di quelli chiaramente di dominio pubblico, sono fittizi e ogni somiglianza con persone reali, viventi o decedute, è puramente casuale.

    Tutti i diritti riservati.

    E' vietata la riproduzione totale o parziale. il salvataggio in banca dati e la trasmissione in qualunque forma e qualunque mezzo.

    CHIARA LAMBARDI

    ALABAMA TWIST

    Nella Rock Valley c'è la pietra del desiderio,

    nella Rock Valley, se sei stanco di scavar,

    all'Alabama Twist ti conviene andar!

    Nella Rock Valley il sangue scorre,

    nella Rock Valley, se sei stanco di lottar,

    all'Alabama Twist ti conviene andar!

    Nella Rock Valley sono i rimasti i vizi dei peccator,

    nella Rock Valley, se le risposte vuoi trovar,

    all'Alabama Twist ti conviene andar!

    Prologo

    «Ha davvero importanza, sapere il come e il perché?» chiede l’uomo annoiato, sbuffando una nuvola di tabacco.

    «Non vedo cosa ci costi, d’altronde non è che ci sia così molto da fare qui, in questo saloon abbandonato» risponde la donna.

    «E così è qui che tenevate sotto scacco la città» afferma un altro uomo sistemandosi il capello a tesa larga.

    «Suvvia, non facevamo niente di male, in fondo cercavamo solo di movimentare un po’ l’ambiente» controbatte il terzo uomo facendo girare una moneta dorata.

    «Questa rovina è iniziata per colpa tua e dei tuoi giochetti» ricorda l’uomo grasso dai folti baffi.

    «Si sbaglia, la colpa è sua che non ha mai guidato come si deve questa città» precisa il quinto dalle mani nere e col piccone a fianco.

    «Di chi è stata la colpa è superfluo ormai» sentenzia la seconda donna sventolandosi con il ventaglio.

    «Vogliamo parlare di colpe? Tu dovresti essere la prima a stare in silenzio. Hai manovrato quegli uomini e poi hai ordinato alle tue ragazze di ucciderli a sangue freddo» la accusa l’uomo col cappello.

    «Forse tu avresti dovuto insegnare ai tuoi carcerieri maggiore disciplina» ribatte lei chiudendo il ventaglio di scatto.

    «Mentre voi risolvevate le vostre incombenze io venivo ammazzato!» si infiamma l’uomo grasso sbattendo un pugno sul tavolo.

    «Ti avrebbero ammazzato comunque, porco» commenta l’uomo dalle mani nere.

    «Lo considererò un grazie, anche se non ho dimenticato il perché di questi buchi che ho nel petto. Saresti dovuto stare al tuo posto, cane» si inserisce l’uomo col sigaro sbuffando una nuvola di vapore verso il soffitto.

    «Sono pronto a rifarlo e comunque è stato lui a tradirti per primo» ribatte l’uomo puntando il piccone verso il terzo uomo che ferma la moneta.

    «A mia discolpa posso dire che stavo dalla vostra parte» si difende indicando il piccone.

    «Sì, certo. Tu stavi dalla parte di te stesso, ammetti che anche tu, come me, volevi solo l’oro» insiste l’uomo col sigaro.

    «Avete ammazzato uomini innocenti per dell’oro? E voi vi definite uomini?» chiede l’uomo col cappello.

    «E voi che vi siete fatto ammazzare da una donna?» commenta la prima donna ridendo.

    «Sarei morto comunque» puntualizza l’uomo togliendosi il cappello.

    I sei restano in silenzio, immersi nei loro rancori.

    «Che cosa volevate ottenere voi?» domanda infine la donna con il ventaglio.

    «Tu che cosa volevi?» domanda a sua volta l’uomo indicandola con le dita nere.

    «Solo che la mia attività andasse avanti» risponde la seconda donna.

    «Ah, per continuare ad essere lodata per la bellezza che non hai più. Io cercavo la libertà» risponde l’uomo con il sigaro.

    «Libertà? Io cercavo la vera libertà» ribatte l’uomo col piccone.

    «Insediandovi nel mio municipio e strappando a me la possibilità di tramandare le gesta dei miei avi!» accusa l’uomo grasso sistemandosi i baffi.

    «Abbiamo visto tutti a cosa ti hanno portato quelle tue tanto decantate gesta» lo schernisce l’uomo con la moneta facendo segno di tagliarsi la gola.

    «Per quanto mi riguarda, cercavo solo dei giocatori alla mia altezza» continua rilanciando la moneta.

    «I tuoi stupidi giochi ci hanno portato alla morte. Se solo avessi potuto consegnarvi tutti alla giustizia…» si rammarica l’uomo col cappello.

    «E voi? Cosa volevate?» chiede l’uomo alla prima donna spegnendo

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