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Il Bene e il Male
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E-book138 pagine2 ore

Il Bene e il Male

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Info su questo ebook

Bene e Male, Luce contro Oscurità: esistono entrambe e sono sempre in competizione, due forze universali in eterno conflitto, nell’intero universo, in ogni dimensione. Due facce della stessa medaglia.
Dove c'è luce c’è energia, vita sentimento; dove regna l'oscurità, il freddo, gelo immobilità, silenzio. L'universo è grande e la battaglia è sempre in corso ora qua ora là. Sulla terra la loro lotta diviene leggenda e poi mito per diventare una storia fantastica che le mamme racconteranno ai loro bambini per farli addormentare.
Un equilibrio costante tra due forze equivalenti di cui l’uomo è solo un’espressione naturale che le contiene entrambe.  La magia dell’amore, la magia della conoscenza; quella delle donne; l’empatia, l’odio, l’invidia, la vendetta.
La magia permea l'universo, è una sola ed è uno strumento potente se ha uno scopo ma uno strumento senza scopo non è altro che un attrezzo che presto cadrà in disuso e verrà dimenticato.  Mani d’oro ha uno scopo.
LinguaItaliano
EditoreAB line
Data di uscita19 lug 2018
ISBN9788828359890
Il Bene e il Male

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    Anteprima del libro

    Il Bene e il Male - Antonio Balzani

    La magia

    Purtroppo, era accaduto proprio quello che avevo previsto. I demoni si erano impadroniti del loro piccolo mondo mimetizzandosi fra la gente, prendendo fisicamente il posto delle persone e forzandole a compiere il male. Il male, la vendetta, altro male, miseria e morte. I demoni, sacerdoti del tempio, quel tempio maledetto di Dei pagani che sorgeva ai margini della loro città. Dei della natura e della terra, Dei della luce e dell’oscurità, sempre in guerra fra di loro. Avevano individuato Rachele e la sua cerchia, avevano capito che la loro bontà, la generosità della loro opera, la loro piccola magia, bianca, era in grado di individuarli e contrastarli proteggendo la mente delle persone, stimolando i loro istinti migliori. Per anni avevano scatenato le folle contro di loro, le avevano catturate, imprigionate, alcune torturate e bruciate sui roghi per alimentare gli animi bestiali della gente.

    Avevano catturato anche Rachele! Ora toccava a me agire. Non potevo tirarmi indietro. Dovevo farlo per Rachele e per tutti gli altri innocenti, vittime dell’infezione maligna che imperversava. Sapevo che loro sarebbero stati sconfitti, lo avevo presentito ma come sempre non sapevo come o quando o se davvero. L’unica possibilità era resistergli. Tutti quelli che potevano, dovevano farlo ed erano tanti, e poi combatterli. Questo toccava a me era il mio destino, non potevo sfuggirgli. Sapevo anche questo! Avrei dovuto battermi per ciò che amavo più di me stesso, io che avevo sempre evitato ogni forma di combattimento. Anche il piccolo Isaia era conscio delle sue capacità particolari come lo erano sempre stati tutti i suoi parenti che si affidavano ai suoi presentimenti e alle sue indicazioni con fiducia. Fin da piccolo aveva dovuto convivere con quella sensazione, inconsapevolmente certo di quella prospettiva. Aveva scoperto che quella dote particolare non sarebbe scomparsa diventando adulto ma anzi che essa si era concretizzata sempre più con il passare degli anni, man mano che ne prendeva confidenza. La sua dote gli aveva mostrato anche possibilità più grandi affermandole quando per la prima volta, senza rendersene conto, aveva esercitato la magia. Anche i bambini possono essere pericolosi, pensò, ricordando quando durante una lite col cuginetto, coetaneo ben più grosso e forte di lui, steso a terra dolorante per le percosse, desiderò fortemente che succedesse qualcosa che senza fargli troppo male, gli facesse vincere il confronto. Un ramo marcio dell’albero sotto cui si rotolavano avvinghiati si staccò e colpì il cugino alla testa provocandogli una forte contusione ed una piccola ferita la quale però procurandogli una sgridata più che sgradevole da parte dei genitori, lo costrinse a letto e in casa per una settimana. Avrebbe potuto colpire lui ma il cugino si trovava sopra e lo stava picchiando. Anche lui fu punito e condannato a non uscire dalla casa per giocare finché il cugino non si fosse rimesso completamente. Soffrì per questo, per suo cugino e compagno di giochi chiuso in casa e per la sensazione ma ancora di più per la certezza interiore, di essere stato proprio lui a provocare l’incidente con il suo desiderio. Nessuno lo accusò di qualcosa, solo di aver partecipato. In quella settimana aveva pensato e ripensato e deciso che non avrebbe mai più desiderato il male degli altri se il solo desiderarlo significava provocarlo. Rifiutava il solo pensiero.

    Non voleva pensare che avrebbe potuto diventare un mago, anche se in fondo in fondo lo desiderava da sempre. Forse tutti i bambini lo desideravano. Era un desiderio e un timore anche, irrazionale ma non poteva accantonarlo fingendo semplicemente che non esistesse. Non voleva diventare un sacerdote o un ciarlatano per come glieli descrivevano i genitori e i parenti. Cattivi, dicevano, avidi, corrotti, superbi, invidiosi gli uni degli altri, bugiardi. Riprendendosi pensò a Rachele. Questa cosa che mi sta succedendo che mi ha inseguito e terrorizzato per tutta la vita, ora si avvera? Adesso giaceva confuso nella semioscurità, avvolto nel dolore sul pavimento del tempio, osservando il timpano ottagonale e le colonne verticali. Dal foro circolare al centro della cupola filtravano alcuni raggi di sole solo sfiorando l’altare di marmo scuro al centro. I primi o gli ultimi? Si chiese. La scarsa luce permetteva di vedere attorno fra le colonne delle nicchie buie, semicircolari, non molto grandi ma certamente sufficienti a nascondere qualcuno acquattato nell'ombra. Gli sembrò di percepirne la presenza. Era stato riportato alla coscienza dalla voce di lei, ma lei non c’era. Il suo tocco però sfiorava la sua mente. Gli stava leggendo la mente, stava comunicando con lui. Allora era viva. Doveva trovarla! Allontanati dal buco dei demoni, vieni a cercarmi... cercami... ti voglio bene, ti aspetto, ho fiducia in te. ...Sei spaventato dal tuo destino senza sapere quale esso sia, ma io credo in te nelle tue visioni e nel tuo potere. Lo sguardo si posò nel buco del tetto al centro della cupola: rappresentava l'entrata per i demoni o gli dei o per chiunque infestasse questo luogo! Ricordò la battaglia recente, rivide lo spettro uscire dalle forme umane del sacerdote con cui stava discutendo animatamente e scagliarsi su di lui con violenza, riempiendolo di improperi osceni. Aveva reagito come aveva fatto da piccolo, desiderando la sua sconfitta, la sua scomparsa. Non era stato così semplice questa volta. Anche lo spettro desiderava la sua fine, anche lui utilizzava la magia. Allora aveva desiderato il suo dolore la sua vergogna e quello era diventato ancora più forte, più grande, fino a sormontarlo, avvolgendolo in un sudario nero e rovente. Il tocco mentale di Rachele lo aveva salvato: lui è cattivo, tu sei buono gli aveva sussurrato nella mente, non vuoi il male di nessuno, neppure il suo. Aveva ragione. Abbandonando il desiderio di distruzione sentii la mia forza crescere per la sua presenza accanto a me. Desiderai per lo spettro, non che morisse o soffrisse ma che uscisse dall'ombra e vivesse a lungo nella luce; desiderai il suo pentimento, desiderai la sua redenzione. La sua stretta s’indebolì. La sua determinazione vacillò.

    Dove si trova Rachele? Gli urlai disperato. La mia pazienza si esaurì mentre si esauriva la mia forza. Fui invaso da una rabbia sorda e un sapore aspro e metallico riempì la mia gola. Non vincerai gli dissi. Sollevai un bastone trovato a terra e la magia già scorreva in esso come una luce sfolgorante. Colpii la forma tenebrosa, lacerandone il tessuto stesso. Incapace di resistere alla mia furia l’ombra si spezzò riducendosi a semplice fumosità e si disperse verso l’alto uscendo dal buco del tetto. Una forma chiara, umana, crollò a terra davanti a me. Il sacerdote! Mi chinai su di lui che aprì gli occhi e mi sorrise: grazie mi disse e morì. Ero ancora vivo, ferito, debole e stremato e ancora non sapevo dove trovare Rachele. Non devi disperare sussurrò Rachele nella mia mente. È l’uso della magia che ti rende debole. Percepii il calore della sua protezione, e mi sentii rassicurato. Strinsi i denti per reagire ma poi caddi addormentato senza più volontà ne forze. Mi svegliai che era passata l’alba, sollevandomi in piedi con uno sforzo dal pavimento di pietra, rabbrividendo per il freddo, adattando lentamente gli occhi alla luce aranciata che s’irradiava pian piano illuminando l’ambiente. Una sensazione di calore mi avvolse. Come in un sogno rividi gli occhi neri della fanciulla amata che si volgevano a guardarmi. Lo sguardo fu attratto e catturò la chioma rossa che pareva più luminosa e brillante di tutto il resto in quella fioca luce arancione. Ti ho tenuto più stretto che ho potuto Isaia, ti ho tenuto accanto a me come potevo. È stato abbastanza?

    Cercami ti prego... trovami, liberami. Mi resi conto che se fossi ripiombato nel sonno sarei stato completamente inerme e forse non mi sarei mai più svegliato. Era una terrificante certezza. Respirai rapidamente scacciando la paura. Non dovevo permetterlo. Non dovevo arrendermi. Finché potevo pensare, mi dissi, il sonno non mi avrebbe vinto. Mi costrinsi a riflettere. Forse era vero dopotutto, possedevo la magia e il mio amuleto era Rachele, il suo amore ricambiato. Gemetti disperato, continuando a negare di dover essere l’unico a poterlo fare: non poteva dipendere tutto da me. Contemporaneamente supplicavo di essere abbastanza forte per fare ciò che andava fatto. Dovevo trovare Rachele e distruggere il tempio e tutto ciò che conteneva, ciò che significava. Il tempio era la chiave. Ormai non sussistevano più dubbi. Tutte le religioni si sovrappongono l’una all'altra col passare del tempo, nel progredire della storia, evolvendosi le une dalle altre. Il bene e il male sono entrambi reali e si combattono per il predominio dall'alba dei tempi. Gli uomini sono solo fantocci di carne destinati a contenerli e a diffonderli ma non sono durevoli. Per questo motivo gli uomini costruiscono religioni ed edificano templi. Gli uni e gli altri hanno maggior capacità di durare e diffondere il messaggio e la potenza di coloro che in quel momento detengono il potere. L'unica cosa che cambia nel tempo è l'oggetto di culto, il Dio che si adora luminoso od oscuro!

    I templi più antichi sono stati i simboli di quel potere per un tempo più lungo e contengono la memoria del passato, di tutti i passati. Non potevo tradirla, dovevo essere forte e combattere. Sentii la decisione prendere possesso della mia mente, sentii il sollievo di Rachele che mi avvolse come un'armatura. Sono un mago gridai. E mi sentii forte. Iniziai a guardarmi attorno esplorando la cripta. Notai in ognuna di esse una sepoltura e in alcune, notai che le tombe non erano allineate alle pareti ma erano poste diagonalmente. Il tempio era orientato a Ovest, verso il sole calante, verso l’oscurità della notte ma alcune tombe erano invece orientate a Est verso l’alba, verso la luce. Mi resi conto che in quel luogo millenario si erano svolte molte battaglie con esiti differenti. Io non ero il primo, certamente non ero il solo ad aver tentato. Anche se Isaia era volenteroso e determinato, la ricerca richiese tempo. Doveva stare in guardia nonostante la luce gli desse conforto. Fu proprio al mezzogiorno, quando il sole raggiunse lo zenit e si trovò in posizione equidistante tra i regni della luce e dell’oscurità che i suoi raggi illuminarono un pozzo. Un cavo oscuro che prima non aveva notato, da cui usciva un bagliore dorato. Nel pozzo era possibile scendere per mezzo di una scaletta incisa nella pietra che scendeva a spirale. Non si vedeva il fondo ma gradualmente la luce svaniva in esso e la scala proseguiva nell'oscurità. Iniziò la discesa, cautamente. Scendendo

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