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Internato 24403: dal Sannio alla Liguria passando dallo Stalag 307 di Deblin Irena
Internato 24403: dal Sannio alla Liguria passando dallo Stalag 307 di Deblin Irena
Internato 24403: dal Sannio alla Liguria passando dallo Stalag 307 di Deblin Irena
E-book76 pagine40 minuti

Internato 24403: dal Sannio alla Liguria passando dallo Stalag 307 di Deblin Irena

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Info su questo ebook

Aprire un vecchio baule, rivedere fotografie ingiallite e documenti impolverati, è consigliabile a tutti coloro che vogliono conoscere meglio la propria storia familiare, che è anche testimonianza di un'epoca: bella o brutta che sia. Nel farlo, qualche anno fa, ho provato prima curiosità poi sempre maggiore interesse per un periodo storico, forse poco conosciuto a molti, ma tale da stimolare le coscienze e aprire nuovi orizzonti. Ho provato a trarne un contributo storico, rigoroso e obiettivo, per ricordare un'epoca densa di riflessioni e significati. Contro ogni cultura della guerra e dell'odio, una coscienza civile si fonda sulla conoscenza della storia, dell'analisi dei fatti e del comportamento dei personaggi, lontano da ogni disdicevole fanatismo o faziosità.
LinguaItaliano
Data di uscita2 gen 2024
ISBN9791222710037
Internato 24403: dal Sannio alla Liguria passando dallo Stalag 307 di Deblin Irena

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    Anteprima del libro

    Internato 24403 - Marzio Cimmino

    Prefazione

    Raccontare la storia di Gianni attraverso una rigorosa analisi dei fatti e contando sulla supremazia della ragione sull’odio: E’ questa la finalità principale che ha spinto Marzio Cimmino a fare i conti più o meno definitivi (ma nulla, specialmente nell’opera della ricostruzione storica, è mai definitivo) su una vicenda importante della sua famiglia, quella che vede protagonista lo zio, Gianni Iannelli, fratello di sua madre Lida, partigiano combattente, nome di battaglia Nincek, caduto a ventitre anni, nel Savonese, durante la guerra di liberazione.

    Gianni, un partigiano cattolico, giovine asceta, colto, gentile e triste, del quale non seppi e non saprò il nome. Nei cinque giorni della nostra convivenza, prima che una notte venissero a prenderlo per chissà quale destino, continuai a invidiargli la forza che gli proveniva dalla sua certezza di vita futura. E’ il ritratto che Piero Caleffi fa del giovane partigiano morconese incontrato al Forte di S. Martino. Ne vengono tratteggiate la fisionomia e le caratteristiche morali che hanno determinato, come in mille e mille altri e altre ancora, la scelta. Ed è questa la parola-chiave su cui occorre riflettere, quando si parla della Resistenza.

    E, dunque, oltre a rievocare e a ricordare, è come se si desse voce, con passione, con amore, ma anche per un impegno sociale e politico chiaro, trasparente, a chi, con l’esempio della propria esistenza, continua ad essere ancora oggi, per chi volesse conoscerlo, un esempio di vita. Con la figura dello zio partigiano Cimmino s’è già confrontato scegliendo di ricostruirne idealmente la vicenda con un bel romanzo pubblicato, nell’aprile del 2023, a cura delle Edizioni La Cittadella di Morcone, il paese natale di Gianni e della famiglia Iannelli.

    Con il lavoro attuale, viceversa, Cimmino risistema, riorganizza e definisce, in un saggio compiuto, la lezione che egli tenne, durante uno dei cicli organizzati dall’Officina di studi storico-politici Maria Penna dell’ANPI del Sannio, qualche anno fa, durante la lunga parentesi dell’epidemia di Covid. Già nel 2021 la lezione colpì moltissimo chi scelse di seguirla on line innanzitutto per la chiarezza espositiva e per l’adesione appassionata ai materiali storici offerti con cui il relatore riuscì a tenere legati alla narrazione fino alla fine i partecipanti, ma, a mio giudizio, soprattutto per la mole di documenti ritrovati ed esibiti: non pochi se si tiene conto che la

    vicenda esaltante di Nincek rientra in quel vastissimo mare attraversato da altre tantissime vicende individuali che hanno fatto grande la Resistenza italiana.

    Molto bene fa l’autore a tenere distinte memoria e storia. Dalla confusione dei due ambiti, a cui molto spesso assistiamo, derivano errori e ambiguità sui fatti resistenziali che, negli ultimi tempi, vanno sempre più crescendo, anche grazie a un becero revisionismo, ispiratore della cosiddetta nuova narrazione che s’inserisce nella nuova e preoccupante realtà politica italiana.

    Da tempo e da parti che non appartengono ù soltanto agli ambienti di una destra nostalgica del fascismo, sostiene Cimmino, il tentativo si manifesta , rimuovendo la conoscenza del fascismo, del nazismo, della Resistenza come vicende storiche ormai consegnate al passato; fondandosi, il revisionismo, su ricostruzioni che, per la loro parzialità, arbitrarietà e mancanza di rispetto delle fonti, finendo per manifestare quella che è la principale finalità, la strumentalizzazione politica. Ecco perché appare sempre più urgente riprendere in mano le storie, individuali e collettive, e inserirle in un contesto storico più generale senza perdere mai di vista la

    necessità di lavorare con le fonti, con i documenti che sono gli unici ed esclusivi testimoni che lo storico deve interrogare e far parlare. Da un altro punto di vista, il saggio di Cimmino apre un altro

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