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Il Mio Fratello Cattivo
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E-book98 pagine1 ora

Il Mio Fratello Cattivo

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Info su questo ebook

Un'estate a giocare con i videogiochi era tutto ciò che Sam aveva pianificato mentre i suoi genitori erano completamente immersi nel lavoro. La sua vita era piatta e monotona, finché un giorno Brennan, il fratello maggiore, si rifà vivo dopo una lunga assenza. Il loro legame è forte come in passato, e Sam trascorre tutta l'estate con lui, imparando alcuni trucchi come il furto, le truffe e altri imbrogli. Ma ciò porterà Sam a qualcosa di molto più grande di ciò che si aspettava, tanto che sarà costretto ad affrontare la verità su suo fratello e, soprattutto, su se stesso.

LinguaItaliano
Data di uscita19 dic 2023
ISBN9798223206699
Il Mio Fratello Cattivo

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    Anteprima del libro

    Il Mio Fratello Cattivo - Giuseppe Cristiano

    Prologo

    So come sono arrivato qui e, ad essere completamente onesto, è stata una fatica. Tuttavia, dicono che è facile a dirsi con il senno di poi, e io non sono così fortunato da avere una vita perfetta. Non l’avevo proprio pianificato in questo modo, né tantomeno me l'aspettavo. Non ho mai avuto una vita privata perfetta, alcuni la considererebbero privilegiata, cosa su cui potrei essere anche d’accordo.

    Ma quando i tuoi genitori ignorano la tua esistenza, la mente fa di tutto per confortare un bambino suggestionabile.

    Così mi ha definito il mio avvocato: un ragazzino suggestionabile. Ricordo che parlò durante la mia udienza preliminare, supplicando il giudice di processarmi come se fossi un minorenne. Non sapevo cosa significasse esattamente, ma mi disse che non avrei scontato la pena in prigione. Non ne ero sicuro, lo diceva anche quando parlava con me e con mia madre durante il nostro incontro settimanale. Ci incontravamo una volta a settimana sin dall’udienza preliminare, e grazie a questi incontri mia madre rimaneva sempre aggiornata sugli eventi del tribunale; personalmente, li trovavo confusi e noiosi, soprattutto considerando che né mia madre né il mio avvocato mi avevano parlato direttamente dopo essere venuti a conoscenza della data preliminare. Erano troppo impegnati a parlare di possibili condanne e probabili scenari.

    Tra i lati positivi, l’incontro settimanale mi faceva uscire da quella piccola cella solitaria statale in cui mi avevano messo. Ciò mi riportava anche nel mondo reale, tra clacson, persone che chiacchieravano e la vita di tutti i giorni. Per non parlare del mio sandwich preferito che prendevo sotto i miei amati archi dorati ogni settimana. Era un grande privilegio visto che nell’ultimo mese ero stato rinchiuso in una cella, senza poter conversare o avere interazioni con altre persone. Mi tenevo occupato leggendo un libro a settimana finché non ho strappato un’illustrazione dall’ultimo. Non potevo non farlo; la desolazione grigia e bianca delle pareti di quelle celle mi stava facendo impazzire.

    Devono averlo pensato anche loro perché non mi hanno chiesto di selezionare i libri per la settimana successiva. Non so cosa si aspettassero chiudendo degli adolescenti in gabbie di cemento così piccole. Adolescenti cresciuti su Internet con accesso illimitato a tutto ciò che volevano leggere, vedere, riprodurre o progettare. La prima settimana fu esasperante, ero incapace di tenere la mente occupata se non con un romanzo di finzione breve e poco interessante. La parte peggiore del libro era il fatto che ne avessero già fatto un film, quindi conoscevo il finale. Quella prima settimana sarebbe stata capace di sconvolgere chiunque e, infatti, pensai che avrei perso ogni speranza se non fosse stato per le medicine. Un bel sedativo e tre pasti possono davvero addomesticare una persona, riducendo il nervosismo del non fare niente ad un brontolio ormai sommesso.

    Mentre l’avvocato continuava a parlare di possibili condanne, potenziali giudizi da parte del giudice e di patteggiamenti, guardai fuori dalla finestra. Ogni settimana venivamo qui, in un bel caffè con un tavolo riservato vicino a un’enorme vetrata. Mia madre mi costringeva a sedermi proprio vicino alla finestra, bloccandomi all’angolo per non farmi scappare. Poi mi ordinava una cioccolata calda e mi dava il sandwich preso dall’altra parte della strada per fare colazione. Ero costretto a indossare un braccialetto elettronico alla caviglia durante queste riunioni, che venivano concesse grazie ad alcune mazzette date a degne organizzazioni no profit da parte di mia madre e di mio padre. Scoprii così la corruzione e le tangenti che mia madre era disposta a sborsare per me, per essere caritatevole. Solo di recente ero riuscito a comprendere che non le importava davvero di me, ma più della sua reputazione come genitore.

    Mentre mangiucchiavo il mio panino con uova e salsiccia, guardai fuori dalla finestra e vidi una donna che aspettava di attraversare la strada. La gigantesca borsa griffata le pendeva pigramente dal polso e sembrava occupata a farsi un selfie con il suo smartphone. Come se ci fosse stato un segnale, un uomo apparve dal nulla, afferrò la borsa verde brillante prima di precipitarsi lungo il marciapiede. La donna iniziò immediatamente a gridare, piangere e chiedere aiuto. Le persone intorno a lei sembravano disinteressate, alcuni guardavano lei, altri il ladro, che era scomparso in mezzo alla folla, mentre lei saltava e allungava il collo cercandolo. Parlava freneticamente al telefono con qualcuno, poi si voltò ed entrò nella boutique accanto.

    Mi fece ridere il fatto che il posto migliore dove decise di andare dopo aver subito uno scippo fu proprio la boutique. Alcune persone hanno delle idee davvero strampalate e questo mi fece ridere ancora di più. Immagino che non avrei dovuto farlo perché il tavolo era diventato improvvisamente silenzioso, qualche traccia di uovo si era attaccata alla finestra immacolatamente pulita.

    Le buone maniere! mi ricordò mia madre, i suoi occhi scuri e perfettamente truccati mi guardavano socchiusi. Siamo in un luogo pubblico, Samuel.

    Giusto, perché mi confondo così bene con le altre persone nel bar la presi in giro, alzando gli occhi al cielo.

    La lunga giacca scura che mia madre mi aveva costretto a indossare sopra la tuta beige non mi permetteva di mimetizzarmi. Mi guardò un attimo prima di voltarsi verso l’avvocato con un sorriso allo stesso tempo dolce e triste.

    Il ragazzo è solo un po’ irritato spiegò alla bella signora dai capelli scuri con il tailleur, che annuì, comprendendo. Dobbiamo vedere se il giudice deciderà di riconsiderare gli arresti domiciliari.

    Potrei presentare una mozione, ma la difesa non sarà d’accordo spiegò l’avvocato, guardandomi. La sua voce era forte ma dolce, e mi chiesi perché stesse assumendo un’espressione così piacevole e ottimista. Di certo, non rispecchiava ciò che davvero pensava sul mio caso.

    Il giudice vorrà sottoporlo a ulteriori valutazioni psicologiche per processarlo come minorenne. Sarà difficile parlare degli arresti domiciliari altrimenti.

    Stare a casa lo aiuterebbe molto, in quanto può avere ciò di cui ha effettivamente bisogno insistette mia madre, con voce premurosa.

    "Può ottenere ciò di cui ha bisogno anche nelle strutture statali, e mostrare al giudice quanti sforzi sta facendo Samuel

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