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Catapultata in questa festa umana: Esperienze extrasensoriali di uno spirito guerriero, insofferente a questa dimensione terrena
Catapultata in questa festa umana: Esperienze extrasensoriali di uno spirito guerriero, insofferente a questa dimensione terrena
Catapultata in questa festa umana: Esperienze extrasensoriali di uno spirito guerriero, insofferente a questa dimensione terrena
E-book142 pagine2 ore

Catapultata in questa festa umana: Esperienze extrasensoriali di uno spirito guerriero, insofferente a questa dimensione terrena

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Info su questo ebook

Ti sei sempre sentito strano come se stessi da solo, al di fuori dell’aquario, a guardare i pesci rossi?
Tranquillo, non sei affatto solo! Questo libro ti farà tirare un sospiro di sollievo, ti rincuorerà e magari chissà potrà illuminarti permettendoti di trovare nuove strade.
Poche pagine, veloci, in cui l’autore, utilizzando uno pseudonimo racconta il suo vissuto.

Uno spirito leggiadro catapultato in una festa umana che se pur non avendo ancora compreso a pieno il senso del suo invito, evadendo dal suo piano fisico,  è riuscito  ad ampliare la sua consapevolezza e ne ha tratto ogni sorta di beneficio e di stupore.
Le sorprendenti esperienze multidimensionali che ha vissuto e vive tutt'ora gli hanno fatto capire che si è sempre al posto giusto nel momento giusto.
L'autore ti aiuterà a vivere esperienze multidimensionali che solo chi ha una certa sensibilità può davvero riconoscere ed apprezzare e magari cercare di risvegliare anche loro, i pesci rossi, incapci altrimenti di coglerle. 

L’anima già sa tutto, c’è sempre una soluzione che prima o poi ci si mostrerà, è solo questione di tempo.
Stupitevi nell’attesa di ciò che sarà, tanto in altri piani è già accaduto.

WINNER
LinguaItaliano
EditoreStreetLib
Data di uscita11 feb 2024
ISBN9791221397376
Catapultata in questa festa umana: Esperienze extrasensoriali di uno spirito guerriero, insofferente a questa dimensione terrena

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    Anteprima del libro

    Catapultata in questa festa umana - Winner

    CAPITOLO I

    LA SCUOLA: L’INIZIO DELLA LOTTA PER IL MIO SPIRITO IRREQUIETO

    Non ho molti ricordi nitidi della mia infanzia, ma uno in prticolare si: quello che ha in qualche modo dato inizio alla mia avventura in questa festa umana e che mi ha forgiato e portato poi a vivere tutte quelle esperienze di cui a breve vi parlerò.

    Il fatto è che da bambina sentivo un inarrestabile desiderio di picchiare i bambini, non tutti, quelli scemi, quelli che facevano i dispetti agli altri, quelli che facevano i forti con i più piccoli e deboli, ma gli andava sempre male perchè c’era una bimba che già nell’ asilo dei 4 anni li prendeva al collo e che, se non fosse stato per Suor Giuseppina li avrebbe uccisi.

    Chi era Suor Giuseppina? La mia suora di sostegno!

    Ma non come la intendete voi, non stava li per aiutarmi nei compiti o sostenermi nelle lezioni, lei stava li proprio per tenermi ed evitare che avrei fatto fuori quei bimbi malefici, perchè non è vero che tutti i bimbi sono buoni, assolutamente no, a volte sono più crudeli degli adulti, vi garantisco.

    Ed è proprio per causa loro o per merito loro che ho cominciato a sentire il bisogno di schierarmi per la giustizia, tanto che mia mamma mi diceva sempre: Nina, ma perchè meni sempre ai bimbi?

    Mi veniva facile ergermi a giustiziere nei confronti di quei marmocchi perchè da piccola ero molto corpulenta e temevano la mia stazza fisica nonchè mentale.

    Avevo capito subito di essere diversa da tutti, ero già adulta e seriosa pur essendo piccola, ero coscienziosa e determinata e poi, oltre alla forza fisica, avevo una intelligenza veloce e brillante, una memoria pazzesca, ed è anche per questo che per me quei bimbi, oltre che crudeli, erano tutti dei poveri stupidi.

    Sentivo la loro crudeltà perchè il mio animo era troppo sensibile per una bimbetta della mia età e questa consapevolezza mi faceva male, non riuscivo a tollerare le lore cattevirie e non c’era giorno che non mi azzuffassi con questi esserini crudeli all’insegna della difesa dei più deboli di cui mi ero fatta paladina.

    Tra una rissa ed un altra ho trascorso la mia infanzia a scuola dalle Suore, una scuola per ricconi dove io e le mie sorelle andavamo con un tre per due che mia mamma abilmente aveva già inventato all’epoca.

    Non eravamo affatto una famiglia agiata, tutt’altro, ma ho sempre ammirato la dignità e la leggerezza con cui mia mamma è sempre riuscita a distogliere la mia attenzione da questo problema, riducendo, in parte, quel senso di preoccupazione che io avvertivo in lei.

    Perchè, anche se molto piccola, era come se il mio cuore assorbisse tutte le sensazioni di chi avevo vicino e li dove sentivo dolore io sentivo di dover agire per riportare serenità e pace.

    Che dramma però per uno spiritello irrequieto e guerriero come me, questa scuola dell’obbligo! Io ero universitaria già all’asilo!

    Certi pianti a mia mamma che mi accompagnava a scuola per andare al lavoro ed arrotondare lo stipendio di mio padre Carabiniere.

    Quel mio animo sensibile non voleva proprio andarci, ma poi dopo mezz’ora di pianti irrefrenabili lei tirava fuori 10 lire; almeno c’erano due caramelle che per un pò potevano allietarmi mentre mamma andava via.

    Ma l’effetto del dolce finiva presto ed il guerriero incavolato dentro di me, contrariato da tutto e sopratutto da quei stupidi bambini crudeli, prendeva il sopravvento e, ahime, Suor Giuseppina doveva immediatamente porsi al mio fianco.

    Nessuna vergogna in quel pianto, anzi, mi stupivo come gli altri accettasero la tortura della scuola con tale leggerezza.

    Per fortuna il mio essere geniale mi consolava con una medaglia che prendevo tutti i giorni.

    Mamma era fantastica, oltre al tre per due ed al famoso sconto 3° figlia che ero io, era divertentissima e parte dellla mia solarità l’ho erediatata proprio da lei.

    Ma avevo anche la serietà di mio padre che, da buon calabrese il cibo era tutto per lui e per fortuna, visto che a scuola ero così brava, mi portava spesso in gita premio in caserma con lui.

    Oltre ad essere irrequieta, alquanto rissosa, sensibile oltre modo, ero anche spesso soggetta ad uno strano malumore che nasceva spontaneo, senza un perchè, come se fossi sopraffatta da una malinconia cosmica, ed un dolcetto era un ottimo sistema per cercare di ritrovare il buon umore e per esorcizzare questo dolore.

    Anche oggi il dolce non manca mai nella mia alimentazione, è come un tocca sana per me, mi rin-Franca nel vero senso della parola.

    A lenire il mio animo cupo ed agitato c’era mamma che era una risata continua, papà, invece, fermo e sempre severo.

    Torniamo a noi ossia a me e Suor Giuseppina.

    Che tipa Suor Giuseppina, bassa con gli occhiali, ma credo che fosse stata una vera cintura nera terzo dan di karate, perchè mi teneva con delle mosse fulminee che solo un grande maestro poteva eseguire.

    Qualcos’altro mi distingueva da quei bambini oltre a questa estrema sensibilità, desiderio di giustizia e vivace intelligenza.

    Ero sempre avanti rispetto agli altri, afferravo subito i concetti e per questo anche stare in classe era terribile, oltre al magone che avevo dopo che mamma mi aveva lasciato in quel posto terribile, disumano per me.

    Ed in classe non riuscivo proprio a stare zitta, a stare ferma, davo fastidio a tutti e non c’era punizione che reggesse: dietro la lavagna suggerivo, fuori la classe, vicino ai cappotti ed ai portapranzi dei miei pseudo compagni di classe, peggio che mai, perchè mangiavo tutti i loro pranzi.

    Poi un giorno la mia Suora disperata mi mandò in castigo dalla Superiora.

    Castigo?? ma se era il posto più elegante e bello in cui ero mai stata finora in vita mia!!

    Che lusso queste suore, e tra me e me pensavo : Accipicchia San’Anna deve essere prioprio una riccona per dare tutte questi soldi alle sue numerose sorelle!!

    Un occasione d’oro si stava presentando ad uno spirito irrequieto come me quando la Superiora mi disse:

    Ora stai brava e ferma, NON TOCCARE nulla mi raccomando, io devo uscire un attimo ok?

    Ma io sapevo già la forza inversa del NON e suppongo che anche voi la conosciate ossia che, poichè il nostro cervello non riconosce la parola NON, ogni qual volta la si pronunci, non è affatto interdittiva, tutt’ altro, incita all’azione.

    E per me fu un vero e prorpio invito.

    Improvvisamnente una visione: lo stereo mega galattico da cui già all’epoca partiva quella musica ovunque che io credevo fosse opera dello Spirito Santo ed invece era già la filodiffussione.

    Avevo trovato l’aggeggio magico da dove usciva la voce dello Spirito Santo, era pieno di pulsanti e come potevo resistere!!??.

    Primo tasto parte Gig Robot d’acciacio : Ufo robot, Ufo robot

    Poi un altro tasto:

    Heidi, Heidi, ti sorridono i montiiiii,

    Ne ero certa , avevo incontrato lui, lo Spirito Santo, ero così contenta!!!! Credevo davvero di essermi inbattutta in qualcosa di mistico.

    Ma all’improsivo ecco la Superiora come un diavolo, ed io, in preda alla mia euforica visione che credevo mistica, non capivo come mai non fosse contenta di sentire lo Spirito Santo.

    Dopo, ammetto, che ho visto da vicino anche molti Santi, perchè mi ha menato di santa ragione; eh si, le Sorelle di Sant’Anna erano tutte picchiatrici o cinture nere terzo dan come la mia suora di sostegno Suor Giuseppina, altro che suore pie.

    E già da li, anche se avevo poco meno di 8 anni, mi chiedevo se davvero lavorassero per Dio o per il demonio, erano davvero cattive per un animo nobile come me.

    Ed ecco un’altra nota dolente: ahimè, non sapevo leggere o meglio, non sapevo leggerere davanti a tutti, e tartagliavo.

    Era una questione di mancanza di coordinamento tra ciò che la mente vedeva e le parole che non riuscivano a stare dietro ai pensieri troppo veloci.

    Ve l’ho detto che mi sentivo strana e mi accorgevo sempre di più che c’era qualcosa di diverso tra me e i gli altri bambini.

    Ma non potevo far notare questo mio handicapp, sopratutto a quei bimbi crudeli che non mancavano già di prendermi in giro a causa della mia stazza un pò abbondante per quell’età.

    Non mi persi d’animo: avevo trovato uno strataggemma ossia imparavo le letture a memoria, così andavo spedita fingendo di leggere finchè la suora non se ne accorse, e con lei tutti quei crudeli compagni.

    Ma il genio in me, e la mia robustezza fisica sopartutto, mi permettevano sempre di dettare legge tra quei bimbi malefici e, per tenermi buona, la suora, per mia fortuna, mi faceva fare cose diverse ed ero sempre avanti rispetto a loro.

    Nulla era a caso.

    Ero freneticamente proiettata in avanti, con questa fretta di fare, di imparare, di capire ed ottenere le cose, che sono cresciuta sempre nella soffocante attesa di sbrigarmi a crescere e di vedere cosa sarei diventata da grande, e da lì sempre un pessimo rapporto con il tempo, di cui poi parlerò in un prossimo capitolo.

    Il mio animo cristico rimase poi di nuovo fortemente deluso quando si accorse che oltre a San’Anna, anche i suoi amici preti erano ricchi e circondati da sfarzo, ed anche le altre scuole delle altre Suore loro amiche, dove spesso ci portavano per fare catechismo; non poetete capire che lusso sfrenato, anche l’ascensore interno!

    Ero piccola, ma, anche se ancora credevo nella potenza magica dello Spirito Santo, avevo capito che lì Dio non c’era, io non riuscivo a vederlo in quelle mura lussuose, nelle loro parole, nei loro gesti.

    Ed ecco la conferma: un giorno, mentre c’era la ricreazione e stavo fuori al cortile, vidi un povero mendicante che suonava al cancello della scuola, e la suora tutta arrabbiata lo mandò via.

    Che dolore che ho sentito dentro di me, e che sofferenza nel vedere quel povero mandato via malamente, tanto che lo chiamai e gli diedi, non solo la mia merenda, ma anche quella di alcuni miei fedeli ( qualche bambino che aveva abbracciato il mio credo" difendiamo i deboli e meniamo agli stupidi prepotenti

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