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In un giorno qualsiasi, Natale
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E-book77 pagine1 ora

In un giorno qualsiasi, Natale

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Info su questo ebook

Il miglior regalo che abbia potuto donarmi la mia famiglia è quel che ora mi porto dentro. Vi auguro che, in uno dei miei racconti, delle mie fiabe e favole, voi possiate provare altrettanto. E di non rimandare al 25 Dicembre quel che potete fare oggi per voi stessi, per i vostri cari e per il vostro prossimo. Ogni giorno si rinasce a nuova vita. Ogni giorno che viviamo è un dono che ci è stato concesso. Festeggiamolo con gioia. Ogni giorno, un qualsiasi giorno dell’anno, può essere Natale.
LinguaItaliano
Data di uscita12 ago 2018
ISBN9788828373209
In un giorno qualsiasi, Natale

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    In un giorno qualsiasi, Natale - Calzetta Solitaria

    In un giorno qualsiasi, Natale

    Calzetta Solitaria

    Calzetta Solitaria

    In un giorno qualsiasi, Natale

    Prima edizione Dicembre 2016

    Proprietà letteraria riservata

    I diritti di riproduzione e traduzione sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere utilizzata, riprodotta o diffusa con qualsiasi mezzo senza autorizzazione scritta dell’Autrice. Copia singola non cedibile a terzi, tutti i diritti sono riservati.

    Pubblicato in self-publishing

    Volume a cura di Rosso China

    www.rossochina.it

    Pensiero

    Nulla, ma proprio nulla di quel che ho scritto è stato casuale, come neppure lo è stato ogni evolversi della mia vita, e, al di là delle apparenze, ancor meno frutto di fantasia. Qualsivoglia delle mie parole ha un preciso punto di riferimento a persone, fatti, luoghi che, pur senza essere nominati, si possono riconoscere.

    Quando scrivo, sebbene possa sentirmi in un’altra orbita rispetto a quella terrestre, dove scene, storie scorrono davanti ai miei occhi quasi a contemplare un film, io conservo la mia volontà, quella che mi detta il cuore. Un cuore che viaggia coi piedi ben ancorati a terra.

    È lui che, mentre coglie, scrive.

    Calzetta Solitaria

    Prefazione

    Calzetta Solitaria e io ci siamo conosciute tramite un social.

    All’inizio scambiavamo soltanto qualche commento ma, appunto per merito di questi scambi, ci siamo rese conto di avere delle affinità. Così ci siamo sentite anche per telefono, ci siamo scambiate confidenze e pareri su vari argomenti. Non ci siamo ancora conosciute di persona, tuttavia ho la certezza di conoscerla molto bene. È una donna di grande sensibilità, profonda, sempre pronta a donarsi agli altri, prima per vocazione e poi anche per la professione che esercita.

    Da una tale sensibilità non poteva che emergere un altrettanto grande talento che lei esprime nello scrivere le sue storie, le sue favole, che non sono mai veramente soltanto favole, bensì storie di vita che la vita stessa insegna; storie che indicano come si dovrebbe vivere, come ci si dovrebbe rispettare fra noi uomini e donne e come noi dovremmo rispettare gli altri regni della natura, con un occhio di riguardo agli animali, indiscussi protagonisti di tanti suoi racconti. Calzetta Solitaria possiede una creatività assolutamente esplosiva, una originalità di espressione rara da trovare, una profondità di sentimenti che tiene i lettori incollati ai suoi scritti con curiosità e passione, per farci ritrovare una tenerezza che troppo spesso il nostro vivere egoistico e purtroppo oberato di problemi ci fa dimenticare. Leggere i suoi racconti è una dolce oasi che alleggerisce la nostra quotidianità, è passeggiare a piedi nudi in un mondo dove gli animali parlano e si confrontano con noi, e spesso amorevolmente ci sfidano a ritrovare la naturalezza troppo spesso perduta. Io ho avuto il privilegio di leggere la sua precedente pubblicazione Favole e Altri Racconti per amare la Vita, bellissima raccolta, e ora ho avuto il privilegio di leggere in anteprima questa nuova raccolta di racconti, altrettanto bella e facile da leggere per lo stile scorrevole, piacevole e adatto a tutti, per la semplicità dei concetti che sono quelli della vita di ognuno di noi: rispetto, amore, sensibilità, umiltà. Colpisce la portentosa fantasia di Guarda Su che si dipana fra favola e leggenda. Fa riflettere la saggezza di Adelaide e diverte l’epilogo di Ciuffo, divertente e imprevedibile. Nel Fiore della Vita ci ricorda che ci sono sentimenti che sopravvivono a eventi come il trascorrere degli anni, la lontananza e anche la malattia. Ma in tutti i racconti c’è qualcosa che rimane impresso nel cuore.

    La bellezza delle storie di Calzetta Solitaria sta anche nel suo intento di condividere con i lettori ciò che lei stessa impara tutti i giorni dal suo vivere, per migliorare la sua vita e, chissà, magari anche la nostra.

    Lora Boccardo

    Calzetta Solitaria scrive favole, fiabe, lettere e racconti d’Amore personalizzati su commissione là dove il suo cuore e il suo intelletto vengano coinvolti.

    Puoi trovarla:

    sulla sua pagina calzettasolitaria.webprivato.it

    via email all’indirizzo calzettasolitaria@webprivato.it

    telefonicamente al numero 371.1365333

    Pensiero dell'Autrice

    Per circa cinquant’anni il Natale ha rappresentato per me il giorno più bello dell’anno.

    Da quando ne ho memoria – tranne che nei miei anni bui, dopo la prematura morte di mio padre quando avevo poco più di tre anni – la nascita di Gesù ha infuso nel mio cuore una grande gioia.

    La Vigilia veniva festeggiata dai miei nonni materni. Tutta la famiglia si riuniva per l’occasione. Mia nonna Maria, dalla quale dicono ho ereditato lo sguardo, preparava ogni bendidio, era un’artista in cucina. «Di necessità virtù» diceva, poiché riusciva a dare un sapore unico ai suoi piatti pur con quel poco che la ridicola pensione le permetteva.

    Dopo la succulenta cena dove il pesce non mancava mai in onore di mio nonno Bartolomeo, che di mare e di pesca ne sapeva più del diavolo, si scherzava, si raccontavano barzellette, si cantavano los villancicos lodando il Cielo che per l’ennesima volta ci aveva tenuti uniti pur con mille difficoltà tutto l’anno.

    E il giorno di Natale si pranzava da nonna Teresa, la mamma del mio papà. Da lei tutto era diverso, ma non faceva mai mancare i suoi magnifici ravioli, le sue ottime frittate (pure io ho ereditato questa sua arte: «Cosa posso portare?» chiedo quando mi invitano. «Una frittata delle tue non ci verrebbe male. Se poi vuoi preparare anche quelle ottime acciughine…»). Da lei dovevo fare la brava bambina educata, senza poter raccontare le barzellette che avevo ascoltato durante la Vigilia. I villancicos erano qualcosa di sconosciuto, ma mai ci fece mancare il suo adorabile tocco al pianoforte dal quale io rimasi affascinata. E poi mia zia prendeva la fisarmonica e suonava

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