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Occhio di Bue
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Occhio di Bue
E-book85 pagine36 minuti

Occhio di Bue

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Saggio filosofico, racconto intimo, narrazione epistolare: tutto questo è il testo che qui presenta Giovanna Sale.
Questa impostazione generale della raccolta offre all’autrice la possibilità di scegliere una scrittura dalle mille sfaccettature, profondamente incisiva ed evocativa, che quindi lascia poco spazio alla classica impostazione logica del discorso per andare a toccare le corde dell’animo in maniera immediata.
Alla stregua di un quadro Giovanna Sale affresca le pareti della sua anima: scorrendo queste pagine si entra in un mondo fatto di pensieri, di parole e di concetti che si accostano tra di loro in maniera che lascia del tutto stupefatti.

Giovanna Sale lavora come impiegata. La presente è la sua prima silloge poetica, scritta prima del 2005, che verrà seguita a breve da un romanzo. La sua raccolta si focalizza sui temi della riflessione intima, della memoria e del ricordo.
LinguaItaliano
Data di uscita8 ott 2018
ISBN9788856794847
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    Anteprima del libro

    Occhio di Bue - Giovanna Sale

    © 2018 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-567-9484-7

    I edizione giugno 2018

    www.gruppoalbatros.com

    Libri in uscita, interviste, reading ed eventi.

    Occhio di bue

    Prefazione

    Saggio filosofico, racconto intimo, narrazione epistolare: tutto questo è il testo che qui presenta Giovanna Sale, Occhio di bue.

    Questa impostazione generale della raccolta offre all’autrice la possibilità di scegliere una scrittura dalle mille sfaccettature, profondamente incisiva ed evocativa, che quindi lascia poco spazio alla classica impostazione logica del discorso per andare a toccare le corde dell’animo in maniera immediata.

    Alla stregua di un quadro Giovanna Sale affresca le pareti della sua anima: scorrendo queste pagine si entra in un mondo fatto di pensieri, di parole e di concetti che si accostano tra di loro in maniera che lascia del tutto stupefatti.

    Tu vivi ma non sai nulla. E non conosci nulla.

    E passeggi all’infinito nei sentieri dell’anima e ti compiaci.

    Il sole ti fa splendere i capelli e non vivi che di te.

    Ogni tanto è un bene ammirare il mare con la bocca spalancata

    Come per mangiarlo, e assaporarne il blu, così diverso dai nostri corpi,

    Meraviglioso altro.

    Invece al solito inciampi nei sassi, per quanto avendoli osservati molto.

    […]

    (Tu ma)

    Indubbiamente è alla femminilità che si declinano questi testi, una femminilità che si struttura, forza, identità.

    È un femminile che non si lascia intimidire dalle difficoltà dell’esistenza, che non si abbatte, che è lontano dalla visione del sacro feminino, fragile e intoccabile.

    Al contrario, è un femminile che si interroga sui mille ruoli e sulle sue molteplicità: madre, amante, ma anche figlia devota, che pur cerca la sua dimensione nel rapporto con l’amato padre.

    Se vorremo, e lo spero, aprirle entrambe insieme e nel dialogo, sarò felice, viceversa se vorremo mantenerci a distanza in un silenzio fatto di reciproco rispetto, sarò ugualmente contenta.

    Ti prego ancora, allora, parliamo, come un padre e come una figlia, insieme, feriti e ancora vulnerabili, ma desiderosi di ristabilire quel legame antico che né tu né io, lo so, abbiamo mai dimenticato.

    […]

    Allo stesso modo, indiscutibilmente, la silloge Occhio di bue si impernia sul sentimento dell’amore, un amore in tutti i suoi sensi più profondi, un amore che diventa mezzo e strumento di conoscenza del sé.

    Ma la corrispondenza esplica necessariamente un’altra funzione importantissima, che è quella comunicativa: tirando le somme di questo teorema, si può dire in qualche modo che l’intenzione dell’autrice sia di stabilire, attraverso questa silloge, una corrispondenza ideale con il lettore, una corrispondenza di amorosi sensi per dirla alla Baudelaire, per parlare del sentire più grande che c’è.

    Ti amo perché hai scelto per me un colore turchese così intenso,

    – in un piccolo fiore di stoffa che chiudeva un dolce,

    perché quel piccolo quadro è così bello,

    perché

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