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Le Reliquie l'universale inganno della Santa Romana Chiesa
Le Reliquie l'universale inganno della Santa Romana Chiesa
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E-book243 pagine2 ore

Le Reliquie l'universale inganno della Santa Romana Chiesa

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Info su questo ebook

Un viaggio nel mondo delle reliquie dei beati, dei Santi, dei Martiri, dei Padri della chiesa attraverso due antichi testi rispettivamente del 1820 e del 1861, trascritti in ortografia originale.
Leggeremo quindi di reliquie che oltre a essere semplicemente venerate, venivano rubate, falsificate, duplicate, collezionate nonché vendute, garantendo ottimi affari a chi le possedeva.
Questa guida oltre ad addentrarsi nell’affascinante mondo delle reliquie vi illustrerà: Che la invocazione dei Santi o delle Immagini è proibita dalla Santa Scrittura, dai Concili dei primi Secoli, dai Santi Padri; Che è inutile invocare i Santi essendo sufficiente e solamente necessaria la intercessione di Gesù Cristo; Che il Santo che si invoca è impossibile che ci ascolti; Che la invocazione e il culto dei santi sono basati su falsi miracoli;che non si è certi che quella reliquia, quella statua, quella immagine appartenga e rappresenti il santo al quale è reso culto o adorazione.
LinguaItaliano
Data di uscita17 ago 2018
ISBN9788828375852
Le Reliquie l'universale inganno della Santa Romana Chiesa

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    Le Reliquie l'universale inganno della Santa Romana Chiesa - luigi albano

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    Copyright

    © Titolo: Le Reliquie, l'universale inganno della Santa Romana Chiesa.

    © 2018 Luigi Albano  (autore/trascrittore elaborazione edizione digitale).

    © copertina: Luigi Albano (immagine in copertina: Santa Veronica e il velo di Gesù, dipinto del 1433 di Hans Memling).

    ISBN: 9788828375852

    Linguaggio: Italiano

    Gli originali dei testi trascitti in digitale e riportati nel presente ebook hanno sopravvissuto sufficientemente per non essere più protetti dai diritti di copyright che sono scaduti per diventare di pubblico dominio. 

    Le Reliquie, l'universale inganno della Santa Romana Chiesa è stato elaborato e digitalizzato sulla base delle seguenti opere:

    Saggio Storico sull'insigne reliquia del preziosissimo sangue di Gesù Cristo che si venera nel sotterraneo della R. Basilica di S. Andrea di Mantova, pubblicato in occasione del suo solenne trasporto nel nuovo altare, pubblicato in Mantova da Francesco Agazzi, stamperia della R. Accademia il 1820;

    La Invocazione dei Santi condannata dalla Santa Scrittura e dai Santi Padri, pubblicato in Firenze il 1861 dalla Tipografia Torelli, - di cui si sconosce l'autore.

    La realizzazione di questo e-book ha richiesto una lunga e complessa opera di revisione e assemblaggio dell'Optical Character Recognition, della relativa modifica dell'impaginazione nonché dell'inserimento della copertina, di titoli, di collegamenti ipertestuali all'enciclopedia Wikipedia, delle tabelle dei contenuti ed altri elementi non presenti nell'opera originale, pertanto il testo di questa edizione nella elaborazione di cui sopra, è opera di ingegno e come tale tutelata dalle leggi sul copyright.

    Di conseguenza qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questa elaborazione digitale così come l'alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell'autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche. 

    Note del trascrittore:

    Sono state mantenute in originale sia l'ortografia che la punteggiatura così come i modi di scrivere alternativi (es. Lepanto/Lèpanto chierici/cherici, scelghiamo/ scegliamo e simili), rettificando senza annotazioni i minimi errori tipografici

    Inoltre sono stati eliminati i relativi numeri di pagina e sono state mantenute in originale sia l'ortografia che la punteggiatura così come i modi di scrivere alternativi (es. raunò/radunò - chierici/cherici, e simili), rettificando senza annotazioni i minimi errori tipografici.

     "Chi non vuole onorare il Creatore, 

    che è benedetto in eterno, è giusta vendetta di Dio che serva le creature. 

    E chi non vuole obbedire alla verità, è giusto che sia schiavo della menzogna". 

    (San Paolo III cap. della sec. Tessalonicesi)

    Il potere di operare miracoli non sta nell'origine della reliquia, ma nella sua reputazione, comunque acquisita. 

    Sempre attraverso la storia, una certa percentuale di esseri umani può recuperare felicità e salute per mezzo di qualsiasi cosa praticamente, che sia stata diffusa attraverso una buona pubblicità: da Lourdes alla stregoneria, dal Gange alla medicina ufficiale, dal braccio taumaturgico di S. Francesco Saverio a quelle ossa di porco che il venditore di indulgenze di Chaucer portava in giro in un bicchiere, perché tutti le vedessero e le adorassero

    Cit. Aldous Huxley (scrittore Britannico 1894 – 1963).

    Bibliografia

    Trattato delle santissime reliquie, ultimamente ritrovate nel Santuario della Chiesa di San Marco, di Giovanni Tiepolo, pubblicato in Venezia nel 1617;

    Memorie intorno ai corpi o reliquie de santi apostoli Simone e Giuda Taddeo, di Marco Dorna Vicario della Chiesa di S. Gio. Battista in Valle, pubblicato in Verona nel 1716 dalla tipografia Ramanzini;

    La vera chiesa di Cristo dimostrata da segni e da dogmi, di Fr. Vincenzo Lodovico Gotti, pubblicato in Milano nel 1734, nella Regia Ducal Corte per Giuseppe Richino Malatesta Stampatore Regio Camerale;

    Saggio Storico sull'insigne reliquia del preziosissimo sangue di Gesù Cristo che si venera nel sotterraneo della R. Basilica di S. Andrea di Mantova, pubblicato in occasione del suo solenne trasporto nel nuovo altare, pubblicato in Mantova da Francesco Agazzi, stamperia della R. Accademia il 1820;

    Storia della vita, delle opere e delle dottrine di Calvino, di AUDIN, prima versione, tomo primo, pubblicato in Milano nel 1848 dalla Tipografia e Libreria Pirolla e C.;

    Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da San Pietro sino ai nostri giorni, specialmente intorno ai principali santi, beati, martiri, padri, ai sommi pontefici,ecc... a cura del Cavaliere Gaetano Moroni Romano, secondo aiutante di camera di sua Santità Pio IX, Vol LVII, pubblicato in Venezia dalla tipografia Emiliana 1852)

    La Invocazione dei Santi condannata dalla Santa Scrittura e dai Santi Padri, pubblicato in Firenze il 1861 dalla Tipografia Torelli, - si sconosce l'autore;

    Vita di Giovanni Calvino, prima edizione italiana, pubblicata a Firenze dalla tipografia Claudania nel 1868;

    Il culto delle immagini, l'arte bizantina dal cristianesimo delle origini all'iconoclastia, pubblicato dalla Nuova Italia nel 1992, di Ernst Kitzinger;

    Simposio Cristiano, pubblicato dall'Istituto di Studi Teologici Ortodossi San Gregorio Palamas in Milano nel 1994;

    Gioia di Credere Gioia di Vivere, pubblicato in Bologna dalla EDB il 1995 di F. Varillon;

    Trattato sulle Reliquie, di Giovanni Calvino, pubblicato dalla Mimesis Minima/Volti in Milano nel 2010;

    Il Codice di Diritto Canonico, pubblicato dalla EDB il 2011, con commento giuridico-pastorale di Luigi Chiappetta.

     «Io vidi nell'inferno fra le mani dei

    demoni un santo vescovo le di

    cui reliquie avevano fatto dei miracoli"

    (Cit. Dionisio il Certosino)

    Presentazione del libro

    Il culto delle reliquie non è di per sè esclusivo del cristianesimo, esso è un culto antichissimo presente in molteplici religioni.

    Anche il concetto di reliquia non è limitato solo nell'ambito religioso, infatti nella nostra società si può parlare di reliquie anche a proposito di oggetti appartenenti a personaggi famosi, sportivi, artisti, politici ecc..

    Il Cristianesimo adottò il termine "Reliquiae" per indicare i cadaveri o meglio alcuni morti speciali, tipo i santi, i personaggi a cui i cristiani tributarono una venerazione per i meriti che essi acquisirono o durante la vita o al momento della morte. 

    Quindi dai primi secoli del cristianesimo la reliquia nasce soprattutto come memoria e venerazione della tomba di un martire che aveva testimoniato la propria fede in Cristo e a Cristo anche a costo di eventuali pene corporali, persino affrontando la morte. Leggiamo nell'Antico Testamento (8,2) che alcune "persone pie tumularono Stefano e fecero grande lutto per lui", era appena avvenuto il primo martirio e la comunità cristiana si radunava attorno ad una tomba. 

    Nei principi della Chiesa perseguitata,  i cadaveri dei Martiri venivano seppelliti dai fedeli in luoghi nascosti, ove segretamente si portavano a pregare: questi luoghi furono chiamati "Confessioni", come luogo di raccolta dei confessori di Cristo.  Quando cessarono le perſecuzioni, si iniziò  a seppellirli sotto gli altari. 

    Sicchè nel secolo di San Girolamo, in  tutto il Mondo iniziarono ad essere edificate le prime Basiliche in memoria dei Martiri sopra i loro sepolcri.

    Dal febbraio del 313 d.c. con la fine dell’era delle catacombe e con l’inizio del periodo di pace religiosa che scaturì dall’editto di Milano - sottoscritto da Augusti dell'impero romano: imperatore Flavio Valerio Aurelio Costantino conosciuto anche come Costantino il Grande per l'occidente e Giovio Licinio per l'Oriente - la venerazione per i martiri si diffuse ovunque e iniziarono a essere divulgate le loro prime agiografie, incentrate sulla narrazione della morte eroica dei martiri e sui supplizi che hanno subito negli ultimi giorni della loro vita. 

    La reliquia, ha sui fedeli comunque un forte effetto miracoloso, come una energia che può guarire in quanto proveniente da Dio stesso.

    Nel Vangelo è riportato l'episodio della donna che soffriva di emorragia da dodici anni e che si accosta a Gesù per toccargli il mantello (Matteo 9,20-22; Marco 5,25-29; Luca 8,43-48). 

    Leggiamo in Antico Testamento (At 19, 11-12:) : "Dio intanto operava prodigi non comuni per opera di Paolo, al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano".

    Tra i credenti iniziò quindi diffondersi l’idea che i corpi dei Santi fossero un tramite tra gli uomini e Dio, principalmente nella prospettiva dell’ottenimento di miracoli e o di grazie.

    Secondo un’accreditata tradizione, l'interesse per le reliquie ebbe una enorme espansione grazie all’opera della madre di Costantino il Grande, Flavia Giulia Elena la quale, impiegò parte della sua vita raccogliendo e conservando resti e oggetti di santi, molti dei quali smerciati per Reliquie relative alla vita di Cristo.

    Negli anni della sua vita Elena costituì un enorme patrimonio di reliquie, o quantomeno di oggetti spacciati per tali.

    Si narra che la croce di Gesù, sarebbe stata da Elena ritrovata durante un suo viaggio in Terra Santa, ove ella decise di lasciare a Gerusalemme il legno su cui morì il Salvatore, ma i chiodi li portò con sé a Roma.

    Testimonianze aggiunsero che uno di essi fu adattato per diventare un morso di cavallo e che un altro fu montato sull'elmo del figlio Costantino, affinché l'imperatore e il suo destriero fossero protetti in battaglia mentre il terzo chiodo, secondo la tradizione, è conservato nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma nel rione Esquilino.  

    Voglio soffermarmi sulla reliquia fondamentale considerata nel culto cristiano uno degli oggetti più sacri rimasti sulla terra, la Croce di Gesù. 

    Sant'Elena alla veneranda età di anni 80 arriva a Gerusalemme e ritrova tre croci, quelle usate per la crocefissione di Cristo e dei due ladroni. 

    Come avrebbe fatto a riconoscere quella di Gesù?

    La leggenda racconta che la soluzione venne trovata grazie a un escamotage.

    A Gerusalemme viveva una donna di alta stirpe gravemente malata, alla gentildonna gli appoggiarono sopra la prima croce, poi la seconda e infine la terza ed è solo con quest'ultima che ella guarì. 

    Venne quindi considerata la Croce di Gesù (anche per evitare l'imbarazzo alla Chiesa Romana l'adorazione della croce di un malfattore).

    Per molti secoli bastava dimostrare che un reperto fosse appartenuto a Elena per attribuirne implicitamente l’autenticità di una reliquia. Grazie all'enorme raccolta di reliquie da parte di Elena e al primo lascito alla Chiesa di Roma del palazzo del Laterano appartenente alla moglie di Costantino, l'augusta dell'Impero romano fu fatta venerare dalla chiesa di Roma come sant'Elena Imperatrice.

    Solo qualche secolo dopo, nel medioevo, con il diffondersi del monachesimo, si cominciarono venerare anche le ossa dei santi monaci che erano seppelliti nei monasteri ove erano vissuti. 

    Ancora oggi in Egitto sul Monte Horeb, comunemente conosciuto come monte Sinai, nel monastero di Santa Caterina, un anno dopo la morte dei monaci del monastero viene riesumato il corpo del monaco defunto, e se sono rimaste solo le ossa queste vengono deposte in un ossario, il cranio invece viene collocato in una cappella dove si trovano quelli di tutti i monaci vissuti nel monastero.

    Se invece il corpo è ancora in decomposizione, viene nuovamente seppellito e nel contemplo la comunità monastica prega ancora per un anno in suffragio del defunto. 

    Questa usanza, potrebbe sembrare strana per la nostra mentalità, nella tradizione monastica è invece carica dell'originario senso di affetto e stima verso i padri che li hanno proceduti.

    Inizia quindi per il culto delle reliquie un epoca "d'oro" e chi ne possedeva iniziò a costruire enormi chiese, cattedrali, basiliche e santuari per custodire le reliquie e tutti questi luoghi divennero importanti mete di pellegrinaggio.

    Le reliquie furono anche considerate un potente talismano con facoltà magiche per tenere lontano l'influsso degli spiriti maligni, tramite loro si concedevano le grazie ai fedeli e le vittorie agli eserciti (a volte venivano portate in combattimenti, sul campo di battaglia). 

    Pertanto erano divenute spesso un importante bottino di guerra, si ricorda fra tutte le reliquie dei Magi prese dal Federico Barbarossa a Milano e portate a Colonia in Germania.

    Un'altra importante reliquia è il "Maphorion" dal greco omos (spalla) e pherein (portare) è la reliquia della Vergine Maria più importante e più famosa che sia mai arrivata a Costantinopoli. 

    Si diceva che la reliquia apparteneva ad una ebrea, che la custodiva in un'arca di legno venne scoperta a Cafarnao in Palestina, dai patrizi Galbio e Candidus durante il regno dell'Imperatore Leone I (457-474). I patrizi riuscirono a rubarla sostituendola con un'arca delle stesse dimensioni; da Cafarnao la portarono a Costantinopoli, dove rimase fino alla conquista turca del 1453.

    Il Maphorion di Maria è di colore rosso porpora che secondo la tradizione è simbolo della regalità acquisita dalla persona umana attraverso l'Incarnazione di Cristo. 

    Sempre secondo l'iconografia sul capo e sulle spalle il Maphorion ha impresso tre stelle, antichissimi simboli siriaci della verginità.

    Si racconta che il manto della Madonna venisse propenso in processione a Costantinopoli facendo il giro delle mura della città al fine di proteggerla dagli assalti dei nemici. 

    Era considerato una reliquia fondamentale che aveva fama di rendere invincibile la città quando esposto sulle mura e di fare cose miracolose.

    Un'altra importante reliquia è il Mandylion di Cristo, che arrivò a Costantinopoli nel 944 dalla città di Edessa. 

    In considerazione del beneficio economico che traeva chi era in possesso di una reliquia, accanto a quelle autentiche iniziarono a venerarono anche moltissime false. 

    Ed è proprio per questo motivo che per molteplice reliquie, ad oggi non è possibile avere una storia che risalga alla loro origine.

    Jehan Cauvin, latinizzato Johannes Calvinus noto come Giovanni Calvino, fu un autorevole riformista del cristianesimo, fondatore del Calvinismo, corrente che si differenzia dal cattolicesimo per alcune particolari visioni dottrinali, come ad esempio la presenza reale ma solo spirituale di Cristo nell'Eucaristia, il principio regolatore del culto e la proibizione di venerare immagini religiose, dottrina esclusivamente fondata sulla Bibbia. 

    Oltre alla famosa opera "Institutio Christianae Religionis", nel 1543 pubblicò un piccolo trattato, Traité des Reliques, con il quale condannava severamente le forme di idolatria di cui le reliquie erano oggetto, dichiarandole un’eredità del "barbaro Medioevo e d'accordo con Sant'Agostino le definì un malvagio e disonesto mercato" fomentato dalla credulità dei credenti.

    Celebre sono le sue affermazioni sulle reliquie di seguito citate:

    sui pezzi della croce sparsi per tutto il mondo: "Non vi è città, per quanto piccola, in cui non se ne trovino, e non solo nella cattedrale, ma anche in alcune chiese parrocchiali.....insomma, se si volesse radunare tutto quanto si è trovato, ce ne sarebbe da caricare una grossa nave";

    riguardo a Gesù:"Le ultime reliquie relative a Gesù Cristo sono quelle posteriori alla resurrezione, per esempio un pezzo di pesce arrostito che San Pietro gli offrì allorché gli apparve sulla riva del mare. Bisogna dire che dev’essere stato ben speziato, o che gli era stata preparata una salamoia straordinaria, dal momento che si è potuto conservare tanto tempo; ma la

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