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Compagno maggiordomo in casa Mancini
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E-book51 pagine37 minuti

Compagno maggiordomo in casa Mancini

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Info su questo ebook

Un simpatico affresco familiare in salsa politica, ambientato tra la fine del 1963 e la prima metà del 1964, nell’abitazione romana del potentissimo ministro della Sanità Giacomo Mancini.
E’ il succoso compendio di ricordi di cui Angelo Lo Gullo ha reso partecipe il giornalista Francesco Kostner, prezioso supporter nella realizzazione del volume.
Un quadretto domestico frizzante e suggestivo, al cui interno si intrecciano la figura dell’indimenticato leader socialista, impegnato nella fase più importante della sua esperienza politico-istituzionale, la prorompente personalità della consorte, donna Vittoria, e uno spaesato giovanotto del rione Massa di Cosenza, appunto Angelo Lo Gullo, cooptato come domestico in una delle residenze più “in” dell’epoca.
Un gustoso e avvincente volumetto che supera ogni più rosea aspettativa consentendo di conoscere da vicino, come mai è avvenuto finora, uno spaccato del contesto familiare e i forti sentimenti che hanno unito l’ex leader socialista e l’inseparabile donna Vittoria.
Se a Lo Gullo va certamente il merito di aver tirato fuori dal cassetto pagine insospettabili della sua giovinezza, Francesco Kostner si distingue ancora una volta per l’abilità narrativa con cui propone ai lettori i suoi ricordi, elegantemente inseriti in una costruzione sobria, ma accattivante.
LinguaItaliano
Data di uscita21 dic 2018
ISBN9788868227432
Compagno maggiordomo in casa Mancini

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    Anteprima del libro

    Compagno maggiordomo in casa Mancini - Francesco Kostner

    k.

    Presentazione

    Conosco Angelo Lo Gullo da molti anni. È una persona perbene. Leale. Semplice, nel senso più positivo del termine. Un socialista di lungo corso, in una delle regioni italiane un tempo più affollate di garofani rossi, prima che, tra dubbi e perplessità tuttora irrisolti, l’iniziativa giudiziaria conosciuta con il nome di Mani Pulite disarcionasse il sistema dei partiti della prima Repubblica; o, meglio, tutti tranne uno!

    Angelo mi ha chiesto di aiutarlo a riordinare i ricordi dell’esperienza di maggiordomo vissuta tra il 1963 e il 1964 nell’abitazione romana di Giacomo Mancini, indimenticato ministro della Sanità, dei Lavori pubblici e del Mezzogiorno, nonché, per un breve periodo, segretario nazionale del partito socialista.

    Questo bravo Compagno racconta una storia simpatica, densa di significati umani, sociali, culturali, attraverso la quale emergono il rispetto, l’attenzione, la sensibilità di Giacomo Mancini nei confronti di un figlio del centro storico cosentino, a lui tanto caro, visibilmente a disagio in quell’insolito ruolo.

    Un giovane timido, incerto, costantemente incoraggiato dal leader socialista a proiettare lo sguardo oltre i legami con la sua città e gli affetti familiari, riferimenti costanti della sua quotidianità.

    Un appassionante collage relazionale attorno al quale si sviluppa la breve, ma intensa testimonianza che ho avuto il piacere di raccogliere in questo libro.

    Ma è giusto che adesso sia Angelo Lo Gullo a parlare.

    f. k.

    La selezione in via Alimena

    Sono nato il 18 settembre 1946 nel rione Massa di Cosenza. Come tutti i ragazzi della mia età, dopo la scuola, trascorrevo il tempo libero tirando quattro calci al pallone o, più spesso, allenandomi a biliardo, la mia grande passione.

    Avevo 17 anni quando, una domenica mattina, un signore entrò nella sala giochi in cui ero solito ritrovarmi con gli amici, chiedendo se qualcuno fosse interessato a lavorare come maggiordomo nell’abitazione romana del ministro Giacomo Mancini. Sembrava uno scherzo, ma era una proposta seria. Gli domandai in cosa consistesse quell’impegno. Rispose che, a fronte di uno stipendio più che buono, sarebbe stato necessario dare una mano alla persona che si occupava delle pulizie, servire a tavola, accogliere gli ospiti e molto altro ancora, secondo le disposizioni della padrona di casa, donna Vittoria. Avevo sentito parlare del suo fascino, ma anche del carattere spigoloso e dei modi spiccioli con cui a volte trattava le persone, il che mi scoraggiava a guardare con interesse a quella prospettiva. Forse perché gli amici si erano subito tirati indietro, l’intermediario dei signori Mancini si fermò a parlare con me sostenendo che fare il maggiordomo gli sembrava congeniale alle mie caratteristiche: Hai modi garbati e mi sembri un ragazzo tranquillo, sono qualità necessarie per un impegno del genere. Pensaci, mi farò vivo presto!.

    Tornato a casa parlai con mia madre sottolineando il fatto che, se fossi riuscito a ottenere quel lavoro, avrei potuto aiutare la famiglia, ma gelò sul nascere il mio entusiasmo: Ti ha dato di volta il cervello? Come puoi pensare una cosa del genere? Non sai preparare nemmeno il caffè, saresti una frana!. Risposi piccato: Sarò anche inadeguato, ma il bisogno di lavorare è lo stimolo giusto per superare ogni ostacolo. La

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