Colligite fragmenta: Appunti di missionari del PIME sulla Chiesa cattolica in Hong Kong
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Facendo ricerche negli archivi del Pontificio Istituto per le Missioni Estere (acronimo PIME) e in quelli della Chiesa cattolica di Hong Kong per raccogliere documentazione storica, mi sono capitati tra le mani diversi rapporti scritti in epoche diverse. Mi è sembrato molto significativo raccoglierli insieme e stamparli dapprima in un fascicolo redatto al computer ed ora, grazie al gentile interessamento del Maestro Aurelio Porfiri, anche in formato e book e libro cartaceo.
Il presente volumetto copre uno spazio di circa cento anni, dal 1860 al 1958, e riflette interessi diversi a seconda degli autori. Costoro, in genere, dimostrano una forte preoccupazione storica, intendendo provvedere informazioni dettagliate non solo sulla Chiesa cattolica ma anche di altro genere, incluse notizie geografiche, etnografiche, sociali e turistiche. Tutti provvedono uno squarcio e una propria visione della situazione di Hong Kong e della Chiesa cattolica locale del loro tempo.
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Anteprima del libro
Colligite fragmenta - Sergio Ticozzi
autori
Prefazione
Padre Sergio Ticozzi
Colligite fragmenta ne pereant , esorta P. Emilio Teruzzi, l’autore di uno dei rapporti storici della presente raccolta sulla storia della Chiesa cattolica in Hong Kong.
Facendo ricerche negli archivi del Pontificio Istituto per le Missioni Estere (acronimo PIME) e in quelli della Chiesa cattolica di Hong Kong per raccogliere documentazione storica, mi sono capitati tra le mani diversi rapporti scritti in epoche diverse. Mi è sembrato molto significativo raccoglierli insieme e stamparli dapprima in un fascicolo redatto al computer ed ora, grazie al gentile interessamento del Maestro Aurelio Porfiri, anche in formato e book e libro cartaceo.
Il presente volumetto copre uno spazio di circa cento anni, dal 1860 al 1958, e riflette interessi diversi a seconda degli autori. Costoro, in genere, dimostrano una forte preoccupazione storica, intendendo provvedere informazioni dettagliate non solo sulla Chiesa cattolica ma anche di altro genere, incluse notizie geografiche, etnografiche, sociali e turistiche. Tutti provvedono uno squarcio e una propria visione della situazione di Hong Kong e della Chiesa cattolica locale del loro tempo.
Gli autori che meritano una menzione speciale sono P. Giacomo Scurati, P. Emilio Teruzzi e P. Gianbattista Tragella perché si dimostrano storici coscienti e oggettivi. P. Scurati riferendosi a Hong Kong afferma verso il 1865: Questa terra, il cui nome da così poco tempo risuona nelle nostre contrade, ci interessa sotto molti rapporti, e noi ne daremo cognizioni accertate ed esatte.
P. Emilio Teruzzi, dalla personalità molto versatile, nella sua qualifica di archivista si è sentito la responsabilità di conservare le memorie storiche dal momento che le lettere e i documenti andavano deperendo a causa dell’umidità e del tipo di carta usata. Ha iniziato quindi a stendere una bozza di Storia del Vicariato. Sfortunatamente l’ha stesa solo fino al 1860, ma in uno stile meticoloso e dettagliato.
P. Gianbattista Tragella nel 1939, da storico esperimentato, con l’intento di documentare gli sforzi missionari della Chiesa italiana da parte delle diverse congregazioni e istituti in vari paesi del mondo, provvede una breve ma ottima sintesi della storia della Chiesa cattolica di Hong Kong nel contesto sociale del tempo.
In genere, tutti gli autori, sebbene in espressioni letterarie spesso un po’ antiquate perché figli del loro tempo, ci fanno conoscere lo sviluppo della società di Hong Kong e della Chiesa cattolica, insieme alle loro istituzioni: come l’espansione edilizia della Colonia di Hong Kong, l’allargamento e gli impegni della Missione di Hong Kong anche nei tre distretti del continente, la costruzioni di chiese, di scuole e di ospedali, ecc. Documentano anche come la Chiesa ha affrontato le fatiche, le difficoltà e i problemi causati dalle guerre, dalle interferenze militari, dai disastri naturali, dal flusso dei profughi, e come abbia contribuito a trovare una soluzione adeguata ad essi. Testimoniano lo spirito e le preoccupazioni del missionari, sia per i bisogni spirituali che materiali della gente. Angosciante, ad esempio, è l’appello di aiuto economico lanciato da Mons. Enrico Valtorta nel 1935, dopo il noto dissesto finanziario mondiale: La missione di Hong Kong ha assolutamente bisogno di un fortissimo aiuto. .. É vero che i tempi sono tristi per tutti e dovrebbe quindi sembrar pazzia chiedere aiuti proprio adesso. Ma la Missione che si sente affogare, non può non gridare al soccorso.
I rapporti, oltre a dare preziose informazioni storiche, presentano a volte bozzetti di vita quotidiana e scene interessanti che suscitano emozioni nel lettore perché le può constatare ancora oggi personalmente: come la fatica per sopravvivere in una società dalle forte concorrenza, le espressioni di fede religiosa di persone semplici, casi di immoralità e di ingiustizia sociale... La lettura dei vari rapporti, quindi, può diventare molto interessante e piacevole per chi apprezza ed è curioso di storia. Inoltre, dal momento che la storia del passato è ritenuta magistra vitae, dovrebbe diventare anche maestra per il presente, offrendo un po’ di saggezza a chi la vuole percepire. Per chi ha orecchi e occhi aperti, infatti, la storia lo rende cosciente del lavoro già fatto ma anche che una enorme quantità di lavoro rimane ancora da fare.
Per noi cristiani poi che crediamo che il Signore è padrone della storia, la lettura della storia ci fa constatare come Lui ha lavorato nelle persone e negli avvenimenti passati, portando avanti il Suo disegno di salvezza, nonostante a volte la mancanza di cooperazione e persino il rifiuto dalla parte umana. Diventa, perciò, un motivo per cantare le ‘meraviglie di Dio’. P. Antonio Riganti nel 1958, durante la celebrazione del centenario della presenza del PIME in Hong Kong, ha sottolineato: La debolezza e i difetti degli umili sono perdonati e dimenticati dal Signore, ma le loro opere si innalzano come monumenti della grandezza e della generosità di Dio.
Guardiamo quindi alla storia per imparare a camminare con il Signore e a vivere meglio il presente.
Sviluppo religioso in Hong Kong (1860)
Dalla lettera del missionario Brizio Re al Direttore di Museo delle Missioni Cattoliche
, Hong Kong, 22 maggio 1860 (pubblicata in Museo delle Missioni Cattoliche
, N. 31, Anno III, 29 luglio 1860, pp. 483-485).
In Hong Kong si va pur sviluppando un bel movimento religioso, mercé lo zelo indefesso del Molto Rev. D. Luigi Ambrosi, Veronese, Procuratore generale delle missioni italiane in Cina, Protonotario e Prefetto Apostolico di Hong Kong. All’inchiesta che fece di nuovi missionari per l’esecuzione degli apostolici suoi progetti, gli furono già inviati da Propaganda sei zelanti e fervidi sacerdoti del Seminario delle Missioni Estere, eretto da dieci anni in Milano, e per la tanto attiva sua cooperazione hanno di già aperto un seminario d’indigeni; si spendono inoltre con indefessa alacrità e con efficaci industrie alla coltura dei cattolici e alla conversione degl’infedeli. Ottenne pur di recente sei religiose Figlie della Carità, fondate dalla Marchesa Canossa di Verona. Vennero esse inviate da S. E. il Patriarca di Venezia, già fondatore del Seminario delle Missioni estere in Milano. La Divina Provvidenza benedì largamente le buone religiose per la tanto eroica lor carità nel venire in così lontane regioni. Arrivarono esse in Hong Kong il 12 del passato aprile; non si aspettavano sì presto. Ricevutone l’avviso il Sig. D. Ambrosi uscì tosto loro incontro. Intanto inviò un missionario in cerca d’una casa d’affitto: trovossi in breve acconcia ed in un luogo salubre ed ameno. Ivi a pochi giorni, impazienti d’indugio, aprirono scuole di educazione. Nelle famiglie europee si accese una nobile simpatia verso le tanto pie e fervide religiose, ed or vanno a gara ad inviarvi le loro figlioline. La signorina Emilia Bowring, figlia del precedente Governatore di questa Colonia, convertita da qualche anno alla Cattolica Religione, giovane di rari pregi e di angeliche virtù, veniva già ammessa come novizia, e n’è oltremodo beata. Le giovinette poi che intervengono alle scuole, ne son così liete ed invaghite, che vi vanno con dolce trasporto, anticipandone eziandio l’ora prefissa.
Dopo l’incendio spaventoso dello scorso ottobre che rovinò e Seminario e Chiesa, il signor D. Ambrosi senza perdersi d’animo, accolti intanto in sua residenza professori e seminaristi, s’accinse tosto con grande attività alla riedificazione della Chiesa. Vi riuscì con meravigliosa celerità, mercé i larghi sussidi ch’ebbe non pure in Hong Kong, ma sì anche in Manila ed Europa. In cinque soli mesi, riedificata la Chiesa, la restituì in assai miglior forma, non senza buon gusto d’eleganza europea. Già da due mesi si è cominciata l’ufficiatura; non vi mancano che tre altari, quadri e oggetti d’ornamento. Ora si sta lavorando la grandiosa facciata con due torri laterali, l’una per le campane, l’altra per l’orologio. Fornita la Chiesa, metterà tosto mano alla costruzione del nuovo Seminario; fin d’ora invita a concorrervi la pietà dei fedeli che suol tanto largheggiare in offerte per cotali opere a ben della Religione.
In Hong Kong che fino al 1842 era isola abbandonata e ricovero de’ ladroni, ora i soli cinesi trasmigratevi da altre provincie sorpassano gli 80 mila. Sono essi pagani addetti in gran modo alle arti ed al commercio. Si hanno erette in Hong Kong parecchie ed assai belle pagode, in cui venerano una quantità di idoli: pure non sembrano troppo rispettosi e teneri del loro culto. L’altro ieri visitava una delle principali pagode: di alquanti cinesi che v’erano uno solo ne ho veduto genuflesso dinanzi l’idolo della fortuna, modesto e divoto gettava con due pezzi di legno le sorti, vi faceva i suoi calcoli, quindi innalzando gli occhi all’idolo e venerandolo, ripigliava allo steso modo il gittar delle sorti; e così più e più volte. Gli altri invece si aggiravano intorno, confabulavano ad alta voce come in una piazza, anzi il custode stesso della pagoda, il quale tiene ivi commercio di superstiziose iscrizioni, di candelucce, d’incenso, di piccoli stendardi a vari colori e di bizzarri e svariati arnesi ornati e d’oro degli idoli, egli stesso, tutto vicino all’altare per loro più sacrosanto radea agli altri la barba, la testa, rifacea la coda come in bottega di barbiere, perciò si spera che non sarà troppo difficile distorli dal loro culto, ch’è un caos di madornali spropositi e di fantastiche superstizioni, per attirarsi alla Cattolica Religione. Egli è ben vero che per altra parte è impresa non poco malagevole per essere i poverini ingolfati nel commercio, e in far danaro con ogni possibili arte e mestiere. Tuttavia son già 700 i convertiti, molti son pure i Catecumeni e vanno crescendo. Si sta inoltre studiando nuovi efficaci mezzi per facilitare la conversione di codesti miseri infedeli. Ah, la colta cattolica Europa non cessi di accorrere in soccorso di coteste missioni con fervide preghiere e generose offerte, mentre tanti e tanti suoi figli, abbandonata la cara patria, in così lontane e straniere regioni, per attraversare disagi e pericoli spendono e tutta sacrificano la loro vita alla divina gloria in sì apostoliche imprese. Grande è ora il movimento religioso per la conversione del vasto impero cinese: il numero di codesti pagani dalle più recenti statistiche si fa montare ad oltre i 400 milioni. Troppo scarso è il numero dei missionari sparsi per tutta la Cina, per bastare al compimento della grande impresa..."
Hong Kong (1865-1866)
(testo attribuito a P. Giacomo Scurati)
Il primo punto delle terre cinesi a cui approdano i nostri negozianti che vanno al Giappone, per comperare semi di bachi, è Hong Kong. Questa terra, il cui nome da così poco tempo risuona nelle nostre contrade, ci interessa sotto molti rapporti, e noi ne daremo cognizioni accertate ed esatte. Con queste, il viaggiatore potrà conoscere bene un luogo ove sosta, i parenti e gli amici suoi non lo temeranno sofferente su deserto scoglio, e gli altri avranno di che piacevolmente istruirsi ed edificarsi.
Fondazione e sviluppo della colonia di Hong Kong.
Collocata nella zona torrida, al sud-est dell’impero cinese, tra i gradi 22,9 e 22,4 di latitudine settentrionale, ed il 114,5 e 114,18 di longitudine, rimpetto le foci del fiume Canton Tsou-kiang (Zhujiang, Fiume delle Perle), o Tigri cinese, di cui domina l’imboccatura principale, Hong Kong è una fra le molte isolette che i Portoghesi chiamavano Ladrone, per la notoria abitudine degli antichi abitanti. Ella si divide dalla grande isola di Lantau pel canale Lemma, è separata dalla terraferma mediante la rada che la bagna dalla parte aquilonare e l’angusto stretto Ly-yu-moon (Lei Yue Mun), non più largo di mezzo miglio. La sua massima lunghezza non oltrepassa undici miglia geografiche, cinque è la sua maggiore larghezza, e l’area sua tutta è di circa ventinove miglia quadrate. Formata di quasi nude rocce granitiche, le quali si elevano in cime aspre, senza passaggio praticabile tra l’una e l’altra, e di cui la più bassa, il Picco di Pottinger, ha 1020 piedi di elevazione, la più alta, il Picco di Vittoria, ne ha 1825 [1] ; presenta l’aspetto desolante di pietre sovrapposte a pietre, che si spingono su dal mare con poco declivio, anzi ritte in più luoghi della parte orientale; e di poco terreno incoltivabile, se si eccettuano tre o quattro piccole vallate. Non vi manca però una moltitudine di ruscelli d’acqua assai pura e salubre, che si precipitano dai massi: ed uno di essi, al sud-est dell’isola, il Hiang-Kiang (Xiang Jiang, rivo dei profumi),