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Quando il Diavolo ci mette la coda: Fatti, fattacci e di tutto un po’ al ritmo di samba e bossa nova
Quando il Diavolo ci mette la coda: Fatti, fattacci e di tutto un po’ al ritmo di samba e bossa nova
Quando il Diavolo ci mette la coda: Fatti, fattacci e di tutto un po’ al ritmo di samba e bossa nova
E-book523 pagine3 ore

Quando il Diavolo ci mette la coda: Fatti, fattacci e di tutto un po’ al ritmo di samba e bossa nova

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Info su questo ebook

In “Quando il Diavolo ci mette la coda... fatti, fattacci e di tutto un po’ al ritmo di samba e bossa-nova” l’autore ha voluto descrivere gli eventi accaduti ad uno dei protagonisti, oltre che a quelli del Brasile, a partire dall’anno 1950. Felice Colombo, questo è il nome del personaggio in questione, giunge in America Latina alla vigilia di un incerto periodo Storico e Politico del dopo guerra brasiliano, poco conosciuto agli italiani rimasti in Patria. Nel racconto si intrecciano i fatti personali di Felice e quelli pubblici del Paese nel quale ha deciso di emigrare ma anche di altri due italiani. Uno di questi è Maurizio, nipote milanese di Felice, che si trasferisce in Brasile per accudire lo zio giornalista negli ultimi anni della vita di questi, divenendone anche l’unico erede. L’altro si chiama Enrico, amico di Maurizio, anch’egli lombardo ed appassionato accanito di musica popolare brasiliana. Il racconto romanzato racchiude un gustoso pot-pourri di situazioni, talvolta improbabili che avvengono sotto le Stelle della Croce del Sud. Interessante è la sintesi di quanto accaduto nella politica del Brasile dopo l’Indipendenza dal Portogallo fino ai giorni nostri.
LinguaItaliano
Data di uscita3 nov 2018
ISBN9788899001728
Quando il Diavolo ci mette la coda: Fatti, fattacci e di tutto un po’ al ritmo di samba e bossa nova

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    Anteprima del libro

    Quando il Diavolo ci mette la coda - Learco Learchi d'Auria

    el.dorado.44@hotmail.com

    Prefazione

    Conoscere la storia del Brasile attraverso l’immaginazione di un autore eclettico, creativo, vivace rappresenta sicuramente un’opportunità unica di verità storica. Essere capaci di intrecciare fatti veramente accaduti a racconti di vita reale e romanzata non è da tutti soprattutto quando il fine è quello di dimostrare che nella vita quotidiana non sempre i fatti si svolgono come si programma e progetta né si è sicuri delle conclusioni perché QUANDO IL DIAVOLO CI METTE LA CODA niente si può dare per scontato e niente si può fare. I fatti e i fattacci sono ingredienti di una realtà vissuta nella routine della vita di ogni persona ma i fatti diventano fattacci quando l’uomo nel suo egoismo vuole piegare gli eventi verso un suo personale utile e, ingordo, non si accontenta di quello che ricava e, per avere sempre di più, turba gli equilibri sociali, economici, finanziari, morali ed etici della società in cui opera, ignorando le leggi dell’Economia del Benessere Collettivo. L’analisi di equilibrio economico generale ci dà il senso di come le varie parti di un’economia vadano insieme per lavorare come una cosa unica e l’economia del benessere fornisce un insieme di criteri per valutare la performance di un sistema economico. Quando l’obiettivo non è l’equilibrio economico generale né l’interesse collettivo ma l’utile personale il sistema economico diventa confuso, saltano le regole e si creano grandi pasticci. Allora non è il diavolo che ci mette la coda ma è l’egoismo, l’arroganza, la disonestà che lavorano secondo proprie leggi e nel momento in cui si scopre l’imbroglio crollano i castelli costruiti su basi effimere. Interessante è conoscere l’evolversi della storia del Brasile nei particolari reali e verificare come il diavolo è pronto a metterci la coda per ristabilire gli equilibri. Ma una considerazione sorge spontanea: mentre i processi si svolgono per stabilire la verità una popolazione continua a subire l’incertezza del proprio futuro e la privazione del benessere perché negato. Questa è una colpa politica molto grave. Ma Learco propone una sua personale, fantasiosa, soluzione. Sarà quella giusta?

               Elisa Savarese

    Presidente dell’Università Avalon

    Trovarsi, talvolta, invischiati in situazioni

    considerate diaboliche può accadere a

    chiunque. L’importante è non perdere la

    coerenza del proprio pensiero e di quello

    che ne consegue.

    Dedico lo sforzo di questa ricerca storica,

    e non solo del mio lavoro letterario, a

    tutti coloro che, almeno una volta nella loro

    vita, hanno avuto il dubbio di essere stati

    vittime di rituali o di oscure forze maligne.

    (Learco Learchi d’Auria)

    I protagonisti del presente romanzo così come alcuni personaggi, ed anche l’autore tal quale si descrive, sono stati ideati dalla fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti sono puramente casuali. La ricerca storica degli eventi politici prende in conto fatti e notizie apparse sui libri di Storia nonché quelli più recenti riportati dai notiziari televisivi e dalla Stampa brasiliana.

    Prologo

    Tratto da Des Teufels rußiger Bruder, una fiaba dei fratelli Grimm, ecco una parte del testo tradotto dal tedesco in lingua italiana.

    Un soldato in congedo non aveva di che vivere e non sapeva che pesci prendere. Andò nel bosco e, dopo aver camminato per un po’, incontrò un omino che era il Diavolo.

    L’omino gli disse: «Che cos’hai? Hai un’aria così triste.»

    Allora il soldato rispose al Diavolo: «Ho fame e non ho denaro.»

    Gli propose il Diavolo: «Se vuoi entrare al mio servizio e diventare mio servo, ne avrai abbastanza per tutta la vita.»

    Esiste inferno ed inferno ma non tutti gli inferni sono uguali tra loro o come li potremmo, facilmente, immaginare. L’evocazione delle fiamme ardenti come quelle nell’Antro della Bolgia di Lato Oscuro più volte descritte da Learco Learchi nei propri romanzi è uno di questi ma sovente è solamente una visione che proviene da quanto descritto da altri: Dante Alighieri, ad esempio, nella sua Divina Commedia è uno degli estensori più conosciuti nella letteratura classica sebbene John Milton, nel Paradiso Perduto, ne abbia trattato al pari di Thomas Hobbes, Isaac Newton e John Locke in altre occasioni.

    Inferno è il termine con il quale si indica il luogo di punizione e di disperazione che, secondo molte religioni, attende, dopo la morte, le anime degli uomini che hanno scelto in vita di compiere il male. Il termine inferno deriva dal latino infernu(m) quindi da inferus (infer) nel significato di sotterraneo, correlato al sanscrito adhara, al gotico under e dall’indeuropeo ndhero col significato di sotto (da cui l’inglese under, il tedesco unter, l’italiano inferiore o anche infra). La presenza della f, che appare solo nel latino e nei termini da questo direttamente derivati, è per influenza dialettale dalla quale i Romani ereditarono la credenza che l’entrata ne l’inferus (qui inteso come il mondo di sotto, dove stanno i morti) si collocasse nei pressi di Cuma.

    Il termine inferno viene tuttavia comunemente relazionato alla nozione propria di alcune religioni, come quelle abramitiche, ovvero al luogo di punizione e di disperazione. Diversamente, il termine inferi indica comunemente quel luogo, come l’Ade greco, ove si collocano le ombre dei morti.

    L’Inferno è un concetto presente in un gran numero di culture precristiane, cristiane e non cristiane. È solitamente identificato con un mondo oscuro e sotterraneo, collegato all’operato del Dio e della creatura superiore che ha originariamente introdotto nella Creazione l’errore, la menzogna, il peccato, e, in definitiva, il principio distruttivo dell’ordine delle cose; tale creatura superiore si identifica nel Diavolo, nella divinità del male o nell’ebraico/cristiano con Satana, a seconda delle culture.

    L’Inferno al quale ci si riferisce nel presente racconto è molto più vicino a noi di quanto lo si possa immaginare: è infatti dentro noi stessi… fa parte della natura umana unitamente all’altra immagine che si contrappone, quella del Paradiso. Fa parte dell’equilibrio tra il Bene ed il Male: due componenti sempre presenti nella stessa natura degli uomini. In fin dei conti si potrebbe concludere che la vita altro non è che un Purgatorio per i peccati veniali, o meno, ma anche un Inferno per quelli più gravi, commessi nel corso di essa e spontaneo sovviene il parallelismo con il concetto di Karma.

    Il Principio Karmico afferma che le azioni del corpo, quelle dello spirito e della parola sono al contempo causa e conseguenza di altre azioni. In sostanza non esiste il caso ma ogni evento o gesto è interconnesso all’interno di una rete di legami di causa/effetto. Avere la consapevolezza che alcune nostre azioni possono risultare negative ci aiuterà ad evitare, nella vita presente ma anche in quella futura, di commettere gli stessi errori e di elevarci, di conseguenza, ad un livello superiore fino a quando non saremo liberi da ogni peccato. Diversamente, come affermavano i nostri antenati: …errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Quando riusciremo ad estinguere il nostro debito karmico, non saremo più vincolati al Karma stesso e raggiungeremo finalmente la Luce.

    A differenza di quanto si potrebbe credere, quello dell’Inferno è un tema molto dibattuto, nell’arco dei secoli, in più religioni sparse nelle varie parti del Pianeta Terra. È da qui che è partita la ricerca preliminare dell’autore.

    La storia che segue è ambientata in Brasile ma, a quel tempo, quella terra spensierata, che in passato era paragonabile ad un Paradiso della Natura, si stava già avviando a diventare un inferno corrotto da svariate forme di inquinamento, impastato di menzogna, sconvolto da violenza, droga, sesso e trasgressione dei suoi abitanti per non parlare poi della politica. La politica ha per oggetto l’organizzazione ed il governo dello Stato ma, ultimamente, viene intesa come un’attività tendente all’arricchimento di pochi a scapito dei propri elettori ed anche di tutta la collettività. Mettere le mani in politica significa, in fin dei conti, ritirarle, quasi sempre, sporche. È questo il concetto che si ha oggi della politica in ogni luogo e non solo in Brasile.

    Prima di entrare nel vivo è bene che il lettore rifletta e tenga bene a mente il concetto di Inferno così come enunciato nelle righe precedenti.

    Brasile – Stato di São Paulo, Litoral Sul Paulista Città di Itanhaém – Mercoledì 17 maggio 2016 Il nuovo studio di Learco Learchi

    L’aver cambiato casa e città aveva comportato diverse difficoltà dovute alla completa riforma del fabbricato. In Brasile avere a che fare con muratori, elettricisti, idraulici, tinteggiatori, pavimentatori specializzati nella posa di parquet, serramentisti e manovali in genere, è complicato a causa della mancanza di puntualità di ognuno di loro. Rivolgersi ad un’impresa non risolve il problema ed i costi sono proibitivi. Learco aveva optato, quindi, per il fai da te improvvisandosi direttore dei lavori di casa propria e coordinando i tempi di ogni artigiano. Egli era consapevole, fin dall’inizio, che lo stress che avrebbe subito non avrebbe giovato al proprio sistema nervoso. Bene o male il tempo dell’opera, che inizialmente avrebbe dovuto concludersi in novanta giorni, dopo sette mesi era finalmente terminato.

    Nella nuova Casa/Studio stava pensando di dare avvio alla stesura di un nuovo libro da pubblicare in Italia. Learco scriveva per il proprio pubblico italiano con il fine di erudirlo sul Brasile, sulle tradizioni, sui costumi, sulle leggende, sulle religioni che vi si professano ma mai aveva parlato dei fatti politici di quel Paese. Con quello che stava accadendo e che aveva dato luogo all’allontanamento dal centro di potere della Presidente Federale Dilma Roussef, valeva la pena di occuparsene. Era stato questo l’input datogli dalla Presidente della Editrice Virtuale Avalon e Learco stava pensando come poter entrare in un argomento scottante come quello. Il Brasile era diventato in quei giorni caldi una grande pentola a pressione che, con la valvola bloccata, minacciava di esplodere. Learco stava pensando di narrare i precedenti più salienti della storia politica brasiliana a partire dalla fine della seconda guerra mondiale fino al 12 maggio 2016, data fatidica dell’impeachment della Presidente accusata di aver falsato i bilanci dello Stato allo scopo di mascherare la recessione del Brasile.

    A latere di questo fatto c’era anche il coinvolgimento del precedente Presidente in cose poco pulite come la stampa avrà da commentare in seguito.

    «Tutto si ripete nella storia ma poi tutto passa e, tornata la normalità del giorno dopo giorno… la vita continua» si era detto Learco.

    Le storie parallele del libro le avrebbe ambientate in Brasile agli inizi degli anni ‘50. Il titolo che doveva apparire in copertina gli era stato suggerito da una tela recentemente dipinta anticipando la richiesta dell’editore. Vi erano rappresentati alcuni tarocchi, le carte utilizzate per predire il futuro, una maschera diabolica Oni ripresa tra quelle in uso nel Teatro Giapponese NŌ e due Guias che in Brasile vengono intrecciate con perline colorate. Nella tela aveva scelto di dipingerle rosse e nere: i colori di Exú e Pomba Gira, due entità africane ed inquietanti incorporate in un’unica divinità con due teste.

    Prima di proseguire Learco pensò bene di dare ai lettori qualche informazione più circostanziata sulla Maschera Oni nonché su Exú e le Guias riprodotte sulla tela da lui dipinta.

    Gli Oni sono creature mitologiche del folklore giapponese, simili ai demoni e agli orchi occidentali. Sono personaggi popolari dell’arte, della letteratura e del teatro giapponesi. Nelle prime leggende erano creature benevole ritenute capaci di tenere alla larga gli spiriti maligni, malvagi e malevoli, e di punire i malfattori. Durante l’era Heian il Buddhismo giapponese, che aveva già importato una parte della demonologia indiana (rappresentata da figure come i kuhanda, gaki e altri), incorporò queste credenze chiamando queste creature aka-oni (oni rosso) e ao-oni (oni blu) e facendone i guardiani dell’Inferno. Alcune di queste creature erano riconosciute come incarnazioni di spiriti.

    Exù lo si trova, invece, con le stesse modalità di espressione e sempre come messaggero tra gli uomini e le divinità Orixàs, nel culto afro-brasiliano. Spesso è stato erroneamente equiparato o sincretizzato con il Diavolo cristiano per via delle corna. Egli, invece, trasmette i desideri, buoni o cattivi, di chi a lui si rivolge. L’omaggio obbligatorio a Exù può assumere forme differenti, ma in tutto il Brasile è depositato dentro appositi piatti fondi nei crocicchi, dominio incontestato del messaggero celeste. Un’orazione tipica con la quale gli adepti si rivolgono a lui, spesso rappresentato bi-sessualmente con due teste, una di uomo e l’altra di donna, è quella che sotto viene riportata

    ...Tu che hai il potere di attirare le anime. Tu che usi le parole dolci come il miele concesse da Olódumarè, all’inizio dei tempi, presta attenzione alla mia richiesta, ho bisogno del tuo gagliardo potere per farla. Tu che racchiudi la forza maschile di Exú e quella femminile di Pomba Gira, tu che sui tuoi dragoni trasporti legioni di spiriti da una parte all’altra dell’Universo, tu che realizzi le unioni più impensabili, tu che susciti nei cuori le passioni più irresistibili, ascolta questa mia supplica. Sempre ti sarò grato e per sempre loderò il tuo intervento. A te è stato dato il potere di fare diventare materia il pensiero, impiegalo in mio favore per dare corpo ai miei desideri. Saravá Quimbanda!

    Le Guias, letteralmente guide spirituali, sono amuleti costituiti da collane votive di protezione contro il male. Spesso hanno perline colorate secondo il colore abbinato all’Entità alla quale si chiede la protezione. Di norma queste divinità sono quelle preposte quali protettrici di testa. La parola Orixá è composta da Orí che significa Testa e che significa Santo.

    Ecco i nomi dei principali Orixàs ed i colori ad essi abbinati con i quali vengono preparate le Guias protettive contro il malocchio e tutti gli altri pericoli nascenti dal mondo dell’occulto.

    Exú: rosso, nero, rosso e nero

    Pomba Gira: rosso, nero, rosso e nero

    Oxalá: bianco e sette colori

    Yançá: giallo e rosso, bianco e sette colori

    Oxum: giallo, bianco e sette colori

    Yemanjá: azzurro chiaro, bianco e sette colori

    Oxumarê: giallo e sette colori

    Xangô: bianco e/o rosso e sette colori

    Oxossi: verde, marrone, bianco e sette colori

    Ibeji: azzurro, rosa, bianco e sette colori

    Abaluaê: viola, azzurro, bianco e nero, bianco e sette colori

    Ogum Edê: giallo, celeste, bianco e sette colori

    Pretos Velhos: bianco e nero,

    Caboclos: verde, marrone, bianco.

    Via Lattea Parallela – Giovedì 18 maggio 2016 Sede dell’Animo Universale

    Erano trascorsi sette anni da quando Learco aveva terminato di scrivere il suo primo romanzo, al quale erano seguiti altri venticinque libri.

    Pietro, il Mastro di Chiavi della realtà parallela dalla quale tutto si può vedere, ben lo sapeva giacché lo aveva seguito standogli vicino, seppur da lontano, in tutti quegli anni. Quello scrittore, che da subito gli era divenuto simpatico, era entrato anche nelle grazie al Signore dell’Universo.

    Egli aveva scritto di tutto un po’ ed anche approcciato argomenti talvolta scottanti, al punto che poteva essere considerato, per certi aspetti, anche un dissacratore per come muoveva critiche ad un certo Clero che, a suo dire, aveva modificato la Chiesa che, nel tempo, da casa della povera gente era divenuta quella dei ricchi. Non aveva, tuttavia, mai approcciato argomenti dove il Diavolo ci mette la coda. Del Diavolo aveva scritto, sì lo aveva fatto ma sempre sostenendo la giusta causa del bene e mai quella del male.

    «No, proprio non mi va che si parli del diabolico concorrente dell’Antro di Lato Oscuro, mettendolo in primo piano. E, poi, quel quadro appositamente dipinto da mettere in copertina! No non deve farlo… ne parlerò con il Capo.» Detto ciò si avviò verso l’ufficio di presidenza.

    La porta era già aperta ed il Signore dell’Universo pareva che, già al corrente di tutto, lo stesse aspettando.

    «Vieni Pietro, entra pure» gli disse facendogli segno di accomodarsi su una delle poltrone poste davanti al ponte di comando.

    «Capo hai saputo di Learco?»

    «Certamente Pietro. Scriverà un nuovo romanzo. Che cosa c’è di strano?»

    «Ma Capo, parlerà del Diavolo e di quando… ci mette la coda!»

    «No, Pietro! Parlerà di alcuni fatti ed anche dei fattacci e di tre italiani, uno che abita a Rio de Janeiro e due che si sono rincontrati a Salvador da Bahia. Descriverà anche i fattacci della politica brasiliana degli ultimi sessantacinque anni: sono questi i temi che toccherà. Il Diavolo c’entra e non c’entra ma comunque avrà una parte del tutto marginale.»

    «Se lo dici Tu Capo… per me va bene ma quel quadro con la faccia di Satana in primo piano, mi sta sullo stomaco e proprio non mi va giù.»

    «Anche qui ti sbagli mio buon Pietro. Non è la faccia del personaggio al quale ti riferisci ma semplicemente la maschera di un Oni. È la stessa immagine che può rappresentare Exú. Né Oni né Exú sono Satana.»

    «Ma l’aspetto è…»

    «No, Pietro l’aspetto non lo è! Non lasciarti ingannare dalle apparenze… va’ a leggere meglio ciò che Learco ha spiegato proprio ieri. Fidati di lui e vedrai che alla fine tutti i conti torneranno.»

    Al Mastro di chiavi non restò che congedarsi, inchinandosi alla volontà del Signore, lasciando a Learco il compito di scrivere il nuovo romanzo... in fin dei conti è il di lui mestiere.

    Porte degl’Inferi – Giovedì 18 maggio 2016 Antro della Bolgia di Lato Oscuro

    Altre orecchie avevano udito il dialogo tra il Signore dell’Universo ed il Mastro di Chiavi. L’udito del Boss, il satanico concorrente dei piani inferi, dove da millenni era relegato, era diventato finissimo e con il tempo la necessità di sapere lo aveva dotato di un certo potere telepatico che tutto e di tutti captava parole e pensieri spiandone finanche le mosse.

    «L’ho sempre saputo che la conoscenza è potere…» si era detto il Principe del Male sfregandosi le mani nere ed ossute, continuando poi: «...la tela dipinta da Learco potrebbe divenire un mio strumento di intromissione nel romanzo che si accinge a scrivere. Mi occorre, tuttavia l’ausilio di qualcuno che possa

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