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Sette contro Tebe: Edizione Integrale
Sette contro Tebe: Edizione Integrale
Sette contro Tebe: Edizione Integrale
E-book51 pagine26 minuti

Sette contro Tebe: Edizione Integrale

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Info su questo ebook

Nel cuore della città sotto assedio, tra lugubri grida di conflitto, Eteocle si ritrova come prigioniero di un sogno angoscioso. La maledizione lasciata dal genitore Edipo incombe su di lui, condannandolo a un destino funesto, mentre intorno alle mura si radunano combattenti terribili e spietati. I suoni della battaglia dei Sette contro si riflettono qui negli occhi tristi e atterriti dei vinti. I Sette contro Tebe fu rappresentata per la prima volta ad Atene alle Grandi Dionisie del 467 a.C. Si inserisce all'interno del cosiddetto Ciclo tebano ed è la terza e ultima parte di una trilogia che comprendeva le tragedie Laio ed Edipo, andate perdute.
Traduzione di Ettore Romagnoli.
LinguaItaliano
Data di uscita8 mar 2019
ISBN9788832534047
Sette contro Tebe: Edizione Integrale

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    Sette contro Tebe - Eschilo

    SETTE CONTRO TEBE

    Eschilo

    traduzione di Ettore Romagnoli

    © 2019 Sinapsi Editore

    PERSONAGGI:

    ETEOCLE

    ARALDO

    CORO DI FANCIULLE TEBANE

    ANTIGONE

    ISMENE

    MESSAGGERO

    ESPLORATORE

    POPOLO

    La scena rappresenta una piazza sopra la rocca di Tebe.

    In fondo il palazzo del re, sul davanti l'altare comune dei Numi

    che proteggono la città: Giove, Giunone, Posidóne, Pàllade,

    Apollo, Artèmide, Marte, Afrodite. Al principio dell'azione si

    vede il popolo affollato dinanzi alla reggia e implorante il re.

    Questi esce, ed arringa.

    PROLOGO

    Eteocle:

      Cittadini cadmèi, chi su la poppa

      de la città volge la barra, e regge

      lo stato, senza mai sopire il ciglio,

      parole acconce deve dir: ché quando

    ridon gli eventi ella è mercè dei Numi;

      ma se poi, deh!, non sia, male ne incolga,

      per la città solo sarebbe Eteocle

      con preludî d'obbrobrio altosonanti

      e con querele decantato - Giove

      che detto è salutar, salute arrechi

      alla città di Cadmo. - Or tutti voi,

      e quei che al fiore dell'età non giunge,

      e quei che lo mirò vizzo negli anni,

      riscotendo nei membri ogni vigore,

      volgendo alla piú acconcia opra la cura,

      date soccorso a Tebe, ed agli altari

      dei patrî Numi, che non mai d'onore

    sien privi, e ai figli, e a questa terra madre,

      carissima nutrice. Essa, reggendo

      dell'educarvi il peso tutto, pargoli

      repenti ancora, sul benigno suolo

      v'accolse e vi nutrí, ché cittadini

      fidi e fidi guerrieri, a tai frangenti

      un giorno foste. E insino ad oggi, il Nume

      a favor nostro s'inchinò: la guerra,

    mercè dei Numi, insino a qui, propizia

      volse, gran parte, a noi stretti d'assedio.

      Ed ora il vate educator d'augelli,

      che, senza fiamma, con l'orecchio, intende

      i fatidici alati, e col pensiero,

      e con la non mendace arte: costui,

      signor di tali vaticinî, annunzia

      che notturno concilio gli Achei tennero,

      e un grande assalto alla città si trama.

      Delle torri alle porte ed agli spalti

      dunque tutti affrettatevi, lanciatevi

      chiusi nell'arme, empiete i propugnacoli,

      piantate il pie' sui palchi de le torri,

      a cuor sicuro delle porte i valichi

      sbarrate: troppo una straniera turba

      non vi sgomenti: un Dio darà buon esito.

      Esploratori io già mandai, che spiino

      l'oste nemica: e spero bene ch'essi

      non indugin per via. Poscia che uditi

      li avrò, veruna insidia potrà cogliermi.

    (Il popolo si allontana. Dalla via che conduce fuor della rocca,

    entra un messaggero)

    MESSAGGERO:

      O dei Cadmèi signore ottimo, Eteocle,

      dal campo io giungo, e a te reco sicure

      notizie di laggiú: ché vidi io stesso.

      Sette guerrieri, impetuosi duci,

      sgozzato un

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