War: Fuoco amico
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Info su questo ebook
Vengono analizzati tutti i più gravi conflitti che minacciano la società attuale e che hanno modificato quella passata, con un occhio alle trasformazioni che, dal 20° secolo, hanno cambiato questo fenomeno, portando a un profondo ripensamento di tutte le categorie con le quali tradizionalmente gli studiosi delle varie discipline hanno affrontato i temi della guerra, del suo rapporto con la politica e dei possibili modi per costruire la pace.
War è un libro per riflettere, informarsi e capire.
La cosa che ci unisce tutti è la speranza che un giorno tutto questo resti solo un brutto ricordo di pagine di storia scritte col sangue; sangue di gente innocente (reporter, operatori umanitari, giornalisti, gente comune); sangue che non va lavato via con la prima pioggia che cade.
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Anteprima del libro
War - Michele Crispino
Grazie
Prefazione
Questa piccola opera parla di guerra
L’ho scritta in memoria di un mio amico scomparso. Anche lui come me scriveva libri, ma non è mai andato a fondo sul concetto guerra
, il perché non l’ho mai capito. Io tenterò, suo malgrado, in tutti i modi di scardinare, smembrare, sminuzzare tale concetto affinché il lettore possa capire cosa c’è dietro questa orribile parola. Chi muove i fili di questo orrendo concetto e per quali motivi lo fa!
Guerra significa morte!
Morte di tanta gente innocente che combatte al fronte senza nessun motivo personale ma solo perché è costretta a farlo.
Guerra è distruzione, fame e povertà.
Guerra è la tempesta che avanza.
Proverò con tutta la mia forza a far sì che il lettore sappia e possa capire la realtà che c’è dietro questo scempio mondiale.
Il concetto di guerra è vasto e articolato, è fatto di mille sfaccettature, va maneggiato con cura, limato, stondato, poi messo a nudo e osservato per la potenza che è in grado di esprimere.
Questa è una sfida impari; io e il grande colosso, io e le lobby del potere; io e chi vende morte. Vincerò? La risposta è incerta, ma di sicuro ci provo!
Chi scrive è il Cronista di Strada
ovvero Michele Crispino nato il 15 maggio 1970, cresciuto in un piccolo paesino della Campania (Succivo, provincia di Caserta) e oggi residente a Piombino in Toscana, già autore del libro Le Stagioni dei Complotti del 2015.
Lo pseudonimo il Cronista di Strada nasce dal fatto che, pur essendo uno studente universitario iscritto alla facoltà di Scienze Politiche, ho lavorato gran parte della mia vita in un’azienda metalmeccanica, escludendo così i salotti buoni di ogni città in cui mi sono trovato.
I miei salotti buoni erano rappresentati da bar, marciapiedi e bettole dove potevo trovarmi seduto a discutere e fare le mie critiche su tutto ciò che mi capitava a tiro in compagnia di gente di strada.
Vi lascio ora alla lettura di queste pagine; vi do un forte abbraccio e, soprattutto, vi auguro buona lettura.
il Cronista di Strada
Quelli del bar
Mi sono ritrovato spesso a dover fare i conti con quel gruppetto di amici del bar.
Spesso parlavamo del nostro star bene, liberi e felici, e di come si possa vivere tranquilli in Europa e nell’occidente del mondo.
Pensando all’America, alla Spagna, all’Italia, ecc. dove gli Stati sono democratici e dove si cerca di accontentare un po’ tutti, dal ricco al nullatenente e dove si cerca di far funzionare tutto, dalle banche, alla politica, alla scuola, a tutti i servizi sociali, ecc. e soprattutto dove c’è il diritto di potersi esprimere e dire la propria a riguardo di quella determinata cosa o persona: è questo, per me, motivo di orgoglio ed espressione di libertà.
Ma spesso su questi argomenti mi trovo in contrasto con quelli del bar, come ho sopra detto, perché loro non riescono a capire che nel mondo vi sono Paesi ove esistono i regimi totalitari e cioè governati da tiranni; loro non riescono proprio a capire cosa sia la negazione di espressione e dei diritti umani basilari, cosa vuol dire lavorare dodici ore al giorno per una ciotola di riso ed essere ridotti in schiavitù, usare i bambini come soldati oppure per spaccare le pietre, negare a costoro l’insegnamento e quindi impedirgli di andare a scuola, non avere le cure sanitarie, soffrire la fame e vivere in povertà.
Molto spesso penso che a chi vive nel benessere questi argomenti non tangono minimamente, loro sono abituati bene, hanno tutto, e quello che succede agli altri non è un problema loro, ma proviamo ora ad affrontare una questione più grossa e cioè la guerra, i profughi, i rifugiati politici.
Vi immaginate come possa, io, affrontare un discorso del genere con costoro? Be’ ci ho provato, ho fatto anche questo e ci sono riuscito! Gli ho parlato della nostra guerra, quella dei nostri nonni, dei partigiani, degli Alleati e alla fine ho vinto.
Mi hanno dato ragione, ma la verità è un’altra, ed è che le guerre nel mondo non sono mai cessate anzi, oggi se ne contano circa una trentina di uguale impatto sociale, morte e distruzione, quindi anche questa volta ho dovuto mentire a me stesso raccontando storie del passato per poter essere seguito e accettato, basta guardare un qualsiasi telegiornale per capire che la realtà è un’altra e che nel mondo vi sono ancora persone che soffrono e muoiono per interessi altrui.
Gli amici del bar intanto